Cosa si può sopportare?

Bruja

Utente di lunga data
Certamente

E il discorso ci sta.
La realtà oggettiva delle conseguenze di un tradimento è sempre una,ed una sola! Invece il contesto sociale ed economico,cambia; ed è quello che condiziona pesantemente le scelte del dopo. In chi è consapevole non sia possibile un recupero evidentemente,oltre al fatto che frequentare i figli per poche ore alla settimana non si a paragonabile al "viverli" nel quotidiano, gioca il fatto economico; e ciò traspare nella maggioranza dei casi in cui ci sia continuità: nessuno è cosi stupido da continuare una relazione giunta al capolinea , foriera di tensioni, rammarico , rimpianto, nervosismo, nemmeno un monaco Zen , senza nulla in cambio (i figli), oppure per impossibilità (denaro)...
Hai detto cose sensate e realistiche... non sempre si può veramente scegliere per motivi contingenti, ma una volta capito questo concetto, invece di vivere un piccolo inferno privato non sarebbe meglio vivere attraverso un accordo chiaro che non implichi il doversi confrontare con astio, senso di rivalsa o acredine? Se non ci si può separare si resti pure separati in casa ma non si finga un rapporto artificiale che serve spesso a mantenere in essere le tensioni ed a soddisfare le rivalse. Basta un po' di maturità, si viva la propria vita nel rispetto dei figli e si smetta di protrarre un rapporto finto che spesso sono proprio loro a pagare maggiormente.
Insomma una libera convivenza che non offenda la suscettibilità di nessuno. Lo so serve molta maturità e rispetto ma diversamente si vive un purgatorio quotidiano inutile...
 

stany

Utente di lunga data
Hai detto cose sensate e realistiche... non sempre si può veramente scegliere per motivi contingenti, ma una volta capito questo concetto, invece di vivere un piccolo inferno privato non sarebbe meglio vivere attraverso un accordo chiaro che non implichi il doversi confrontare con astio, senso di rivalsa o acredine? Se non ci si può separare si resti pure separati in casa ma non si finga un rapporto artificiale che serve spesso a mantenere in essere le tensioni ed a soddisfare le rivalse. Basta un po' di maturità, si viva la propria vita nel rispetto dei figli e si smetta di protrarre un rapporto finto che spesso sono proprio loro a pagare maggiormente.
Insomma una libera convivenza che non offenda la suscettibilità di nessuno. Lo so serve molta maturità e rispetto ma diversamente si vive un purgatorio quotidiano inutile...
Infatti è quello che ,alla fine, stiamo vivendo noi; ed in questo credo aiuti anche l'età non più verde (anche se ambedue dimostriamo almeno dieci anni in meno!).
 

arula

Utente di lunga data
È un problema psichico, spesso di natura educativa. Non c’è vittima di lunga data che non sia in qualche modo complice del suo carnefice; non in fatti come quelli che racconti.

Spesso alla base c’è un disturbo affettivo (generatosi per predisposizione e/o fatti vissuti in famiglia) tale per cui si riconosce come amore una relazione disfunzionale, violenta o anche solo estremamente drammatica.

In buona parte di questi casi violenti la vittima ricalca un copione all’infinito. Questo copione prevede un (impossibile) tentativo di cambiare il partner violento per “raddrizzare” le cose.

Tutto ciò a prescindere che la violenza sia fisica o psicologica e a prescindere da chi la commette (uomo o donna).

Il copione disfunzionale tipicamente deriva da qualche esperienza dell’infanzia vissuta direttamente o indirettamente (i genitori), ma può anche essere semplicemente l’interpretazione distorta di ciò a cui si è assistito.

Il racconto deviato di uno dei due genitori può far credere al bambino (futuro disfunzionale affettivo) che vi sia stata una dinamica vittima/carnefice che in realtà non c’è stata o addirittura era ribaltata. Questo tipo di esperienza educativa genera un adulto che imita il genitore “vittima” e va in cerca di partner violenti.

Oltre a questo va considerato che in molti casi manca la forza economica di separarsi dal partner violento (che sia esso il più forte economicamente o meno). Ignoranza e povertà possono essere gabbie più efficaci di un carcere vero e proprio.
Veramente lei stava paragonando tutti i tradimenti maschili ad assoggettamento psicoaffettivo suggerendo l'esistenza di una massa smisurata di donne idiote che si fanno trattare volentieri da elettrodomestico... mi sembra un po eccessivo andarle dietro con la sindrome di Stoccolma...
 

Brunetta

Utente di lunga data
Veramente lei stava paragonando tutti i tradimenti maschili ad assoggettamento psicoaffettivo suggerendo l'esistenza di una massa smisurata di donne idiote che si fanno trattare volentieri da elettrodomestico... mi sembra un po eccessivo andarle dietro con la sindrome di Stoccolma...
Una interpretazione tutta tua.
Se accettare balle e di essere la sicurezza affettiva e accudente viene interpretato come assoggettamento stai interpretando o dandomi una risposta?
 

arula

Utente di lunga data
Una interpretazione tutta tua.
Se accettare balle e di essere la sicurezza affettiva e accudente viene interpretato come assoggettamento stai interpretando o dandomi una risposta?
Stavo interpretendo, o almeno io ci ho letto una tua esternazione sulla 'sudditanza' dal momento che parli di donna lavatrice e metti sullo stesso piano violenza domestica e tradimento (non che non sia una cosa devastante, ma sono e restano piani ben diversi).

Curiosità: sei la stessa che poi, in altro post, dice che manca l'accettazione delle frustrazioni nel nostro tempo (che per inciso condivido)?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Stavo interpretendo, o almeno io ci ho letto una tua esternazione sulla 'sudditanza' dal momento che parli di donna lavatrice e metti sullo stesso piano violenza domestica e tradimento (non che non sia una cosa devastante, ma sono e restano piani ben diversi).

Curiosità: sei la stessa che poi, in altro post, dice che manca l'accettazione delle frustrazioni nel nostro tempo (che per inciso condivido)?
Metto sotto la stessa definizione “abuso” chi ferisce fisicamente e chi ferisce con la trascuratezza o con le parole.
Le frustrazioni insite nell’accettazione della realtà o nella coerenza con le scelte compiute non ha nulla a che fare con la sopportazione della trascuratezza o della denigrazione.
 

Bruja

Utente di lunga data
concordo

Metto sotto la stessa definizione “abuso” chi ferisce fisicamente e chi ferisce con la trascuratezza o con le parole.
Le frustrazioni insite nell’accettazione della realtà o nella coerenza con le scelte compiute non ha nulla a che fare con la sopportazione della trascuratezza o della denigrazione.
Hanno la stessa valenza e, di più, se i maltrattamenti lasciano segni esterni che poi se ne vanno ma creano i presupposti per una visibilità ed una eventuale denuncia penale, gli altri rodono l'anima e cambiano la nostra visuale della vita e dei rapporti. Ci sono differenze attuative, ma sostanzialmente sono le due facce di una stessa medaglia.
 

OcchiVerdi

Utente di lunga data
Leggo delle storie di tradimento e mi pare di leggere storie di donne picchiate che uscendo dall’ospedale dicono che lo amano tanto e che lui le ha portato le rose.
Come è possibile subire veri abusi da parte di chi avrebbe dovuto proteggere la relazione?
Non si fa del male solo tirando pugni.
Considerare una persona un elettrodomestico e raccontare che ci si scoperebbe tutto ciò che si muove non è abusare di una persona?
Perché una persona accetta di essere trattata così?
Che cavolo c’entra l’amore in una relazione in cui non c’è rispetto?
Sono le stesse domande che faccio alla mia Trombamica. In verità non lo ama più da tempo ma rimane attaccata al suo angolo di sicurezza statica. E pensare che non ci tromba nemmeno....
 
Questo è (per me) il post più utile che abbia letto dal 2011.
Grazie in particolar modo a Brunetta, Danny, Skorpio e Cielo.
Ho preso appunti delle vostre riflessioni e me li rileggerò ogni
giorno finchè starò bene
 
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