Brunetta
Utente di lunga data
Essendo io una autoctona accoglienteDevo dire che trovo illuminante questa tua frase, alla quale non avevo mai pensato. In effetti, cosa fa l'amante? La stessa cosa dell'immigrato, che viene spesso sentito come minaccia (come minaccia anche sessuale, a torto o a ragione, perchè "minaccia le nostre donne"). Invade un territorio che è nostro non solo per diritto giuridico, ma per diritto sacro, di sangue e memoria e affetti (la patria si ama così, quando la si ama: come una persona; e non per caso le figurazioni della patria sono sempre femminili, di giovane donna). E' come noi, ma non è come noi: uguale in quanto uomo, diverso in quanto straniero e sconosciuto. E quel ch'è più grave e peggiore, chi l'ha fatto entrare? Chi gli ha dato il permesso di invadere, e anzi lo ha invitato, provandone piacere? La nostra donna/patria, o il nostro uomo/patria.
L'analogia è calzante, e i comportamenti del tradito/a si dispongono nell'ampio ventaglio di reazioni possibili all'immigrazione, tranne, naturalmente, uno: l'approvazione, il piacere, l'integrazione. In quel caso, si parla di perversione (per l'amante, naturalmente).
Insomma. mi sa che chiedi un po' troppo, al tradito. All'autoctono non so. Forse chiedi tanto anche a lui.
Ma la maggior parte si è vissuta una storia.