A proposito di futuro…
”Del futuro abbiamo fatto un idolo, adoriamo ciò che deve venire, l’ultima versione di tutto, come se nuovo fosse ciò che è recente e non ciò che è inesauribile, che dà qualcosa a ogni incontro (Beethoven è più nuovo dell’ultima hit), e ci illudiamo che, ottenuto qualcosa, avremo pace, ma sappiamo bene che il desiderio è infinito, vuole sempre dell’altro. E poiché dai desideri dipende il destino, la materializzazione del futuro ci porta a costruire «carriere» anziché «cammini», «accelerazioni» più che «destinazioni», la velocità è preferita alla verità. (…) Il futuro è già dentro di noi, non è fuori, non è dopo, ma è già. Avete mai pensato al paradosso linguistico per cui i posteri sono quelli “post”, dal latino “dopo” e “dietro”, mentre gli antenati sono quelli “ante”, dal latino “prima” e “davanti”? Il futuro è dopo perché è dietro, ancora invisibile (per vederlo devi voltarti), mentre il passato è prima perché è davanti, davanti ai nostri occhi, purché siano ben aperti. Siamo originali quindi nella misura in cui siamo originari, ci colleghiamo e facciamo fiorire ciò che DNA ed educazione hanno seminato in noi. (…)”
Qualche giorno fa ho incontrato le terze medie della mia scuola, prima delle «Lezioni di futuro», incontri durante i...
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