danny
Utente di lunga data
No, non passa.Avevo notato già dopo il ritrovamento del cadavere della povera Giulia Cecchettin che si era messa in moto una poderosa macchina mediatica. Un'onda di sdegno, apparentemente civile, che montava sempre più.
Mi era sembrato scandaloso già uno dei primi interventi della Segretaria del PD Schlein ad "Otto e Mezzo" sulla vicenda, quando era andata a sollevare tutt'altre questioni come il salario minimo e la transizione green, come a voler fare un comizio invece di commentare il terribile fatto di cronaca. Poi il governatore leghista del Veneto Zaia (un gran furbone della politica) tira fuori il lutto regionale, il Ministro Valditara con le sue iniziative sulla educazione ai sentimenti nelle scuole (che a me sembra una mezza scemenza) .... e così via.
I politici italiani hanno "fiutato" l'affarone mediatico costituito dalla tragica morte di QUELLA ragazza ed hanno cercato di approfittarne per evidenti fini di propaganda elettorale quando non anche per promozione personale.
Ed ho l'impressione che la famiglia Cecchettin, nel suo dolore straziante ma "stranamente" lucido, è stata vista come il mezzo mediatico ideale da impiegare.
Si è svolta una specie di miserevole gara per "arruolare" i componenti della famiglia di Giulia Cecchettin nelle proprie fila politiche, da più parti, opposte tra loro.
Credo che @perplesso abbia usato il termine giusto (arruolare).
L'obiettivo principale di questa sciagurata campagna di arruolamento è stato il padre Gino Cecchettin, quello "giusto" per bucare lo schermo, piuttosto che la sorella Elena e la nonna Carla, figure più incerte come presa sul pubblico(pure qui, qualche invasato/a che vuole ci può vedere un approccio maschilista).
E si arriva all'intervista al Gino Cecchettin da Fazio, che sembra proprio il sugello dell'arruolamento.
Feltri che parla apertamente a "Fuori dal Coro" di innalzamento dei Cecchettin a nuovi guru mediatici, creando scalpore.
L'avvocatessa Antonella Cuccureddu, legale del pool difensivo di Ciro Grillo ed i suoi tre amici, nel processo per stupro che si sta svolgendo, a porte chiuse, al Tribunale di Tempio Pausania, divenuta vittima di una spregevole campagna d'odio mediatico, perché svolge il suo ruolo nell'interrogare la presunta vittima in corso di dibattimento. Pensa te, se fosse stato un legale maschio a fare le domande ...
Insomma, non si finisce più ...
Ed il pubblico femminile e pro-femminista, progressista e non che, salito d'impeto sul treno mediatico sull'onda dello sdegno per il vile e consapevole omicidio da parte di uno spietato killer (il 22enne Filippo Turetta), alla spicciolata sta scendendo ad ogni fermata invocando non più le più esemplari punizioni di un reo confesso (arrestato con effetti personali ancora imbrattati di sangue ad una settimana dal femminicidio in un apparente stato di confusione mentale) ma più fondi per la pubblica assistenza psichica ai malati che commettono violenze nei confronti di familiari e fidanzate, come è avvenuto per l'omicidio recentissimo di un'anziana madre milanese ereditiera di un notevole patrimonio immobiliare ad opera del figlio.
C'è un'aria di giustizialismo ad intermittenza in giro che non mi piace, sinceramente.
Spero che passi, come ogni moda, e si torni a ragionare più pacatamente, sia sul piano dei costumi che della politica.
Troppe chiacchiere...
È un metodo.
Quando non puoi far nulla di concreto, prima che ti contesti la gente che magari fatica con gli stipendi e ha ben altri problemi, la dividi.
Prendi un argomento che sia di forte impatto e comprensibile a tutti, lo condisci con valutazioni pseudo etiche e riempi tutti i palinsesti televisi, social e quotidiani on line seguono a ruota e per un po' tutti restano ipnotizzati.
È un po' come lo spostamento ipotizzato dello Stadio in un Comune molto piccolo e con modeste risorse dell'hinterland.
Quale miglior occasione per parlare per mesi o per anni SOLO di questo da opposte fazioni, imbastendo teatrini e celando tutto il resto.
È la politica Spot, dal nome del faretto che si usa in teatro.
Ti indica un punto del palco e tu non ti accorgi cosa accade nel resto.
È da anni così.
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