Genitori di merda

Jacaranda

Utente di lunga data
Un tempo era considerato normale lasciare i bambini da soli. Adesso anche lasciare dei dodicenni crea problemi.
Il problema è il motivo per cui vengono lasciati? Se vengono lasciati per andare in farmacia o per recuperare un altro figlio va bene?
Ma il cattivo comportamento non dovrebbe essere in relazione al figlio e non al genitore?
Anche la motivazione fa la differenza, dando significati diversi a medesimi comportamenti
 

Mariben

Utente di lunga data
Un tempo era considerato normale lasciare i bambini da soli. Adesso anche lasciare dei dodicenni crea problemi.
Il problema è il motivo per cui vengono lasciati? Se vengono lasciati per andare in farmacia o per recuperare un altro figlio va bene?
Ma il cattivo comportamento non dovrebbe essere in relazione al figlio e non al genitore?


Certo che il problema è il motivo , se si lasciano da SOLI. Se sono costretta , se ho un urgenza e nessuno a cui affidarli ( non parlo di dodicenni ovviamente) esco e torno alla velocità della luce con il cuore in gola. Tutte le altre motivazioni; svago, shopping, sport , amante o amica che sia , sono inaccettabili.
Diverso è affidare i piccoli a marito/moglie/nonni /parenti/amici , per prendersi degli spazi di tanto in tanto.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Certo che il problema è il motivo , se si lasciano da SOLI. Se sono costretta , se ho un urgenza e nessuno a cui affidarli ( non parlo di dodicenni ovviamente) esco e torno alla velocità della luce con il cuore in gola. Tutte le altre motivazioni; svago, shopping, sport , amante o amica che sia , sono inaccettabili.
Diverso è affidare i piccoli a marito/moglie/nonni /parenti/amici , per prendersi degli spazi di tanto in tanto.
Affidarli al padre o ai nonni non è trascuratezza.
Allora per andare in pizzeria con le amiche va bene e con l’amante invece diventa trascuratezza?
Pongo domande. Non ho risposte. Ho forse reazioni di repulsione, ma non so se giuste.
 

Mariben

Utente di lunga data
Affidarli al padre o ai nonni non è trascuratezza.
Allora per andare in pizzeria con le amiche va bene e con l’amante invece diventa trascuratezza?
Pongo domande. Non ho risposte. Ho forse reazioni di repulsione, ma non so se giuste.

Secondo me non è trascuratezza nè in un caso nè nell'altro. ( nemmeno io ho risposte )
Poi dipende, sempre per il mio sentire , se li "parcheggio" ogni due per 3 dai nonni per uscire con le amiche o con mio marito è trascuratezza , se ne approfitto per vedermi con l'amante una sera al mese no.
Se vogliamo guardarla da un' angolazione diversa già avere l'amante, per cui mettere a repentaglio la famiglia, diventa trascuratezza, anche se ci scopo solo in pausa pranzo o quando sono a scuola.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Secondo me non è trascuratezza nè in un caso nè nell'altro. ( nemmeno io ho risposte )
Poi dipende, sempre per il mio sentire , se li "parcheggio" ogni due per 3 dai nonni per uscire con le amiche o con mio marito è trascuratezza , se ne approfitto per vedermi con l'amante una sera al mese no.
Se vogliamo guardarla da un' angolazione diversa già avere l'amante, per cui mettere a repentaglio la famiglia, diventa trascuratezza, anche se ci scopo solo in pausa pranzo o quando sono a scuola.
Questo lo dico da sempre.
È la presunzione di impunità o (ma molto raramente) il deserto sentimentale in casa che porta a correre questo rischio.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Finché si fa il proprio meglio sono comprensibili i limiti.

Cercavo di trovare qualcosa di inaccettabile oltre i casi limite di abuso.
Altrimenti non esiste la possibilità di definire un comportamento grave.

Anni fa alcuni utenti hanno scritto un thread su i loro genitori.
Era da brividi.
Pur se avevano fatto del loro meglio quei genitori erano stati cattivi genitori.

Io ho visto madri chiamare “bastardo” il figlio. Faceva del suo meglio?
io ero fra quegli utenti.

E sì, esistono cattivi genitori.
Anche se cattivi non significa nulla.

Userei incapaci, inadatti.

Mia madre è una madre inadatta. Lo era e lo è.

A differenza di @Lostris, non penso che l'unica via sia il perdono.
Cosa perdono?
l'incapacità? La mancanza di significato del termine cura?

E' come perdonare un disabile per il suo essere disabile.
Lo si riconosce come tale.

Si mettono le toppe dove si può e ci si lecca ogni tanto quando le cicatrici tirano.

Ho avuto recentemente l'occasione, non desiderata, di ritrovarmi fra le sgrinfie di mia madre, in una posizione di necessità e assoluta impotenza.

Ho rivisto, ma con gli occhi che ho adesso, la madre di allora.
Per certi versi mi ha rassicurata.

Mi sono martoriata per anni, nel dubbio di essere io quella mal funzionante, colpevole delle mancanze, della rabbia e della frustrazione che mia madre mi ha da bambina vomitato addosso.
Il potere. La sua concezione del cazzo del potere.
La triangolazione. E il suo usarmi come arma per ferire mio padre.

Ha rifatto ogni cosa. Appena ne ha avuto l'occasione.
Perchè non sa, e non vuole, fare diversamente.
Lei è una madre tecnicamente eccellente ma completamente disabile dal punto di vista dell'affetto e della cura.

Adesso ho avuto cura della bambina in me. E la donna che sono ha saputo gestire.
La madre buona (in me) ha protetto dall'altra, quella reale.

Ma ho avuto pietà per la bambina che sono stata.
Per la sofferenza. Il dolore. La stanzetta in cui andavo a rifugiarmi immaginando che la mia mamma fosse la mia mamma. Una mamma buona, nel senso di affettuosa e capace di abbracci e saggezza da insegnarmi. Portatrice di pace e non di guerra e terrore.
Ho riconosciuto il mondo immaginario in cui la mia era una famiglia normale, di cui non avere timore e vergogna.
Ho riconosciuto tutti i miei sforzi di proteggerli dalla visione del mondo, caricando su di me le loro inadeguatezze e carnificandole togliendo a me la possibilità di essere buona, in un gioco perverso e malato in cui più io ero cattiva e sbagliata più loro andavano bene.

Comprendo razionalmente da dove viene, sua madre. Donna ignorante e superstiziosa. Piena della cattiveria tipica degli ignoranti. @spleen mi ha chiesto se mia nonna affermasse la morale corrente (uomo che picchia la donna) sapendo che non era giusto. Rispondo qui. Per lei era giusto. Per ogni donna tranne che per lei.
Sue figlie comprese eh. Donne puttane. Da schiacciare tramite l'uomo.

In questo periodo ho avuto bisogno di assistenza vera. Anche solo per andare in bagno.
E la dinamica interessante era io che chiedevo aiuto e mia madre che, alternativamente, o lo negava, rimandandolo. Per il piacere di applicare su di me il suo potere. Divertita.
Oppure usava il mio bisogno per attaccare mio padre, affermando la sua supremazia di su di lui e fottendosene del fatto che lo stava facendo usando il mio dolore fisico e la mia impotenza. Come faceva quando ero bambina.
Con un potere immenso allora. Di vita e di morte su di me.

Quindi comprendo.
Ma, come ho scritto più volte, comprendere non è giustificare.
E' solo leggere il più neutralmente una storia.

Riconoscerci dentro la violenza che si scatena nelle dinamiche relazionali.
E che solo e soltanto in una dinamica relazionale può esistere.
E assumersi che gli errori dei genitori ricadono sui figli. Che in un qualche modo possono decidere di portarli avanti o trovare il coraggio di chiudere certi cassetti e cambiare. Per interrompere una catena generazionale.

Mia madre ha fatto del suo meglio. Ma il suo meglio non era sufficiente.
La sua responsabilità è non aver avuto i coglioni di riconoscerlo e rimediare. Anche chiedendo aiuto.

Quel che le resta è un affetto monco. Disabile. E parziale.
E le sue figlie che si proteggono da lei.

Che è poi la sua profezia che si autoadempie. E per paradosso ne è pure contenta.

Se avesse scopato a giro, avrebbe fatto meno danni.
O perlomeno ci sarebbe stata più pace in casa, mentre lei era fuori a trovar soddisfazione per sè invece di fingere un sacrificio che confermava solo se stessa. Tentando costantemente di scaricare le sue responsabilità su chi ha tentato di volerle bene.
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
io ero fra quegli utenti.

E sì, esistono cattivi genitori.
Anche se cattivi non significa nulla.

Userei incapaci, inadatti.

Mia madre è una madre inadatta. Lo era e lo è.

A differenza di @Lostris, non penso che l'unica via sia il perdono.
Cosa perdono?
l'incapacità? La mancanza di significato del termine cura?

E' come perdonare un disabile per il suo essere disabile.
Lo si riconosce come tale.

Si mettono le toppe dove si può e ci si lecca ogni tanto quando le cicatrici tirano.

Ho avuto recentemente l'occasione, non desiderata, di ritrovarmi fra le sgrinfie di mia madre, in una posizione di necessità e assoluta impotenza.

Ho rivisto, ma con gli occhi che ho adesso, la madre di allora.
Per certi versi mi ha rassicurata.

Mi sono martoriata per anni, nel dubbio di essere io quella mal funzionante, colpevole delle mancanze, della rabbia e della frustrazione che mia madre mi ha da bambina vomitato addosso.
Il potere. La sua concezione del cazzo del potere.
La triangolazione. E il suo usarmi come arma per ferire mio padre.

Ha rifatto ogni cosa. Appena ne ha avuto l'occasione.
Perchè non sa, e non vuole, fare diversamente.
Lei è una madre tecnicamente eccellente ma completamente disabile dal punto di vista dell'affetto e della cura.

Adesso ho avuto cura della bambina in me. E la donna che sono ha saputo gestire.
La madre buona (in me) ha protetto dall'altra, quella reale.

Ma ho avuto pietà per la bambina che sono stata.
Per la sofferenza. Il dolore. La stanzetta in cui andavo a rifugiarmi immaginando che la mia mamma fosse la mia mamma. Una mamma buona, nel senso di affettuosa e capace di abbracci e saggezza da insegnarmi. Portatrice di pace e non di guerra e terrore.
Ho riconosciuto il mondo immaginario in cui la mia era una famiglia normale, di cui non avere timore e vergogna.
Ho riconosciuto tutti i miei sforzi di proteggerli dalla visione del mondo, caricando su di me le loro inadeguatezze e carnificandole togliendo a me la possibilità di essere buona, in un gioco perverso e malato in cui più io ero cattiva e sbagliata più loro andavano bene.

Comprendo razionalmente da dove viene, sua madre. Donna ignorante e superstiziosa. Piena della cattiveria tipica degli ignoranti. @spleen mi ha chiesto se mia nonna affermasse la morale corrente (uomo che picchia la donna) sapendo che non era giusto. Rispondo qui. Per lei era giusto. Per ogni donna tranne che per lei.
Sue figlie comprese eh. Donne puttane. Da schiacciare tramite l'uomo.

In questo periodo ho avuto bisogno di assistenza vera. Anche solo per andare in bagno.
E la dinamica interessante era io che chiedevo aiuto e mia madre che, alternativamente, o lo negava, rimandandolo. Per il piacere di applicare su di me il suo potere. Divertita.
Oppure usava il mio bisogno per attaccare mio padre, affermando la sua supremazia di su di lui e fottendosene del fatto che lo stava facendo usando il mio dolore fisico e la mia impotenza. Come faceva quando ero bambina.
Con un potere immenso allora. Di vita e di morte su di me.

Quindi comprendo.
Ma, come ho scritto più volte, comprendere non è giustificare.
E' solo leggere il più neutralmente una storia.

Riconoscerci dentro la violenza che si scatena nelle dinamiche relazionali.
E che solo e soltanto in una dinamica relazionale può esistere.
E assumersi che gli errori dei genitori ricadono sui figli. Che in un qualche modo possono decidere di portarli avanti o trovare il coraggio di chiudere certi cassetti e cambiare. Per interrompere una catena generazionale.

Mia madre ha fatto del suo meglio. Ma il suo meglio non era sufficiente.
La sua responsabilità è non aver avuto i coglioni di riconoscerlo e rimediare. Anche chiedendo aiuto.

Quel che le resta è un affetto monco. Disabile. E parziale.
E le sue figlie che si proteggono da lei.

Che è poi la sua profezia che si autoadempie. E per paradosso ne è pure contenta.

Se avesse scopato a giro, avrebbe fatto meno danni.
O perlomeno ci sarebbe stata più pace in casa, mentre lei era fuori a trovar soddisfazione per sè invece di fingere un sacrificio che confermava solo se stessa. Tentando costantemente di scaricare le sue responsabilità su chi ha tentato di volerle bene.
:abbraccio:

Come stai?


E il tuo caso esemplifica che esistono i cattivi genitori. Esistono perché esistono persone incapaci di relazioni sane. Però quando si dice a qualcuno che certi comportamenti, certe frasi, certi insegnamenti, certi atteggiamenti non sono sani, morire che si faccia almeno venire il dubbio e provi a far valutare se ha una modalità relazionale sana.
 
Ultima modifica:

spleen

utente ?
Ciao cara [MENTION=5159]ipazia[/MENTION]. Perchè tranne che per lei?
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
:abbraccio:

Come stai?


E il tuo caso esemplifica che esistono i cattivi genitori. Esistono perché esistono persone incapaci di relazioni sane. Però quando si dice a qualcuno che certi atteggiamenti, certi atteggiamenti non sono sani, morire che si faccia almeno venire il dubbio e provi a far valutare se ha una modalità relazionale sana.

Ciao :)

miglioro lentamente...periodo faticoso.

Ma ricchissimo anche.

sono ormai dell'idea che la Vita sia proprio una gran zoccola :D e che ad un certo punto decida che è il momento di mettere punti e insegnare lezioni. Proprio quelle che si cercava con cura di evitare :facepalm::carneval:

Quindi mi sta insegnando la pazienza, la calma, l'attesa...e più che altro mi ha rimesso nella posizione che accuratamente evitavo...di chi ha bisogno.

Quindi imparo a chiedere aiuto e, cosa più difficile, lasciare che altri abbiano cura di me.

Ecco...farlo fare a mia madre è una roba incredibile.

Non è proprio capace.

Fortuna arriva poi G. che è invece super e mi sta dimostrando che esistono persone a cui prendersi cura piace proprio e lo fanno per il piacere di aver cura.

E hai ragione sui comportamenti non sani.
Manco a spiegarli con esempi concreti.

Forse è in un certo senso davvero proporre la morte.
In questo periodo ho gestito mia madre, stoppandola e guidandola perchè non facesse danni.
E la sensazione è che davvero, per lei sia una sorta di morte anche solo considerare che i suoi comportamenti non sono sani. Per se stessa innanzitutto.

Che lei ci prova, mica che no.
Ma è un po' come chiedere ad uno senza gamba di correre.
Non può. Semplicemente.

E farlo valutare ad altri...qualche anno fa avevo portato mia madre da un neuropsichiatra, in gambissima, beh...secondo lei era uno spillasoldi che la voleva fregare.

E come lei molti.
Si creano un mondo su misura...quello che diceva lola, ti ricordi?
Un mondo dove l'erba è blu e il cielo è verde...ma solo fino a quando qualcuno non prova ad avvicinarsi...e allora tutto si capovolge.

Non penso sia neanche solo malattia.
E' paura. Della peggior specie.
Di quella che piuttosto che guardarla e affrontarla, si uccide chiunque provi ad esserci.

E un abbraccio a te :abbraccio:


Ps: ti faccio ridere, una delle migliori di questo periodo.

Tu, mi dice, sei mia figlia, e quindi non puoi capire perchè sei mia figlia. E piantala di fare la psicologa di merda, perchè in quanto tale dovresti sapere che resti sempre una figlia.
ma. Se davvero fossi una brava figlia, saresti capace per un po' di smettere di essere mia figlia e potresti usare le cose che sai così bene per rendere più semplice la mia vita. :singleeye:

Giuro che mi è venuto da ridere ascoltandola. :facepalm:

E mi fa anche tenerezza per certi versi...solo che non se ne accorge proprio eh.
E forse se se ne accorgesse, perderebbe troppo di sè.
Si protegge. Come fan molti.

I figli, oggi più di un tempo, hanno esattamente questa funzione.
Proteggere i genitori. O meglio essere i contenitori di quella protezione.

E gli effetti sui bambini sono secondo me evidenti.
Anche senza arrivare a casi come mia madre.
 

Lostris

Utente Ludica
io ero fra quegli utenti.

E sì, esistono cattivi genitori.
Anche se cattivi non significa nulla.

Userei incapaci, inadatti.

Mia madre è una madre inadatta. Lo era e lo è.

A differenza di @Lostris, non penso che l'unica via sia il perdono.
Cosa perdono?
l'incapacità? La mancanza di significato del termine cura?

E' come perdonare un disabile per il suo essere disabile.
Lo si riconosce come tale.
Per me lo è stata, l'unica via.

L'accettazione e il perdono. Perchè è stato l'unico modo in cui sono riuscita a trovare una collocazione alla rabbia in modo che non mi facesse più male.

Il che non è significato recuperare/creare un rapporto padre-figlia.

Non ritengo nemmeno che sia il percorso giusto o possibile per tutti.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Ciao cara @ipazia. Perchè tranne che per lei?
Perchè lei...si sacrificava.
Ed era devota.

Questo a detta di lei.

Interpreto io, invece, perchè lei proiettava sugli altri (le altre) i suoi desideri che lei considerava impuri. E incccettabili su e in se stessa.

Semplicemente lei in se stessa non riconosceva impurità.

Le botte dell'uomo, nella sua idea, erano purificatrici.
La mano carnificata di un dio che rimette "al suo posto" la donna.
In particolare quelle donne che discutono le regole sociali e le superstizioni.

E poi quelle veramente cattive...quelle che desiderano il piacere. non solo sessuale. Che può essere collocato nel piacere dell'uomo e quindi accettabile.

Lei odiava la conoscenza. E le donne che desideravano conoscenza.
Questa era la cosa veramente grave. In particolare la scienza.
 

Foglia

utente viva e vegeta
E assumersi che gli errori dei genitori ricadono sui figli. Che in un qualche modo possono decidere di portarli avanti o trovare il coraggio di chiudere certi cassetti e cambiare.
Prendo questo pezzo, perché credo che sia la cosa che più di tutte Ti appartiene. Il "coraggio", che altro non è che avere cuore. Oramai certe cose le sai. Piglia il buono, fosse anche solo ricevere un the preparato. Non guardare al resto.

Un abbraccio. Piuttosto, come va adesso?
 

Mariben

Utente di lunga data
Prendo questo pezzo, perché credo che sia la cosa che più di tutte Ti appartiene. Il "coraggio", che altro non è che avere cuore. Oramai certe cose le sai. Piglia il buono, fosse anche solo ricevere un the preparato. Non guardare al resto.

Un abbraccio. Piuttosto, come va adesso?
Ciao@Ipazia
Un abbraccio anche da parte mia.
Mi stavo giusto chiedendo dove eri finita
Mi spiace , qualunque cosa sia successa.
Ti auguro ogni bene e tanta cura .
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Per me lo è stata, l'unica via.

L'accettazione e il perdono. Perchè è stato l'unico modo in cui sono riuscita a trovare una collocazione alla rabbia in modo che non mi facesse più male.

Il che non è significato recuperare/creare un rapporto padre-figlia.

Non ritengo nemmeno che sia il percorso giusto o possibile per tutti.
Cosa intendi per perdono?

Io se guardo mia madre vedo una donna che manco sa di aver fatto i danni che ha fatto. Non è semplicemente in grado.
Perdonerei la madre che io ho desiderato per anni, ma non sarebbe la mia vera madre. Che ancora adesso attua le stesse identiche dinamiche di vessazione e aggressione.
E quindi sarebbe un autoinganno.

La accetto. La gestisco. Per quel che si può, ne ho cura.

Forse è che io sono cresciuta con lei che mi ha ripetuto che lei era quello che era a causa della mia esistenza.
Io ero la sua malattia. L'origine della sua malattia. E se io non fossi esistita lei sarebbe stata migliore.
La mia rabbia è stata fondamentalmente rivolta contro di me, da me.

Ho perdonato me.
Per averci creduto. E per essermi trattata tanto male.
Ma solo dopo aver imparato ad essermi grata per esser quella che sono.
 
Ultima modifica:

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Prendo questo pezzo, perché credo che sia la cosa che più di tutte Ti appartiene. Il "coraggio", che altro non è che avere cuore. Oramai certe cose le sai. Piglia il buono, fosse anche solo ricevere un the preparato. Non guardare al resto.

Un abbraccio. Piuttosto, come va adesso?

Ti racconto una roba strana "sul resto".
lo guardo, perchè ora come ora non passa inosservato e sono attenta a non farmene travolgere. Forse è una occasione anche per curare ferite antiche.

Ma, ed è una sensazione molto strana, lo guardo da una angolazione "di madre".
Sì, è un azzardo. Io non sono madre.
Ma è come se dentro di me la madre buona(quella che sognavo da piccola e da cui cercavo abbracci) avesse preso maggior corpo nella relazione interna con l'altra che temevo, e la gestisca.

Credo sia il genitore interno e una maggior consapevolezza di me.

Quindi mia madre è adesso, per certi versi, la bambina che ero.

Ingarbugliato...non ho ancora capito bene il giro.
Ma sento chiaramente che quel resto adesso è mio. E non ferisce. :)

Miglioro...leenta. (imparo la lentezza...e non ti dico!)

G. mi ha lavato i capelli...lo assumerò come parrucchiere :carneval:
E' una esperienza anche con lui...non mi dilungo su cosa comporta spiegare ad un maschio l'uso degli assorbenti!!!:facepalm::facepalm::D:D

dimenticavo....un abbraccio a te!!! :)
 
Ultima modifica:

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Ciao@Ipazia
Un abbraccio anche da parte mia.
Mi stavo giusto chiedendo dove eri finita
Mi spiace , qualunque cosa sia successa.
Ti auguro ogni bene e tanta cura .

Ciao, grazie dell'abbraccio!!!!
E uno a te!!

ho avuto un incidente e sono bloccata e in balia della cura altrui!!!
Esattamente il mio incubo peggiore :carneval::D:D

La Vita è magnanima e ha deciso che era da affrontare :facepalm::rotfl:

Sto molto meglio. Anche se ne avrò per qualche mese ancora.
Fortuna c'è G.

E anche persone che mi hanno stupita e commossa.

E' una esperienza particolare.
Imparare a lasciarsi curare è complicato!!
 

Brunetta

Utente di lunga data
N
Ciao :)

miglioro lentamente...periodo faticoso.

Ma ricchissimo anche.

sono ormai dell'idea che la Vita sia proprio una gran zoccola :D e che ad un certo punto decida che è il momento di mettere punti e insegnare lezioni. Proprio quelle che si cercava con cura di evitare :facepalm::carneval:

Quindi mi sta insegnando la pazienza, la calma, l'attesa...e più che altro mi ha rimesso nella posizione che accuratamente evitavo...di chi ha bisogno.

Quindi imparo a chiedere aiuto e, cosa più difficile, lasciare che altri abbiano cura di me.

Ecco...farlo fare a mia madre è una roba incredibile.

Non è proprio capace.

Fortuna arriva poi G. che è invece super e mi sta dimostrando che esistono persone a cui prendersi cura piace proprio e lo fanno per il piacere di aver cura.

E hai ragione sui comportamenti non sani.
Manco a spiegarli con esempi concreti.

Forse è in un certo senso davvero proporre la morte.
In questo periodo ho gestito mia madre, stoppandola e guidandola perchè non facesse danni.
E la sensazione è che davvero, per lei sia una sorta di morte anche solo considerare che i suoi comportamenti non sono sani. Per se stessa innanzitutto.

Che lei ci prova, mica che no.
Ma è un po' come chiedere ad uno senza gamba di correre.
Non può. Semplicemente.

E farlo valutare ad altri...qualche anno fa avevo portato mia madre da un neuropsichiatra, in gambissima, beh...secondo lei era uno spillasoldi che la voleva fregare.

E come lei molti.
Si creano un mondo su misura...quello che diceva lola, ti ricordi?
Un mondo dove l'erba è blu e il cielo è verde...ma solo fino a quando qualcuno non prova ad avvicinarsi...e allora tutto si capovolge.

Non penso sia neanche solo malattia.
E' paura. Della peggior specie.
Di quella che piuttosto che guardarla e affrontarla, si uccide chiunque provi ad esserci.

E un abbraccio a te :abbraccio:


Ps: ti faccio ridere, una delle migliori di questo periodo.

Tu, mi dice, sei mia figlia, e quindi non puoi capire perchè sei mia figlia. E piantala di fare la psicologa di merda, perchè in quanto tale dovresti sapere che resti sempre una figlia.
ma. Se davvero fossi una brava figlia, saresti capace per un po' di smettere di essere mia figlia e potresti usare le cose che sai così bene per rendere più semplice la mia vita. :singleeye:

Giuro che mi è venuto da ridere ascoltandola. :facepalm:

E mi fa anche tenerezza per certi versi...solo che non se ne accorge proprio eh.
E forse se se ne accorgesse, perderebbe troppo di sè.
Si protegge. Come fan molti.

I figli, oggi più di un tempo, hanno esattamente questa funzione.
Proteggere i genitori. O meglio essere i contenitori di quella protezione.

E gli effetti sui bambini sono secondo me evidenti.
Anche senza arrivare a casi come mia madre.
Nella sua assurdità è geniale.
E sì è vero che i figli curano i genitori.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ciao, grazie dell'abbraccio!!!!
E uno a te!!

ho avuto un incidente e sono bloccata e in balia della cura altrui!!!
Esattamente il mio incubo peggiore :carneval::D:D

La Vita è magnanima e ha deciso che era da affrontare :facepalm::rotfl:

Sto molto meglio. Anche se ne avrò per qualche mese ancora.
Fortuna c'è G.

E anche persone che mi hanno stupita e commossa.

E' una esperienza particolare.
Imparare a lasciarsi curare è complicato!!
Ti ho visualizzata in una scena di Miseri non deve morire, solo che tu sei lo scrittore e tua madre la lettrice :eek:
 

spleen

utente ?
Ciao, grazie dell'abbraccio!!!! E uno a te!! ho avuto un incidente e sono bloccata e in balia della cura altrui!!! Esattamente il mio incubo peggiore :carneval::D:D La Vita è magnanima e ha deciso che era da affrontare :facepalm::rotfl: Sto molto meglio. Anche se ne avrò per qualche mese ancora. Fortuna c'è G. E anche persone che mi hanno stupita e commossa. E' una esperienza particolare. Imparare a lasciarsi curare è complicato!!
Deduco che se stai scrivendo tu stia meglio, essì è una esperienza un po' particolare quella di doversi lasciare curare, e lo so che le persone talvolta stupiscono e commuovono, siamo esseri strani, ma anche non tanto poi in fondo.... Da questo pc riesco a mettere un numero limitato di emoticons, fai finta che adesso vedi quello dell'abbraccione.....:)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
N
Nella sua assurdità è geniale.
E sì è vero che i figli curano i genitori.
Sì, è geniale. Il cappellaio matto è un dilettante a confronto! :carneval:

A volte mi lascia davvero senza parole.
E mi incuriosisce il giro che fa per arrivare lì.
Per lei è assolutamente ragionevole. E ci resta male quando le faccio notare la contraddizione.
Solo che poi non la riconosce come sua.
E riparte il giro di proiezione.

Sì...li curano. E ne escono come piccoli tiranni fuori controllo.
Come se...non fossero ben presenti al fatto che l'altro è persona.
 
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