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h1o

Utente di lunga data
poco fa mi ha chiamato... e parliamo al telefono...
gli dico :
ti vedo strana da un po' di giorni. hai qualcosa?
devi dirmi qualcosa?
per caso l'hai sentito o magari hai voglia di sentirlo?
lei: era solo sdrumata di sonno.
questa era la terza possibilità per dirmi le cose.
basta ho chiuso. vi aggiornerò oggi. che gli dirò tutto...


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arula

Utente di lunga data

stany

Utente di lunga data
Dovrei mandare il vino del mio vicino di casa,dalle tue parti,e capirebbero che..per forza...l'aceto viene....
Non è capace a farlo,il vino.Per prima cosa ci vuole pulizia assoluta! Uva non compromessa,ed osservanza dei tempi e dei criteri dei travasi. Per essere sicuri,prima dei canonici 14/15 giorni di fermentazione del mosto in tino di legno ,sarebbe meglio (molto meglio) provvedere al disrapamento del raspo ; i tannini contenuti in esso provocano l'inacidimento del prodotto in fermentazione.Opportuno coprire la sommità del tino con un telo traspirante.Se l'uva non è perfettamente integra è opportuno usare il bisolfito.Quando rimarrà solo la materia solida sul fondo del tino,evacuato il primo vino (a gradazione maggiore) che dovrà essere travasato in botti di legno,si potrà torchiarr tale residuo costituito da bucce e semi degli acini,affinché si recuperi il secondo vino (più basso di gradazione che,a piacere potrà essere mischiato al primo). Il materiale solido di risulta.proveniente dalla torchiatura potrà essere utilizzato per produrre dell'ottima grappa,se si dispone dell'attrezzatura necessaria alla distillazione.
Capitolo a parte per la pulizia di tutti gli strumenti e contenitori. Il tino originariamente paraffinato all'interno per renderlo inattaccabile alla corrosione dell'uva in fermentazione,col tempo perderà tale caratteristica e, sarà necessario lavare von acqua corrente la superficie interna abradendola fino ad eliminare ogni residuo. Le botti dovranno essere lavate con acqua e soda caustica, con l'ausilio di una catena di ferro con maglia di circa 20x35 mm. lunga un metro e mezzo,facendole ruotare su se stesse.
Se al tuo vicino il vino vien brusco una volta si e l'altra pure,significa che non è capace!
 
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Outdider

Utente di lunga data
Non è capace a farlo,il vino.Per prima cosa ci vuole pulizia assoluta! Uva non compromessa,ed osservanza dei tempi e dei criteri dei travasi. Per essere sicuri,prima dei canonici 14/15 giorni di fermentazione del mosto in tino di legno ,sarebbe meglio (molto meglio) provvedere al disrapamento del raspo ; i tannini contenuti in esso provocano l'inacidimento del prodotto in fermentazione.Opportuno coprire la sommità del tino con un telo traspirante.Se l'uva non è perfettamente integra è opportuno usare il bisolfito.Quando rimarrà solo la materia solida sul fondo del tino,evacuato il primo vino (a gradazione maggiore) che dovrà essere travasato in botti di legno,si potrà torchiarr tale residuo costituito da bucce e semi degli acini,affinché si recuperi il secondo vino (più basso di gradazione che,a piacere potrà essere mischiato al primo). Il materiale solido di risulta.proveniente dalla torchiatura potrà essere utilizzato per produrre dell'ottima grappa,se si dispone dell'attrezzatura necessaria alla distillazione.
Capitolo a parte per la pulizia di tutti gli strumenti e contenitori. Il tino originariamente paraffinato all'interno per renderlo inattaccabile alla corrosione dell'uva in fermentazione,col tempo perderà tale caratteristica e, sarà necessario lavare von acqua corrente la superficie interna abradendola fino ad eliminare ogni residuo. Le botti dovranno essere lavate con acqua e soda caustica, con l'ausilio di una catena di ferro con maglia di circa 20x35 mm. lunga un metro e mezzo.
Se al tuo vicino il vino vien brusco una volta si e l'altra pure,significa che non è capace!
E diciamolo perdinci! :D
 

trilobita

Utente di lunga data
Non è capace a farlo,il vino.Per prima cosa ci vuole pulizia assoluta! Uva non compromessa,ed osservanza dei tempi e dei criteri dei travasi. Per essere sicuri,prima dei canonici 14/15 giorni di fermentazione del mosto in tino di legno ,sarebbe meglio (molto meglio) provvedere al disrapamento del raspo ; i tannini contenuti in esso provocano l'inacidimento del prodotto in fermentazione.Opportuno coprire la sommità del tino con un telo traspirante.Se l'uva non è perfettamente integra è opportuno usare il bisolfito.Quando rimarrà solo la materia solida sul fondo del tino,evacuato il primo vino (a gradazione maggiore) che dovrà essere travasato in botti di legno,si potrà torchiarr tale residuo costituito da bucce e semi degli acini,affinché si recuperi il secondo vino (più basso di gradazione che,a piacere potrà essere mischiato al primo). Il materiale solido di risulta.proveniente dalla torchiatura potrà essere utilizzato per produrre dell'ottima grappa,se si dispone dell'attrezzatura necessaria alla distillazione.
Capitolo a parte per la pulizia di tutti gli strumenti e contenitori. Il tino originariamente paraffinato all'interno per renderlo inattaccabile alla corrosione dell'uva in fermentazione,col tempo perderà tale caratteristica e, sarà necessario lavare von acqua corrente la superficie interna abradendola fino ad eliminare ogni residuo. Le botti dovranno essere lavate con acqua e soda caustica, con l'ausilio di una catena di ferro con maglia di circa 20x35 mm. lunga un metro e mezzo.
Se al tuo vicino il vino vien brusco una volta si e l'altra pure,significa che non è capace!
No,lui conosce la procedura,ma evita accuratamente di aggiungere il bisolfito,per poter esclamare quando lo offre"Tranquilo,al xe' vin de ua sceta,no go' sonta' gnente...",difatti quando me lo fece assaggiare,stavo per crepare.kerosene puro!!!
 

stany

Utente di lunga data
Fare il vino richiede passione attenzione,tempo ,lavoro e fatica.
Se si osservano questi criteri il risultato premierà.
Considerando che il prodotto finale sarà circa il 70% dell'uva utilizzata, per chi non ha tempo,voglia, spazio ed attrezzature ,l'alternativa è acquistare al supermercato degli ottimi prodotti,anche Doc o Igt ,prodotti in silos di acciaio inox, anche solo a tre cinque euro (non Barbaresco,Nebbiolo o Barolo,evidentemente). Che il costo sommato al lavoro ,nel caso volessimo produrre noi (10/12 quintali d'uva), sarebbe più alto .Ed il risultato non sempre conforme alle aspettative (come per l'amico di Trilobita). Certo che la soddisfazione non ha prezzo! (Come per la vendetta di un tradito).
 

stany

Utente di lunga data
No,lui conosce la procedura,ma evita accuratamente di aggiungere il bisolfito,per poter esclamare quando lo offre"Tranquilo,al xe' vin de ua sceta,no go' sonta' gnente...",difatti quando me lo fece assaggiare,stavo per crepare.kerosene puro!!!
Ah....ho capito:così non sempre la ciambella vien col buco.
Anche nelle bottiglie di Brunello di Montalcino da quaranta euro ci sono i solfiti .....
 

trilobita

Utente di lunga data
Ah....ho capito:così non sempre la ciambella vien col buco.
Anche nelle bottiglie di Brunello di Montalcino da quaranta euro ci sono i solfiti .....
Ma appunto.
Se devo scegliere tra i piemunteis,preferisco un buon ruche'...
Comunque,fine ot,chiedo scusa ad H1o,ma il responsabile è skorpio.
 
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Outdider

Utente di lunga data
No,lui conosce la procedura,ma evita accuratamente di aggiungere il bisolfito,per poter esclamare quando lo offre"Tranquilo,al xe' vin de ua sceta,no go' sonta' gnente...",difatti quando me lo fece assaggiare,stavo per crepare.kerosene puro!!!
ahahahahah anche a me è successo ahahahahah
 

stany

Utente di lunga data
Ma appunto.
Se devo scegliere tra i piemunteis,preferisco un buon ruche'...
Intenditore....
Anche un più semplice dolcetto d'Aqui....
Ma anche il vino d'uvaggio prodotto da te,a volte,è inarrivabile; inutile dire che ci si forma il cosiddetto "boccato" , e a volte se si è abituati con un vino ,non si trova eccelso nemmeno il più pregiato.
So solo che quello che facevo con mio padre (a volte aiutavo),per passione,inizialmente andando sul posto a vendemmiare e scegliere l'uva,quando c'erano invitati finiva sempre prima del previsto e,gente che beveva poco e niente,quando era da noi,il tris di bicchieri se lo faceva:niente mal di testa ,acidità,nausea. E parliamo di almeno 13•.
 

ologramma

Utente di lunga data
Non è capace a farlo,il vino.Per prima cosa ci vuole pulizia assoluta! Uva non compromessa,ed osservanza dei tempi e dei criteri dei travasi. Per essere sicuri,prima dei canonici 14/15 giorni di fermentazione del mosto in tino di legno ,sarebbe meglio (molto meglio) provvedere al disrapamento del raspo ; i tannini contenuti in esso provocano l'inacidimento del prodotto in fermentazione.Opportuno coprire la sommità del tino con un telo traspirante.Se l'uva non è perfettamente integra è opportuno usare il bisolfito.Quando rimarrà solo la materia solida sul fondo del tino,evacuato il primo vino (a gradazione maggiore) che dovrà essere travasato in botti di legno,si potrà torchiarr tale residuo costituito da bucce e semi degli acini,affinché si recuperi il secondo vino (più basso di gradazione che,a piacere potrà essere mischiato al primo). Il materiale solido di risulta.proveniente dalla torchiatura potrà essere utilizzato per produrre dell'ottima grappa,se si dispone dell'attrezzatura necessaria alla distillazione.
Capitolo a parte per la pulizia di tutti gli strumenti e contenitori. Il tino originariamente paraffinato all'interno per renderlo inattaccabile alla corrosione dell'uva in fermentazione,col tempo perderà tale caratteristica e, sarà necessario lavare von acqua corrente la superficie interna abradendola fino ad eliminare ogni residuo. Le botti dovranno essere lavate con acqua e soda caustica, con l'ausilio di una catena di ferro con maglia di circa 20x35 mm. lunga un metro e mezzo,facendole ruotare su se stesse.
Se al tuo vicino il vino vien brusco una volta si e l'altra pure,significa che non è capace!
stessa procedura dalle mie parti bei tempi e molti anni di meno:p, solo le botti venivano poste in piedi e il cappello sopra di alcune era amovibile e dopo un po veniva sigillato con la carta e colla dopo i canonici 15 30 giorni si toglieva il cappello e per circa un palmo si toglieva la parte superiore della vinaccia sarebbe stata quella per fare l'aceto quindi con maestria e destrezza si metteva la cavola per togliere il vino novello dentro il mastellone gigante si si metteva prima il canestro ed in seguito con gli anni per togliere ulteriori bucce i collant delle donne , ovviamente puliti e via dello stesso passo fino alla fine.
La pratica dell'aceto vero di vino è vietata dalle varie leggi quindi abbiamo dato un severa mazzata all'agricoltore che faceva del vino una professione artigianale che si è persa.
ah la modernità e l'igiene che ha combinato:eek:
 

stany

Utente di lunga data
stessa procedura dalle mie parti bei tempi e molti anni di meno:p, solo le botti venivano poste in piedi e il cappello sopra di alcune era amovibile e dopo un po veniva sigillato con la carta e colla dopo i canonici 15 30 giorni si toglieva il cappello e per circa un palmo si toglieva la parte superiore della vinaccia sarebbe stata quella per fare l'aceto quindi con maestria e destrezza si metteva la cavola per togliere il vino novello dentro il mastellone gigante si si metteva prima il canestro ed in seguito con gli anni per togliere ulteriori bucce i collant delle donne , ovviamente puliti e via dello stesso passo fino alla fine.
La pratica dell'aceto vero di vino è vietata dalle varie leggi quindi abbiamo dato un severa mazzata all'agricoltore che faceva del vino una professione artigianale che si è persa.
ah la modernità e l'igiene che ha combinato:eek:
Per spillare dal tino usavamo uno scolpaste di metallo riempito di paglia,a mo di filtro; l'operazione era delicata e non priva di incognite.....il colpo deciso sul "rubinetto di legno" che scapolava il tappo alla base del tino andava ben assestato: non troppo forte e soprattutto diritto. Poi c'era sempre da sperare che il filtro posto all'interno,con la pressione dell'uva non si fosse spostato (anche se inchiodato ) e, solo quando si vedeva defluire allegramente il liquido rossastro si tirava un sospiro di sollievo; lascio immaginare cosa succede nel caso si rompa,intasi o si sposti il filtro.
L'aceto.....in una damigiana conservo ancora la "madre" che può servire a produrre aceto casalingo di ottima qualità,soprattutto se si usa del vino autoprodotto .Inutile dire che un aceto del genere è lontano anni luce da quello economico del supermercato.
 
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Blaise53

Utente di lunga data
Per spillare dal tino usavamo uno scolpaste di metallo riempito di paglia,a mo di filtro; l'operazione era delicata e non priva di incognite.....il colpo deciso sul "rubinetto di legno" che scapolava il tappo alla base del tino andava ben assestato: non troppo forte e soprattutto diritto. Poi c'era sempre da sperare che il filtro posto all'interno,con la pressione dell'uva non si fosse spostato (anche se inchiodato ) e, solo quando si vedeva defluire allegramente il liquido rossastro si tirava un sospiro di sollievo; lascio immaginare cosa succede nel caso si rompa,intasi o si sposti il filtro.
L'aceto.....in una damigiana conservo ancora la "madre" che può servire a produrre aceto casalingo di ottima qualità,soprattutto se si usa del vino autoprodotto .Inutile dire che un aceto del genere è lontano anni luce da quello economico del supermercato.
Ohhh. Ma state tutti mbriachi? 🍷
 

stany

Utente di lunga data
E.. Tutta l'attrezzatura diviene pasto per i tarli del legno,tino,botti....Srapatrice elettrica e manuale,torchio ....
Chissà chi la utilizzerà?
 

ologramma

Utente di lunga data
E.. Tutta l'attrezzatura diviene pasto per i tarli del legno,tino,botti....Srapatrice elettrica e manuale,torchio ....
Chissà chi la utilizzerà?
c'è ancora chi la utilizza anche se in forma ridotta o sostituita da botti di cemento , poi di vetroresina ed infine di acciaio.
Una buona mazzata ce l'ha data aderendo alla cantina sociale del mio paese prima con un buon prezzo dell'uve conferite poi mano mano si sono ridimensionati i prezzi per cui l'abbandono dei terreni coltivati a vigna, parliamo di soli pochi km dalla capitale, l'impatto lo hanno assorbito solo i grandi possidenti ma i piccoli hanno estirpato tutto anche perchè la regione dietro la loro supervisione lo permetteva cosi il riscontro in bollini veniva comperato dalla regione toscana per impiantare il chianti nei posti dove il grano lo faceva da padrone.
Anche noi abbiamo tolto ma poi la grande regione lazio ha dato un abbuono di circa 500 ettari (vado a naso) e noi che dovevamo vendere i famosi bollini ce la siamo presa nel sedere , gentilmente parlando , ora non si può più fare ma ormai il danno è stato fatto, abbiamo tolto molte zone coltivate a vino, rinomato fin dalla storia dei romani per darlo ai toscani per fare il chianti e tutto un deserto di terreni incolti.
 

h1o

Utente di lunga data
che il post è diventato ...bevendo sotto le stelle? o sotto le stelle? [emoji41][emoji23][emoji23][emoji23]

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ologramma

Utente di lunga data
Per spillare dal tino usavamo uno scolpaste di metallo riempito di paglia,a mo di filtro; l'operazione era delicata e non priva di incognite.....il colpo deciso sul "rubinetto di legno" che scapolava il tappo alla base del tino andava ben assestato: non troppo forte e soprattutto diritto. Poi c'era sempre da sperare che il filtro posto all'interno,con la pressione dell'uva non si fosse spostato (anche se inchiodato ) e, solo quando si vedeva defluire allegramente il liquido rossastro si tirava un sospiro di sollievo; lascio immaginare cosa succede nel caso si rompa,intasi o si sposti il filtro.
L'aceto.....in una damigiana conservo ancora la "madre" che può servire a produrre aceto casalingo di ottima qualità,soprattutto se si usa del vino autoprodotto .Inutile dire che un aceto del genere è lontano anni luce da quello economico del supermercato.
bei tempi :up:
 
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