Due mesi fa scopro che mi tradiva. Lasciata, ma la amo ...

Brunetta

Utente di lunga data
Peccato mi parli allegramente a telefono tutto il pomeriggio. No, fidati... è carattere. La conoco da vent'anni. Quando è così, io comincio a prenderti meno a cuore, però.
Per un caso simile io ho visto cambiamenti di carattere radicali e anche variazioni repentine.
 

nina

Utente di lunga data
Per un caso simile io ho visto cambiamenti di carattere radicali e anche variazioni repentine.
Ma ripeto, questo mi sembra decisamente nel personaggio. Faceva così anche alle fiere del fumetto, e stava benissimo! Comincio a pensare che il problema sia molto semplice: conosco un sacco di gente fatta come il culo.
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Ma ripeto, questo mi sembra decisamente nel personaggio. Faceva così anche alle fiere del fumetto, e stava benissimo! Comincio a pensare che il problema sia molto semplice: conosco un sacco di gente fatta come il culo.
Ah ah ah anche io qualcuna ah ah ah :rofl:
 

twinpeaks

Utente di lunga data
Ma non penso che qualcuno abbia additato Hendrix o la Joplin come eroi. Come geni nel loro campo, questo però sì. Il paragone, un po' scherzoso, era quello: che fossero geni non può negarlo nessuno, e che io ho quasi la loro età. Mio zio era davvero un Michelangelo, ma si sparava le pere, mortacci sua, il che però (e forse il problema è proprio questo!) non lo rendeva meno Michelangelo. Forse il fatto che fossero geni è direttamente collegato al fatto che fossero suicidi, ma non credo che nessuno qui abbia detto di ammirarli in quanto suicidi.
Smentisco. Ci sono tanti eroinomani che sono e restano dei buoni a nulla, come tante persone geniali che hanno un equilibrio e un adattamento sociale normalissimi, senza tirare in ballo Dante che sta nel suo medioevo vedi Wallace Stevens che ha fatto l'assicuratore per tutta la vita. D

Di solito chi è molto creativo e si droga NON si droga per essere creativo (la droga non conferisce creatività a nessuno, anzi), si droga per una di queste due ragioni: a) perchè la sua percettività è in eccesso rispetto al suo equilibrio mentale, e quindi si droga per scendere, non per salire; perchè la creatività attinge alle fonti dell'esperienza infantile, e se nell'infanzia uno non è stato amato, o se è stato amato in modo distorto e intollerabile, la creatività invece di guarirlo diventa sale su una piaga incurabile) b) per gli stessi motivi per cui si droga chiunque, cioè comincia magari per caso, ha poca volontà, sviluppa una dipendenza, vive in un ambiente in cui la dipendenza viene accettata, teme anche che curandosi non sarebbe più creativo (falso) insomma si droga perchè si droga.
 

nina

Utente di lunga data
Smentisco. Ci sono tanti eroinomani che sono e restano dei buoni a nulla, come tante persone geniali che hanno un equilibrio e un adattamento sociale normalissimi, senza tirare in ballo Dante che sta nel suo medioevo vedi Wallace Stevens che ha fatto l'assicuratore per tutta la vita. D

Di solito chi è molto creativo e si droga NON si droga per essere creativo (la droga non conferisce creatività a nessuno, anzi), si droga per una di queste due ragioni: a) perchè la sua percettività è in eccesso rispetto al suo equilibrio mentale, e quindi si droga per scendere, non per salire; perchè la creatività attinge alle fonti dell'esperienza infantile, e se nell'infanzia uno non è stato amato, o se è stato amato in modo distorto e intollerabile, la creatività invece di guarirlo diventa sale su una piaga incurabile) b) per gli stessi motivi per cui si droga chiunque, cioè comincia magari per caso, ha poca volontà, sviluppa una dipendenza, vive in un ambiente in cui la dipendenza viene accettata, teme anche che curandosi non sarebbe più creativo (falso) insomma si droga perchè si droga.
Quoto tutto quello che hai scritto: non era mia intenzione perpetrare lo stereotipo del genio dannato e forse mi sono espressa male, vediamo se riesco a metterlo giù meglio. Uhm. Il succo è che se sei una persona decisamente geniale, ma anche tremendamente debole, la tua creatività non è motivo di autostina, di forza, ma di esclusione, di debolezza, che ti porta a sentirti talmente fuori posto (ed è questa l'esperienza di cui ho potuto essere testimone), unita magari a una forte propensione alla depressione vera e propria, a portarti a estraniarti. Insomma, la voglia di drogarti ce l'hai già dentro potenzialmente, ma se svariate condizioni tue, di come sei fatto, vi partecipano, è micidiale. Detto questo, non voglio giudicare nessuno: come dici tu, se vuoi drogarti è perché, fondamentalmente, incompreso o no, lo vuoi fare; il punto che volevo sollevare, però, è che è una questione molto "grigia" e complessa. Per esempio, io personalmente penso che se qualcuno avesse direzionato mio zio a calci verso degli antidepressivi a vent'anni le cose sarebbero andate diversamente, ma è una strada che implica, alla fine, costanza, impegno e voglia.
 

nina

Utente di lunga data
Nel frattempo, io continuo a piangere, mandare curriculum e addirittura a farmi, da sola, quando mai si è sentita una cosa del genere, le scorzette candite al limone con tanto di etichetta photoshoppata sul barattolo sterlizzato: non mi sono mai sentita così priva di equilibrio in tutta la mia vita, e pensare che lei ce lha, e che si è praticamente pulita la coscienza addosso a me, mi fa sentire uno schifo di essere umano, quando dovrebbe essere il contrario. Certe volte mi chiedo che bene mi abbia mai voluto, se un giorn possa rendersi conto, se tutti quei "non ce kla faccio a ricominciare a stare con te" "ti voglio bene" "adesso voglio che tu non soffra" "mi dispiace" siano frasi dette così o ci fosse un minimo di qualcosa dietro. Mi chiedo se sia davvero possibile che uno possa fare le esperienze che vuole fare e a un certo punto guardarsi indietro e pensare "minchia, che mi ero persa"... e poi mi dico che l'antidoto migliore è spingere tutte le domande il più in fondo possibile: se esistono delle ragioni ulteriori al "mi sono stufata" lei mi ha comunque detto no, e l'antidoto migliore è cercare di non pensarci.
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Nel frattempo, io continuo a piangere, mandare curriculum e addirittura a farmi, da sola, quando mai si è sentita una cosa del genere, le scorzette candite al limone con tanto di etichetta photoshoppata sul barattolo sterlizzato: non mi sono mai sentita così priva di equilibrio in tutta la mia vita, e pensare che lei ce lha, e che si è praticamente pulita la coscienza addosso a me, mi fa sentire uno schifo di essere umano, quando dovrebbe essere il contrario. Certe volte mi chiedo che bene mi abbia mai voluto, se un giorn possa rendersi conto, se tutti quei "non ce kla faccio a ricominciare a stare con te" "ti voglio bene" "adesso voglio che tu non soffra" "mi dispiace" siano frasi dette così o ci fosse un minimo di qualcosa dietro. Mi chiedo se sia davvero possibile che uno possa fare le esperienze che vuole fare e a un certo punto guardarsi indietro e pensare "minchia, che mi ero persa"... e poi mi dico che l'antidoto migliore è spingere tutte le domande il più in fondo possibile: se esistono delle ragioni ulteriori al "mi sono stufata" lei mi ha comunque detto no, e l'antidoto migliore è cercare di non pensarci.
L'ultima frase è quella vincente ;)
 

nina

Utente di lunga data
L'ultima frase è quella vincente ;)
Tanto se ci penso lei si sta comunque passando il sabato sera per i fatti suoi, e io sono qui. Non le ho sbattuto nulla in faccia. Mi chiedo se comportandomi diversamente a febbraio, oppure non cercandola affatto, sarebbe cambiato qualcosa, ma l'unica cosa che posso fare è chiudere tutto in un angolino, perché non posso controllare niente, di quello che lei può pensare di me.
Mi domando io cosa voglio da me, dalla mia vita, e mi rendo conto che più di ogni altra cosa io volevo coltivare più che potevo le persone che avevo vicino... e che per me queste persone non sono la famiglia di sangue, altrimenti non me ne andavo a vivere così lontano. Sono sempre stata molto socievole, ma mi sono sempre sentita molto sola: conoscendo lei, per la prima volta in tutta la mia vita mi sentivo al mio posto, e mi risulta veramrente difficile digerire che per lei valevo così poco.
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Tanto se ci penso lei si sta comunque passando il sabato sera per i fatti suoi, e io sono qui. Non le ho sbattuto nulla in faccia. Mi chiedo se comportandomi diversamente a febbraio, oppure non cercandola affatto, sarebbe cambiato qualcosa, ma l'unica cosa che posso fare è chiudere tutto in un angolino, perché non posso controllare niente, di quello che lei può pensare di me.
Mi domando io cosa voglio da me, dalla mia vita, e mi rendo conto che più di ogni altra cosa io volevo coltivare più che potevo le persone che avevo vicino... e che per me queste persone non sono la famiglia di sangue, altrimenti non me ne andavo a vivere così lontano. Sono sempre stata molto socievole, ma mi sono sempre sentita molto sola: conoscendo lei, per la prima volta in tutta la mia vita mi sentivo al mio posto, e mi risulta veramrente difficile digerire che per lei valevo così poco.
Questo lo comprendo
Ma forse è lei che valeva poco
 

nina

Utente di lunga data
Questo lo comprendo
Ma forse è lei che valeva poco
Forse.
Non so che risposte darmi, perché se lei valeva poco valgo ancora meno io che me la sono scelta, e mi manca da morire. Il che mi fa sentire di valere ancora meno, se possibile.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Nel frattempo, io continuo a piangere, mandare curriculum e addirittura a farmi, da sola, quando mai si è sentita una cosa del genere, le scorzette candite al limone con tanto di etichetta photoshoppata sul barattolo sterlizzato: non mi sono mai sentita così priva di equilibrio in tutta la mia vita, e pensare che lei ce lha, e che si è praticamente pulita la coscienza addosso a me, mi fa sentire uno schifo di essere umano, quando dovrebbe essere il contrario. Certe volte mi chiedo che bene mi abbia mai voluto, se un giorn possa rendersi conto, se tutti quei "non ce kla faccio a ricominciare a stare con te" "ti voglio bene" "adesso voglio che tu non soffra" "mi dispiace" siano frasi dette così o ci fosse un minimo di qualcosa dietro. Mi chiedo se sia davvero possibile che uno possa fare le esperienze che vuole fare e a un certo punto guardarsi indietro e pensare "minchia, che mi ero persa"... e poi mi dico che l'antidoto migliore è spingere tutte le domande il più in fondo possibile: se esistono delle ragioni ulteriori al "mi sono stufata" lei mi ha comunque detto no, e l'antidoto migliore è cercare di non pensarci.
Sono cose che dicono spesso i traditori.
Non vedo perché non dovrebbero essere vere.
Ma non vedo perché chi amava (notare il passato) dovrebbe preoccuparsene.
Sarebbe come se adesso ti preoccupassi di una interrogazione nell'ultimo anno del liceo.
 

nina

Utente di lunga data
Sono cose che dicono spesso i traditori.
Non vedo perché non dovrebbero essere vere.
Ma non vedo perché chi amava (notare il passato) dovrebbe preoccuparsene.
Sarebbe come se adesso ti preoccupassi di una interrogazione nell'ultimo anno del liceo.
Nel senso che non si preoccupano di come stiamo noi dopo che ce le hanno dette?
Beh, ovvio che no. Altrimenti starebbero con noi, immagino.
Non riesco a fare a meno di chiedermi se mi pensi... e mi fa male pensare che è probabile mi pensi come un senso di colpa fastidioso.
 

nina

Utente di lunga data
Le ho pure detto "vivi la tua vita tranquillamente"... che cogliona. Quando mi ha detto "Se potessi renderti felice come prima sarei contentissima" non sapevo onestamente che risponderle.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Nel senso che non si preoccupano di come stiamo noi dopo che ce le hanno dette?
Beh, ovvio che no. Altrimenti starebbero con noi, immagino.
Non riesco a fare a meno di chiedermi se mi pensi... e mi fa male pensare che è probabile mi pensi come un senso di colpa fastidioso.
No. Sei tu che non devi pensarci più!
Hai studiato per quella interrogazione, magari ne hai ricavato soddisfazione. Ma adesso è rimasto solo quello che fa parte di te e della tua cultura. Adesso non la puoi e vuoi rifare.
 

Tara

Utente di lunga data
Ciao a tutti,
all'epoca aveva 17 anni e oggi ne ha 21.
Credo che qui sia il nocciolo del problema. La ragazza sta crescendo, ha bisogno di fare esperienze ed e' confusa. Credo tu sia stata davvero importante per lei, e che lei abbai solo bisogno di tempo per imparare a conoscersi e capire cosa voglia. Ed e' un processo che deve fare da sola. Quando sara' fatto... potrebbe volerci molto tempo, tornera a cercarti. Si torna sempre dalle persone importati che ci hanno segnato.


Stai serena e lascia che le cose scorrano. Apriti anche ad altre opportunita... come lei anche tu sei giovanissima ed hai bisogno di esperienze per crescere.
 

trilobita

Utente di lunga data
Credo che qui sia il nocciolo del problema. La ragazza sta crescendo, ha bisogno di fare esperienze ed e' confusa. Credo tu sia stata davvero importante per lei, e che lei abbai solo bisogno di tempo per imparare a conoscersi e capire cosa voglia. Ed e' un processo che deve fare da sola. Quando sara' fatto... potrebbe volerci molto tempo, tornera a cercarti. Si torna sempre dalle persone importati che ci hanno segnato.


Stai serena e lascia che le cose scorrano. Apriti anche ad altre opportunita... come lei anche tu sei giovanissima ed hai bisogno di esperienze per crescere.
STAI SERENA?
Tutto chiaro....allora
 

twinpeaks

Utente di lunga data
Nel frattempo, io continuo a piangere, mandare curriculum e addirittura a farmi, da sola, quando mai si è sentita una cosa del genere, le scorzette candite al limone con tanto di etichetta photoshoppata sul barattolo sterlizzato: non mi sono mai sentita così priva di equilibrio in tutta la mia vita, e pensare che lei ce lha, e che si è praticamente pulita la coscienza addosso a me, mi fa sentire uno schifo di essere umano, quando dovrebbe essere il contrario. Certe volte mi chiedo che bene mi abbia mai voluto, se un giorn possa rendersi conto, se tutti quei "non ce kla faccio a ricominciare a stare con te" "ti voglio bene" "adesso voglio che tu non soffra" "mi dispiace" siano frasi dette così o ci fosse un minimo di qualcosa dietro. Mi chiedo se sia davvero possibile che uno possa fare le esperienze che vuole fare e a un certo punto guardarsi indietro e pensare "minchia, che mi ero persa"... e poi mi dico che l'antidoto migliore è spingere tutte le domande il più in fondo possibile: se esistono delle ragioni ulteriori al "mi sono stufata" lei mi ha comunque detto no, e l'antidoto migliore è cercare di non pensarci.
Ti è successa una cosa che non succede di rado. Siete entrate in simbiosi, innamorandovi, solo che non si trattava di una simbiosi mutualistica ma di parassitismo. L'animale parassitato eri tu. In altri termini, ti ha succhiato il sangue. Non l'ha fatto premeditatamente, l'ha fatto perchè non può farne a meno (i parassiti senza un animale da parassitare non sopravvivono). L'antidoto migliore è continuare a vivere senza parassiti. il sangue si riforma, ci vuole un po' di tempo ma si riforma.
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Forse.
Non so che risposte darmi, perché se lei valeva poco valgo ancora meno io che me la sono scelta, e mi manca da morire. Il che mi fa sentire di valere ancora meno, se possibile.
Ma no :)
Tu hai sempre detto che con te lei ha cominciato a socializzare anche con gli altri
Al limite lei inconsapevolmente da te a tratti un po' di linfa per accettarsi e osare
 
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