Sisma di 6.0 con epicentro nel Reatino: in molti ancora sotto le macerie. Il sindaco di Amatrice: "Il Paese non c'è più"
Chiara Sarra - Mer, 24/08/2016 - 14:59
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La terra trema ancora da Rimini a Napoli. Un sisma di magnitudo 6.0 e una profondità di 4 km e con epicentro ad Accumoli (Rieti), ha scosso tutto il Centro Italia alle 3.36 della scorsa notte. Poi uno sciame sismico, che continua a far paura e a rendere difficoltosi i soccorsi.
L'ultima, forte, scossa è stata registrata ad Arquata del Tronto poco dopo le 14: aveva una magnitudo di 4,9.
Ancora una volta dopo il terremoto de L'Aquila e quello dell'Emilia si torna a morire di terremoto. Molti - tra cui diversi bambini - sono ancora bloccati sotto le macerie. I comuni più colpiti sono Amatrice, Accumuli e Posta, nel reatino, e Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. Sono 63 al momento le vittime. Diciassette sono i deceduti nella zona di Arquata, altri 7 ad Accumoli e altri 37 Amatrice. "Ma ci sono ancora tante persone sotto le macerie, tanti dispersi - precisano i soccorritori - e purtroppo questi numeri potrebbero cambiare".
"Qui è un dramma vero, sono nel mezzo di un paese che non c'è più", dice disperato Sergio Pirozzi, il sindaco di Amatrice (Rieti), "Ci sono stati crolli. La popolazione è in strada e stiamo portando tutti verso la zona di evacuazione, quella dei campi sportivi. Siamo senza luce ci sono anche problemi sulle vie di accesso al paese". Stessa situazione a Illica, frazione di Accumoli. "Illica non c'è più", racconta su Facebook Sabrina Fantauzzi, giornalista romana in vacanza, "Eravamo circa 300 persone, tutti romani, in villeggiatura. Siamo rimasti in 30. Ancora nessuno è venuto a soccorrerci". Poi, dopo un'oretta dalla scossa ha aggiunto: "Ci sono 4 soccorritori, prendono feriti ma non stanno intervenendo sulle case distrutte con dentro gente morente".
La Protezione civile ha diffuso i numeri da chiamare in caso di emergenza: contact center della Protezione civile nazionale: 800840840; sala operativa della protezione civile Lazio: 803555. Lanciato anche l'appello a donare il sangue: l'Avis provinciale di Rieti invita a recarsi all'ospedale San Camillo de Lellis della città.
"Si è trattato di un terremoto di magnitudo importante, che ha prodotto uno scuotimento rilevante, di valore paragonabile a quello dell'Aquila", ha detto il capo del dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, "L'Aquila è un capoluogo di regione, qui la popolazione è più diffusa quindi è possibile un impatto meno gravoso in termini di vite umane".
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Chiara Sarra - Mer, 24/08/2016 - 14:59
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La terra trema ancora da Rimini a Napoli. Un sisma di magnitudo 6.0 e una profondità di 4 km e con epicentro ad Accumoli (Rieti), ha scosso tutto il Centro Italia alle 3.36 della scorsa notte. Poi uno sciame sismico, che continua a far paura e a rendere difficoltosi i soccorsi.
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L'ultima, forte, scossa è stata registrata ad Arquata del Tronto poco dopo le 14: aveva una magnitudo di 4,9.
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"Qui è un dramma vero, sono nel mezzo di un paese che non c'è più", dice disperato Sergio Pirozzi, il sindaco di Amatrice (Rieti), "Ci sono stati crolli. La popolazione è in strada e stiamo portando tutti verso la zona di evacuazione, quella dei campi sportivi. Siamo senza luce ci sono anche problemi sulle vie di accesso al paese". Stessa situazione a Illica, frazione di Accumoli. "Illica non c'è più", racconta su Facebook Sabrina Fantauzzi, giornalista romana in vacanza, "Eravamo circa 300 persone, tutti romani, in villeggiatura. Siamo rimasti in 30. Ancora nessuno è venuto a soccorrerci". Poi, dopo un'oretta dalla scossa ha aggiunto: "Ci sono 4 soccorritori, prendono feriti ma non stanno intervenendo sulle case distrutte con dentro gente morente".
La Protezione civile ha diffuso i numeri da chiamare in caso di emergenza: contact center della Protezione civile nazionale: 800840840; sala operativa della protezione civile Lazio: 803555. Lanciato anche l'appello a donare il sangue: l'Avis provinciale di Rieti invita a recarsi all'ospedale San Camillo de Lellis della città.
"Si è trattato di un terremoto di magnitudo importante, che ha prodotto uno scuotimento rilevante, di valore paragonabile a quello dell'Aquila", ha detto il capo del dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, "L'Aquila è un capoluogo di regione, qui la popolazione è più diffusa quindi è possibile un impatto meno gravoso in termini di vite umane".
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