educazione dei figlioli

Gaia

Utente di lunga data
Se non sono troppo indiscreta, puoi dare un esempio di un episodio che ti ha segnata ?
Ad esempio a me non era consentito piangere.
Se lo facevo mi si diceva che oltre al problema avrei avuto poi gli occhi rossi.
E così io non piangevo. E non piango.
Ora, e’ un errore questo fatto sicuramente in buona fede, ma certo ha lasciato strascichi.
non come se mi avessero detto che ero un’incapace. Questo no. Questo non è mai successo.
Ma altri ne sono stati fatti e certo tutti i genitori ne commettono. Per questo si deve fare attenzione a quello che si può attenzionare.
Per il resto è vero che i figli poi perdonano, ma non dimenticano.
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
Quando piangevo io ( e c’è stato un periodo che piangevo per qualsiasi cosa), mi veniva detto in ordine sparso
Piangi piangi che ti vengono gli occhi belli/ti si allargano i polmoni oppure “riderai quando ti sposi”

Comunque fare figli non è obbligatorio
E chi non li vuole fa bene a non farli e a chi non vengono un motivo da qualche parte c’è
Poi i genitori sono persone come le altre
È molto buffo come giustifichiamo sempre noi stessi perché “eh si sbaglia” ma poi non si abbia questa indulgenza per gli altri e si accusino poi di problemi vari
Si fa quel che si può con quello che si ha
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ad esempio a me non era consentito piangere.
Se lo facevo mi si diceva che oltre al problema avrei avuto poi gli occhi rossi.
E così io non piangevo. E non piango.
Ora, e’ un errore questo fatto sicuramente in buona fede, ma certo ha lasciato strascichi.
non come se mi avessero detto che ero un’incapace. Questo no. Questo non è mai successo.
Ma altri ne sono stati fatti e certo tutti i genitori ne commettono. Per questo si deve fare attenzione a quello che si può attenzionare.
Per il resto è vero che i figli poi perdonano, ma non dimenticano.
L’esortazione a non piangere è uno dei segni di incapacità degli adulti di accogliere e contenere il dolore, la rabbia o la tristezza dei bambini. Si chiede di eliminare il segno esterno, le lacrime, per non conoscere la motivazione.
Poi non è che l’abitudine attuale, di apparente riconoscimento delle emozioni, sia migliore, visto che fa carico al bambino non solo di gestire l’emozione negativa, ma anche di razionalizzare.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Quando piangevo io ( e c’è stato un periodo che piangevo per qualsiasi cosa), mi veniva detto in ordine sparso
Piangi piangi che ti vengono gli occhi belli/ti si allargano i polmoni oppure “riderai quando ti sposi”

Comunque fare figli non è obbligatorio
E chi non li vuole fa bene a non farli e a chi non vengono un motivo da qualche parte c’è
Poi i genitori sono persone come le altre
È molto buffo come giustifichiamo sempre noi stessi perché “eh si sbaglia” ma poi non si abbia questa indulgenza per gli altri e si accusino poi di problemi vari
Si fa quel che si può con quello che si ha
I bambini piangono spesso, proprio perché non sanno gestire emozioni e frustrazioni, bisogna a volte ridimensionare la paura di un danno fisico. A volte basta vedere un accenno di sangue, perché un bambino pensi a una cosa grave. O per contenere una frustrazione.
Rispondere allo stesso modo solo per la destabilizzazione del bambino, che destabilizza l’adulto, qualsiasi sia il motivo, lascia un senso di solitudine.
Alcuni bambini hanno un carattere che li porta a diventare più “resilienti“, altri rumineranno rancore per il senso di abbandono nelle situazioni difficili.
 

Rebecca89

Sentire libera
L’esortazione a non piangere è uno dei segni di incapacità degli adulti di accogliere e contenere il dolore, la rabbia o la tristezza dei bambini. Si chiede di eliminare il segno esterno, le lacrime, per non conoscere la motivazione.
Poi non è che l’abitudine attuale, di apparente riconoscimento delle emozioni, sia migliore, visto che fa carico al bambino non solo di gestire l’emozione negativa, ma anche di razionalizzare.
Io lo trovo tremendo dire a un bambino che non si piange, per nulla. Non parlo dei capricci. Parlo proprio del pianto come esternazione delle emozioni.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io lo trovo tremendo dire a un bambino che non si piange, per nulla. Non parlo dei capricci. Parlo proprio del pianto come esternazione delle emozioni.
Oltretutto non riesce a non piangere, se non con uno sforzo auto repressivo enorme.
Però ci sono bambini che simulano il pianto o scene violente perché è così che hanno imparato a comunicare efficacemente.
Immagino anche la comunicazione tra i genitori 🤦🏻‍♀️
 

The Reverend

Utente di lunga data
Ad esempio a me non era consentito piangere.
Se lo facevo mi si diceva che oltre al problema avrei avuto poi gli occhi rossi.
E così io non piangevo. E non piango.
Ora, e’ un errore questo fatto sicuramente in buona fede, ma certo ha lasciato strascichi.
non come se mi avessero detto che ero un’incapace. Questo no. Questo non è mai successo.
Ma altri ne sono stati fatti e certo tutti i genitori ne commettono. Per questo si deve fare attenzione a quello che si può attenzionare.
Per il resto è vero che i figli poi perdonano, ma non dimenticano.
Idem.
Siamo stati tirati su nel non dovere dimostrare emozioni davanti a nostro padre.
Difatti anche ora a distanza di anni anche se mi commuovo (già difficile quello) non piango mai
 

Rebecca89

Sentire libera
Oltretutto non riesce a non piangere, se non con uno sforzo auto repressivo enorme.
Però ci sono bambini che simulano il pianto o scene violente perché è così che hanno imparato a comunicare efficacemente.
Immagino anche la comunicazione tra i genitori 🤦🏻‍♀️
Si certo. Per questo ho specificato sulle proprie emozioni, non su sceneggiate o capricci. Credo, io, che in qualche modo ingabbi le proprie emozioni. E nel tempo rende non empatici agli occhi degli altri ...non mi piace proprio. Non è uno sprono di forza educativo secondo me. Ma un soffocamento nel mostrare quello che si sente.
 

Lara3

Utente di lunga data
Ad esempio a me non era consentito piangere.
Se lo facevo mi si diceva che oltre al problema avrei avuto poi gli occhi rossi.
E così io non piangevo. E non piango.
Ora, e’ un errore questo fatto sicuramente in buona fede, ma certo ha lasciato strascichi.
non come se mi avessero detto che ero un’incapace. Questo no. Questo non è mai successo.
Ma altri ne sono stati fatti e certo tutti i genitori ne commettono. Per questo si deve fare attenzione a quello che si può attenzionare.
Per il resto è vero che i figli poi perdonano, ma non dimenticano.
Gaia, secondo me si tratta più dell’ ignoranza della psicologia infantile e schemi familiari riprodotti, piuttosto che cattiva fede. A me per esempio vietavano di bere acqua ai pasti. Pensavano che bevendo l’acqua sarei diventata sazia senza finire il pasto. Ho sempre considerato questo come ignoranza. La stessa cosa l’uso delle creme solari e ombrellone o altro e stare al sole dalle 10 alle 16 senza nessuna protezione. E senza comprare da bere perché costava, bisogna bere a casa. Ignoranza e tirchieria, anche se le possibilità economiche le avevano, prestavano soldi ad altri senza interessi, in amicizia e sono pure rimasti fregati.
Su di me, sulla mia salute hanno avuto un impatto notevole, ho pure la pelle e occhi chiari. Forse cattiveria è non avermi mai preso qualcosa da bere d’estate e neanche un gelato : il primo perché la disidratazione è una cosa seria, il secondo perché si sa: tutti i bambini adorano il gelato.
Disinteresse è essere cresciuta senza mai ricevere una minima paghetta finché ho iniziato a lavorare a 18 anni, non aver mai ricevuto un regalo di compleanno… ricordo bene un ritorno a casa fra la neve nel giorno del mio compleanno e che pensavo : è il mio compleanno e come sempre non riceverò nessun regalo, non ci sarà nessuna torta. Ricordo la tristezza di quella bambina di elementari, ma anche la rassegnazione.
Questa cosa non credo sia ignoranza, ma crudeltà.
 

Gaia

Utente di lunga data
Idem.
Siamo stati tirati su nel non dovere dimostrare emozioni davanti a nostro padre.
Difatti anche ora a distanza di anni anche se mi commuovo (già difficile quello) non piango mai
A me dicevano che mostrare le mie emozioni avrebbe prestato il fianco a chi mi voleva male.
Mi dicevano che e’ meglio essere invidiati che compatiti e che se ti fai vedere debole gli altri ne approfittano.
E’ anche vero in un certo senso.
Ma sinceramente io oggi non soffrirei di stomaco se avessi imparato a gestire le emozioni.
Se mi fai un torto per dire. Io mica mi arrabbio. Io ti sotterro con l’indifferenza e aspetto il momento che torni perché così sconti tutto con gli interessi.
Sono tutte proiezioni di un’educazione che ci voleva forti (in senso errato).
Oggi, sono migliorata grazie a marito ma resta una durezza di fondo.
 

gvl

Utente di lunga data
Io lo trovo tremendo dire a un bambino che non si piange, per nulla. Non parlo dei capricci. Parlo proprio del pianto come esternazione delle emozioni.
Mio padre mi diceva: un uomo non piange.
Ho letto un po' in modo sparso. I genitori di un tempo avevano un criterio molto diverso da quello odierno e pur senza esagerare qualche scapaccione lo ho preso. Giusto o sbagliato siamo sopravvissuti. Quello che mi pesava invece era il continuo denigrarmi specialmente di fronte a parenti. Questo succedeva spesso e mi ha portato ad insicurezze che ho faticato per dominarle.
 

Gaia

Utente di lunga data
Gaia, secondo me si tratta più dell’ ignoranza della psicologia infantile e schemi familiari riprodotti, piuttosto che cattiva fede. A me per esempio vietavano di bere acqua ai pasti. Pensavano che bevendo l’acqua sarei diventata sazia senza finire il pasto. Ho sempre considerato questo come ignoranza. La stessa cosa l’uso delle creme solari e ombrellone o altro e stare al sole dalle 10 alle 16 senza nessuna protezione. E senza comprare da bere perché costava, bisogna bere a casa. Ignoranza e tirchieria, anche se le possibilità economiche le avevano, prestavano soldi ad altri senza interessi, in amicizia e sono pure rimasti fregati.
Su di me, sulla mia salute hanno avuto un impatto notevole, ho pure la pelle e occhi chiari. Forse cattiveria è non avermi mai preso qualcosa da bere d’estate e neanche un gelato : il primo perché la disidratazione è una cosa seria, il secondo perché si sa: tutti i bambini adorano il gelato.
Disinteresse è essere cresciuta senza mai ricevere una minima paghetta finché ho iniziato a lavorare a 18 anni, non aver mai ricevuto un regalo di compleanno… ricordo bene un ritorno a casa fra la neve nel giorno del mio compleanno e che pensavo : è il mio compleanno e come sempre non riceverò nessun regalo, non ci sarà nessuna torta. Ricordo la tristezza di quella bambina di elementari, ma anche la rassegnazione.
Questa cosa non credo sia ignoranza, ma crudeltà.
Ma infatti nel mio caso sono stati perdonati perché è chiaro che pensavano di fare bene.
Però dire a un figlio andicappato do prima categoria non è possibile che sia inteso in bene.
E’ uno sfogo che non si deve fare.
 

Gaia

Utente di lunga data
Mio padre mi diceva: un uomo non piange.
Ho letto un po' in modo sparso. I genitori di un tempo avevano un criterio molto diverso da quello odierno e pur senza esagerare qualche scapaccione lo ho preso. Giusto o sbagliato siamo sopravvissuti. Quello che mi pesava invece era il continuo denigrarmi specialmente di fronte a parenti. Questo succedeva spesso e mi ha portato ad insicurezze che ho faticato per dominarle.
Che è quello da cui è partita sta discussione.
Certe umiliazioni ti restano dentro e non esiste che un genitore non sappia contenersi.
Meglio uno schiaffo che certe parole.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Si certo. Per questo ho specificato sulle proprie emozioni, non su sceneggiate o capricci. Credo, io, che in qualche modo ingabbi le proprie emozioni. E nel tempo rende non empatici agli occhi degli altri ...non mi piace proprio. Non è uno sprono di forza educativo secondo me. Ma un soffocamento nel mostrare quello che si sente.
Non mostrare, senza avere strumenti per affrontare ciò che ha creato destabilizzazione.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Gaia, secondo me si tratta più dell’ ignoranza della psicologia infantile e schemi familiari riprodotti, piuttosto che cattiva fede. A me per esempio vietavano di bere acqua ai pasti. Pensavano che bevendo l’acqua sarei diventata sazia senza finire il pasto. Ho sempre considerato questo come ignoranza. La stessa cosa l’uso delle creme solari e ombrellone o altro e stare al sole dalle 10 alle 16 senza nessuna protezione. E senza comprare da bere perché costava, bisogna bere a casa. Ignoranza e tirchieria, anche se le possibilità economiche le avevano, prestavano soldi ad altri senza interessi, in amicizia e sono pure rimasti fregati.
Su di me, sulla mia salute hanno avuto un impatto notevole, ho pure la pelle e occhi chiari. Forse cattiveria è non avermi mai preso qualcosa da bere d’estate e neanche un gelato : il primo perché la disidratazione è una cosa seria, il secondo perché si sa: tutti i bambini adorano il gelato.
Disinteresse è essere cresciuta senza mai ricevere una minima paghetta finché ho iniziato a lavorare a 18 anni, non aver mai ricevuto un regalo di compleanno… ricordo bene un ritorno a casa fra la neve nel giorno del mio compleanno e che pensavo : è il mio compleanno e come sempre non riceverò nessun regalo, non ci sarà nessuna torta. Ricordo la tristezza di quella bambina di elementari, ma anche la rassegnazione.
Questa cosa non credo sia ignoranza, ma crudeltà.
Educazione siberiana.
 

gvl

Utente di lunga data
Che è quello da cui è partita sta discussione.
Certe umiliazioni ti restano dentro e non esiste che un genitore non sappia contenersi.
Meglio uno schiaffo che certe parole.
Devo darti ragione. Le ho dominate ma sono sempre lì e devo sempre dominarle.
 

Gaia

Utente di lunga data
Nel lavoro la faccia da poker pero mi aiuta.
Io non mostrare mai un’emozione mi rende una tela vuota per chi guarda.
E va bene così.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ho messo 😍 a quasi tutti, corrisponde a un abbraccio a quei bambini che quando erano in difficoltà non sono stati abbracciati.
 

Gaia

Utente di lunga data
Devo darti ragione. Le ho dominate ma sono sempre lì e devo sempre dominarle.
Infatti il punto non è non sbagliare, ma addirittura difendere certi atteggiamenti nascondendosi dietro a ‘tu non hai figli, non puoi capire’ fa molto sorridere.
Io non ho figli e non capisco, ma chi li ha e li tratta così non ha capito un cazzo manco lui.
 
Top