Continua lo stillicidio, il giornaliero ridotto ad un sopravvissuto e non ad un vissuto.
Mi rendo conto di quanto siamo diversi l'un l'altra, e come oramai il nostro rapporto sia comunque improntato a convenevoli di rito e nullo dialogo profondo, di come sia più facile scontrarsi che incontrarsi, dove anche la più piccola diversità assume una dimensione incommensurabile e che, se fino a qualche anno fa, passava in sordina, ora non fa altro che scavare più velocemente il fossato tra noi.
Come ho già detto in passato, oramai mi sono stufato di parlare "profondamente" con chi ascolta solo le proprie ragioni. Non ho né la forza, né la voglia, di tornare a litigare.
Non so se avete avuto un padre molto autorevole e, soprattutto, autoritario, che si incazzava facilmente, molto nervoso, molto determinato, sicuro e di successo nella vita. Questo ha dato il "la" alla mia personalità, ed adesso non sopporto più, né mi viene mai la voglia, di controbattere chi mi attacca, in quanto mi è più facile chiudermi in me stesso che affrontarlo, e visto che quest'esperienza me la sono portata appresso per più di 25 anni.
Certi lati caratteriali di mio padre, purtroppo, me li porto appresso e sono come dei tratti distintivi che ognuno ha. Quindi, mi scoccia da matti quando mi arrabbio, poiché mi ricorda mio padre, e mi ricorda soprattutto quanto non lo sopportassi quando lui faceva altrettanto con me o con gli altri. Per quello cerco di evitare questo lato del mio carattere il più possibile, rendendomi, però, anche conto di come ciò sia comunque non solo inevitabile, da un lato, ma anche non giusto, dall'altro. E' giusto arrabbiarsi quando ci sono giusti motivi, ma fino a che punto? E poi, si è capaci di non serbare giammai rancore?
In lei vedo certi tratti di mio padre che non ho mai sopportato, né mai compreso pienamente. Vorrebbe discutere pacatamente, ma animatamente, con una persona che sappia controbatterla. Non ne sono mai stato capace. Mi risulta più facile delegare il tutto ad una lettera, un'email, uno scritto qualunque, piuttosto che aprire bocca con la paura di sbagliare. Ma se ora l'unico argomento con cui posso controbatterla è la mia sfiducia per il fattaccio, che discorso costruttivo si può fare?
Per concludere, ringrazio comunque tutti coloro che sono intervenuti in questo thread, ed anche comunque tutti indistintamente, poiché ognuno ha aggiunto, anche se indirettamente, un piccolo tassello per aiutarmi a capire cosa devo fare e quale passo compiere per cercare di sbrogliare questa intricatissima matassa. A presto per aggiornamenti (spero positivi in ogni caso).