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Daniele

Utente orsacchiottiforme
Ma è così! Oppure un uomo deve rinunciare ad un suo diritto perchè la sua moglie ha avuto l'accortezza di essere la donna di un altro mentre non aveva ben chiaro quello che voleva fare con lui? Sinceramente un uomo così lo vedo cornuto e mazziato.
 
Ma è così! Oppure un uomo deve rinunciare ad un suo diritto perchè la sua moglie ha avuto l'accortezza di essere la donna di un altro mentre non aveva ben chiaro quello che voleva fare con lui? Sinceramente un uomo così lo vedo cornuto e mazziato.
Capita e pensa perfino per legge!
Quindi vedi di affrontare certe questioni con più rispetto e meno leggerezza.
Non sei nel far west e tu non sei charles Bronson in nel giustiziere della notte.
Non viviamo tutti dentro rete 4.
 

Daniele

Utente orsacchiottiforme
Conte, ma la smetti??? Sai leggere l'Italiano o solo il Veneto??? Ma dove leggi quello che hai fatto mettere in bocca a me? Sono questi che chiamo inutili giochetti psicologici, allora io non ha fatto il giustizialista, sei tu che hai sparato sentenze bestiali e dici che sono gli altri a farle. Scusa ma io a Dave ho detto semplicemente di non prendersi paura per fare quello che tu gli paventi come l'inferno, può capitare, ovviamente, ma perchè deve capitare a lui che non è un cattivo padre? Succede per chi pensa solo e solamente prima a se stess quello che dici tu e si vede che ne hai una bella esperienza.
Senti un poco mi hai stressato, sinceramente si stava meglio senza di te che rompi le palle alla grande. Io mi sono risolto molte cose ed arrivi tu a rompermi le palle e farmi stare di nuovo male con i tuoi giochetti, guarda falli a tua moglie che per legge deve subirsi il tuo ego.
 

aristocat

Utente iperlogica
Per sbaglio mi si è cancellato il messaggio che avevo postato, comunque è una realtà molto frequente in Italia purtroppo.

Ma voglio credere che alla fine tutti i nodi vengano al pettine, e che i figli a cui è stato fatto un "lavaggio del cervello" dal babbo o dalla mamma poi scoprano sempre, prima o poi, dove sta la verità.

A proposito, mi viene in mente uno dei casi più famosi, quello del rapper Mondomarcio; che ha sempre raccontato (nelle sue canzoni ed in qualche intervista) la sua vicenda da figlio di divorziati, alle prese con una mamma che "giocava sporco" calpestando gli interessi del figlio...più che altro per ottenere maggiori benefici economici dal divorzio.
fonte: http://www.ilgiornale.it/interni/io...2-03-2006/articolo-id=69039-page=0-comments=1
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testo dell'articolo:

«Io, padre divorziato, ho scoperto il Mondo Marcio di mio figlio»

di Stefano Zurlo

L’avvocato Francesco Marcello, nel corso dell’udienza del processo di separazione dalla moglie, ha saputo che il suo primogenito è diventato un divo dell’hip hop



La rivelazione è arrivata il 24 gennaio scorso, al tribunale di Milano. Francesco Marcello, avvocato con studio a due passi dal palazzo di giustizia di Mani pulite e di Bancopoli, era in aula per la prima udienza del processo di divorzio dalla moglie Marina.
Quando il giudice ha chiesto notizie del loro unico figlio, la signora ha abbozzato : «Gian Marco ha messo su un complessino con i suoi amici. Ha fatto anche un dischetto. La scorsa estate ha guadagnato qualche soldino e si è pagato da solo la patente di guida». Il padre si è incuriosito, è tornato a casa, ha acceso il computer e ha cominciato a navigare su internet. Pochi minuti e quella discesa tumultuosa fra le notizie gli ha restituito un ragazzo che considerava perduto sulla strada e di cui non sapeva più nulla dall'estate del 2002: sì, Gian Marco Marcello è Mondo Marcio, un hiphopper di successo, un idolo per gli adolescenti di oggi, un autore di talento che ha appena pubblicato il suo terzo cd. E che dentro i testi porta la sua vita tormentata, la biografia poco raccomandabile, i giudici che - è storia di ieri - non lo avevano affidato né alla madre né al padre ma, addirittura, al Comune di Milano, agli assistenti sociali: «Una corte di quattro str... che non hanno ancora pagato i danni - protesta lui - che hanno causato alla mia mente».
Come un pacco postale
Francesco Marcello, un uomo alto, i capelli bianchi e gli occhiali tondi, ha letto e riletto in questi giorni quelle canzoni in cui affiora tutto il disagio, lo spaesamento, il groviglio di sensazioni di un ragazzo che si è sentito trattare come un pacco postale e che è divenuto «orfano» (questo il titolo di un suo pezzo) grazie a quei giudici che lo hanno affidato non al padre né alla madre, ma, appunto, agli assistenti sociali. E si è accorto che quei cd riflettono in qualche modo anche il suo dramma di genitore, colpito ora anche dagli strali del figlio che nelle canzoni rinfaccia pure a lui l'infanzia buttata fra giudici, psichiatri e liti in un clima di anoressia affettiva.
Così, al cronista che glielo chiede racconta quell'esperienza che il figlio ha trasformato in rime dai timbri aspri e cupi : «Tutto nasce da una furbata di Marina, che ha creduto di giocare col matrimonio e la famiglia. Fra noi - premette - ci sono oltre vent'anni di differenza e lei ha pensato bene di vivere con me, contrarre il matrimonio, far nascere un figlio, per poi separarsi e quindi farsi mantenere da me tutta la vita. La nostra unione apparentemente era un sogno, formavamo una coppia affiatata e invidiata da tutti fino al matrimonio. Il 1° dicembre 1986 nasce Gian Marco, che inizia a crescere in un clima familiare ottimale, ma, proprio quando le cose andavano tra noi a gonfie vele, Marina, come da copione, non ha più voluto proseguire la convivenza e ha iniziato a demolire il matrimonio e la famiglia con gravi provocazioni per giungere alla separazione». Lui resiste, non vuole separarsi, pensando proprio a Gian Marco. Crede si tratti di una crisi passeggera e accetta persino di coabitare da separato in casa, ma dopo qualche tempo lei se ne va definitivamente a vivere vicino ai suoi genitori a Melegnano e porta con sé Gian Marco, che all'epoca frequentava la centralissima scuola elementare di via Corridoni, vicina all'abitazione del padre. Il futuro rapper, però, cerca il papà: sente che il bene di lui è diverso da quello della mamma e accetta di sorbirsi tutte le mattine e tutte le sere un viaggio lungo e tortuoso pur di stargli vicino.
La mamma capisce e asseconda il figlioletto. Il Tribunale glielo affida, com'è normale e come anche Marcello chiede, ma Gian Marco, contrariamente al disposto dei giudici, passa col padre oltre 200 giorni l'anno. Il papà modella la sua vita sulle esigenze del figlio e provvede alle sue necessità staccando mensilmente per la madre un assegno di 4 milioni, anche se Gian Marco lo accudisce sempre lui. L'avvocato Marcello da una vita discute cause, ma si accorge che nella causa che più gli sta a cuore è del tutto impotente di fronte a quel giudice-donna che, come un muro di gomma, ignora i suoi quattro ricorsi che egli le ha scritto per far cessare quell'intollerabile vita del figlio.
Promesse mancate
La madre promette di trasferirsi a Milano, ma poi non mantiene e il giudice la giustifica osservando che il marito si è rifiutato di adeguarle l'assegno. Allora Marcello chiede che il figlio sia affidato a lui, almeno nel periodo scolastico, per evitargli quell'assurdo strapazzo. Alla fine esce la sentenza del Tribunale : «Le manifestazioni protettive ed affettive della personalità del marito - scrivono i giudici nel negare l'addebito della separazione alla donna - che prima del matrimonio erano gradite alla moglie, dopo il matrimonio non le furono più gradite, sicché quella fece legittimo ricorso alla separazione». È una beffa che si somma al dolore di una rottura incomprensibile e mai metabolizzata. Marcello chiede spiegazioni al presidente del collegio che gli risponde con la più rassegnata delle domande : «E che potevo fare io, fra quelle due vipere scatenate?». Propone appello, ma è come cadere dalla padella nella brace. La Corte dà atto che la Ctu di primo grado, che aveva preferito l'affidamento materno, è fragile e poco convincente e incarica due nuovi psichiatri di analizzare Gian Marco e di indicare a quale dei genitori è più opportuno affidarlo. Di male in peggio: dalla saletta d'aspetto dello studio del Ctu l'avvocato Marcello capta parole agghiaccianti, che di tecnico non hanno proprio nulla, gridate, dietro la porta chiusa, dallo psichiatra: «Non affiderò mai Gian Marco all'avvocato Marcello per non dargli la soddisfazione di poterlo esibire come un trofeo di vittoria !». Ciò, sebbene Gian Marco gli avesse declamato il peana a lode del genitore : «Il papà è orgoglioso di me... gli interessa molto che sia un bravo ragazzo, che mi realizzi... mi insegna il latino, ritaglia gli articoli di giornali e ne discutiamo insieme, mi fa conoscere personaggi importanti. Con un padre così sono portato a migliorarmi. Sto bene con mio padre perché mi sento arricchito sotto tutti gli aspetti».
Odissea giudiziaria
La causa prosegue, in attesa che Marina si trasferisca a Milano e inizi finalmente a lavorare, come la Corte d'appello le impone, ma quando lo fa è oramai troppo tardi perché il futuro Mondo Marcio, diventato grandicello, si è fatto giustizia da solo : nel giugno 2000, presa la licenza media, si è installato a casa del papà e ha iniziato a frequentare il Berchet mostrando una vivace intelligenza.
«I giudici, o meglio, certi giudici - continua l'avvocato prima di concludere il racconto - specie quelli milanesi, che si occupano di separazioni e divorzi, seguono schemini mentali prefabbricati e i Ctu che essi nominano fanno parte di un gioco dal finale scontato. Se si presentano casi anomali che rompono quegli schemi, perdono il senso della loro alta funzione e schioccano come una frusta l'enorme potere che si ritrovano. Che Marina abbia mirato all'assegno di mantenimento, come ho sempre denunciato, era un fattore essenziale e decisivo della causa, che doveva essere attentamente vagliato, ma quei giudici non lo hanno neppure considerato perché esulava dal loro schema precostituito». Così è successo anche a Gian Marco - prosegue - che preme per poter dire la sua e scrive al presidente per essere ascoltato.
Finalmente gli danno retta e lui ribadisce che si trova meglio col papà «perché mi aiuta nello studio, per come mi fa mangiare e per i consigli che mi sa dare». Della madre racconta cose poco edificanti, ma il presidente gli chiede se deve proprio scriverle a verbale quelle cose. «Gian Marco - conclude l'avvocato - ha avuto il torto di contrastare il pregiudizio di quei giudici, secondo cui il minore deve essere sempre affidato alla madre e la loro ritorsione non si è fatta attendere: non vuoi stare con tua madre? e noi ti affidiamo al Comune. Meglio «orfano» che darla vinta a tuo padre». Per Gian Marco è una cannonata che fa a pezzi il piedistallo dell'autorevolezza su cui si ergeva la figura del padre. Il resto lo fa Marina, che così ha buon gioco per telefonargli tutti i giorni, quando il papà non c'è, e sgretolargli a poco a poco la cara e buona immagine paterna, insinuandogli dubbi persino sull'utilità del latino e del greco.
Addio speranze
Gian Marco perde così anche l'ultimo punto di riferimento. Nell'estate 2002 lascia il padre e il Berchet. Si fa inghiottire dalla strada, incontra la delinquenza e la droga, ma la strada per uno strano sortilegio lo restituisce integro solo pochi giorni fa. Il disagio e la rabbia, divenuti incontenibili, per fortuna hanno trovato sfogo nella musica. Anzi, ora è Marcello-Marcio a essere salito sul piedistallo. Quello del successo. È sotto contratto con la Emi, altro che dischetto con gli amici! E da lì ricorda quando, bambino, appena ieri, vedeva i genitori dentro una scatola : «Perché - vedi - un po' di anni fa vedevo mamma e papà dentro a una scatola, dietro a due psichiatri, ero solo un bambino, un bambino... e dicono: capita! ma non spararti frà, sfogliami l'anima e vedrai che c'ero così vicino, così vicino».

 

Angel

Utente di lunga data
ultima cosa. Ditemi cosa capite da queste parole che seguono; un vostro commento urge.

"sai che siamo in una situazione veramente senza via d'uscita..da un lato la concretezza di ciò che abbiamo costruito con tutto e con tutti ma senza amore e dall'altro lato c'è un sentimento, spero vero...Certo, leggere
quelle parole mi fa sentire in colpa non verso di lui ma verso i tuoi figli..e ogni decisione che prenderai, non ti preoccupare se dovrò soffrire. Ci sono amori che vivono sopra ogni cosa e sopra ogni tempo..
Perchè devo illudere le persone a cui tengo? Se ci sarà un filo di speranza non penso che sarà buttata ma non dovrà calpestare chi è più debole. E non pensare che sia pessimismo...perchè non ti immagini come sia grande la mia piccola felicità..."
capisco cosa vuoi dire. Anche per me sono déja - vu amari:unhappy:
Già:unhappy:.....aspetta che gli passa lo stordimento e comprenda bene il messaggio......la frase in grassetto è la più tragica:(
 
ultima cosa. Ditemi cosa capite da queste parole che seguono; un vostro commento urge.

"sai che siamo in una situazione veramente senza via d'uscita..da un lato la concretezza di ciò che abbiamo costruito con tutto e con tutti ma senza amore e dall'altro lato c'è un sentimento, spero vero...Certo, leggere
quelle parole mi fa sentire in colpa non verso di lui ma verso i tuoi figli..e ogni decisione che prenderai, non ti preoccupare se dovrò soffrire. Ci sono amori che vivono sopra ogni cosa e sopra ogni tempo..
Perchè devo illudere le persone a cui tengo? Se ci sarà un filo di speranza non penso che sarà buttata ma non dovrà calpestare chi è più debole. E non pensare che sia pessimismo...perchè non ti immagini come sia grande la mia piccola felicità..."
Fatemi capire...di chi sono queste parole di lei?
 

dave.one

Utente di lunga data
A me bastarono 6 parole. Dette sottovoce.

"Ma ai bambini non ci pensi?"

Tutto qui. Chi ha orecchie per intendere, intenda.
Dipende chi le disse e perché le disse...
Eccome se intendo, eccome!
Non le ho dette ancora, ma credo che una persona matura e razionale dovrebbe innanzitutto pensare, quando la sua azione coinvolge le persone, a chi non ha colpe prima di se stessi.
Mamma mia, se penso ai bimbi...
 

dave.one

Utente di lunga data
Dave ti sei informato?
Se ti separi quali sono i prezzi che devi pagare?
Ciao Conte, oggi chiamo un avvocato che abbiamo usato x una causa contro il comune. Siccome è stato un ottimo avvocato, le chiederò il nome di un avvocato x cause di separazione.
Mamma mia, mamma mia, mamma mia....
 

dave.one

Utente di lunga data
1. Lei non è così SICURA dei sentimenti dell'amante.

2. E' risibile che lei senta colpa verso i figli di lui, degli estranei, non verso i propri:eek::eek::eek: Annebbiamento temporaneo e grave delle priorità, spero temporaneo!!

3. E ridaje con il filo di speranza. Non è affatto sicura che lui la moglie la lasci.

Dave, a te sta toglierle "corda"!
Verena, fosse così semplice a farsi!!!
Credo sia capitato anche a te (ho capito giusto?): quando faccio qualcosa, ecco che, come per incanto, mi appaiono davanti le facce di quei tre poveri diavoletti che non cercano altro che amore e comprensione di mamma e/o papà. Tutto si blocca, tutto assume contorni confusi e sfuocati.

E se papà o mamma non ci sono più, è come per la Chiesa? Morto un Papa se ne fa un altro? Questo provocherebbe un dolore alquanto maggiore!
E mi domando: ma la moglie di lui, che cosa sa? Cosa ne pensa, se sa? Che cosa sta facendo?
 
Davide

Che cosa non ti tocca passare...
 

dave.one

Utente di lunga data
Che cosa non ti tocca passare...
Sai, proprio qualche mese fa si parlava tra amici, con mia moglie, di quella coppia di genitori le cui figlie vanno nella stessa scuola dei miei piccoli, ed una è compagna di classe della grande.
In sintesi: lui ha tradito lei, lei, "disperata" dai suoi continui tradimenti, ha tradito lui via il marito di un'altra mamma che le era "compiacente" (cioé lui le faceva il filo).
E noi giù a denigrare la situazione!

Nessuno di noi avrebbe mai detto che qualcuno ci sarebbe cascato dentro!

Sembra una barzelletta, ma non fa per nulla ridere se non per piangere.
 
Sai, proprio qualche mese fa si parlava tra amici, con mia moglie, di quella coppia di genitori le cui figlie vanno nella stessa scuola dei miei piccoli, ed una è compagna di classe della grande.
In sintesi: lui ha tradito lei, lei, "disperata" dai suoi continui tradimenti, ha tradito lui via il marito di un'altra mamma che le era "compiacente" (cioé lui le faceva il filo).
E noi giù a denigrare la situazione!

Nessuno di noi avrebbe mai detto che qualcuno ci sarebbe cascato dentro!

Sembra una barzelletta, ma non fa per nulla ridere se non per piangere.
Mai farsi meraviglie degli altri.
Nessuno è immune da niente.
Pensare a chi è messo peggio di noi aiuta, no?
 

dave.one

Utente di lunga data
Mai farsi meraviglie degli altri.
Nessuno è immune da niente.
Pensare a chi è messo peggio di noi aiuta, no?
... è un mezzo gaudio, non credi? non è pensare al meglio per me o per noi.

E' come scegliere chi votare alle elezioni: si sceglie sempre il meno peggio.
 

dave.one

Utente di lunga data
Quando ci si sente una gran palla pelosa

E' la sensazione che provo adesso: tanti anni presi, accartocciati e buttati nel cesso.
Stavo riguardando nel computer l'archiviazione di 19 files Word diversi dove ho annotato sensazioni, emozioni, che provavo nel momento in cui li ho scritti, di solito successivi ad un momento di crisi avuta il giorno prima.
Tenori diversi a seconda dello stato d'animo, pensieri e passioni frammischiate, con sensazioni che partono dallo sconforto, alla rabbia, alla rassegnazione, alla presa di coscienza, ecc.

Scritti che sono stati redatti da circa un anno a questa parte, da quando, perciò, è cominciata la crisi vera.

Mi sento un bambino delle medie, con il mio diarietto... Non so se vergognarmene o se piuttosto rileggere indietro per capire se già al tempo avevo intuito ciò che sarebbe poi capitato.

Penso sempre intensamente ad aprirmi un chioschetto del piffero su di una spiaggia nei caraibi in un'isola poco conosciuta. Ma i bambini sono preminenti, preponderanti su qualsiasi mia altra scelta. Che coraggio che ci vuole a volte per prendere anche la più semplice delle decisioni...
 

Verena67

Utente di lunga data
Verena, fosse così semplice a farsi!!!
Credo sia capitato anche a te (ho capito giusto?): quando faccio qualcosa, ecco che, come per incanto, mi appaiono davanti le facce di quei tre poveri diavoletti che non cercano altro che amore e comprensione di mamma e/o papà. Tutto si blocca, tutto assume contorni confusi e sfuocati.

E se papà o mamma non ci sono più, è come per la Chiesa? Morto un Papa se ne fa un altro? Questo provocherebbe un dolore alquanto maggiore!
E mi domando: ma la moglie di lui, che cosa sa? Cosa ne pensa, se sa? Che cosa sta facendo?
Lascia perdere la moglie di lui, che qui non c'entra.
C'entrate solo voi CINQUE.
Tu devi essere forte e duro, non recupererai tua moglie con la mollezza. La separazione non vuol dire smettere di essere genitori, tua moglie ha bisogno di una SCOSSA e gliela devi dare tu.VAI DALL'AVVOCATO!!!
 

Grande82

Utente di lunga data
Lascia perdere la moglie di lui, che qui non c'entra.
C'entrate solo voi CINQUE.
Tu devi essere forte e duro, non recupererai tua moglie con la mollezza. La separazione non vuol dire smettere di essere genitori, tua moglie ha bisogno di una SCOSSA e gliela devi dare tu.VAI DALL'AVVOCATO!!!
quoto e riquoto e se possibile quoto di nuovo..
quand'è che vi accorgerete che quando ci 'sbandiamo' abbiamo bisogno di essere messe di fronte alla realtà e svegliate?
mi rendo conto che non è bello e non è giusto, che un marito non è un 'paparino' che ci educa, ma proprio per questo vogliamo che almeno voi siate decisi e definitivi... e su quelle basi vedi come ci affanniamo a correre!
 

Chiara Matraini

Senora de la Vanguardia
E' la sensazione che provo adesso: tanti anni presi, accartocciati e buttati nel cesso.
Stavo riguardando nel computer l'archiviazione di 19 files Word diversi dove ho annotato sensazioni, emozioni, che provavo nel momento in cui li ho scritti, di solito successivi ad un momento di crisi avuta il giorno prima.
Tenori diversi a seconda dello stato d'animo, pensieri e passioni frammischiate, con sensazioni che partono dallo sconforto, alla rabbia, alla rassegnazione, alla presa di coscienza, ecc.

Scritti che sono stati redatti da circa un anno a questa parte, da quando, perciò, è cominciata la crisi vera.

Mi sento un bambino delle medie, con il mio diarietto... Non so se vergognarmene o se piuttosto rileggere indietro per capire se già al tempo avevo intuito ciò che sarebbe poi capitato.

Penso sempre intensamente ad aprirmi un chioschetto del piffero su di una spiaggia nei caraibi in un'isola poco conosciuta. Ma i bambini sono preminenti, preponderanti su qualsiasi mia altra scelta. Che coraggio che ci vuole a volte per prendere anche la più semplice delle decisioni...
Sai Dave.... ti leggo da tempo, ma non ho il coraggio di entrare nella tua storia, se non in punta di piedi.
Vorrei solo dirti che non ti devi affatto vergognare di quel diario.

Ciao
 

Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
Sai, proprio qualche mese fa si parlava tra amici, con mia moglie, di quella coppia di genitori le cui figlie vanno nella stessa scuola dei miei piccoli, ed una è compagna di classe della grande.
In sintesi: lui ha tradito lei, lei, "disperata" dai suoi continui tradimenti, ha tradito lui via il marito di un'altra mamma che le era "compiacente" (cioé lui le faceva il filo).
E noi giù a denigrare la situazione!

Nessuno di noi avrebbe mai detto che qualcuno ci sarebbe cascato dentro!

Sembra una barzelletta, ma non fa per nulla ridere se non per piangere.
Tieni conto che poi ...tutto passerà. Tutto passa, si supera, si metabolizza.
Fai quello che credi sia giusto per te e per i tuoi figli. Lei si adeguerà.
 

dave.one

Utente di lunga data
Continua la storia infinita (o almeno così pare essere).
Scoprendo un set di corrispondenza tra lei e lui, la sera l'ho messa alle corde ed ha "confessato" che si è innamorata ("è capitato") di lui e lui di lei, ma, a quanto dice, non ha mai fatto sesso con lui. Vai a fidarti...
E' chiaro, però, che siamo molto diversi l'uno con l'altra, abbiamo diversi interessi, siamo molto diversi e non sembra esserci qualcosa che ci accomuna (i figli possono essere una scusa? non credo). Quindi è vero che è praticamente impossibile tornare indietro e trovare delle ragioni diverse dal crescere i figli insieme per ripristinare o ricreare le condizioni ideali per il vivere insieme come coppia.
Ora: le soluzioni che ho prospettato:
1) Ci si separa seduta stante - ovvero uno dei due se ne va da casa, ed ho detto chiaramente che non sono io quello che deve andarsene di casa.
2) Se c'è soltanto una possibilità di trovare un qualcosa che ci riaccomuni come coppia - non come famiglia - allora bisogna lavorare per trovarlo. Da questo punto di vista, alla prossima visita con la psicologa, tirerò fuori tutto, lei farà altrettanto e vedremo che consigli ci può dare.
3) La terza opzione è quella di vivere due vite parallele: in casa ma separati. Io non so se qualcuno di voi l'ha mai vagliata, non so che senso ha e che cosa può dare di positivo o negativo, ma per chi ha dei bimbi, credo sia una possibilità da non scartare, in quanto l'idea che dei figli non abbiano o un padre o una madre, o che li abbiano a rate, è sconvolgente, almeno per me. Se qualcuno ha mai percorso questa strada, che cosa è stato fatto? Che esperienza può dare? Che paletti sono stati posti? E, non secondario, perché ha scelto questa strada?
Non so quale delle tre opzioni sia la più "giusta", la più "corretta", non solo per me ma per i bambini, ma è chiaro che così non si può andare avanti, qualcosa dev'essere fatto e, per la pace famigliare, è meglio sia il meno traumatico possibile. Ho già notato che i bimbi, soprattutto la più grande, stanno subodorando qualcosa e vorrei evitare che gridino "al lupo al lupo" prima che tutto sia stato chiarito, definito, deciso, e che la strada sia stata intrapresa.
 

Verena67

Utente di lunga data
La strada TRE è orrenda e impraticabile, ti renderà una iena, e questo ai figli non può far bene.
Ci si può separare, ma non si smette di essere genitori, ricorda.
Non barattare la tua dignità.
 
Stato
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