Brunetta
Utente di lunga data
Verissimo.Si, anche se la comunicazione mediata da un supporto tecnologico è un po' diversa.
Ma è che, banalmente, sono pochi. Pochi in casa, dove a volte non hanno fratelli, pochi in strada, nei parchi, a giocare senza genitori, come facevamo noi.
Ora vanno ai corsi, dove c'è sempre un adulto di riferimento, sono meno liberi. E quindi, come è normale, più protetti e meno autonomi.
Ma la cosa che ho richiamato alla attenzione riguarda bambini piccoli.
Certo che poi la scuola e l’interazione con gli insegnanti e coetanei può in parte far recuperare la carenza iniziale.
Ci sono sempre state famiglie in cui non si parlava o si parlava poco, tra le classi inferiori, dove il linguaggio era molto limitato, e tra quelle superiori, in cui il rapporto con i bambini era considerato poco interessante. Ma forse nell’800, forse.
Ma la differenza di interazioni tra prima e dopo si riferisce a pochi anni fa. Si parla di quando gli adulti erano costretti a parlare con i figli perché non avevano scelta.
L’altra sera hanno trasmesso un bel documentario RAI su alcune mamme dopo che erano tornate a case con i neonati.
Prevalentemente era incentrato sul vissuto e la fatica delle mamme. Ma erano evidenti le diversità di comunicazione.
Io mi riferisco a situazioni pubbliche.
I nove mesi dopo
Il documentario dà voce alla sofferenza che tante mamme vivono nei nove mesi del dopo parto...
docacasa.it