Due di picche

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Sterminator

Utente di lunga data
Perchè siamo nati in una società (la nostra, consumistica occidentale) in cui tutta la concentrazione di questo mondo non potrà mai renderci felici. Vediamo troppo, subiamo troppo, non abbiamo il tempo di pensare al... silenzio. Perchè se lo facciamo, perdiamo il treno
Consumo ergo sum...

ormai siamo considerati solo se riusciamo a consumare ed il bello e' che ormai questa mentalita' consumistica riguarda anche le relazioni sentimentali...

si intraprendono sapendo che hanno una data di scadenza...

Societa' liquida...vita liquida...amori liquidi...

tutto liquido....

solo in banca un cazzo di liquidi...

:rotfl::rotfl::rotfl:
 
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Sterminator

Utente di lunga data

aristocat

Utente iperlogica
Consumo ergo sum...

ormai siamo considerati solo se riusciamo a consumare ed il bello e' che ormai questa mentalita' consumistica riguarda anche le relazioni sentimentali...

si intraprendono sapendo che hanno una data di scadenza...

Societa' liquida...vita liquida...amori liquidi...

tutto liquido....

solo in banca un cazzo di liquidi...

:rotfl::rotfl::rotfl:
Non hai torto, Stermy. Però è giusto che ci sia finalmente la possibilità di "congedare" chi tira troppo la corda...
 

Quibbelqurz

Heroiken Sturmtruppen
Si sta facendo un po' di confusione. Si può essere felicissimi da poveri, basta non confondere la felicità col piacere. I soldi danno acesso ai "piaceri della vita", dato che molti di essi possono essere comprati in questa società. Ma la felicità è diversa dal piacere, che è effimero e soprattutto si esaurisce in breve tempo e al quale, dopo un po', ci si abitua e diviene indifferente.
La felicità è una cosa ben diversa ed è soprattutto duratura. Innanzitutto riguarda il nostro animo e soprattutto non è minimamente influenzata dalle cose materiali e da tutto ciò che ci circonda, a meno che quello che circonda non ci causi grande sofferenza.

Buscopann
:up:
 

Quibbelqurz

Heroiken Sturmtruppen
Non è vero. I monaci buddisti sono oggettivamente persone estremamente felici. Vivono nella semplicità e imparano con la meditazione a dominare le emozioni, lasciando fluire quelle positive e allontanando o trasformando quelle negative. La meditazione è probabilmente uno dei pochi mezzi realmente efficaci per conoscere la felicità, solo che bisognerebbe imparare a meditare bene e la cosa non è affatto semplice.
Si possono comunque fare dei piccoli esercizi quotidiani per avvicinarsi comunque a uno stato d'animo felice. La nostra società però ci spinge più che altro a soddisfare i nostri bisogni e questo ha poco a che fare con la felicità. Ci occuppiamo dei nostri piaceri corporali, mentre facciamo molto poco per la nostra mente. E io per primo mi rendo conto che il mio stile di vita e tutto ciò che faccio non mi rende una persona felice. Serena certamente sì, ma non felice.

Buscopann
In momenti di estrema povertà ho vissuto i momenti più felici. La povertà può essere un motivo per disperarsi, ma è anche la condizione in cui si è disposti a non tralasciare nulla per migliorare la situazione propria, non obbligatoriamente convenzionali.

Infatti, la meditazione è più forte quando le distrazioni del mondo sono poche. Quando sono stato povero, non mi distraeva nulla da me stesso e quindi ero in grado di ascoltare e raggiungere l'essenza di me stesso. Il momento in cui ci ero riuscito, ero felice.

Direi che felicità è il sentimento di bruciare a fiamma lenta dall'interiore, che dona il senso dell'invincibilità, serenità, fortuna, potenza, amore e massima disponibilità verso gli altri. E' anche il momento in cui si potrebbe desiderare a lasciare il mondo e riuscirci senza alcuna difficoltà. E' un'esperienza rara, ma ripetibile ...
 
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oceansize

Utente di lunga data
In momenti di estrema povertà ho vissuto i momenti più felici. La povertà può essere un motivo per disperarsi, ma è anche la condizione in cui si è disposti a non tralasciare nulla per migliorare la situazione propria, non obbligatoriamente convenzionali.

Infatti, la meditazione è più forte quando le distrazioni del mondo sono poche. Quando sono stato povero, non mi distraeva nulla da me stesso e quindi ero in grado di ascoltare e raggiungere l'essenza di me stesso. Il momento in cui ci ero riuscito, ero felice.

Direi che felicità è il sentimento di bruciare a fiamma lenta dall'interiore, che dona il senso dell'invincibilità, serenità, fortuna, potenza, amore e massima disponibilità verso gli altri. E' anche il momento in cui si potrebbe desiderare a lasciare il mondo e riuscirci senza alcuna difficoltà. E' un'esperienza rara, ma ripetibile ...
bello :)
 
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