Anche non sommessamente
Una delle discussioni storiche era il benessere della donna. (ormai non si discute quasi più di queste cose, si trancia con la mannaia fra giusto e sbagliato usando come unità di misura il politically correct...con geni che lanciano per sollecitare le emozioni il non pagamento delle tasse per chi fa figli...giusto giusto per ricordarci da dove veniamo...)
Da cui prescinde il bene(essere) del nascituro.
E poi sarebbe interessante parlare delle scollamento fra normativa e pratica e applicabilità della normativa.
Con un paese che non voglio citare percentuali ma senza sbagliarmi di troppo credo di poter affermare che ha la stragrande maggioranza di medici ginecologi obiettori.
Di fatto diminuendo, in una stima ottimista, un diritto sancito per norma.
Per non parlare del percorso e delle condizioni del percorso a cui è esposta una donna.
Per "aiutarla" (povera pandina) a ragionare!!!
E prima ancora di arrivare alla maternità, che è il risultato di una eccezione in cui 1+1 non fa 2

,è interessante ragionare sulla base su cui si poggia un diritto sancito per norma e poi applicato come è applicato.
Ben prima di un aborto.
Ho una età per cui ricordo come ci si procurava semplicemente la pillola del giorno dopo.
Un delirio.
E io, pur avendo scopato urbi et orbi, vi sono ricorsa due volte e per rottura preservativo.
Quindi, come donna, apro anche la questione contraccezione.
Di maschi che avevano la menata del cazzo molle con preservativo ne ho incontrati parecchi, una piccola statistica dignitosa la posso proprio fare a riguardo.
Quanto educazione c'è a riguardo?
E non solo per le donne che non hanno ancora imparato a eliminarli al volo (se ti vien molle col preservativo hai come minimo ben altri sospesi con la tua sessualità, ergo sei anche un cattivo scopatore, prima ancora che un cattivo compagno) ma anche per gli uomini che hanon ancora serissime difficoltà di dialogo col proprio cazzo.
Mi sto spiegando?