Due mesi fa scopro che mi tradiva. Lasciata, ma la amo ...

nina

Utente di lunga data
Nina come è difficile risponderti.
Perchè non le hai detto che sei stata e stai male?
Perché non volevo scoprire il fianco. Quando devo ammettere di essere debole mi paralizzo. Non volevo darle la soddisfazione.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Perché non volevo scoprire il fianco. Quando devo ammettere di essere debole mi paralizzo. Non volevo darle la soddisfazione.
Allora che amore è?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Voglio dire che lei vuole esplorare la sua eterosessualità. Tu non vuoi esporre il tuo dolore.
E sono solo due aspetti.
Vai al thread del bere alle coppe della vita.
 
Ultima modifica:

nina

Utente di lunga data
Voglio dire che lei vuole esplorare la sua eterosessualità. Tu non vuoi esporre il tuo dolore.
E sono solo due aspetti.
Vai al thread del bere alle coppe della vita.
Eh lo so. Ti confesso anche che ho pure paura che ad esporlo mi risponda "che cazzo ci posso fare".
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Perché non volevo scoprire il fianco. Quando devo ammettere di essere debole mi paralizzo. Non volevo darle la soddisfazione.
C'è da dire che io del mio dolore ho parlato veramente poco, lei ha visto sempre la solita persona. Le ho detto cosa avrei voluto, ma non quanto male sono stata. E no, lei non è in grado di prendersi responsabilità assolutamente. Da un lato lei è così, dall'altro ci sono io che alla fine sono abituata a farmi percepire come molto solida, quindi sono doppiamente in difficoltà. Io ho sempre provato una enerezza incredibile per lei, e sono una di quelle persone che se ti amano ti aiutano in tutto e per tutto... che evidentemente è una cosa che con lei faceva solo sua madre, per me invece è una cosa molto umana. Quando la vedevo ridere, o la vedevo sollevata, semplicemente mi sentivo contenta anche io, non so se esattamente si tratti della copertura di qualche bisogno. Quando mi ha chiesto "che hai fatto a Capodanno?" volevo rispondere "Piangevo e vomitavo", ma mi sentivo talmente in difficoltà che ho inghiottito e ho detto "mangiato scampicon mia madre". E... non so come dirlo, ma due mesi prima gliene avevo vomitate addosso talmente tante che io stessa non avrei potuto reggere a un altro accesso di rabbia mia - continuare a insultarla non aveva senso in quel momento. Alla fine ero andata lì per parlare civilmente. Se lei non è in grado di prendersi le sue responsabilità, è anche vero che io non sono in grado di cacciarle tutte in una volta sola... d'altronde lei mi sta ridando la roba a parte per potermi vedere. Ragion per cui, la prossima volta gliene dico un'altra. Io ti dirò, la prima cosa che mi è venuta in mente vedendola è stata "ah, ruffiana, con me non volevi starci, due mesi fa, però oggi ti conci come ti conciavi di sabato, mi sa che mi hai contato un poco di palle" e mi veniva quasi da ridere. Poi magari sto sbagliando su tutta la linea. C'è da dire anche che mi ha detto "mi mancava parlare di cose con te", ma adesso che sa che potrebbe farlo, comunque le palle non ce le ha, e io non ho intenzione di cominciare la conversazione, anche se mi piacerebbe. Ho sbagliato a non farle capire l'entità del danno che mi ha fatto, questo è vero. Sai perché non ho voglia di atomizzarla? Perché so che non sta bene, vorrei solo che si rendesse conto che "stare bene e avere gli amici =/= gettare le persone come stracci". Non so se crederle quando mi diceva "è stata una cosa occasionale ma non avevo le palle perché sapevo non mi avresti perdonata". Io so di amarla ancora e so che vorrei, ma so anche che è lei che deve capire cosa e come lo vuole fare ecco, se ha voglia di rimediare e non sta facendo la cretina. È stato uno scivolone? Bello grosso e non sapevi come chiedermi scusa? Bene, okay. E adesso, però?
nina...se posso essere molto schietta...usi con lei delicatezze e attenzioni che a te non concedi.
E questo fa male principalmente a te. E di conseguenza sbilancia anche la relazione.
E finisce che lei arriva tuta arzilla e saltellante tirata fuori da super figa e si mette pure a scherzare con te e a rimembrare i bei vecchi tempi passati come se nulla fosse, a te ti si piegano le gambe e continui non solo a infliggerti dolore da sola, ma anche a vergognartene...

E del dolore non c'è vergogna. Il dolore non è debolezza. Soffrire non è da deboli.
Semmai siamo esseri fragili.

La debolezza riguarda l'incapacità di evolvere e migliorarsi.
Ed è un aspetto che o il singolo si prende in carico da solo e si affronta, responsabilità comprese, o nessuno ci può fare una cippa lippa.

Tu non puoi dare a lei le responsabilità che non si prende. Non sono cose che si passano di mano.
Ma puoi guardarla anche alla luce delle sue incapacità. E prendere per te, innanzitutto, le delicatezze e le attenzioni che ti neghi passando per lei.

E mica per egoismo e cattiveria sai...ma semplicemente perchè non si può andare a ripescare uno che affoga se non si sa nuotare. E anche se si sa nuotare, se quello che affoga rischia di tirarti sotto, lo molli lì.

Io ti leggo, e ho la netta sensazione che tu passi per lei per trovare per te sollievo, contentezza, serenità...ma sono cose che devi prima di tutto concederti tu a te stessa...per poter chiedere anche.

Non sta in piedi una relazione in cui non ci si chiede e non ci si da vicendevolmente cura e attenzioni.
E' impegno alla pari di entrambi. Secondo me. Ovviamente.
 

nina

Utente di lunga data
nina...se posso essere molto schietta...usi con lei delicatezze e attenzioni che a te non concedi.
E questo fa male principalmente a te. E di conseguenza sbilancia anche la relazione.
E finisce che lei arriva tuta arzilla e saltellante tirata fuori da super figa e si mette pure a scherzare con te e a rimembrare i bei vecchi tempi passati come se nulla fosse, a te ti si piegano le gambe e continui non solo a infliggerti dolore da sola, ma anche a vergognartene...

E del dolore non c'è vergogna. Il dolore non è debolezza. Soffrire non è da deboli.
Semmai siamo esseri fragili.

La debolezza riguarda l'incapacità di evolvere e migliorarsi.
Ed è un aspetto che o il singolo si prende in carico da solo e si affronta, responsabilità comprese, o nessuno ci può fare una cippa lippa.

Tu non puoi dare a lei le responsabilità che non si prende. Non sono cose che si passano di mano.
Ma puoi guardarla anche alla luce delle sue incapacità. E prendere per te, innanzitutto, le delicatezze e le attenzioni che ti neghi passando per lei.

E mica per egoismo e cattiveria sai...ma semplicemente perchè non si può andare a ripescare uno che affoga se non si sa nuotare. E anche se si sa nuotare, se quello che affoga rischia di tirarti sotto, lo molli lì.

Io ti leggo, e ho la netta sensazione che tu passi per lei per trovare per te sollievo, contentezza, serenità...ma sono cose che devi prima di tutto concederti tu a te stessa...per poter chiedere anche.

Non sta in piedi una relazione in cui non ci si chiede e non ci si da vicendevolmente cura e attenzioni.
E' impegno alla pari di entrambi. Secondo me. Ovviamente.
Hai tutte le ragioni del mondo.
Sono stata cresciuta con l'idea che non devo mai chiedere nulla a nessuno, e sono a un punto che nemmeno io so cosa mi serve. Mi colpisce che due giorni prima di quel sabato in cui mi ha lasciata mi ha chiesto "Ma perché non mi dici che hai bisogno di me, allora?"
(E quando torno a casa dai miei mi sento pure dire "ahh, ma perché quando sei da sola su te la cavi e qui ti fai aiutare?" Grazie al cazzo!)
"Perché io per te c'ero prima che tu me lo chiedessi", le ho risposto.
Non so più dove cercarla, la serenità. Penso che gli unici momenti in cui io mi sia sentita davvero bene nella mia vita siano stati i momenti che ho passato vicino a lei, e mi chiedo... quanto poco valevano per lei? Io spero mi riporti il resto, perché le vorrei dire tutto il resto, con la paura che poi mi dica "e io cosa posso farci/perché non me lo hai detto prima?" Vorrei chiederle se le facevo proprio ribrezzo, se veramente si era accorta che io AVEVO bisogno di lei, adesso, perché avevo bisogno di quel calore umano che ho sempre dato agli altri, e mi sarebbe bastata un po' di presenza sua in più per sentirmelo addosso, perché per me essere innamorati di qualcuno è anche ritenere chi ami un interlocutore privilegiato rispetto agli altri. E vorrei capire se davvero le sue sono incapacità effettive (e quindi sì, uno lo lascia neggare), mancanza di sentimento nei miei confronti, o semplice incapacità di comunicare. Perché io forse la colpa di pretendere senza saper parlare ce l'ho - anche se è meno grave della sua. Mi ha praticamente detto che mi ha tradita perché ci eravamo allontanate... e io le ho detto "ma tu hai capito perché ci eravamo allontanate? Tu mi trattavi male, andavi a letto con un altro, cosa dovevo fare?" (non mi ricordo se le mie parole sono state queste, e onestamente nemmeno cosa mi ha risposto). Anche adesso, vedi, alla luce dell'ambiguità dei suoi segnali, vorrei cercarla per chiedere il resto della roba, e mi morde un senso di vergogna allucinante. Perché, se ci tiene a vedermi, non mi viene a dire "allora, quand'è che te la devo ridare?", se tanto voleva vedermi? Mi sembra di sbagliare qualunque cosa faccio, con lei, ma anche con tutti in generale, perché mi hanno sempre insegnato che il dolore non si deve far vedere, e ho paura di farlo vedere a una persona che mi ha ferita così profondamente, che però io amo veramente miolto, e a cui vorrei chiedere "bastava così poco per far naufragare tutto, dopo che abbiamo combattuto un sacco di tempo per restare insieme?" E c'è chi mi dice "ma questo dovrebbe dirlo lei a te!" e poi "eh, ma sei tu che la conosci, la decisione alla fine è tua".
Io... non so, traggo orgoglio dal mio vivere sola, dal fatto che si cucinarmi e farmi il bucato, prima mi piaceva scrivere, è l'unica cosa che negli ultimi tempi mi dava la forza, adesso non so più da dove prendere il sentimento. C'è il successo accademico, forse? Ma non so veramente da dove prendere per me stessa quelle delicateze di cui parli, facendo per altro un giustissimo ragionamento. Avevo una complice con cui vivevo tutto questo su un piano diverso da cui lo vivevo con le mie amicizie... e penso che l'unica strada sia riappropriarmi dei miei interessi, per darmi un balsamo, ma non so da dove cominciare. Come ci si riprende i propri interessi (che sono sempre stati il mio unico sfogo, la mia unica fonte di tranquillità, e che la sua presenza aveva arricchito ancora di più nel corso degli anni) con questo mattone addosso, con me che vorrei alleggerire la situazione cercandola, e provare a mettere tutte le carte in tavola, ma con l'orgoglio che mi trattiene? Oggi, parafrasando, un mio amico mi ha detto "non farti troppi calcoli, non soffrire per trattenerti dal fare una cosa, non impedirti di farlo solo perché ritieni il trattenerti una cosa giusta da fare". Un'altra mi ha detto "forse lei ha bisogno di un incentivo, adesso, penso sia in difficoltà anche lei".
Da soli in città diventa tutto terribilmente gigante e io mi sento travolta. Chiedere per me è sempre stato fonte di grande vergogna, non solo a lei, ma a chiunque, e da lei volevo chiedesse a me cosa mi serviva... e lei invece si è adagiata. Hai ragione a dire che una relazione si sviluppa in parità, ed è quello che pensavo potesse svilupparsi fra me e lei con il tempo, anche perché il solo fatto che un essere umano, con la sua intelligenza e le sue qualità, possa piacermi, per me è quasi un miracolo. In senso lato, mi sono piaciute poche persone, e me ne sono tenute anche meno. Vorrei trovare dentro di me una risposta sul da farsi - una delle poche mie qualità che mi dava gioia era essere utile e apprezzata dalle persone a cui voglio bene, come a dire "ehi, gente, non è che perché sono così dovete prendervi cura di me!". Vivo sola da quasi dieci anni, ormai, molto più in autonomia di come potevo all'inizio, ma tutti i piaceri che la mia esistenza sentivo mi dava si stanno esaurendo. La sua presenza li aveva come rinfocolati, ma non perché lei fosse un'ancora o chissà cosa, semplicemente perché potevo dividerli, perché ho sentito, nonostante tutto, il suo amore... e vorrei capire cosa è successo a un certo punto. Per me la vita è fatta di persone, non è contenuta solo dentro di noi. L'unica cosa che potrebbe farmi star bene è pensare "sarà quel che sarà", nei confronti di questa questione specifica e pure di tutte le altre, ma non è così, perché non ci riesco con la leggerezza che vorrei. Vorrei "normalizzare" questa situazione in qualche modo, vedendo se si può cementare la base di... di qualcosa, per poter tirare un respiro.
 

nina

Utente di lunga data
Ecco
Però nn è più amore allora ...
Però è così perché mi ha ferita. Ho la paura folle che possa ferirmi ancora di più, e di fare un errore irreparabile a dirle "sono stata malissimo", ma mi sa che devo.
 

Carola

Utente di lunga data
Però è così perché mi ha ferita. Ho la paura folle che possa ferirmi ancora di più, e di fare un errore irreparabile a dirle "sono stata malissimo", ma mi sa che devo.
Io sono dell'idea che dire ciò che si prova o si è provato sia comunque positivo
Come dire ...non servono giochini si parla di sentimenti in una relazione che è stata importante

Errore irreparabile perché ? Un domani potrai dirti sono stata sincera mi sono si esposta ma ho tirato fuori ciò che ho dentro

Poi preparati a tutto Nina questo si , perché io penso che sotto sotto tu ci stia ancora sperando mentre mi sembra , ma potrei sbagliarmi , che lei abbia voglia di viversi le sue cose innqsto momento ed i suoi spazi
Un abbraccio
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Però è così perché mi ha ferita. Ho la paura folle che possa ferirmi ancora di più, e di fare un errore irreparabile a dirle "sono stata malissimo", ma mi sa che devo.
Oppure " ci sono rimasta malissimo e ti ho allontanata, mi manchi non posso negarlo ma ho anche paura di soffrire ancora "
 

nina

Utente di lunga data
Io sono dell'idea che dire ciò che si prova o si è provato sia comunque positivo
Come dire ...non servono giochini si parla di sentimenti in una relazione che è stata importante

Errore irreparabile perché ? Un domani potrai dirti sono stata sincera mi sono si esposta ma ho tirato fuori ciò che ho dentro

Poi preparati a tutto Nina questo si , perché io penso che sotto sotto tu ci stia ancora sperando mentre mi sembra , ma potrei sbagliarmi , che lei abbia voglia di viversi le sue cose innqsto momento ed i suoi spazi
Un abbraccio
Io onestamente ho ripreso a sperarci perché i segnali che mi sono arrivati tutto mi dicono tranne che non le interesso... io pensavo che veramente fosse felice di essersi liberata di me e invece m'abbraccia e mi bacia e mi dice "non avevo le palle", anche se di questo rapporto non sa che fare. Che ha bisogno di vivere le sue cose in questo momento è verissimo, me lo ha detto. Ma se mi dici che "ci eravamo allontanate" ed era questo il suo problema, perché non cacciarle, queste palle, per una volta? Comunque sì, a questo punto mi dovrei esporre.
 

nina

Utente di lunga data
Oppure " ci sono rimasta malissimo e ti ho allontanata, mi manchi non posso negarlo ma ho anche paura di soffrire ancora "
Anche. Sta di fatto che però lei non mi ha chiesto nulla, "che facciamo?" l'ho detto io, e lei mi ha risposto "non lo so". Per quello dico che adesso è meglio che mi cerchi lei per ridarmi la roba, ecco.

(Mia madre poco fa: "Guarda che questa situazione è complessa solo per te". Grazie, mamma,)
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Anche. Sta di fatto che però lei non mi ha chiesto nulla, "che facciamo?" l'ho detto io, e lei mi ha risposto "non lo so". Per quello dico che adesso è meglio che mi cerchi lei per ridarmi la roba, ecco.

(Mia madre poco fa: "Guarda che questa situazione è complessa solo per te". Grazie, mamma,)
ok :)
allora non ti resta che attendere
 

nina

Utente di lunga data
ok :)
allora non ti resta che attendere
È l'averla presa a ridere insieme a lei l'altro giorno che mi fa venire il senso di colpa. Sinceramente, vederla in tiro m'ha lusingata e mi sento tanto fessa.
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
È l'averla presa a ridere insieme a lei l'altro giorno che mi fa venire il senso di colpa. Sinceramente, vederla in tiro m'ha lusingata e mi sento tanto fessa.
Senso di colpa? Tu ?
 

nina

Utente di lunga data
Senso di colpa? Tu ?
Sì, beh, sai. Lei faceva finta di niente e io, polla, ho deciso di assecondarla, almeno fino a un certo punto. Da un lato mi è preso il dubbio che qualcosa lo prova ancora, dall'altro mi pento di non averle detto fino a che punto mi ha ferita e di avere, anzi, finto indifferenza per non scoprirmi troppo. Insomma, mi sento un po' fregata. M'ha detto che le è mancato parlare con me, ma intanto i cazzi sua si fa.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Hai tutte le ragioni del mondo.
Sono stata cresciuta con l'idea che non devo mai chiedere nulla a nessuno, e sono a un punto che nemmeno io so cosa mi serve. Mi colpisce che due giorni prima di quel sabato in cui mi ha lasciata mi ha chiesto "Ma perché non mi dici che hai bisogno di me, allora?"
(E quando torno a casa dai miei mi sento pure dire "ahh, ma perché quando sei da sola su te la cavi e qui ti fai aiutare?" Grazie al cazzo!)
"Perché io per te c'ero prima che tu me lo chiedessi", le ho risposto.
Non so più dove cercarla, la serenità. Penso che gli unici momenti in cui io mi sia sentita davvero bene nella mia vita siano stati i momenti che ho passato vicino a lei, e mi chiedo... quanto poco valevano per lei? Io spero mi riporti il resto, perché le vorrei dire tutto il resto, con la paura che poi mi dica "e io cosa posso farci/perché non me lo hai detto prima?" Vorrei chiederle se le facevo proprio ribrezzo, se veramente si era accorta che io AVEVO bisogno di lei, adesso, perché avevo bisogno di quel calore umano che ho sempre dato agli altri, e mi sarebbe bastata un po' di presenza sua in più per sentirmelo addosso, perché per me essere innamorati di qualcuno è anche ritenere chi ami un interlocutore privilegiato rispetto agli altri. E vorrei capire se davvero le sue sono incapacità effettive (e quindi sì, uno lo lascia neggare), mancanza di sentimento nei miei confronti, o semplice incapacità di comunicare. Perché io forse la colpa di pretendere senza saper parlare ce l'ho - anche se è meno grave della sua. Mi ha praticamente detto che mi ha tradita perché ci eravamo allontanate... e io le ho detto "ma tu hai capito perché ci eravamo allontanate? Tu mi trattavi male, andavi a letto con un altro, cosa dovevo fare?" (non mi ricordo se le mie parole sono state queste, e onestamente nemmeno cosa mi ha risposto). Anche adesso, vedi, alla luce dell'ambiguità dei suoi segnali, vorrei cercarla per chiedere il resto della roba, e mi morde un senso di vergogna allucinante. Perché, se ci tiene a vedermi, non mi viene a dire "allora, quand'è che te la devo ridare?", se tanto voleva vedermi? Mi sembra di sbagliare qualunque cosa faccio, con lei, ma anche con tutti in generale, perché mi hanno sempre insegnato che il dolore non si deve far vedere, e ho paura di farlo vedere a una persona che mi ha ferita così profondamente, che però io amo veramente miolto, e a cui vorrei chiedere "bastava così poco per far naufragare tutto, dopo che abbiamo combattuto un sacco di tempo per restare insieme?" E c'è chi mi dice "ma questo dovrebbe dirlo lei a te!" e poi "eh, ma sei tu che la conosci, la decisione alla fine è tua".
Io... non so, traggo orgoglio dal mio vivere sola, dal fatto che si cucinarmi e farmi il bucato, prima mi piaceva scrivere, è l'unica cosa che negli ultimi tempi mi dava la forza, adesso non so più da dove prendere il sentimento. C'è il successo accademico, forse? Ma non so veramente da dove prendere per me stessa quelle delicateze di cui parli, facendo per altro un giustissimo ragionamento. Avevo una complice con cui vivevo tutto questo su un piano diverso da cui lo vivevo con le mie amicizie... e penso che l'unica strada sia riappropriarmi dei miei interessi, per darmi un balsamo, ma non so da dove cominciare. Come ci si riprende i propri interessi (che sono sempre stati il mio unico sfogo, la mia unica fonte di tranquillità, e che la sua presenza aveva arricchito ancora di più nel corso degli anni) con questo mattone addosso, con me che vorrei alleggerire la situazione cercandola, e provare a mettere tutte le carte in tavola, ma con l'orgoglio che mi trattiene? Oggi, parafrasando, un mio amico mi ha detto "non farti troppi calcoli, non soffrire per trattenerti dal fare una cosa, non impedirti di farlo solo perché ritieni il trattenerti una cosa giusta da fare". Un'altra mi ha detto "forse lei ha bisogno di un incentivo, adesso, penso sia in difficoltà anche lei".
Da soli in città diventa tutto terribilmente gigante e io mi sento travolta. Chiedere per me è sempre stato fonte di grande vergogna, non solo a lei, ma a chiunque, e da lei volevo chiedesse a me cosa mi serviva... e lei invece si è adagiata. Hai ragione a dire che una relazione si sviluppa in parità, ed è quello che pensavo potesse svilupparsi fra me e lei con il tempo, anche perché il solo fatto che un essere umano, con la sua intelligenza e le sue qualità, possa piacermi, per me è quasi un miracolo. In senso lato, mi sono piaciute poche persone, e me ne sono tenute anche meno. Vorrei trovare dentro di me una risposta sul da farsi - una delle poche mie qualità che mi dava gioia era essere utile e apprezzata dalle persone a cui voglio bene, come a dire "ehi, gente, non è che perché sono così dovete prendervi cura di me!". Vivo sola da quasi dieci anni, ormai, molto più in autonomia di come potevo all'inizio, ma tutti i piaceri che la mia esistenza sentivo mi dava si stanno esaurendo. La sua presenza li aveva come rinfocolati, ma non perché lei fosse un'ancora o chissà cosa, semplicemente perché potevo dividerli, perché ho sentito, nonostante tutto, il suo amore... e vorrei capire cosa è successo a un certo punto. Per me la vita è fatta di persone, non è contenuta solo dentro di noi. L'unica cosa che potrebbe farmi star bene è pensare "sarà quel che sarà", nei confronti di questa questione specifica e pure di tutte le altre, ma non è così, perché non ci riesco con la leggerezza che vorrei. Vorrei "normalizzare" questa situazione in qualche modo, vedendo se si può cementare la base di... di qualcosa, per poter tirare un respiro.
Quante cose [MENTION=7020]nina[/MENTION]...:)

Leggi i grassetti. Parlano di te.

In particolare quello che ho ingrandito...mi ha colpita molto...è un pensiero che riconosco, io ci ho impiegato anni a concedermi che è anche perchè si è così che altri possono desiderare (non dovere) prendersi cura di me.

E il discorsetto è stato a me stessa che l'ho dovuto (e lo devo) fare. Questo si è un dovere. Ma nei miei di confronti. Tirare un respiro...serve avvicinarsi ai propri bisogni primari...cura, vicinanza, calore...accettarli e accettarsi in quei bisogni. Dall'accettazione scaturisce, con calma, anche il resto.

Il dolore, non è altro che il rovescio della medaglia del piacere...servono entrambi.
E la vergogna...forse non è esattamente di quello che si ha vergogna...quanto del fatto che ricorda a ognuno le proprie fragilità, che non siamo perfetti...per fortuna. :)
 

nina

Utente di lunga data
Quante cose @nina...:)

Leggi i grassetti. Parlano di te.

In particolare quello che ho ingrandito...mi ha colpita molto...è un pensiero che riconosco, io ci ho impiegato anni a concedermi che è anche perchè si è così che altri possono desiderare (non dovere) prendersi cura di me.

E il discorsetto è stato a me stessa che l'ho dovuto (e lo devo) fare. Questo si è un dovere. Ma nei miei di confronti. Tirare un respiro...serve avvicinarsi ai propri bisogni primari...cura, vicinanza, calore...accettarli e accettarsi in quei bisogni. Dall'accettazione scaturisce, con calma, anche il resto.

Il dolore, non è altro che il rovescio della medaglia del piacere...servono entrambi.
E la vergogna...forse non è esattamente di quello che si ha vergogna...quanto del fatto che ricorda a ognuno le proprie fragilità, che non siamo perfetti...per fortuna. :)
Vorrei abbracciarti. Stasera sto piangendo come quando se n'è andata da casa mia e non riesco a smettere.
 
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