“ subire “ ?
Tu chiami il rispetto delle restrizioni “ subire” ?
Penso sia abbastanza ovvio che si va verso la saturazione del sistema sanitario. In tutti i paesi.
Tutti i governi e capi di stato ripetono la stessa cosa.
Purtroppo, ripeto purtroppo fra un po’ faranno il triage.
Per esempio su un numero di 10.000 letti disponibili ci sarà un fabbisogno di 30.000 o 50.000 . Il numero di letti disponibili non si può aumentare oltre un certo limite.
E soprattutto il numero del personale sanitario è in diminuzione: si ammalano anche loro, quindi per almeno qualche settimana non sono atti al lavoro. Purtroppo qualcuno di loro perde anche la vita curando i malati di Covid.
Sono loro quelli che possono dire di aver SUBITO, perché soprattutto all’inizio della pandemia sono stati mandati a lavorare senza protezioni adeguate, si sono comprati su Amazon a prezzi esorbitanti i dispositivi che dovevano avere in dotazione dal lavoro.
LORO HANNO SUBITO, non chi ha lavorato da casa e si è lamentato perché non poteva più fare la vita di prima. Sai quanto ha ricevuto la famiglia di un medico deceduto per Covid contagiato sul lavoro, padri di famiglia che hanno lasciato orfani figli minori ?
Una miseria.
Perché pensi che continuavano a fare appelli per farci stare a casa ? Perché semplicemente non ce la facevano più, in cambio del loro sacrificio chiedevano al nostro senso civico di fare la nostra parte.
Non vi prendete gioco del personale sanitario, non sono una risorsa infinita e non ci contate sul loro spirito di sacrificio incondizionato.
In cambio dobbiamo dare loro un aiuto, essere maturi e responsabili.
A chi importerà dell’orario di apertura dei ristoranti, delle sale da ballo o palestre quando a dicembre i letti disponibili saranno 10.000 ed il fabbisogno 50.000 ?
Io veramente non ho parole quando sento certi ragionamenti. In questo momento c’è chi considera certe restrizioni ( DOVUTE E NECESSARIE) un modo di subire.
Non è proprio così.
Il problema è la gestione dei due percorsi separati, Covid e non Covid, che richiede due differenti percorsi, differenziazione del personale e degli spazi.
Devi chiudere o allestire intere aree ospedaliere, dirottare personale dalla gestione tradizionale a quella Covid, e questo causa ovviamente difficoltà nella gestione delle altre patologie.
Mi spiego. Attualmente per entrare in ospedale devi sottoporti a un tampone.
Se hai un'operazione programmata attendi uno o due giorni il risultato, dopodiché se sei negativo entri in ospedale e vieni operato.
Se sei positivo diventi paziente Covid. Cosa accada a questi pazienti non è dato saperlo, a livello statistico. Se le tue condizioni non sono tali da restare a casa, vieni ricoverato. Faccio un esempio: hai un tumore e devi essere operato? Sei positivo al Covid? Vieni ricoverato nel reparto Covid e assistito secondo le modalità. Non ci è dato sapere come viene gestito il passaggio successivo, ovvero l'intervento per il tumore, né quali siano i tempi di attesa.
Arrivi al Pronto Soccorso?
Per prima cosa ti fanno un tampone e in attesa del risultato aspetti in ambulanza o nella tenda esterna predisposta (o negli spazi appositi).
Quando le ambulanze si accumulano vengono dirottate su altri ospedali.
In alcuni di essi puoi aspettare anche ore in attesa del risultato: dipende dal personale disponibile.
In queste condizioni, anche un solo paziente può mandare in crisi un piccolo ospedale, ma è anche abbastanza comprensibile che seguendo questi protocolli tu possa rischiare per altre patologie nel frattempo.
Non ci è dato sapere per dire se questi protocolli vengano applicati anche ai pazienti gravi: se subisci un intervento o hai un attacco di peritonite non puoi permetterti di aspettare in fila, chiuso nell'ambulanza, l'esito di un tampone. So per certo che è successo in alcuni ospedali, ma non so se è pratica ovunque.
Non è quindi il numero dei pazienti a preoccupare, ma le necessarie misure di contenimento che richiedono spazi, tempo e personale.
Inoltre, la tempistica di ogni paziente Covid è molto più lunga e questo aumenta l'affollamento dovuto all'accumulo di richieste in un lasso di tempo limitato.
I lockdown servono per rallentare l'impatto sul servizio ospedaliero, far arrivare pochi pazienti, ma ovviamente deve essere protratto ad libitum.
Non bastano due settimane. Teoricamente dovrebbe essere applicato tutta la stagione fredda, da ottobre a maggio nel nordItalia, e in maniera severa, chiudendo anche le attività (oggi c'è quasi lo stesso traffico di sempre a Milano...).
Paradossalmente
adesso (non è dato sapere cosa accadrebbe nel futuro, le proiezioni date finora si sono rivelate errate, troppo pessimistiche), se non ci fossero i doppi binari per Covid, non ci sarebbe pressione sul Servizio Sanitario Nazionale diversa da quella degli anni precedenti.
Allo stesso modo non ci sarebbero lockdown se avessimo personale e strutture adeguate per far fronte al doppio binario, cosa impossibile da realizzare in poco tempo, e per cui non c'è neppure la volontà.