educazione dei figlioli

Rebecca89

Sentire libera
Ma infatti nel mio caso sono stati perdonati perché è chiaro che pensavano di fare bene.
Però dire a un figlio andicappato do prima categoria non è possibile che sia inteso in bene.
E’ uno sfogo che non si deve fare.
Mah oddio.
Per me è pure peggio. La parola la senti e segna. Il fatto imposto ti cambia. Se tua madre in uno sfogo ti dice deficiente magari è pure sbagliato. Se mi inculchi in testa come si reagisce a una cosa io cresco così. A parere mio è proprio peggio.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Nel lavoro la faccia da poker pero mi aiuta.
Io non mostrare mai un’emozione mi rende una tela vuota per chi guarda.
E va bene così.
Va bene se è un ruolo, proprio come quando appunto si gioca a poker, ma non va bene se porta all’ulcera, segno di rivolgere verso se stessi la rabbia che non si è in grado di esprimere.
 

Rebecca89

Sentire libera
Va bene se è un ruolo, proprio come quando appunto si gioca a poker, ma non va bene se porta all’ulcera, segno di rivolgere verso se stessi la rabbia che non si è in grado di esprimere.
Però allora anche la bambina può far credere di essere scema rendendo invece più acuta la furbizia. No?
 

Gaia

Utente di lunga data
Mah oddio.
Per me è pure peggio. La parola la senti e segna. Il fatto imposto ti cambia. Se tua madre in uno sfogo ti dice deficiente magari è pure sbagliato. Se mi inculchi in testa come si reagisce a una cosa io cresco così. A parere mio è proprio peggio.
Ma lì però non puoi farci niente. Stai educando come credi che si educhi. E qui è la difficoltà secondo me di essere genitore.
Offendere e’ un fatto diverso. E’ una cosa che puoi governare e che non puoi giustificare con lo stress. Li hai i figli e sai che sono una bicicletta faticosa. E comunque anche offendere segna come ha detto @gvl
 

Rebecca89

Sentire libera
Ma lì però non puoi farci niente. Stai educando come credi che si educhi. E qui è la difficoltà secondo me di essere genitore.
Offendere e’ un fatto diverso. E’ una cosa che puoi governare e che non puoi giustificare con lo stress. Li hai i figli e sai che sono una bicicletta faticosa. E comunque anche offendere segna come ha detto @gvl
No, non sono d accordo in nessuno dei due casi proprio. Nel senso che per me sono offensive le parole e gravissimi i fatti in entrambi i modi. Cosa mia eh.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Infatti il punto non è non sbagliare, ma addirittura difendere certi atteggiamenti nascondendosi dietro a ‘tu non hai figli, non puoi capire’ fa molto sorridere.
Io non ho figli e non capisco, ma chi li ha e li tratta così non ha capito un cazzo manco lui.
Tra l’altro è ipotizzabile e intuibile che chi non si è sentito di avere figli, ha scelto di evitare di scaricare su degli altri bambini le frustrazioni subite.
Forse tra le motivazioni per il calo delle nascite, questo è un buon motivo e probabilmente diffuso per una generazione di genitori, diventati tali in una fase culturale di passaggio.
Questo è ben mostrato in L’amica geniale, per chi ha letto i libri o visto la serie.
Le due amiche, cresciute in un ambiente disagiato da tutti i punti di vista e bambine abusate, da mamme avevano ancora troppi bisogni loro per poter stare in ascolto dei figli. Quei figli sono quelli che ora dovrebbero diventare genitori. Se ne guardano bene.
 

gvl

Utente di lunga data
Infatti il punto non è non sbagliare, ma addirittura difendere certi atteggiamenti nascondendosi dietro a ‘tu non hai figli, non puoi capire’ fa molto sorridere.
Io non ho figli e non capisco, ma chi li ha e li tratta così non ha capito un cazzo manco lui.
Non li ho nemmeno io e infatti parlo con le competenze di un figlio.
 

gvl

Utente di lunga data
Ma lì però non puoi farci niente. Stai educando come credi che si educhi. E qui è la difficoltà secondo me di essere genitore.
Offendere e’ un fatto diverso. E’ una cosa che puoi governare e che non puoi giustificare con lo stress. Li hai i figli e sai che sono una bicicletta faticosa. E comunque anche offendere segna come ha detto @gvl
Se continuato nel tempo buca come la goccia sul sasso.
 

Brunetta

Utente di lunga data
No, non sono d accordo in nessuno dei due casi proprio. Nel senso che per me sono offensive le parole e gravissimi i fatti in entrambi i modi. Cosa mia eh.
Le parole sono più o meno gravi in contesti comunicativi diversi.
In un contesto in cui le parolacce sono usate con disinvoltura, vengono meno notate.
Ho già raccontato di quella mamma di un mio alunno che aveva perso quello di due anni fuori dalla scuola. Due anni! Chi avrebbe dovuto averne cura?
Quella mamma, cercando il piccolo, sotto lo sguardo e le orecchie di tutti, compresi il figlio di 7 anni, urlava “Dove è andato quel bastardo figlio di puttana?!”
Noi insegnanti tra noi l’abbiamo messa sul ridere (dopo che le era stato riportato il bambino che era andato alla fontanella dei giardinetti davanti) dicendoci che non avevamo elementi per dire che non era bastardo e che la mamma non fosse una puttana.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Però allora anche la bambina può far credere di essere scema rendendo invece più acuta la furbizia. No?
No.
Un bambino non è proprio in grado di concepire una strategia, per il funzionamento mentale infantile.
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
I bambini piangono spesso, proprio perché non sanno gestire emozioni e frustrazioni, bisogna a volte ridimensionare la paura di un danno fisico. A volte basta vedere un accenno di sangue, perché un bambino pensi a una cosa grave. O per contenere una frustrazione.
Rispondere allo stesso modo solo per la destabilizzazione del bambino, che destabilizza l’adulto, qualsiasi sia il motivo, lascia un senso di solitudine.
Alcuni bambini hanno un carattere che li porta a diventare più “resilienti“, altri rumineranno rancore per il senso di abbandono nelle situazioni difficili.
Io intorno ai 4 anni piangevo anche se mi guardavi un po’ di più, all’inizio si erano preoccupati poi vedendo che non c’era davvero motivo di piangere
Mi lasciavano fare, piano piano ho smesso da sola
Ma io sono sempre stata una che alla fine ha sempre fatto quello che le pareva e non mi sono quasi mai fatta condizionare dagli altri
 

gvl

Utente di lunga data
Ma lì però non puoi farci niente. Stai educando come credi che si educhi. E qui è la difficoltà secondo me di essere genitore.
Offendere e’ un fatto diverso. E’ una cosa che puoi governare e che non puoi giustificare con lo stress. Li hai i figli e sai che sono una bicicletta faticosa. E comunque anche offendere segna come ha detto @gvl
In pratica mi facevano sentire inadeguato e sempre sbagliato. Non facevo mai nulla di giusto. Tutt' oggi non capisco questo "sparlare" che era di mia madre contro di me. Facevo le stesse cose che facevano gli altri bambini e poi i miei fratelli minori in seguito.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io intorno ai 4 anni piangevo anche se mi guardavi un po’ di più, all’inizio si erano preoccupati poi vedendo che non c’era davvero motivo di piangere
Mi lasciavano fare, piano piano ho smesso da sola
Ma io sono sempre stata una che alla fine ha sempre fatto quello che le pareva e non mi sono quasi mai fatta condizionare dagli altri
Adesso hai ipotesi sul perché piangevi?
 

Brunetta

Utente di lunga data
In pratica mi facevano sentire inadeguato e sempre sbagliato. Non facevi mai nulla di giusto. Tutt' oggi non capisco questo "sparlare" che era di mia madre contro di me. Facevo le stesse cose che facevano gli altri bambini e poi i miei fratelli minori in seguito.
Si sentiva giudicata come cattiva madre per il tuo comportamento.
Si giustificava attribuendo il tuo comportamento a una tua indole incontrollabile.
 
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gvl

Utente di lunga data
Si sentiva giudicata come cattiva madre per il tuo comportamento.
Si giustificava attribuendo il tuo comportamento a una tua indole incontrollabile.
È possibile. Ero bambino e poi ragazzino. Ricordo con fastidio le riunioni familiari perché non appena ci si sedeva subito iniziava ad elencare le mie "malefatte" e lì tutti i commenti dei parenti e risate di sfottò
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
Tra l’altro è ipotizzabile e intuibile che chi non si è sentito di avere figli, ha scelto di evitare di scaricare su degli altri bambini le frustrazioni subite.
Forse tra le motivazioni per il calo delle nascite, questo è un buon motivo e probabilmente diffuso per una generazione di genitori, diventati tali in una fase culturale di passaggio.
Questo è ben mostrato in L’amica geniale, per chi ha letto i libri o visto la serie.
Le due amiche, cresciute in un ambiente disagiato da tutti i punti di vista e bambine abusate, da mamme avevano ancora troppi bisogni loro per poter stare in ascolto dei figli. Quei figli sono quelli che ora dovrebbero diventare genitori. Se ne guardano bene.
Però non è vero neanche questo
Io ho un’amica che praticamente è cresciuta da sola, perché ha una mamma ludopatia e un parte debole, ha iniziato ad andare a lavorare dallo zio a 14 anni appena ha preso il motorino (darle il motorino equivaleva a “almeno non ti devo scarrozzare)
Ha una figlia che ha quasi 11 anni, è una madre bravissima e lei e la figlia hanno un rapporto bellissimo.
il padre della bambina cresciuto in una famiglia agiata e sempre ben “custodito” è un narcisista manipolatore della peggio specie che della figlia si è sempre disinteressato
 

Gaia

Utente di lunga data
Tra l’altro è ipotizzabile e intuibile che chi non si è sentito di avere figli, ha scelto di evitare di scaricare su degli altri bambini le frustrazioni subite.
Forse tra le motivazioni per il calo delle nascite, questo è un buon motivo e probabilmente diffuso per una generazione di genitori, diventati tali in una fase culturale di passaggio.
Questo è ben mostrato in L’amica geniale, per chi ha letto i libri o visto la serie.
Le due amiche, cresciute in un ambiente disagiato da tutti i punti di vista e bambine abusate, da mamme avevano ancora troppi bisogni loro per poter stare in ascolto dei figli. Quei figli sono quelli che ora dovrebbero diventare genitori. Se ne guardano bene.
Ho sempre detto che se fossi diventata madre sarei stata molto rigida.
Non conosco altro modo di educare e guidare.
Anche coi miei ragazzi sono un capo duro.
Spesso apprezzato dopo anni.
Non mi lamento di chi sono diventata oggi. Nel bene e nel male sono una persona equilibrata.
E non sono facile da buttare giù.
Spero che i miei ragazzi a forza di riconoscimenti (e ne do tanti anche pubblico) e di frustate (metaforiche) imparino a non farsi buttare giù.
Credo che il ruolo degli adulti sia consegnare al mondo delle persone equilibrate e i gradi di essere felici, ma soprattutto in grado di riconoscerla la felicità quando gli passa vicino.

Ps. Se senti i miei mi dicono che con noi sono stati assai meno rigidi di come erano stati i loro genitori.
 

Brunetta

Utente di lunga data
È possibile. Ero bambino e poi ragazzino. Ricordo con fastidio le riunioni familiari perché non appena ci si sedeva subito iniziava ad elencare le mie "malefatte" e lì tutti i commenti dei parenti e risate di sfottò
È come nel caso che ho raccontato.
Quella mamma aveva disconosciuto “bastardo e figlio di puttana” quel bimbo che, per la sua vivacità e l’incapacità di lei di sorvegliarlo, l’aveva mostrata inadeguata di fronte al quartiere.
Le parole sono più o meno gravi in contesti comunicativi diversi.
In un contesto in cui le parolacce sono usate con disinvoltura, vengono meno notate.
Ho già raccontato di quella mamma di un mio alunno che aveva perso quello di due anni fuori dalla scuola. Due anni! Chi avrebbe dovuto averne cura?
Quella mamma, cercando il piccolo, sotto lo sguardo e le orecchie di tutti, compresi il figlio di 7 anni, urlava “Dove è andato quel bastardo figlio di puttana?!”
Noi insegnanti tra noi l’abbiamo messa sul ridere (dopo che le era stato riportato il bambino che era andato alla fontanella dei giardinetti davanti) dicendoci che non avevamo elementi per dire che non era bastardo e che la mamma non fosse una puttana.
 
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