Ieri sera ho avuto un crollo emotivo e psicologico.
Solo un paio di settimane fa mi sentivo totalmente indifferente, come se non mi importasse nulla di ciò che succedeva e ciò che poteva capitare.
Ieri sera, invece, ho scoperto che la mattina si era trovata con "lui" prima del lavoro, è andata sulla sua macchina e sono stati via più di 20 minuti.
Ovviamente tante domande sono sorte spontanee, potete anche immaginarle voi stessi senza che per forza le debba elencare.
Ma tutte queste domande hanno un comun denominatore: i miei sospetti sono sempre più fondati.
La rabbia mi è montata addosso poiché ho pensato a come sono assolutamente inerme fronte a questo sopruso bello e buono del rispetto e della mia dignità.
Avrei voluto spaccarle la faccia, sputarle addosso veleno e fiele, ma mi sono contenuto anche per il rispetto dei bambini che abbiamo attorno.
Ma non le ho più rivolto la parola.
Sono letteralmente stufo di dover tirare fuori io l'argomento, spingerlo e cercare di capire il perché (a torto o a ragione), e lei che non risponde, lo evita, ci gira attorno oppure mi fa fare la figura del fesso dicendomi che non è vero e che è ciò che credo io. No, a questo gioco al massacro non ci sto più. E' il solito dialogo tra sordi, che parlano due lingue diverse e ognuno tira l'acqua al proprio mulino. Che senso ha parlare ancora?
Sono in crisi nera, poiché mi sento inerme e, a parte mandare tutto aff..., altro non mi passa per la testa, in questo momento. E' difficile rimanere limpidi, lucidi, freddi e razionali, soprattutto quando la propria indole di tutto fuorché fredda e calcolatrice. Il che è un male in questo caso.
Non vorrei fare una scenata, anche perché non apporta nulla alla propria causa, ma nemmeno lasciar passare come nulla fosse questo punto.
Pensare che proprio qualche giorno fa, due bimbi mi dicevano che volevano andare a fare scuola di calcio a settembre vicino a casa all'oratorio. Indovinate chi è l'allenatore? Sono stato zitto, non ho detto nulla, né approvato, né disapprovato, poiché è il volere dei bimbi innanzitutto e per accontentarli sono disposto a tutto entro i limiti del possibile. Ma l'idea stessa che possano andare d'accordo con il lui, e che possano vedere in lui qualcosa che non sono io, mi fa letteralmente impazzire.
Non posso assolutamente ringraziare mia moglie di nulla, posso solo rinfacciarle il male che sta facendo non solo a me, ma alla propria famiglia in modo indiretto.
Posso dirle soltanto quanto sia ingenua nell'agire come sta agendo e che si vergogni per ciò che sta facendo.
Non cerco da voi una parola di commiserazione o una pacca sulla spalla: vorrei preparare un discorso chiaro da fare perché si scelga, senza possibilità di ritornare indietro, una strada chiara e definita, e ben condivisa: o si continua insieme, o si continua separati, ma che questa scelta sia presa, digerita e portata avanti senza ripensamenti in seconda istanza, con le rinunce del caso in entrambi i sensi. Ogni idea è ben accetta.
Scusate per la prolissità e per il tono un po' acceso.