Mi viene in mente un racconto di mio fratello primario di immunologia negli states che non capiva come mai i casi di Aids nel suo reparto si estendevano anche ai ricoverati non infettati. E pensa pensa pensa, hanno beccato un infettato che la notte girava per i letti a bucare con un ago suo i non infettati così da creare il massimo contagio .
L'essere umano è così, fondamentalmente cattivo
Io, l’ho detto più volte, sono una fedele spettatrice di Un giorno in pretura.
Mi interessa non certo per spirito giustizialista, ma perché all’interno del processo tutte le persone contribuiscono, nel loro ruolo, a delineare come una persona, una di noi, può diventare assassino.
Ed è l’evoluzione del colpevole che è interessante, spesso si riesce a intuire il punto di rottura.
Ricordo il primo processo che ho visto o mi ha colpita, non l’ho ancora trovato online.
Era una vigilessa di una città del Nord (forse in provincia di Como) che aveva ucciso il suo capo.
Sembrava un atto assurdo e incomprensibile.
Nel corso del processo emerge che il capo aveva scoperto che lei, molto prima di studiare e vincere il concorso per diventare vigile, si era prostituita, e la ricattava, volendo costringerla anche a fare sesso con lui.
Il punto di rottura in lei era così risultato chiaro: il suo percorso per uscire dal passato e costruirsi una vita serena e rispettabile era minacciato al punto da farle perdere la testa.
Ma ogni delitto è il risultato di un percorso che, quasi sempre, inizia molto prima ed è costituito da un inanellarsi di scelte sbagliate. Il processo ne mostra alcune.
Ma l’imputato è un essere umano. Spesso disgustoso e presuntuoso, ma talvolta travolto da vicende che non sa capire.