Conservare i ricordi

Nicky

Utente di lunga data
Il discorso sulle foto/lettere/diari, mi ha fatto pensare a una cosa, che ho sempre sentito come irrisolta.
A me piace conservare e tracciare i ricorsi, soprattutto per mezzo della scrittura. Ma, al di là del fatto che in parte non lo posso fare del tutto, perché una parte della mia esistenza è nascosta e tale deve restare, in generale temo che, se dovesse succedermi qualcosa, altri potrebbero vedere/leggere cose che per me sono personali e che non so se voglio siano condivise, pur con tutti il bene che voglio ai miei parenti.
Voi ci avete mai pensato? Avete dei ricordi tangibili, a cui tenete, ma che non vorreste fossero visti o letti da altri?
Tenete un diario?
 

ivanl

Utente di lunga data
Io non sono uno che vive di ricordi, giusto qualche episodio particolarmente importante mi è rimasto in mente come fotografato.
Non sono nemmeno uno che mette per iscritto i propri pensieri, men che meno sono per condividerli. Tranne un'unica eccezione recente.
Probabilmente lascerò qualcosa scritto a mio figlio quando sarà il momento
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Il discorso sulle foto/lettere/diari, mi ha fatto pensare a una cosa, che ho sempre sentito come irrisolta.
A me piace conservare e tracciare i ricorsi, soprattutto per mezzo della scrittura. Ma, al di là del fatto che in parte non lo posso fare del tutto, perché una parte della mia esistenza è nascosta e tale deve restare, in generale temo che, se dovesse succedermi qualcosa, altri potrebbero vedere/leggere cose che per me sono personali e che non so se voglio siano condivise, pur con tutti il bene che voglio ai miei parenti.
Voi ci avete mai pensato? Avete dei ricordi tangibili, a cui tenete, ma che non vorreste fossero visti o letti da altri?
Tenete un diario?
Mio padre mi dice sempre: uccidi i tuoi ricordi o loro uccideranno te, ma è un consiglio che non sono ancora riuscito a seguire, e forse nemmeno lui
 

danny

Utente di lunga data
Io tenevo un diario cartaceo anni fa ed è ancora lì.
Il mio diario principale è legato però alle immagini.
Ho tante foto di tutti i momenti della mia vita, a cui ho aggiunto le foto dei nonni e dei genitori, un archivio cartaceo e digitale, che mi piacerebbe fosse conservato.
Come tutti ho dei segreti, certo, non tutto può essere registrato o mantenuto, ma gran parte della mia vita è lì, conservata.
Non lo faccio per nostalgia, ma perché mi piace osservare il percorso che lascio nella mia vita, e vedere così la direzione.
Così ho potuto osservare il passare degli anni, l'invecchiamento, il cambiamento di ciò che mi circonda, ma anche al contempo darmi spiegazioni sulle mie scelte, capire molto di me, di ciò che avevo vissuto, rivedendolo nel presente e non attraverso i ricordi, che sono in parte menzogneri.
Io amo in genere le testimonianze storiche proprio per l'allargamento della visuale che esse consentono.
Mi è facile capire perché mi innamorai di mia moglie, la forza della mia attrazione, rivedendola anche ora.
Così com mi è facile capire perché non capitò per altre.
Sono domande a cui ho una risposta oggi più lucida rispetto a 30 anni fa, per dire, ma perché la mia visione oggi è più ampia, più incisa, perché ora vedo un percorso e non un brandello limitato di vita.
So che mia moglie conserva le lettere degli ex, e pure tante cose dell'amante.
Per me non è un problema affatto. E' una parte della sua vita. E' giusto che viva con lei e anche dopo di lei, così come ciò che mi riguarda.
 

Nicky

Utente di lunga data
Io non sono uno che vive di ricordi, giusto qualche episodio particolarmente importante mi è rimasto in mente come fotografato.
Non sono nemmeno uno che mette per iscritto i propri pensieri, men che meno sono per condividerli. Tranne un'unica eccezione recente.
Probabilmente lascerò qualcosa scritto a mio figlio quando sarà il momento
Avrei voluto davvero trovare qualcosa di scritto da mio papà, invece mi ha lasciato senza risposte su interi pezzi della sua vita.
Era lecito, ma per questo io sono diventata una persona che, invece, ha l'ansia di perdere i pezzi.
 

danny

Utente di lunga data
Avrei voluto davvero trovare qualcosa di scritto da mio papà, invece mi ha lasciato senza risposte su interi pezzi della sua vita.
Era lecito, ma per questo io sono diventata una persona che, invece, ha l'ansia di perdere i pezzi.
Anche mia moglie lo dice spesso. Ora avrebbe anche tante domande da fare ai suoi genitori, ma non può più.
E man mano se ne vanno i testimoni della sua vita.
Io non so se arriverò a provare questa sensazione con i miei.
Me lo chiedo, perché la osservo in lei.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Il discorso sulle foto/lettere/diari, mi ha fatto pensare a una cosa, che ho sempre sentito come irrisolta.
A me piace conservare e tracciare i ricorsi, soprattutto per mezzo della scrittura. Ma, al di là del fatto che in parte non lo posso fare del tutto, perché una parte della mia esistenza è nascosta e tale deve restare, in generale temo che, se dovesse succedermi qualcosa, altri potrebbero vedere/leggere cose che per me sono personali e che non so se voglio siano condivise, pur con tutti il bene che voglio ai miei parenti.
Voi ci avete mai pensato? Avete dei ricordi tangibili, a cui tenete, ma che non vorreste fossero visti o letti da altri?
Tenete un diario?
Ti ho appena esortata a scriverne… l’hai già fatto.
Ho fatto un corso di scrittura (non scrittura creativa che mi pare una definizione stupida) e mi è piaciuto moltissimo.
Si è interrotto con il lockdown e poi continuato non in presenza, ma a me piaceva proprio la “classe” e la condivisione.
In uno degli “esercizi“, l’insegnante ha dato indicazioni di come scrivere “l’indicibile.”
Ovviamente non esiste nulla di non raccontabile, è la censura interna che ci ferma.
L’esercizio consisteva nel cambiare i protagonisti oppure nel ribaltare i ruoli o anche raccontare una cosa invece di un’altra.
Era stato impegnativo, ma anche liberatorio.
Se, ad esempio una persona avesse voluto raccontare di aver spiato il diario della mamma e scoperto cose sconvolgenti, avrebbe potuto raccontare di un investigatore che indaga su un delitto.
 

danny

Utente di lunga data
E se c'è una cosa che mi fa male sono i figli, gli eredi, che si affrettano a buttare tutto quello che era dei genitori.
Nella più totale indifferenza per le cose, gli oggetti, i libri, le foto, le lettere, la vita di chi ci ha generato.
Noi, io e mia moglie, quando sono venute a mancare le persone, abbiamo lavorato affinché tutto venisse distribuito.
Abbiamo dato anche le lettere alle amiche, per dire.
Per mantenere un filo legato a un'esistenza anche quando non c'era più,
Forse è anche un po' una ricerca del senso della vita terrena.
 

Nicky

Utente di lunga data
Anni ho buttato via dei diari di quando ero ragazzina, perché mi vergognavo a rileggermi. Leggendo I anni dopo ho avuto la senzazione fi detestarmi. È stata una cosa sciocca, ma pazienza. Oggi non lo farei.
Scrivo dei resoconto per mio marito, quando facciamo qualcosa di bello insieme e lui li tiene, ogni tanto li rilegge.
Con le foto faccio più fatica, non essendo brava non colgo la realtà.
 

Nicky

Utente di lunga data
Ti ho appena esortata a scriverne… l’hai già fatto.
Ho fatto un corso di scrittura (non scrittura creativa che mi pare una definizione stupida) e mi è piaciuto moltissimo.
Si è interrotto con il lockdown e poi continuato non in presenza, ma a me piaceva proprio la “classe” e la condivisione.
In uno degli “esercizi“, l’insegnante ha dato indicazioni di come scrivere “l’indicibile.”
Ovviamente non esiste nulla di non raccontabile, è la censura interna che ci ferma.
L’esercizio consisteva nel cambiare i protagonisti oppure nel ribaltare i ruoli o anche raccontare una cosa invece di un’altra.
Era stato impegnativo, ma anche liberatorio.
Se, ad esempio una persona avesse voluto raccontare di aver spiato il diario della mamma e scoperto cose sconvolgenti, avrebbe potuto raccontare di un investigatore che indaga su un delitto.
Bello questo corso!
 

Marjanna

Utente di lunga data
Foto, qualche scritto. Però mi è capitato di perdere contenuti, specie digitali, percui ho già messo in conto si possano perdere.
Le foto non sono necessarimente foto stile social, però mi aiutano a ricordare, nel senso che mi ricordo i momenti dietro quelle foto.
Anche oggetti dei miei... però i ricordi sono principalmente dentro di me.

Riguardo il tenere un diario no. Da giovane scrivevo più via lettera, con qualche amica/o. Poi mail... adesso ci sono i social e le chat su whatsapp e il senso della scrittura mi pare decaduto. Tutti scrivono, ma chi legge, e chi è interessato a leggere... mi sembrano cose di altri tempi.
 

Brunetta

Utente di lunga data

Brunetta

Utente di lunga data
Foto, qualche scritto. Però mi è capitato di perdere contenuti, specie digitali, percui ho già messo in conto si possano perdere.
Le foto non sono necessarimente foto stile social, però mi aiutano a ricordare, nel senso che mi ricordo i momenti dietro quelle foto.
Anche oggetti dei miei... però i ricordi sono principalmente dentro di me.

Riguardo il tenere un diario no. Da giovane scrivevo più via lettera, con qualche amica/o. Poi mail... adesso ci sono i social e le chat su whatsapp e il senso della scrittura mi pare decaduto. Tutti scrivono, ma chi legge, e chi è interessato a leggere... mi sembrano cose di altri tempi.
Le immagini sembrano immediate, ma (lo sai bene) devono essere lette e interpretate, ben da prima delle immagini create dalla IA.
Lo scritto dà meno possibilità di interpretazione.
 

danny

Utente di lunga data
Foto, qualche scritto. Però mi è capitato di perdere contenuti, specie digitali, percui ho già messo in conto si possano perdere.
Le foto non sono necessarimente foto stile social, però mi aiutano a ricordare, nel senso che mi ricordo i momenti dietro quelle foto.
Anche oggetti dei miei... però i ricordi sono principalmente dentro di me.

Riguardo il tenere un diario no. Da giovane scrivevo più via lettera, con qualche amica/o. Poi mail... adesso ci sono i social e le chat su whatsapp e il senso della scrittura mi pare decaduto. Tutti scrivono, ma chi legge, e chi è interessato a leggere... mi sembrano cose di altri tempi.
La società di oggi ha progressivamente affollato la nostra vita di informazioni usa e getta piuttosto che di ricordi.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Non tengo diari. Conservo in un app nascosta e protetta da 2 pass alcuni messaggi e alcune foto in cui comunque non appaio.
Se dovesse succedermi qualcosa e riuscissero ad entrare nel cell dovrebbero capire che quel app nascosta è un app. In realtà sembra tutt’altro. Non ci sarei più e a quel punto resterebbero solo tante domande a cui non avrebbero risposta.
Non conservo oggetti se non un portachiavi e un profumatore auto (che se trovati non significherebbero nulla). In generale non riesco a legarmi alle cose ne alle abitazioni.
Non conservo nulla nemmeno di mio padre se non una foto che gli ho scattato io e che conservo incorniciata in casa. I ricordi sono nella mia testa e mi bastano
Avevo tenuto le numerose lettere scritte da mio marito da fidanzati e i primi anni di matrimonio. Buttate. Non avevano più significato per me
 

Nicky

Utente di lunga data
Non tengo diari. Conservo in un app nascosta e protetta da 2 pass alcuni messaggi e alcune foto in cui comunque non appaio.
Se dovesse succedermi qualcosa e riuscissero ad entrare nel cell dovrebbero capire che quel app nascosta è un app. In realtà sembra tutt’altro. Non ci sarei più e a quel punto resterebbero solo tante domande a cui non avrebbero risposta.
Accedere a queste cose non è facile, io avevo la password della mail di mio papà, perché lo, aiutavo a fare le cose. Due giorni prima che morisse l'ha dovuta cambiare e me l'ha detta per telefono.
Io me la sono dimenticata e, quando oi ho cercato di accedere per recuperare dei dati di contratto, non mi è stato possibile. Ho chiesto ma mi hanno detto che non si poteva.
 

Rebecca89

Sentire libera
Tengo foto, lettere, pensieri sparsi, disegni o messaggi tirati tra i banchi di scuola in dei faldoni in una scatola nel ripostiglio.
Scrivo, quasi tutte le sere. Da quando ho 9 anni.
Tornare indietro e rileggere mi toglie sempre un sorriso. Lo faccio solo quando il momento, bello o brutto, è passato, mai prima, mai quando mi sento ancora vulnerabile coi pensieri. Quando sento di starne fuori, ripercorro il percorso fatto per arrivare dove sono con orgoglio e trasformando ogni ricordo in qualcosa di buono che mi ha portato ad oggi.
 

danny

Utente di lunga data
Abbiamo un grosso problema, oggi.
Il supporto dato a quelli che noi oggi consideriamo ricordi ma che in realtà sono testimonianze è diventato sempre più precario.
Non si scrivono più lettere o cartoline, che un tempo venivano anche collezionate o tenute da conto, ma messaggi su cellulari col PIN.
Quando è morto mio cognato nessuno riusciva a identificarlo, era un corpo trovato in mare. Sono riusciti a risalire al proprietario della barca, ma nessuno sapeva con certezza che era lui. Hanno trovato il cellulare ma era inaccessibile.
(Sto cazzo di PIN, andrebbe vietato dopo i 60-65 anni, considerando che il cellulare è anche uno strumento emergenziale.)
Il riconoscimento è avvenuto solo perché mia moglie aveva l'abitudine di telefonargli ogni giorno.
Tutto quello che c'era sul cellulare ovviamente andrà perduto.
Le foto dei giovani e non solo realizzate negli ultimi anni sono conservate su dispositivi elettronici o su Cloud a pagamento.
Muori e nessuno vi accede. Perdi il dispositivo e insieme ad esso ogni cosa.
Vuoi rivedere tuo figlio quando era piccolo? Se non hai trasferito la foto su vari supporti o non l'hai stampata, sarà cancellata. Per sempre.
Le foto oggi hanno la durata di un messaggio su WhatsApp. Si perdono tra meme inutili e buongiornissimi del cazzo impersonali.
I profili Facebook però sopravvivono alla morte, perché spesso le Password vengono portate nella tomba. Le cagate che hai scritto saranno l'unica testimonianza indelebile che lascerai.
I libri sono digitali, e spariscono con la stessa facilità. La musica pure.
A tutto questo panorama sconfortante si aggiungono i fake creati dalla AI: se si parla di ricordi è un conto, quando si arriva alle testimonianze invece la cosa diventa più pericolosa.
Io ho accesso a informazioni cartacee, vecchi libri e riviste, per cui posso avere certezza che un'informazione di oggi su un avvenimento anche di 80 anni fa sia più o meno veritiera, ma tra 50 anni qualcuno potrà cancellare tutto e creare una storia di un'Italia musulmana fin del 1800 o di una seconda Guerra Mondiale in cui i Russi erano i cattivi e gli americani i buoni.
Oppure di un'idea stupida di un progresso inarrestabile, modificando le condizioni reali di vita del passato.
Senza testimonianze siamo meno liberi, meno acculturati, meno intelligenti, più deboli.
Senza la visione della nostra vita siamo anche meno consapevoli di ciò che siamo realmente.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Accedere a queste cose non è facile, io avevo la password della mail di mio papà, perché lo, aiutavo a fare le cose. Due giorni prima che morisse l'ha dovuta cambiare e me l'ha detta per telefono.
Io me la sono dimenticata e, quando oi ho cercato di accedere per recuperare dei dati di contratto, non mi è stato possibile. Ho chiesto ma mi hanno detto che non si poteva.
L’app è molto più complicata di una mail, te l’assicuro
 
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