Per quanto riguarda il discorso di colpe possiamo sostituire la parola con " responsabilità" ma comunque almeno che non si pensa che ' tutto è scritto"... quando i rapporti non vanno più bene tra due o più persone ci sono delle responsabilità..... magari in parti diverse ma solitamente di tutti.... Per quanto riguarda i dettagli non so cosa intendi per fattuali ma ho già cercato di spiegare cosa intendo.... condivisibile o meno che sia....
Per quanto riguarda l'ultima parte magari non è proprio così..."è successo, mi sono sbagliato, non parliamone più" ma trovo le sue motivazioni non soddisfacenti per farmene una ragione e mettermi il cuore in pace..... premesso che ci riesca...
Si può sostituire ogni cosa.
Basta sapere cosa significa ciò che si sostituisce.
Il senso di colpa può essere inteso come la percezione di aver fatto, detto, pensato o sentito qualcosa che, all’interno di un determinato sistema di valori,
è da censurare.
Vergogna, imbarazzo, difficoltà di parola riguardo il fatto...
Pensa che per qualche studioso la colpa è rancore proiettato nell'altro...ma vabbè.
La responsabilità è qualcosa di profondamente diverso.
Pensare in termini di responsabilità significa farsi carico dei propri sentimenti, dei propri desideri e delle proprie azioni in modo adulto e consapevole. In particolare farsi carico, o meglio prendersi cura dei propri sentimenti, significa accogliere e accettare ogni emozione che ci attraversa, considerando che quell'emozione è l'espressione primaria di un bisogno psicologico e sociale.
Ed è attorno a questo nucleo che si può sviluppare condivisione.
Anche di desideri e sentimenti censurabili, come il tradimento. Il desiderio di un altro corpo, anche di un'altra vita.
Condividere onestamente questo, è doloroso. E non è detto che porti al lieto fine.
E le paure e i silenzi si giocano prevalentemente lì...nella ricerca del lieto fine e nell'evitamento del finale triste. Ma è paura in ogni caso. Fino a che non ci si mette il naso, non si sa come andrà a finire.
La scelta è solo lì...conservo o oso. Anche di perdere tutto.
Avete condiviso questa scelta?
Onestamente...non ti leggo con chiara la differenza. Ma io leggo soltanto.
Quando i rapporti non vanno bene, di solito si tratta di questioni di comunicazione.
Per il semplice motivo che le relazioni umane stanno in piedi e si costruiscono intorno alla comunicazione. Anche la sessualità è comunicazione.
Poi si può ragionare su cosa non funziona nella comunicazione.
La responsabilità prima nella comunicazione di coppia riguarda esattamente il farsi carico e prendersi cura dei propri bisogni e desideri per poi poterli condividere.
Se questo non avviene...si frammenta la narrazione comune.
Le sue motivazioni non sono soddisfacenti probabilmente perchè circonfuse di imbarazzo e vergogna, e istintivamente si coglie che dove c'è imbarazzo e vergogna c'è paura di esporre. E si fantastica sulle motivazioni di quella paura.
E quando si percepisce questo, non ci si sente semplicemente al sicuro.
Certo è che se sei in fissa sui dettagli fattuali, ossia COSA hanno fatto...e lei si vergogna, si sente colpevole...non ne uscite.
E non potete parlare. Il silenzio, la coartazione delle emozioni vi impediscono di affrontare le parti mostruose.
Lei che si vuole scopare un altro, tu che ti incazzi e sei deluso da lei. E provi riprovazione per le sue azioni.
Questi non sono sentimenti che sfumano nel tempo. Magari si affievoliscono. Ma restano comunque lì.
L'uomo è una bestia parecchio adattabile e trova benessere anche in schiavitù.
Non so se il silenzio e il tirar dritto funziona.
Per me non funzionerebbe. Non sono fatta così.
Non ritengo nessuna relazione degna del silenzio. Della vergogna.
E non potrei stare in una relazione dove c'è vergogna non dichiarata. Dove c'è imbarazzo per chi si è o anche solo per parti di sè.
Dove non c'è condivisione di ognuno le proprie ombre.
Mi sembrerebbe di sprecare tempo e vita.
Sono per il "fuori tutto" facciamoci male e vediamo dove si va.
Non sono conservativa.
Ma vedo che buona parte delle relazioni stanno invece in piedi proprio sulle zone d'ombra, su silenzi concordati, su mediazioni fra il detto e il non detto.
Ognuno decide per la propria relazione.