Daniele, abbi pazienza: tu non conosci mia moglie, e non conosci il suo "lui" (mi scoccia chiamarlo amante) tanto quanto non lo conosco io. Lui non è la mia famiglia. E' la sua, e sono problemi suoi.
Ho semplicemente chiesto di rispettare mia moglie come donna e come madre poiché se lo merita. Punto e basta. E non lo dico perché sono "obnubilato" da nebbie di simil-amore o di simil speranze.
La rispetto perché la conosco, so chi è, com'è, cosa può fare e dove può arrivare solo con la sua forza di volontà. E che non farebbe mai del male consciamente ad un altro.
Ha commesso un errore, molto grosso, va bene. Ma chi non ne commette?
Ma soprattutto, quando si è complici di questo errore, come si fa semplicemente a scaricare tutte le colpe su di uno solo?
Comunque, Daniele, ti ringrazio per i tuoi punti di vista e le tue considerazioni. Non lo dico sarcasticamente. E' solo che sono diversi dai miei; tu, probabilmente, avresti agito in maniera diversa rispetto a me, con modi e tempi diversi. Credo che, alla fine, l'unico vero giudice imparziale, come spesso penso, sarà il tempo.