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Daniele

Utente orsacchiottiforme
Non siamo tutti eguali...
Fin da ragazzino il subire un sopruso od una ingiustizia senza reagire mi faceva stare male e non ho impiegato troppo tempo a giungere alla conclusione che se l'origine del mio male dipendeva dalla volontà o peggio dalla indifferenza al male arrecato da parte di altri non vi era alcun motivo ad impedirmi di ricevere soddisfazione nella vendetta .
Così facendo invece di interiorizzare e di conseguenza somatizzare la frustrazione ed il dispiacere riversavo sull'origine del problema tale sofferenza e ne traevo un sollievo adeguato.
Il non reagire mi faceva sentire un "vigliacco" e come parte "lesa" non vedevo alcun valido motivo di accettare supinamente tale stato d'animo.
Ma proprio perchè non sono una "bestia" valutavo prima se tale situazione era evitabile da parte dell'altro e spesso in un rapporto affettivo tali sofferenze o dispiaceri non lo sono...se però mi rendevo conto che le umiliazioni ed il dolore subito sarebbero state limitate da un comportamento più onesto e rispettoso dei miei sentimenti e della mia persona allora davo sfogo alla mia creatività e di tali miei comportamenti non ho mai subito il rimorso...
Per esempio è quasi inevitabile subire un trauma dal distacco dalla persona amata ma non altrettanto lo è essere presi in giro ed umiliati...
E vorrei porre una domanda : perchè si vuole concedere al bugiardo ed al traditore anche l'impunità?
perchè vi è chi tradisce per "debolezza" e spesso è sommerso dai sensi di colpa nell'affondare un rapporto e soffre quanto l'altro della situazione creatasi...
Ma vi è anche chi aggiunge umiliazioni e mancanza di rispetto all'altra persona totalmente gratuite e che merita di essere ripagato...
Con le considerazioni di ALCE VELOCE tanto varrebbe la pena di rassegnarsi supinamente alle soverchierie altrui.. per cui porgiamo tutti l'alta guancia, amnistia generalizzata ecc. ecc.
Ma proprio perchè voglio potermi guardare nello specchio senza provare vergogna col c.... che dò anche questa soddisfazione a chi è stato ingiusto con me... e sottolineo la parola ingiusto pechè c'è modo e modo di comportarsi...
Ovviamente non sono un santo ne tantomeno ci tengo ad esserlo ma se vi è un insegnamento che voglio trasmettere a mia figlia è quello di non farsi mettere i piedi in testa che come si suol dire ad essere troppo buoni si passa per ....
Tu sei il mio vate!!! Sinceramente hai espresso esattamente quello che penso. Per tanti anni mi sono sentito dire che l'indifferenza è la cosa migliore e bla bla bla...e il vedere la persona che aveva su di me compiuto una ingiustizia mi faceva male, mi faceva un male cane, non un dolore da nulla, ma in alcuni casi mi ha portato allo sconforto.
Mi chiedo sempre io, perchè per sembrare superiore io devo stare male? Perchè devo sembrare superiore se a quella persona che mi ha fatto male non le frega niente di me, sia che stia bene che se stia male? Una di quelle persone che trovai successivamente notai non si sentì per nulla na merda visto che nonostante tutto quello che mi aveva fatto io ero andato avanti sempre meglio...a lui non fregava nulla del fatto che io avessi ignorato la sua esistenza per un periodo per il motivo per cui...lui aveva ignorato la mia dopo avermi fatto del male.
Allora perchè dovrebbe essere una vittoria fare finta di nulla, essere ipocriti e far finta che una cosa non ci abbia fatto male? Cioè è una vittoria l'ipocrisia? Allora in questo mondo ci sono molte persone vittoriose :)
Ribiballerin dice bene, ci sono azioni ed azioni, alcune perdonabili, altre non proprio e queste ultime per il nostro bene vanno restituite al mittente...con i ringraziamenti.
 

Sid

Utente di lunga data
Grazie Daniele... mi fai sentire un pò meno solo in questo sito....;););)
guarda che anch'io condivido molti dei concetti che scrivi, ma mi sono resa conto che Dave ha un altro tipo di carattere.
Lui stesso ha ammesso - moltissime pagine fa - che una delle cose che sua moglie non apprezza (o non apprezza più) è questo suo modo di essere.

Tuttavia se lui si sente meglio se reagisce con pacatezza dando quasi l'impressione (per chi non legge qui) che sia abbastanza impermeabile (o addiruttura che non soffra tanto... Scusa Dave, ma secondo me tua moglie non ha capito affatto quanto sei stato e stai male), non possiamo essere noi a spingerlo a fare cose che non farebbe.
Neanche io mi riferisco a scenate o cattiveria, ma una sana difesa della propria dignità passa certamente anche attraverso segnali che dovrebbero indurre una moglie a rendersi conto che al marito, con il carattere che ha, certe mancanze di rispetto sono impensabili.

Faccio un esempio stipidissimo. Mio marito non è assolutamente un uomo violento, ma sono certa che se mi fossi trovata al posto della moglie di Dave non mi sarei mai permessa di accennargli alla storia del giocattolo per il bambino.

Ci dirà poi Dave, alla fine della corsa, se il suo approccio ha avuto esiti positivi e soprattutto l'hanno fatto sentire bene.
 

robiballerin

Utente di lunga data
Sid condivido ciò che dici...una persona non può sconfessare con i propri comportamenti ciò che è...
questo vale sia per Dave che per me per Daniele ecc. ecc.
Ma certi modi di essere fanno pagare talvolta un prezzo molto elevato...
Quando mi riferivo alla "vendetta" non intendevo ovviamente l'uso della forza ,quella crea più problemi che altro...
Vi sono modi molto più efficaci e sottili ,tra l'altro concessi dalla legge...
Per esempio chi abbandona il partner spesso trova sicurezza ed energia dal sapere che l'altro soffre.. non per cattiveria ovviamente ma perchè percepisce che l'altro gli appartiene comunque...
ed allora minare questa sua base d'appoggio da cui tenta di librarsi in volo è oltremodo efficace .. credo che tutti sanno che il continuare ad esprimere il proprio amore a chi vorrebbe sbarazzarsene non fa altro che rafforzarne le convinzioni...
Un anneddoto a me occorso molti anni orsono : vengo lasciato da una ragazza che mi aveva preso molto più sotto il profilo sessuale ma che scatenava in me emozioni alquanto forti.. le motivazioni per chiudere questo rapporto con me erano reali e con l'ottica del poi condivisibili..
non volendo accettare questo stato delle cose che mi faceva assai soffrire attuavo una strategia assai semplice.. la incontravo "per caso" dopo qualche giorno, mi ero vestito per le grandi occasioni, profumato sbarbato ecc. ecc. le andai incontro con un grande sorriso le espressi la mia gioia nell'averla incontrata ma poi guardando l'orologio le comunicai il mio grande dispiacere nel dover scappare e così feci...
Aspettai due giorni poi si fece viva lei in lacrime ammettendo che le mancavo troppo.. Lo sapevo benissimo che era una carognata e che i problemi nel nostro rapporto restavano ma le avevo minato tutte le certezze che aveva quando mi aveva lasciato e così appresi che il suo tempo di indipendenza psicologica era di pochi giorni l'importante era il continuare la dimostrazione della mia indipendenza affettiva da lei cosa che la faceva soffrire assai e la riconduceva immancabilmente da me..
Ecco un tale mio modo d'agire lo considero "umano" forse moralmente un pò discutibile ma certamente assai efficace..
Se invece avessi adottato una strategia di continuare a dimostrare il mio affetto e la mia considerazione e disponibilità sarebbe finita subito.. invece con questa persona è andata avanti per anni perchè non si rassegnava al non avermi ai suoi piedi..
ecco cosa intendo nell'usare il cervello e non i muscoli ...
basta capire che i dinamismi all'interno di una coppia molto spesso sono alquanto scontati e prevedibili.
Capire invece cosa poi si vuole ottenere bisogna cercarlo al proprio interno..
Un comportamento per esempio diverso da parte di Dave all'inizio dei suoi problemi avrebbe probabilmente cambiato il finale ma non è detto che il risultato sarebbe stato a lui gradito..
 

Chiara Matraini

Senora de la Vanguardia
Non siamo tutti eguali...
Fin da ragazzino il subire un sopruso od una ingiustizia senza reagire mi faceva stare male e non ho impiegato troppo tempo a giungere alla conclusione che se l'origine del mio male dipendeva dalla volontà o peggio dalla indifferenza al male arrecato da parte di altri non vi era alcun motivo ad impedirmi di ricevere soddisfazione nella vendetta .
Così facendo invece di interiorizzare e di conseguenza somatizzare la frustrazione ed il dispiacere riversavo sull'origine del problema tale sofferenza e ne traevo un sollievo adeguato.
Il non reagire mi faceva sentire un "vigliacco" e come parte "lesa" non vedevo alcun valido motivo di accettare supinamente tale stato d'animo.
Ma proprio perchè non sono una "bestia" valutavo prima se tale situazione era evitabile da parte dell'altro e spesso in un rapporto affettivo tali sofferenze o dispiaceri non lo sono...se però mi rendevo conto che le umiliazioni ed il dolore subito sarebbero state limitate da un comportamento più onesto e rispettoso dei miei sentimenti e della mia persona allora davo sfogo alla mia creatività e di tali miei comportamenti non ho mai subito il rimorso...
Per esempio è quasi inevitabile subire un trauma dal distacco dalla persona amata ma non altrettanto lo è essere presi in giro ed umiliati...
E vorrei porre una domanda : perchè si vuole concedere al bugiardo ed al traditore anche l'impunità?
perchè vi è chi tradisce per "debolezza" e spesso è sommerso dai sensi di colpa nell'affondare un rapporto e soffre quanto l'altro della situazione creatasi...
Ma vi è anche chi aggiunge umiliazioni e mancanza di rispetto all'altra persona totalmente gratuite e che merita di essere ripagato...
Con le considerazioni di ALCE VELOCE tanto varrebbe la pena di rassegnarsi supinamente alle soverchierie altrui.. per cui porgiamo tutti l'alta guancia, amnistia generalizzata ecc. ecc.
Ma proprio perchè voglio potermi guardare nello specchio senza provare vergogna col c.... che dò anche questa soddisfazione a chi è stato ingiusto con me... e sottolineo la parola ingiusto pechè c'è modo e modo di comportarsi...
Ovviamente non sono un santo ne tantomeno ci tengo ad esserlo ma se vi è un insegnamento che voglio trasmettere a mia figlia è quello di non farsi mettere i piedi in testa che come si suol dire ad essere troppo buoni si passa per ....

Le considerazioni di Alce, a mio vedere, non sono affatto una rassegnazione, ma solo uno spostamento di prospettiva dall'altra persona a se stessi.
Partendo pure dal presupposto meccanicistico che ogni azione perpetrata avrà una conseguenza di un qualche tipo:
quando poni la domanda di cui sopra e quando parli di merito qualcuno potrebbe a sua volta chiederti:
ma chi sei tu per stabilire dove sta il merito o per decidere che una persona deve per forza pagare ( con accezione di punizione/castigo) per i suoi comportamenti? A questo punto qualcuno, per assurdo, potrebbe affermare: quello/a si merita le corna....

Sì, noi esseri umani non abbiamo coscienza, in molti casi, e ci capita di comportarci in modo insensibile: la differenza tra i comportamenti è il grado di consapevolezza con cui li mettiamo in atto.

Un tradimento richiede molta consapevolezza.
Anche il tuo atteggiamento con quella donna richiese consapevolezza, lucidità, calcolo.....ma non sarebbe stato efficace se dall'altra parte ci fosse stata una donna come me, ad esempio: e allora che soddisfazione avresti tratto?
A che sarebbe servito?
 

Illuso

Utente di lunga data
Non siete soli...

Non siamo tutti eguali...
Fin da ragazzino il subire un sopruso od una ingiustizia senza reagire mi faceva stare male e non ho impiegato troppo tempo a giungere alla conclusione che se l'origine del mio male dipendeva dalla volontà o peggio dalla indifferenza al male arrecato da parte di altri non vi era alcun motivo ad impedirmi di ricevere soddisfazione nella vendetta .
Così facendo invece di interiorizzare e di conseguenza somatizzare la frustrazione ed il dispiacere riversavo sull'origine del problema tale sofferenza e ne traevo un sollievo adeguato.
Il non reagire mi faceva sentire un "vigliacco" e come parte "lesa" non vedevo alcun valido motivo di accettare supinamente tale stato d'animo.
Ma proprio perchè non sono una "bestia" valutavo prima se tale situazione era evitabile da parte dell'altro e spesso in un rapporto affettivo tali sofferenze o dispiaceri non lo sono...se però mi rendevo conto che le umiliazioni ed il dolore subito sarebbero state limitate da un comportamento più onesto e rispettoso dei miei sentimenti e della mia persona allora davo sfogo alla mia creatività e di tali miei comportamenti non ho mai subito il rimorso...
Per esempio è quasi inevitabile subire un trauma dal distacco dalla persona amata ma non altrettanto lo è essere presi in giro ed umiliati...
E vorrei porre una domanda : perchè si vuole concedere al bugiardo ed al traditore anche l'impunità?
perchè vi è chi tradisce per "debolezza" e spesso è sommerso dai sensi di colpa nell'affondare un rapporto e soffre quanto l'altro della situazione creatasi...
Ma vi è anche chi aggiunge umiliazioni e mancanza di rispetto all'altra persona totalmente gratuite e che merita di essere ripagato...
Con le considerazioni di ALCE VELOCE tanto varrebbe la pena di rassegnarsi supinamente alle soverchierie altrui.. per cui porgiamo tutti l'alta guancia, amnistia generalizzata ecc. ecc.
Ma proprio perchè voglio potermi guardare nello specchio senza provare vergogna col c.... che dò anche questa soddisfazione a chi è stato ingiusto con me... e sottolineo la parola ingiusto pechè c'è modo e modo di comportarsi...
Ovviamente non sono un santo ne tantomeno ci tengo ad esserlo ma se vi è un insegnamento che voglio trasmettere a mia figlia è quello di non farsi mettere i piedi in testa che come si suol dire ad essere troppo buoni si passa per ....
Quoto & condivido. :)
 
Le considerazioni di Alce, a mio vedere, non sono affatto una rassegnazione, ma solo uno spostamento di prospettiva dall'altra persona a se stessi.
Partendo pure dal presupposto meccanicistico che ogni azione perpetrata avrà una conseguenza di un qualche tipo:
quando poni la domanda di cui sopra e quando parli di merito qualcuno potrebbe a sua volta chiederti:
ma chi sei tu per stabilire dove sta il merito o per decidere che una persona deve per forza pagare ( con accezione di punizione/castigo) per i suoi comportamenti? A questo punto qualcuno, per assurdo, potrebbe affermare: quello/a si merita le corna....

Sì, noi esseri umani non abbiamo coscienza, in molti casi, e ci capita di comportarci in modo insensibile: la differenza tra i comportamenti è il grado di consapevolezza con cui li mettiamo in atto.

Un tradimento richiede molta consapevolezza.
Anche il tuo atteggiamento con quella donna richiese consapevolezza, lucidità, calcolo.....ma non sarebbe stato efficace se dall'altra parte ci fosse stata una donna come me, ad esempio: e allora che soddisfazione avresti tratto?
A che sarebbe servito?
Cosa non è la filosofia Kontiana eh?
Vero la Matraini decide sempre: chi, dove, quando...
Come quella volta eh?
Uno le fa una corte stratosferica....
E lei rispose...
" ma per piacere, piantala con tutte queste menate, ti sembro donna da lucine colorate?".
Ma in che mondo viviamo XD?
:D:D:D:D
 

Daniele

Utente orsacchiottiforme
Chunque crei una sofferenza inutile e fuori dai patti merita di pagarla in pieno. Un conto è agire facendo soffrire una persona ma facendolo per onestà, nel tradimento non c'è mai onestà!
 

Amarax

Utente di lunga data
Chunque crei una sofferenza inutile e fuori dai patti merita di pagarla in pieno. Un conto è agire facendo soffrire una persona ma facendolo per onestà, nel tradimento non c'è mai onestà!

Ma non siamo in islam per nostra fortuna

Daniele per tutto c'è una punizione ma senza esagerare!
dai...la sofferenza c'è e sai di come l'ho vissuta io, ma tu esageri con questo odio. Ed esageri contro di te. Continui a vivere come se fosse accaduto ieri e se oggi, nonostante la tua ragazza non fai un passo avanti, alla tua giovane età, ora te la devi prendere con te.
Devi guardarti allo specchio e dirti che sei fuori, che lei non è un tuo problema ,che lei è una stronza e tu fortunato perchè non l'hai al tuo fianco,

E respirare , respirare profondamente gioiendo del pericolo vissuto ma scampato...
per piacere, ci provi??
 

MK

Utente di lunga data
Chunque crei una sofferenza inutile e fuori dai patti merita di pagarla in pieno. Un conto è agire facendo soffrire una persona ma facendolo per onestà, nel tradimento non c'è mai onestà!
Daniele sai dove sta il problema? Che quello fra voi era un patto che avevi stipulato solo tu, e i patti risolti unilateralmente non sono patti...:rolleyes:
 

Daniele

Utente orsacchiottiforme
Daniele sai dove sta il problema? Che quello fra voi era un patto che avevi stipulato solo tu, e i patti risolti unilateralmente non sono patti...:rolleyes:
No Mk, le avevo chiesto di non tradirmi, di lasciarmi prima nel caso e lei accettò, quindi i patti c'erano ed erano stati accettati. In caso contrario amore o non amore non sarei mai stato con lei, ero in un periodo nero allora...e lei è riuscita a farmelo anche peggiorare.
 

Daniele

Utente orsacchiottiforme
In più pur sapendo che non avrei retto, per la morte di suo nonno non ha avuto scrupoli di usarmi usando la malafede, sapeva che io se avessi saputo del tradimento non sarei mai partito e sapeva anche che avendolo saputo lontano da casa mia sarei morto. Mi chiedo come ha fatto dirmi che comunque mi voleva bene se mi ha consegnato in mano una bella rivoltella dicendomi di usarla contro di me???
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
No Mk, le avevo chiesto di non tradirmi, di lasciarmi prima nel caso e lei accettò, quindi i patti c'erano ed erano stati accettati. In caso contrario amore o non amore non sarei mai stato con lei, ero in un periodo nero allora...e lei è riuscita a farmelo anche peggiorare.
Ma Daniele, ma cazzarola ma nessuno può sapere a priori cosa farà.
Nessuno inizia un rapporto sapendo di tradire.
Ma ti basi su questo per decidere che deve pagare?:(
 

Daniele

Utente orsacchiottiforme
Ma Daniele, ma cazzarola ma nessuno può sapere a priori cosa farà.
Nessuno inizia un rapporto sapendo di tradire.
Ma ti basi su questo per decidere che deve pagare?:(
Sapeva che sarei morto...credo che basti per questo, lo sapeva e sapeva che non avrei retto un funerale con quel peso, visto che andai al funerale di quello stronzo di mio padre, per me ogni funerale è un fastidio.
 

dave.one

Utente di lunga data
Sid condivido ciò che dici...una persona non può sconfessare con i propri comportamenti ciò che è...
questo vale sia per Dave che per me per Daniele ecc. ecc.
Ma certi modi di essere fanno pagare talvolta un prezzo molto elevato...
Quando mi riferivo alla "vendetta" non intendevo ovviamente l'uso della forza ,quella crea più problemi che altro...
Vi sono modi molto più efficaci e sottili ,tra l'altro concessi dalla legge...
Per esempio chi abbandona il partner spesso trova sicurezza ed energia dal sapere che l'altro soffre.. non per cattiveria ovviamente ma perchè percepisce che l'altro gli appartiene comunque...
ed allora minare questa sua base d'appoggio da cui tenta di librarsi in volo è oltremodo efficace .. credo che tutti sanno che il continuare ad esprimere il proprio amore a chi vorrebbe sbarazzarsene non fa altro che rafforzarne le convinzioni...
Un anneddoto a me occorso molti anni orsono : vengo lasciato da una ragazza che mi aveva preso molto più sotto il profilo sessuale ma che scatenava in me emozioni alquanto forti.. le motivazioni per chiudere questo rapporto con me erano reali e con l'ottica del poi condivisibili..
non volendo accettare questo stato delle cose che mi faceva assai soffrire attuavo una strategia assai semplice.. la incontravo "per caso" dopo qualche giorno, mi ero vestito per le grandi occasioni, profumato sbarbato ecc. ecc. le andai incontro con un grande sorriso le espressi la mia gioia nell'averla incontrata ma poi guardando l'orologio le comunicai il mio grande dispiacere nel dover scappare e così feci...
Aspettai due giorni poi si fece viva lei in lacrime ammettendo che le mancavo troppo.. Lo sapevo benissimo che era una carognata e che i problemi nel nostro rapporto restavano ma le avevo minato tutte le certezze che aveva quando mi aveva lasciato e così appresi che il suo tempo di indipendenza psicologica era di pochi giorni l'importante era il continuare la dimostrazione della mia indipendenza affettiva da lei cosa che la faceva soffrire assai e la riconduceva immancabilmente da me..
Ecco un tale mio modo d'agire lo considero "umano" forse moralmente un pò discutibile ma certamente assai efficace..
Se invece avessi adottato una strategia di continuare a dimostrare il mio affetto e la mia considerazione e disponibilità sarebbe finita subito.. invece con questa persona è andata avanti per anni perchè non si rassegnava al non avermi ai suoi piedi..
ecco cosa intendo nell'usare il cervello e non i muscoli ...
basta capire che i dinamismi all'interno di una coppia molto spesso sono alquanto scontati e prevedibili.
Capire invece cosa poi si vuole ottenere bisogna cercarlo al proprio interno..
Un comportamento per esempio diverso da parte di Dave all'inizio dei suoi problemi avrebbe probabilmente cambiato il finale ma non è detto che il risultato sarebbe stato a lui gradito..
Ciao Robiballerin.
Ho letto e riletto i tuoi interventi. Non mi trovi totalmente d'accordo. Vedo di spiegarmi.
E' vero che certe "vendette", pur se sottili, molto allusive ma mai apertamente dichiarate, sono sudditanze psicologiche della persona che le subisce, proprio perché non apertamente manifeste, celate e riconoscibili solo dalle parti in causa.
Ma, se ci pensi, una vendetta di questo tenore, se giunge a compimento, mina nel profondo l'autostima della persona che la subisce, non credi? Allora sorge un dubbio: perché minare la sua autostima? Se il guadagno di colui che la perpetra è tutto nella soddisfazione personale che si ottiene dall'agire in questo senso, si può dire sia umano? Cioé, roviniamo la vita di un'altra persona perché lei ha rovinato la nostra? Un pan per focaccia? Ma stiamo parlando di uomini o di macchine?
Faccio un distinguo ben chiaro: c'è chi rovina la vita di un altro consapevolmente, con cattiveria o con cognizione di causa, e chi invece, la rovina ingenuamente, senza rendersene conto, anche se, agli occhi di tanti, il gesto può apparire voluto, cercato, un gesto dal quale si trae soddisfazione nel vedere la controparte soccombere.
Ora, te la sentiresti di mettere su di uno stesso piano lo stesso risultato ottenuto con metodi palesemente diversi? Come dire: te la sentiresti di mettere su di uno stesso piano una persona che investe in macchina un passante deliberatamente oppure per fatalità? E l'intenzione, reale o presunta che sia, dove la mettiamo?
Poi, considera anche ciò che può capitare dopo, ovvero: una persona perpetra una vendetta, di qualsiasi tenore, e la porta a compimento. E se l'altra persona, a sua volta, glie la rifa pagare? Qual è il guadagno? Si inizia una guerra senza esclusione di colpi, e alla fine chi ci guadagna? Qual è il risultato ottenuto?
Insomma, non si perpetra una vendetta per gusto personale o per ripicca, se non si hanno ben coscienti le implicazioni di un tale atto.
Per tornare a me: non me la sento di cominciare una guerra con mia moglie per un atto che, nonostante mi abbia causato tanto dolore, non sento essere colpa esclusiva sua, ma piuttosto un risultato di manchevolezze da parte di entrambi. La cosa chiara che le ho messo di fronte è che ognuno di noi, ora, è consapevole del passato. Se siamo abbastanza intelligenti, sapremo capire cosa abbiamo sbagliato, il perché, e quindi trarne il dovuto insegnamento. Quindi, ciò che capiterà nei prossimi mesi (anni?), nessuno lo può dire, anche perché, come le ho anche fatto ben chiaro, ora ognuno è libero di fare le proprie esperienze (mica mi metto lì ad aspettarla punto e fine!), non dimenticandosi mai che siamo genitori e che i figli hanno bisogno di noi. Credo che agire nel modo più naturale possibile ed essere se stessi, sia l'arma migliore contro qualsiasi torto subito.
Grazie in ogni caso per i tuoi interventi, anche se vediamo le cose in modo diverso.
 

Alce Veloce

Utente di lunga data
ciao robiballerin.
Ho letto e riletto i tuoi interventi. Non mi trovi totalmente d'accordo. Vedo di spiegarmi.
E' vero che certe "vendette", pur se sottili, molto allusive ma mai apertamente dichiarate, sono sudditanze psicologiche della persona che le subisce, proprio perché non apertamente manifeste, celate e riconoscibili solo dalle parti in causa.
Ma, se ci pensi, una vendetta di questo tenore, se giunge a compimento, mina nel profondo l'autostima della persona che la subisce, non credi? Allora sorge un dubbio: Perché minare la sua autostima? Se il guadagno di colui che la perpetra è tutto nella soddisfazione personale che si ottiene dall'agire in questo senso, si può dire sia umano? Cioé, roviniamo la vita di un'altra persona perché lei ha rovinato la nostra? Un pan per focaccia? Ma stiamo parlando di uomini o di macchine?
Faccio un distinguo ben chiaro: C'è chi rovina la vita di un altro consapevolmente, con cattiveria o con cognizione di causa, e chi invece, la rovina ingenuamente, senza rendersene conto, anche se, agli occhi di tanti, il gesto può apparire voluto, cercato, un gesto dal quale si trae soddisfazione nel vedere la controparte soccombere.
Ora, te la sentiresti di mettere su di uno stesso piano lo stesso risultato ottenuto con metodi palesemente diversi? Come dire: Te la sentiresti di mettere su di uno stesso piano una persona che investe in macchina un passante deliberatamente oppure per fatalità? E l'intenzione, reale o presunta che sia, dove la mettiamo?
Poi, considera anche ciò che può capitare dopo, ovvero: Una persona perpetra una vendetta, di qualsiasi tenore, e la porta a compimento. E se l'altra persona, a sua volta, glie la rifa pagare? Qual è il guadagno? Si inizia una guerra senza esclusione di colpi, e alla fine chi ci guadagna? Qual è il risultato ottenuto?
Insomma, non si perpetra una vendetta per gusto personale o per ripicca, se non si hanno ben coscienti le implicazioni di un tale atto.
Per tornare a me: Non me la sento di cominciare una guerra con mia moglie per un atto che, nonostante mi abbia causato tanto dolore, non sento essere colpa esclusiva sua, ma piuttosto un risultato di manchevolezze da parte di entrambi. La cosa chiara che le ho messo di fronte è che ognuno di noi, ora, è consapevole del passato. Se siamo abbastanza intelligenti, sapremo capire cosa abbiamo sbagliato, il perché, e quindi trarne il dovuto insegnamento. Quindi, ciò che capiterà nei prossimi mesi (anni?), nessuno lo può dire, anche perché, come le ho anche fatto ben chiaro, ora ognuno è libero di fare le proprie esperienze (mica mi metto lì ad aspettarla punto e fine!), non dimenticandosi mai che siamo genitori e che i figli hanno bisogno di noi. Credo che agire nel modo più naturale possibile ed essere se stessi, sia l'arma migliore contro qualsiasi torto subito.
Grazie in ogni caso per i tuoi interventi, anche se vediamo le cose in modo diverso.

dave.one for president!!!!!!!!!!!!!
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Ciao Robiballerin.
Ho letto e riletto i tuoi interventi. Non mi trovi totalmente d'accordo. Vedo di spiegarmi.
E' vero che certe "vendette", pur se sottili, molto allusive ma mai apertamente dichiarate, sono sudditanze psicologiche della persona che le subisce, proprio perché non apertamente manifeste, celate e riconoscibili solo dalle parti in causa.
Ma, se ci pensi, una vendetta di questo tenore, se giunge a compimento, mina nel profondo l'autostima della persona che la subisce, non credi? Allora sorge un dubbio: perché minare la sua autostima? Se il guadagno di colui che la perpetra è tutto nella soddisfazione personale che si ottiene dall'agire in questo senso, si può dire sia umano? Cioé, roviniamo la vita di un'altra persona perché lei ha rovinato la nostra? Un pan per focaccia? Ma stiamo parlando di uomini o di macchine?
Faccio un distinguo ben chiaro: c'è chi rovina la vita di un altro consapevolmente, con cattiveria o con cognizione di causa, e chi invece, la rovina ingenuamente, senza rendersene conto, anche se, agli occhi di tanti, il gesto può apparire voluto, cercato, un gesto dal quale si trae soddisfazione nel vedere la controparte soccombere.
Ora, te la sentiresti di mettere su di uno stesso piano lo stesso risultato ottenuto con metodi palesemente diversi? Come dire: te la sentiresti di mettere su di uno stesso piano una persona che investe in macchina un passante deliberatamente oppure per fatalità? E l'intenzione, reale o presunta che sia, dove la mettiamo?
Poi, considera anche ciò che può capitare dopo, ovvero: una persona perpetra una vendetta, di qualsiasi tenore, e la porta a compimento. E se l'altra persona, a sua volta, glie la rifa pagare? Qual è il guadagno? Si inizia una guerra senza esclusione di colpi, e alla fine chi ci guadagna? Qual è il risultato ottenuto?
Insomma, non si perpetra una vendetta per gusto personale o per ripicca, se non si hanno ben coscienti le implicazioni di un tale atto.
Per tornare a me: non me la sento di cominciare una guerra con mia moglie per un atto che, nonostante mi abbia causato tanto dolore, non sento essere colpa esclusiva sua, ma piuttosto un risultato di manchevolezze da parte di entrambi. La cosa chiara che le ho messo di fronte è che ognuno di noi, ora, è consapevole del passato. Se siamo abbastanza intelligenti, sapremo capire cosa abbiamo sbagliato, il perché, e quindi trarne il dovuto insegnamento. Quindi, ciò che capiterà nei prossimi mesi (anni?), nessuno lo può dire, anche perché, come le ho anche fatto ben chiaro, ora ognuno è libero di fare le proprie esperienze (mica mi metto lì ad aspettarla punto e fine!), non dimenticandosi mai che siamo genitori e che i figli hanno bisogno di noi. Credo che agire nel modo più naturale possibile ed essere se stessi, sia l'arma migliore contro qualsiasi torto subito.
Grazie in ogni caso per i tuoi interventi, anche se vediamo le cose in modo diverso.
:umile::umile::umile::umile::umile::umile::umile::umile::umile:

Così si dimostra di essere uomini non con violenza e vendetta.......
Adesso fisso il giorno dell'inaugurazione del Fans Club..:carneval:
 
Ciao Robiballerin.
Ho letto e riletto i tuoi interventi. Non mi trovi totalmente d'accordo. Vedo di spiegarmi.
E' vero che certe "vendette", pur se sottili, molto allusive ma mai apertamente dichiarate, sono sudditanze psicologiche della persona che le subisce, proprio perché non apertamente manifeste, celate e riconoscibili solo dalle parti in causa.
Ma, se ci pensi, una vendetta di questo tenore, se giunge a compimento, mina nel profondo l'autostima della persona che la subisce, non credi? Allora sorge un dubbio: perché minare la sua autostima? Se il guadagno di colui che la perpetra è tutto nella soddisfazione personale che si ottiene dall'agire in questo senso, si può dire sia umano? Cioé, roviniamo la vita di un'altra persona perché lei ha rovinato la nostra? Un pan per focaccia? Ma stiamo parlando di uomini o di macchine?
Faccio un distinguo ben chiaro: c'è chi rovina la vita di un altro consapevolmente, con cattiveria o con cognizione di causa, e chi invece, la rovina ingenuamente, senza rendersene conto, anche se, agli occhi di tanti, il gesto può apparire voluto, cercato, un gesto dal quale si trae soddisfazione nel vedere la controparte soccombere.
Ora, te la sentiresti di mettere su di uno stesso piano lo stesso risultato ottenuto con metodi palesemente diversi? Come dire: te la sentiresti di mettere su di uno stesso piano una persona che investe in macchina un passante deliberatamente oppure per fatalità? E l'intenzione, reale o presunta che sia, dove la mettiamo?
Poi, considera anche ciò che può capitare dopo, ovvero: una persona perpetra una vendetta, di qualsiasi tenore, e la porta a compimento. E se l'altra persona, a sua volta, glie la rifa pagare? Qual è il guadagno? Si inizia una guerra senza esclusione di colpi, e alla fine chi ci guadagna? Qual è il risultato ottenuto?
Insomma, non si perpetra una vendetta per gusto personale o per ripicca, se non si hanno ben coscienti le implicazioni di un tale atto.
Per tornare a me: non me la sento di cominciare una guerra con mia moglie per un atto che, nonostante mi abbia causato tanto dolore, non sento essere colpa esclusiva sua, ma piuttosto un risultato di manchevolezze da parte di entrambi. La cosa chiara che le ho messo di fronte è che ognuno di noi, ora, è consapevole del passato. Se siamo abbastanza intelligenti, sapremo capire cosa abbiamo sbagliato, il perché, e quindi trarne il dovuto insegnamento. Quindi, ciò che capiterà nei prossimi mesi (anni?), nessuno lo può dire, anche perché, come le ho anche fatto ben chiaro, ora ognuno è libero di fare le proprie esperienze (mica mi metto lì ad aspettarla punto e fine!), non dimenticandosi mai che siamo genitori e che i figli hanno bisogno di noi. Credo che agire nel modo più naturale possibile ed essere se stessi, sia l'arma migliore contro qualsiasi torto subito.
Grazie in ogni caso per i tuoi interventi, anche se vediamo le cose in modo diverso.
Sai una cosa Davide?
Te e tua moglie siete arrivati al mio stesso guado.
Restituirsi la libertà reciproca per fare le proprie esperienze è di pochi eh?
Sulla parte precedente.
Non so se la mia sia bontà, ma io sono totalmente capace di pensare che una persona rovini la vita dell'altro con volontà, totalmente incapace.
Penso che quando qualcuno ci causa dolore, sia proprio la nostra mente, a partorire degli ammortizzatori per non farci soffrire troppo eh? Quando si è feriti è IMPOSSIBILE vedere le cose con chiarezza.
Per esempio: fui lasciato.
Questi i fatti. Lei mi mandò a cagare.
Ovvio per me fu comodo dire: " Era una stronza, cretina, idiota, stupida ecc..ecc...ecc...". Lei invece fu così spaventata da quello che aveva fatto che si immaginava le mie ipotetiche reazioni. Io non feci nulla, ripresi il mio cammino, come dire, scrollai la polvere dai calzari..., ma per alcuni mi mesi mi trovai davanti una pazza isterica che provocava, chiedendomi conto di cose che esistevano solo nelle sue paure. Mi diceva..." Tu te ne sei andato lontano, ma a me arrivano le palle di fuoco!". E io la guardavo attonito...e lei insisteva..." Cosa hai fatto alle mie spalle?" E io...niente...
 
Stato
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