aristocat
Utente iperlogica
Il grassetto te lo quoto. Ma alzerei la soglia almeno ai 40 anni.un coniuge maschio di 50 anni ha, con tutta probabilità, una moglie abbastanza vicina come età.
Ipotizzare di aiutarla un anno, quando per 20-30 anni di matrimonio magari le è stato detto "io lavorerò per entrambi e tu crescerai i nostri figli" mi sembra abominevole.
Anche perchè non ha di certo i datori di lavoro che l'aspettano fuori dalla porta di casa, nè tantomeno ha le competenze per stare al passo con il mercato del lavoro che cambia e le professionalità che sono richieste al giorno d'oggi.
Per il resto ha ragione MK: il più delle volte si tratta di guerre tra poveri, con assegni veramente ridicoli.
Il fatto è che la seprazione, in quanto tale, rende per forza di cose tutti più poveri, perchè i redditi restano quelli e la maggior parte delle spese di duplicano (affitti, bollette, ecc.).
Se parliamo di separazione fra coniugi giovani (diciamo al di sotto dei 30 anni) e senza figli, l'ipotesi di un assegno non è accettabile.
Negli altri casi viene attentamente valutata e, per la mia esperienza, non ho mai visto il riconoscimento di cifre impossibili.
Io non ho presente la tua vicenda, ma temo che tu risenta di un punto di vista parziale![]()
L'ipotesi di un anno di "volano" era esemplificativa
Sulla "visione parziale": sono stata la prima a premettere che non conosco la normativa nel dettaglio e che per questo mi piacerebbe capire meglio e riflettere insieme sul tema.
Capire innanzitutto la ratio della distinzione "coniuge forte - coniuge debole" e se la giurisprudenza e le leggi attuali aiutano veramente chi divorzia ad avviare un nuovo corso di vita.
Oppure se/come/dove, secondo voi, qualche aspetto normativo sia migliorabile...:sonar:
Sulla "mia vicenda": mah, non ho una vicenda da raccontare al riguardo, ma anche se l'avessi non credo sia determinante farla conoscere e circostanziarla, ai fini di questa discussione.