Nel frattempo, io continuo a piangere, mandare curriculum e addirittura a farmi, da sola, quando mai si è sentita una cosa del genere, le scorzette candite al limone con tanto di etichetta photoshoppata sul barattolo sterlizzato: non mi sono mai sentita così priva di equilibrio in tutta la mia vita, e pensare che lei ce lha, e che si è praticamente pulita la coscienza addosso a me, mi fa sentire uno schifo di essere umano, quando dovrebbe essere il contrario. Certe volte mi chiedo che bene mi abbia mai voluto, se un giorn possa rendersi conto, se tutti quei "non ce kla faccio a ricominciare a stare con te" "ti voglio bene" "adesso voglio che tu non soffra" "mi dispiace" siano frasi dette così o ci fosse un minimo di qualcosa dietro. Mi chiedo se sia davvero possibile che uno possa fare le esperienze che vuole fare e a un certo punto guardarsi indietro e pensare "minchia, che mi ero persa"... e poi mi dico che l'antidoto migliore è spingere tutte le domande il più in fondo possibile: se esistono delle ragioni ulteriori al "mi sono stufata" lei mi ha comunque detto no, e l'antidoto migliore è cercare di non pensarci.