eccomi qua

Brunetta

Utente di lunga data
Al ristorante ci si va con gli amici, con la fidanzata, con la tipa di Tinder, con l'amante, con la famiglia, con i genitori, i suoceri, con la squadra di calcetto, per San Valentino, per la festa del papà, per i compleanni, per lavoro e per turismo.
E' solo indice di voglia di socialità.
E ovviamente la presenza nei ristoranti aumenta con la presenza nella società di single e cala con le famiglie numerose.
I ristoranti a Milano sono in aumento e sono sempre pieni (io ho avuto difficoltà un mercoledì sera) e fattorini glovo e deliveree sfrecciano per le strade.
Ci si trova al ristorante per varie ragioni, ma lo si fa perché si sceglie di spendere i soldi per quello. Molti lo fanno per poca voglia o incapacità di cucinare.
Hai ragione che aumenta con i single e con le case piccole, ma è una scelta costosa.
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
Anche noi abbiamo sempre gente per casa e tocca quasi sempre a mio marito sbattersi per i passaggi...il punto non è questo...quello che mi impensierisce è che sento parlare di avere figli dai 40 anni in su' come fosse la normalità...secondo me non lo è...può capitare...ma dovrebbe essere l'eccezione proprio per i limiti fisici che tutti noi abbiamo...se madre natura ha fissato la fertilità entro un certo periodo un motivo c'è...è che oggi abbiamo la presunzione di essere capaci di fare tutto e di poter fare oltre quello che ci sarebbe consentito di fare...sono ragionamenti che a me fanno venire i brividi.
Ci provai tempo fa.
La questione dipende dalle relazioni sempre più precarie.
 

CIRCE74

Utente di lunga data
Ci provai tempo fa.
La questione dipende dalle relazioni sempre più precarie.
certamente...come anche dal ruolo diverso delle donne nella società...mi dispiace molto quando sento parlare mia figlia e le sue coetanee della maternità come fosse un limite all'essere donna...hanno un sacco di progetti e questo mi fa piacere ma il portare avanti questi ultimi lascia la cosa che invece ha un limite temporaneo ben definito fra le ultime cose da fare se avanza del tempo...purtroppo nella vita bisogna fare delle scelte...portare avanti tutto e bene non è possibile...io non mi sento di giudicare ne le donne che decido di farsi una famiglia ne tantomeno quelle che decidono di portarsi avanti la carriera...quello che non mi piace è il ragionare come mettere al mondo un figlio fosse uno scherzo...faccio quello che ho da fare poi con le nuove tecniche resto incinta dopo i quaranta...come se avere un bambino finisse nel momento che questo nasce...noto una certa moda nel forzare madre natura...penso che questo non porterà a niente di buono.
 

Nicky

Utente di lunga data
I 42-43 anni sono un po' il limite per la donna, dopo la fertilità crolla. Perciò, la donna, attenendosi ai limiti fisiologici, ha già una buona linea guida, non ha bisogno di aggiungerne altre.
L'uomo non ha questo limite e, quindi, è una scelta più complessa. Avere figli a sessant'anni può anche essere un desiderio realizzabile per un uomo, ma io avrei paura di non vederlo crescere.
 

danny

Utente di lunga data
Anche noi abbiamo sempre gente per casa e tocca quasi sempre a mio marito sbattersi per i passaggi...il punto non è questo...quello che mi impensierisce è che sento parlare di avere figli dai 40 anni in su' come fosse la normalità...secondo me non lo è...può capitare...ma dovrebbe essere l'eccezione proprio per i limiti fisici che tutti noi abbiamo...se madre natura ha fissato la fertilità entro un certo periodo un motivo c'è...è che oggi abbiamo la presunzione di essere capaci di fare tutto e di poter fare oltre quello che ci sarebbe consentito di fare...sono ragionamenti che a me fanno venire i brividi.
I figli oltre i 40 si facevano anche un tempo, solo che non erano i primi.
Nella famiglia del marito di mia madre erano quelli venuti dopo la decina... Ebbe 13 figli.
Succedeva quindi che ad accudire i figli piccoli ci pensavano i figli, diciamo soprattutto le figlie, già grandi, e il carico era ridistribuito.
La menopausa arriva dopo i 50, quindi, la Natura consente ancora di avere figli.

Non è questo il punto.

E' lo stile di vita che crea problemi.
I comportamenti attuali sono conseguenza proprio dell'aumento dell'età media della popolazione, che è conseguenza dell'aumento della produttività che deriva del progresso tecnologico ma anche del lavoro femminile.
Se io riduco la finestra di fertilità a 35/40 da 20/40, è ovvio che avrò una società dove si fanno meno figli, e avendo meno leve giovani dovrò far lavorare anche le persone più anziane: ormai andare in pensione a 70 anni, garantendo le stesse prestazioni e la stessa produttività di un 30enne, è diventata una cosa normale e presto sarà accettabile lavorare ben oltre, fino a quando le condizioni di salute lo consentiranno.
Se io rendo necessario lo studio e il lavoro anche alle ipotetiche mamme, creerò soggetti esigenti, indipendenti economicamente, condizionati però dalle necessità di un percorso lavorativo adeguato, ovvero persone non libere di decidere quando e come fare figli.
In pratica una donna oggi ha molti più vantaggi e libertà di scelta come donna (giustamente), ma meno come mamma.
I bambini vengono visti come un'area non produttiva della società, puri consumatori.
Ci si è dimenticati di questo, come se la figura della donna venisse quasi svalutata nel divenire mamma.
 

spleen

utente ?
Ma i ristoranti erano e sono pieni a Milano. Ma non è segno di benessere economico, ma solo di incapacità di gestione dei soldi.
Era stupido dedurre economia in crescita da un indicatore.
C'è una parte della società che se li può permettere tutti i we, una parte solo qualche we, una parte che al massimo riesce ad andare qualche volta in pizzeria.
In rapporto agli abitanti i posti disponibili non sono poi tantissimi se ci facciamo caso.
 

danny

Utente di lunga data
certamente...come anche dal ruolo diverso delle donne nella società...mi dispiace molto quando sento parlare mia figlia e le sue coetanee della maternità come fosse un limite all'essere donna...hanno un sacco di progetti e questo mi fa piacere ma il portare avanti questi ultimi lascia la cosa che invece ha un limite temporaneo ben definito fra le ultime cose da fare se avanza del tempo...purtroppo nella vita bisogna fare delle scelte...portare avanti tutto e bene non è possibile...io non mi sento di giudicare ne le donne che decido di farsi una famiglia ne tantomeno quelle che decidono di portarsi avanti la carriera...quello che non mi piace è il ragionare come mettere al mondo un figlio fosse uno scherzo...faccio quello che ho da fare poi con le nuove tecniche resto incinta dopo i quaranta...come se avere un bambino finisse nel momento che questo nasce...noto una certa moda nel forzare madre natura...penso che questo non porterà a niente di buono.
Esatto.
Non è più tra le priorità.
Si crede che le persone oggi godano di più libertà di un tempio, in realtà questa scala di priorità fa capire che non è così.
 

Nicky

Utente di lunga data
certamente...come anche dal ruolo diverso delle donne nella società...mi dispiace molto quando sento parlare mia figlia e le sue coetanee della maternità come fosse un limite all'essere donna...hanno un sacco di progetti e questo mi fa piacere ma il portare avanti questi ultimi lascia la cosa che invece ha un limite temporaneo ben definito fra le ultime cose da fare se avanza del tempo..
Però, sai, io trovo che sia sbagliato pensare che tutto debba essere fatto entro una certa data. Io ho a che fare spesso con persone degli Stati Uniti e lì è abbastanza normale che a quarant'anni una persona si iscriva all'università o faccia un master o trovi un lavoro.
Ecco, secondo me ci sono tante cose per cui l'età è vista come un limite e non lo è (il lavoro, lo studio) e poi si viene spinti a posticipare cose in cui il limite esiste. Lo trovo assurdo.
 

danny

Utente di lunga data
I ristoranti a Milano sono in aumento e sono sempre pieni (io ho avuto difficoltà un mercoledì sera) e fattorini glovo e deliveree sfrecciano per le strade.
Ci si trova al ristorante per varie ragioni, ma lo si fa perché si sceglie di spendere i soldi per quello. Molti lo fanno per poca voglia o incapacità di cucinare.
Hai ragione che aumenta con i sigle e con le case piccole, ma è una scelta costosa.
Certo, se si spende per uscire con una donna o con gli amici, si taglia altrove.
Sono quelle 200 euro mensili: non si comprano più CD, DVD, libri, abiti di qualità, mobili di legno, si risparmia sulla spesa e rientrano.
 

bravagiulia75

Annebbiata lombarda DOCG
Però, sai, io trovo che sia sbagliato pensare che tutto debba essere fatto entro una certa data. Io ho a che fare spesso con persone degli Stati Uniti e lì è abbastanza normale che a quarant'anni una persona si iscriva all'università o faccia un master o trovi un lavoro.
Ecco, secondo me ci sono tante cose per cui l'età è vista come un limite e non lo è (il lavoro, lo studio) e poi si viene spinti a posticipare cose in cui il limite esiste. Lo trovo assurdo.
Nell iscriverti all università o nel cercare lavoro dopo una certa la responsabilità della scelta ricade su di te.
Decidere di mettere al mondo un figlio a 45/47 anni per una donna vuol dire fare ricadere sulla creatura una tua scelta ..
Fare figli non è mica come allevare conigli...
 

Nicky

Utente di lunga data
Nell iscriverti all università o nel cercare lavoro dopo una certa la responsabilità della scelta ricade su di te.
Decidere di mettere al mondo un figlio a 45/47 anni per una donna vuol dire fare ricadere sulla creatura una tua scelta ..
Fare figli non è mica come allevare conigli...
Certo, ma infatti, per me, bisognerebbe valorizzare le potenzialità delle donne anche se mamme.
Se una ragazza sapesse di poter essere considerata in futuro sul lavoro anche se dopo una pausa di qualche anno per mettere al mondo un bambino, magari potrebbe decidere di averlo a venticinque anni, invece che a quaranta, e poi poter riprendere a lavorare.
Non sto parlando di carriera, ma semplicemente di onesto lavoro. Io ho amiche che hanno lasciato il lavoro avendo figli piccoli che non sono mai più riuscite a reinserirsi in nessun modo. E ne avrebbero anche avuto bisogno.
 

danny

Utente di lunga data
Io guardo alla mia situazione...
Io andrò in pensione a 68, 69 anni, quando mia figlia avrà una trentina d'anni.
Sarebbe perfetto, in teoria.
Se non fosse che con il suo percorso universitario probabilmente avrà appena finito gli studi.
Non potrà rimanere incinta i primi anni di lavoro...
Probabilmente arriverà a fare uno, due figli forse dopo i 35...
Io potrei già avere 75 anni.
Il rischio, davvero, è che in tanti casi i nonni siano indisponibili.
A 85 anni, se sarà vivo, avrò da star dietro a una nipote di 10 anni o due nipoti?
Chi baderà a me, a mia moglie?
Quante donne infatti dovranno scegliere tra il fare figli o accudire i genitori anziani?
Assurdo.
 

danny

Utente di lunga data
Certo, ma infatti, per me, bisognerebbe valorizzare le potenzialità delle donne anche se mamme.
Se una ragazza sapesse di poter essere considerata in futuro sul lavoro anche se dopo una pausa di qualche anno per mettere al mondo un bambino, magari potrebbe decidere di averlo a venticinque anni, invece che a quaranta, e poi poter riprendere a lavorare.
Non sto parlando di carriera, ma semplicemente di onesto lavoro. Io ho amiche che hanno lasciato il lavoro avendo figli piccoli che non sono mai più riuscite a reinserirsi in nessun modo. E ne avrebbero anche avuto bisogno.
Esatto.
Ma addirittura dovrebbero esserci facilitazioni anche nei percorsi universitari particolarmente lunghi, come medicina.
 

CIRCE74

Utente di lunga data
Però, sai, io trovo che sia sbagliato pensare che tutto debba essere fatto entro una certa data. Io ho a che fare spesso con persone degli Stati Uniti e lì è abbastanza normale che a quarant'anni una persona si iscriva all'università o faccia un master o trovi un lavoro.
Ecco, secondo me ci sono tante cose per cui l'età è vista come un limite e non lo è (il lavoro, lo studio) e poi si viene spinti a posticipare cose in cui il limite esiste. Lo trovo assurdo.
infatti...viene posticipato il diventare mamma che è l'unica cosa che ha dei limiti temporanei.
 

CIRCE74

Utente di lunga data
Io guardo alla mia situazione...
Io andrò in pensione a 68, 69 anni, quando mia figlia avrà una trentina d'anni.
Sarebbe perfetto, in teoria.
Se non fosse che con il suo percorso universitario probabilmente avrà appena finito gli studi.
Non potrà rimanere incinta i primi anni di lavoro...
Probabilmente arriverà a fare uno, due figli forse dopo i 35...
Io potrei già avere 75 anni.
Il rischio, davvero, è che in tanti casi i nonni siano indisponibili.
A 85 anni, se sarà vivo, avrò da star dietro a una nipote di 10 anni o due nipoti?
Chi baderà a me, a mia moglie?
Quante donne infatti dovranno scegliere tra il fare figli o accudire i genitori anziani?
Assurdo.
stiamo passando un momento di transizione...i ruoli stanno cambiando...è questo il problema che la nostra società deve affrontare.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Anche noi abbiamo sempre gente per casa e tocca quasi sempre a mio marito sbattersi per i passaggi...il punto non è questo...quello che mi impensierisce è che sento parlare di avere figli dai 40 anni in su' come fosse la normalità...secondo me non lo è...può capitare...ma dovrebbe essere l'eccezione proprio per i limiti fisici che tutti noi abbiamo...se madre natura ha fissato la fertilità entro un certo periodo un motivo c'è...è che oggi abbiamo la presunzione di essere capaci di fare tutto e di poter fare oltre quello che ci sarebbe consentito di fare...sono ragionamenti che a me fanno venire i brividi.
Domenica pomeriggio ci siamo visti con una mia amica/collega e suo marito, e finalmente ho avuto modo di conoscere il loro bambino, di un anno e mezzo (non ci vediamo molto spesso, ho visto lei da sola a marzo in occasione della prova scritta del concorso). Il bimbo è nato da fecondazione eterologa, fatta in Spagna. Lei ora ha 48 anni, il marito mio coetaneo. Durante la chiacchierata, mentre lei era impegnata a correre dietro a questo vivacissimo bambino (non è un dettaglio da poco, in questa discussione... :ROFLMAO: ) ho chiesto al marito se avessero intenzione di provare ad averne un altro. Lei ne aveva già parlato favorevolmente appena avuto questo, perciò mi sono permessa. La risposta di lui è stata molto lucida, semplice ma concreta. "Siamo grandi, la realtà va considerata e pesata per com'è, è già dura con lui, a parte affetto grandissimo, a parte tutto. È vero, lei (la moglie) si fa i suoi castelli, ma poi devi fare i conti con tante cose".
 

Brunetta

Utente di lunga data
certamente...come anche dal ruolo diverso delle donne nella società...mi dispiace molto quando sento parlare mia figlia e le sue coetanee della maternità come fosse un limite all'essere donna...hanno un sacco di progetti e questo mi fa piacere ma il portare avanti questi ultimi lascia la cosa che invece ha un limite temporaneo ben definito fra le ultime cose da fare se avanza del tempo...purtroppo nella vita bisogna fare delle scelte...portare avanti tutto e bene non è possibile...io non mi sento di giudicare ne le donne che decido di farsi una famiglia ne tantomeno quelle che decidono di portarsi avanti la carriera...quello che non mi piace è il ragionare come mettere al mondo un figlio fosse uno scherzo...faccio quello che ho da fare poi con le nuove tecniche resto incinta dopo i quaranta...come se avere un bambino finisse nel momento che questo nasce...noto una certa moda nel forzare madre natura...penso che questo non porterà a niente di buono.
Ma i ragazzi come sono? Mica si fanno da sole! Ci si arriverà.

C'è una parte della società che se li può permettere tutti i we, una parte solo qualche we, una parte che al massimo riesce ad andare qualche volta in pizzeria.
In rapporto agli abitanti i posti disponibili non sono poi tantissimi se ci facciamo caso.
Io vedo Milano. Negli anni i ristoranti si sono moltiplicati e sono tutti pieni sempre.
Altrove sarà diverso.
Quindi se ne può dedurre che a Milano chi se lo può permettere (nonostante tutte ke critiche di città carissima) sono davvero tanti e non solo a pranzo, che è una necessità. Mia figlia però si porta la schiscetta da casa.

Certo, se si spende per uscire con una donna o con gli amici, si taglia altrove.
Sono quelle 200 euro mensili: non si comprano più CD, DVD, libri, abiti di qualità, mobili di legno, si risparmia sulla spesa e rientrano.
Per questo l’indicatore dei ristoranti pieni, citato da Berlusconi, non era significativo.
Ma non è significativo anche confrontarsi con il passato e definirsi poveri, con consumi totalmente diversi.
A volte si confonde la osservazione dei dati con un giudizio di buona o cattiva vita.
 

CIRCE74

Utente di lunga data
Ma i ragazzi come sono? Mica si fanno da sole! Ci si arriverà.
altro tasto dolente...non le vedo proiettate in una coppia...i rapporti se vanno bene altrimenti si sta da sole...non ci sono problemi e comunque non è la priorità avere un compagno...hanno una visione del futuro molto individualista...si fanno da sole e vivono da sole...non sarebbe male come cosa se non che' i figli si fanno e crescono preferibilmente in due.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Però, sai, io trovo che sia sbagliato pensare che tutto debba essere fatto entro una certa data. Io ho a che fare spesso con persone degli Stati Uniti e lì è abbastanza normale che a quarant'anni una persona si iscriva all'università o faccia un master o trovi un lavoro.
Ecco, secondo me ci sono tante cose per cui l'età è vista come un limite e non lo è (il lavoro, lo studio) e poi si viene spinti a posticipare cose in cui il limite esiste. Lo trovo assurdo.
Però siamo mammiferi e la natura ha stabilito i sessi e i limiti fisici dati dal tempo.
Culturalmente siamo spinti a una onnipotenza che vada oltre i dati naturali, ma è una forma di delirio diffuso. Quando tanti delirano si danno ragione tra loro, come nelle barzellette in cui il matto in manicomio che si credeva Napoleone discuteva con quello che si credeva Nelson.

Certo, ma infatti, per me, bisognerebbe valorizzare le potenzialità delle donne anche se mamme.
Se una ragazza sapesse di poter essere considerata in futuro sul lavoro anche se dopo una pausa di qualche anno per mettere al mondo un bambino, magari potrebbe decidere di averlo a venticinque anni, invece che a quaranta, e poi poter riprendere a lavorare.
Non sto parlando di carriera, ma semplicemente di onesto lavoro. Io ho amiche che hanno lasciato il lavoro avendo figli piccoli che non sono mai più riuscite a reinserirsi in nessun modo. E ne avrebbero anche avuto bisogno.
Questo attiene ai diritti dei lavoratori e della lavoratrici.

altro tasto dolente...non le vedo proiettate in una coppia...i rapporti se vanno bene altrimenti si sta da sole...non ci sono problemi e comunque non è la priorità avere un compagno...hanno una visione del futuro molto individualista...si fanno da sole e vivono da sole...non sarebbe male come cosa se non che' i figli si fanno e crescono preferibilmente in due.
Ma le ragazze almeno dicono “in futuro…” i ragazzi no.
 

danny

Utente di lunga data
Per questo l’indicatore dei ristoranti pieni, citato da Berlusconi, non era significativo.
Ma non è significativo anche confrontarsi con il passato e definirsi poveri, con consumi totalmente diversi.
A volte si confonde la osservazione dei dati con un giudizio di buona o cattiva vita.
Ci sono dei parametri essenziali per definire l'indice di povertà relativa.
L'indice è calcolato sulla base di beni di cui non si può fare a meno.
"SI definisce povera una famiglia di due componenti con una spesa per consumi inferiore o pari alla spesa media per consumi pro-capite che è stata stabilita a 1.150 euro medi nel 2022, come soglia unica nazionale".
Tale parametro va rapportato all'età, regione e comune di residenza.
A Milano è di 1175 euro.
 
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