Grande amore logorato volge alla fine?

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Ci siamo messi insieme 8 anni fa, spinti da un innamoramento folle e con il progetto di avere bambini.
Per lei ho cambiato città, lavoro e ho lasciato la mia ragazza di allora.L'inserimento nella nuova realtà è stato difficile ma col tempo e tantissimi sacrifici ho avuto abbastanza fortuna.Lei intanto ha fatto carriera e questo è stato motivo di invidia e frustrazione da parte mia costretto ad un lavoro che non mi piaceva.Rabbia acuita dal fatto che non sentivo da parte sua un supporto reale nell'aiutarmi a trovare una mia dimensione lavorativa. Certo ascoltava e annuiva ma il tutto si fermava lì.Per anni mi sono chiesto se tra i doveri del coniuge c'è anche quello di sostenere professionalmente la parte meno fortunata.
Primi anni meravigliosi ma i figli non arrivano e dopo due tentativi fallimentari di fecondazione assistita tramite iui decidiamo di optare per l'adozione.
Io sono d'accordo ma vorrei provare per una sola volta la fivet. Lei è contraria, dice di essersi già sacrificata abbastanza. Capisco e non insisto ma si crea tra di noi una situazione di stallo, rabbia, allontanamento reciproco.
Poi ci riavviciniamo (o così credevo) si decide di sbloccare la situazione e procediamo, con esito negativo.
Io cado in depressione , lei si difende immergendosi nel lavoro , o visto dal suo punto di vista, io mi allontano e lei si sente tradita nel momento in cui aveva bisogno di sentirsi più amata.
Ci accusiamo a vicenda di lavorare troppo, di scappare nel momento del bisogno, insomma di grave negligenza e trascuratezza reciproca.Andiamo da un terapista di coppia ma non funziona.

Tantissimi litigi, altrettante riconciliazioni, il tutto sostenuto dalla certezza del fortissimo legame che ti da un grande amore. Quest'estate la situazione precipita. Insoddisfatto delle sue vaghe (o arrabbiate)risposte quando affermo di sentirmi trascurato do l'avvio ad una crisi che diventa sempre più profonda. Lei cade dalle nuvole , entra completamente in tilt (credeva che tutto fosse ok), poi FINALMENTE riesce a fare spazio per le sue emozioni più profonde e deve capire se sono l'uomo per lei. Saltano le ferie ed ognuno trascorre l'estate liberamente.

Tra poco lei torna e dovremo decidere se stare insieme e a quali condizioni.Io sono stanco, risentito e arrabbiato.So che questo risentimento ha nuociuto alla relazione. Temo di iniziare a rendermi conto che la donna di cui ero innamorato, con la quale volevo avere una famiglia (anche adottando) è stata un bluff.O forse siamo stati un bluff l'un per l'altra: entrambi volevamo più di quanto non eravamo realmente disposti a dare.
Come posso sapere se è tempo di lasciare andare la relazione?Al momento sono attaccato ai bei ricordi, alle memorie di gite insieme e con gli amici, al sentimento, che nonostante tutto non puoi cancellare da un giorno all'altro.

E' anche vero che da tempo sono infelice in questa relazione:sento che lei ha sempre impegni più importanti di me e che le mie cose vengono sempre dopo. Non ho nessuna delle cose che le ho chiesto nel corso degli anni.Essendo lei iperattiva, e vivendo con senso di colpa il semplice riposare anche dopo una settimana di lavoro,ho vissuto la quotidianità, tranne rari momenti, con grande ansia: c'è sempre qualcosa da fare, un piano, un progetto...
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
Matrimonio finito. ringrazia che non ci siano figli di mezzo,potete lasciarvi in serenità.
 

Fiammetta

Amazzone! Embe'. Sticazzi
Staff Forum
Ci siamo messi insieme 8 anni fa, spinti da un innamoramento folle e con il progetto di avere bambini.
Per lei ho cambiato città, lavoro e ho lasciato la mia ragazza di allora.L'inserimento nella nuova realtà è stato difficile ma col tempo e tantissimi sacrifici ho avuto abbastanza fortuna.Lei intanto ha fatto carriera e questo è stato motivo di invidia e frustrazione da parte mia costretto ad un lavoro che non mi piaceva.Rabbia acuita dal fatto che non sentivo da parte sua un supporto reale nell'aiutarmi a trovare una mia dimensione lavorativa. Certo ascoltava e annuiva ma il tutto si fermava lì.Per anni mi sono chiesto se tra i doveri del coniuge c'è anche quello di sostenere professionalmente la parte meno fortunata.
Primi anni meravigliosi ma i figli non arrivano e dopo due tentativi fallimentari di fecondazione assistita tramite iui decidiamo di optare per l'adozione.
Io sono d'accordo ma vorrei provare per una sola volta la fivet. Lei è contraria, dice di essersi già sacrificata abbastanza. Capisco e non insisto ma si crea tra di noi una situazione di stallo, rabbia, allontanamento reciproco.
Poi ci riavviciniamo (o così credevo) si decide di sbloccare la situazione e procediamo, con esito negativo.
Io cado in depressione , lei si difende immergendosi nel lavoro , o visto dal suo punto di vista, io mi allontano e lei si sente tradita nel momento in cui aveva bisogno di sentirsi più amata.
Ci accusiamo a vicenda di lavorare troppo, di scappare nel momento del bisogno, insomma di grave negligenza e trascuratezza reciproca.Andiamo da un terapista di coppia ma non funziona.

Tantissimi litigi, altrettante riconciliazioni, il tutto sostenuto dalla certezza del fortissimo legame che ti da un grande amore. Quest'estate la situazione precipita. Insoddisfatto delle sue vaghe (o arrabbiate)risposte quando affermo di sentirmi trascurato do l'avvio ad una crisi che diventa sempre più profonda. Lei cade dalle nuvole , entra completamente in tilt (credeva che tutto fosse ok), poi FINALMENTE riesce a fare spazio per le sue emozioni più profonde e deve capire se sono l'uomo per lei. Saltano le ferie ed ognuno trascorre l'estate liberamente.

Tra poco lei torna e dovremo decidere se stare insieme e a quali condizioni.Io sono stanco, risentito e arrabbiato.So che questo risentimento ha nuociuto alla relazione. Temo di iniziare a rendermi conto che la donna di cui ero innamorato, con la quale volevo avere una famiglia (anche adottando) è stata un bluff.O forse siamo stati un bluff l'un per l'altra: entrambi volevamo più di quanto non eravamo realmente disposti a dare.
Come posso sapere se è tempo di lasciare andare la relazione?Al momento sono attaccato ai bei ricordi, alle memorie di gite insieme e con gli amici, al sentimento, che nonostante tutto non puoi cancellare da un giorno all'altro.

E' anche vero che da tempo sono infelice in questa relazione:sento che lei ha sempre impegni più importanti di me e che le mie cose vengono sempre dopo. Non ho nessuna delle cose che le ho chiesto nel corso degli anni.Essendo lei iperattiva, e vivendo con senso di colpa il semplice riposare anche dopo una settimana di lavoro,ho vissuto la quotidianità, tranne rari momenti, con grande ansia: c'è sempre qualcosa da fare, un piano, un progetto...
il sentimento si è logorato ma il timore di restar soli vi frena ....vero non è facile chiudere una relazione che nei primi anni ci ha donato bei momenti, però non vedo progetti in comune a parte quello importantissimo dei figli, indubbiamente questo ostacolo ha contribuito ad allontanarvi ... È qui che dovete riflettere, l'unico progetto in comune era quello di avere figli ( naturali e/o non)? Perché se è così allora effettivamente non vi è più nulla che vi lega se non l'abitudine e la rabbia reciproca ... O c'è altro??? Riflettete su questo .....
 
il sentimento si è logorato ma il timore di restar soli vi frena ....vero non è facile chiudere una relazione che nei primi anni ci ha donato bei momenti, però non vedo progetti in comune a parte quello importantissimo dei figli, indubbiamente questo ostacolo ha contribuito ad allontanarvi ... È qui che dovete riflettere, l'unico progetto in comune era quello di avere figli ( naturali e/o non)? Perché se è così allora effettivamente non vi è più nulla che vi lega se non l'abitudine e la rabbia reciproca ... O c'è altro??? Riflettete su questo .....
Infatti sai cosa dice una mia amica rompina?
Prima mi hai abituato a certi vizi conte...
Poi dalla sera alla mattina me li hai tolti...
E sono subito stata male...

Pensiamo a come e a quanto ci abituiamo all'altro...

E come ci incazziamo se una persona è prima tutta zucchero e miele...e poi pian piano diventa tutta...Zolfo e fiele...

Pensiamo alle tre esse di Satana...Superbia, sesso soldi...

Comunque lo confesso...
L'amore si logora...perchè sovente si trasmuta in cose che noi non sospettiamo...
 

lunaiena

Scemo chi legge
Ci siamo messi insieme 8 anni fa, spinti da un innamoramento folle e con il progetto di avere bambini.
Per lei ho cambiato città, lavoro e ho lasciato la mia ragazza di allora.L'inserimento nella nuova realtà è stato difficile ma col tempo e tantissimi sacrifici ho avuto abbastanza fortuna.Lei intanto ha fatto carriera e questo è stato motivo di invidia e frustrazione da parte mia costretto ad un lavoro che non mi piaceva.Rabbia acuita dal fatto che non sentivo da parte sua un supporto reale nell'aiutarmi a trovare una mia dimensione lavorativa. Certo ascoltava e annuiva ma il tutto si fermava lì.Per anni mi sono chiesto se tra i doveri del coniuge c'è anche quello di sostenere professionalmente la parte meno fortunata.
Primi anni meravigliosi ma i figli non arrivano e dopo due tentativi fallimentari di fecondazione assistita tramite iui decidiamo di optare per l'adozione.
Io sono d'accordo ma vorrei provare per una sola volta la fivet. Lei è contraria, dice di essersi già sacrificata abbastanza. Capisco e non insisto ma si crea tra di noi una situazione di stallo, rabbia, allontanamento reciproco.
Poi ci riavviciniamo (o così credevo) si decide di sbloccare la situazione e procediamo, con esito negativo.
Io cado in depressione , lei si difende immergendosi nel lavoro , o visto dal suo punto di vista, io mi allontano e lei si sente tradita nel momento in cui aveva bisogno di sentirsi più amata.
Ci accusiamo a vicenda di lavorare troppo, di scappare nel momento del bisogno, insomma di grave negligenza e trascuratezza reciproca.Andiamo da un terapista di coppia ma non funziona.

Tantissimi litigi, altrettante riconciliazioni, il tutto sostenuto dalla certezza del fortissimo legame che ti da un grande amore. Quest'estate la situazione precipita. Insoddisfatto delle sue vaghe (o arrabbiate)risposte quando affermo di sentirmi trascurato do l'avvio ad una crisi che diventa sempre più profonda. Lei cade dalle nuvole , entra completamente in tilt (credeva che tutto fosse ok), poi FINALMENTE riesce a fare spazio per le sue emozioni più profonde e deve capire se sono l'uomo per lei. Saltano le ferie ed ognuno trascorre l'estate liberamente.

Tra poco lei torna e dovremo decidere se stare insieme e a quali condizioni.Io sono stanco, risentito e arrabbiato.So che questo risentimento ha nuociuto alla relazione. Temo di iniziare a rendermi conto che la donna di cui ero innamorato, con la quale volevo avere una famiglia (anche adottando) è stata un bluff.O forse siamo stati un bluff l'un per l'altra: entrambi volevamo più di quanto non eravamo realmente disposti a dare.
Come posso sapere se è tempo di lasciare andare la relazione?Al momento sono attaccato ai bei ricordi, alle memorie di gite insieme e con gli amici, al sentimento, che nonostante tutto non puoi cancellare da un giorno all'altro.

E' anche vero che da tempo sono infelice in questa relazione:sento che lei ha sempre impegni più importanti di me e che le mie cose vengono sempre dopo. Non ho nessuna delle cose che le ho chiesto nel corso degli anni.Essendo lei iperattiva, e vivendo con senso di colpa il semplice riposare anche dopo una settimana di lavoro,ho vissuto la quotidianità, tranne rari momenti, con grande ansia: c'è sempre qualcosa da fare, un piano, un progetto...
bisognerebbe cercare di realizzaresi da soli...
senza pretendere chissà che dall'altro/tra
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
Ciao,

perchè sei così sicuro che sia finita?
perchè non c'è nessun sentimento che giustifichi la prosecuzione del rapporto.

nè stima nè affetto nè complicità nè altro.

meglio lasciarsi adesso,prima che arriviate a detestarvi
 

Sole

Escluso
Ci siamo messi insieme 8 anni fa, spinti da un innamoramento folle e con il progetto di avere bambini.
Per lei ho cambiato città, lavoro e ho lasciato la mia ragazza di allora.L'inserimento nella nuova realtà è stato difficile ma col tempo e tantissimi sacrifici ho avuto abbastanza fortuna.Lei intanto ha fatto carriera e questo è stato motivo di invidia e frustrazione da parte mia costretto ad un lavoro che non mi piaceva.Rabbia acuita dal fatto che non sentivo da parte sua un supporto reale nell'aiutarmi a trovare una mia dimensione lavorativa. Certo ascoltava e annuiva ma il tutto si fermava lì.Per anni mi sono chiesto se tra i doveri del coniuge c'è anche quello di sostenere professionalmente la parte meno fortunata.
Primi anni meravigliosi ma i figli non arrivano e dopo due tentativi fallimentari di fecondazione assistita tramite iui decidiamo di optare per l'adozione.
Io sono d'accordo ma vorrei provare per una sola volta la fivet. Lei è contraria, dice di essersi già sacrificata abbastanza. Capisco e non insisto ma si crea tra di noi una situazione di stallo, rabbia, allontanamento reciproco.
Poi ci riavviciniamo (o così credevo) si decide di sbloccare la situazione e procediamo, con esito negativo.
Io cado in depressione , lei si difende immergendosi nel lavoro , o visto dal suo punto di vista, io mi allontano e lei si sente tradita nel momento in cui aveva bisogno di sentirsi più amata.
Ci accusiamo a vicenda di lavorare troppo, di scappare nel momento del bisogno, insomma di grave negligenza e trascuratezza reciproca.Andiamo da un terapista di coppia ma non funziona.

Tantissimi litigi, altrettante riconciliazioni, il tutto sostenuto dalla certezza del fortissimo legame che ti da un grande amore. Quest'estate la situazione precipita. Insoddisfatto delle sue vaghe (o arrabbiate)risposte quando affermo di sentirmi trascurato do l'avvio ad una crisi che diventa sempre più profonda. Lei cade dalle nuvole , entra completamente in tilt (credeva che tutto fosse ok), poi FINALMENTE riesce a fare spazio per le sue emozioni più profonde e deve capire se sono l'uomo per lei. Saltano le ferie ed ognuno trascorre l'estate liberamente.

Tra poco lei torna e dovremo decidere se stare insieme e a quali condizioni.Io sono stanco, risentito e arrabbiato.So che questo risentimento ha nuociuto alla relazione. Temo di iniziare a rendermi conto che la donna di cui ero innamorato, con la quale volevo avere una famiglia (anche adottando) è stata un bluff.O forse siamo stati un bluff l'un per l'altra: entrambi volevamo più di quanto non eravamo realmente disposti a dare.
Come posso sapere se è tempo di lasciare andare la relazione?Al momento sono attaccato ai bei ricordi, alle memorie di gite insieme e con gli amici, al sentimento, che nonostante tutto non puoi cancellare da un giorno all'altro.

E' anche vero che da tempo sono infelice in questa relazione:sento che lei ha sempre impegni più importanti di me e che le mie cose vengono sempre dopo. Non ho nessuna delle cose che le ho chiesto nel corso degli anni.Essendo lei iperattiva, e vivendo con senso di colpa il semplice riposare anche dopo una settimana di lavoro,ho vissuto la quotidianità, tranne rari momenti, con grande ansia: c'è sempre qualcosa da fare, un piano, un progetto...
Nessuno può sapere cosa vi lega e quello che provate l'uno per l'altra. I sentimenti che si provano in una storia d'amore a volte sono fatti della stessa sostanza dei ricordi. E quelli belli, forti, a volte riescono a tenere in piedi storie che, a ben guardare, non possono avere un futuro.

Devi capire se questo è il vostro caso.

Comunque, al di là di questo, rispondo alla domanda in neretto.

Io ho vissuto la stessa tua incertezza, prima di separarmi. Era un rapporto di quasi vent'anni, con due figli... e ricordo bene la paura e i dubbi, le sensazioni altalenanti. Un tempo avevo chiesto qui sopra la stessa cosa... e avevo aperto un thread 'Il momento di dirsi addio' o qualcosa del genere, proprio in questa sezione del forum. Il mio nick all'epoca era Sole. Ti consiglio di leggere le risposte... a me hanno aiutato.

In sostanza, il momento in cui capisci che devi troncare è quello in cui riesci a dire 'basta' e capisci che è una liberazione. Quando scopri che sono spariti tutti i dubbi... e non parlo dei dubbi sui risvolti pratici e organizzativi (i problemi pratici ci sono eccome, e a volte sono un peso in più sull'anima, ma voi non avete figli, quindi...). Parlo proprio dell'accogliere una decisione presa in modo totale: con la testa, col cuore e con la pancia. Capisci che è il momento quando magari sei spaventato all'idea di chiudere quel capitolo... ma hai comunque la sensazione che vale la pena sopportare anche la paura e l'incertezza del futuro.

Spero che tu possa arrivare presto alla tua decisione e che, qualunque sia, ti faccia sentire a posto con te stesso.
 

Tebe

Egocentrica non in incognito
Ciao e benvenuto.
L inizio della mia storia é stato esattamente co.e il tuo. Un grande amore, fidanzati e fidanzate pregresse da lasciare. Felicità. Comprare casa. E tutto il resto.
Poi la voglia di figli. Sua. Non mia. Il lavoro sempre troppo, l incomunicabilità che lentamente ci ha preso quasi a nostra insaputa un po alla Scajola. Ferie separate. Quasi letti separati.
Eppure era stato un amore che mi, ci aveva preso nel dna.
Io quella amore lo sentivo ancora ma ero arrabbiata con lui.
E lui uguale.
Mi ha tradita. L ho beccato. Abbiamo parlato. E parlato.
Sono passati quattro anni. Siamo ancora insieme.
E meglio di prima.
Tutto questo per dirti che dovete secondo me trovare un punto di rottura forte.
Ognuno mettendo sul piatto tutto. Ma tutto tutto.
E se c e ancora quella amore. Vien fuori.
Sono con il dell quindi chiedo venia.
 
Cara Sole Cari amici

Ecco il thread di cui ti avevo parlato:

http://www.tradimento.net/51-divorz...di-dirsi-addio?p=859099&viewfull=1#post859099

Io mi sono separata 5 mesi dopo aver aperto il 3D.

Spero possa aiutarti :)

Un abbraccio.
Cara Sole,

le tue parole e la comprensione non giudicante che dimostri nel rispondermi mi sono già di grande aiuto.


La sensazione che provo è quella di avere sciupato la cosa più bella che mi sia capitata e riesco solo ad accusarmi di ogni terribile nefandezza anche se razionalmente so che lei ha la sua parte nel nostro fallimento.
Ora sono solo, un pò sperso, aspetto che torni.Sono andato al bar poche ore fa e a momenti scoppiavo a piangere pensando a quei mattini in cui mi veniva a trovare al lavoro.

I miei sentimenti si sono logorati nel tempo i suoi sono esplosi tutti insieme in un momento.
Nonostante tutto, credo che in entrambi sia rimasto dell'amore... o forse dovrei dire dell'affetto?

Insomma, io non ho certezza di niente, sono colto di sorpesa dall'evolversi drammatico degli eventi: fino a tre settimane fa progettavamo figli e casa nuova( già individuata), e ora(ma anche 3 settimane fa) al solo pensiero di andare avanti con questi piani sento grande fatica, mi sento tradito da me stesso e solo dopo da lei e sento la fatica di un ennesimo nuovo inizio. Eppure quando penso a lei, alla sua dolcezza, ai modi teneri in cui mi chiamava, al macigno dell'infertilità che ci è piombato addosso e a come ci siamo fatti forza per affrontarlo, ai nostri abbracci a letto, a come ci siamo conosciuti , alle nostre speranze, mi chiedo se in qualche modo non si possa recuperare qualcosa di tutto questo o se è meglio rassegnarsi.

Tu cosa ne pensi? Come sta tuo marito dopo la vostra separazione?

ps. avevo già letto i forum precedenti
Un abbraccio
 

Sole

Escluso
Cara Sole,

le tue parole e la comprensione non giudicante che dimostri nel rispondermi mi sono già di grande aiuto.


La sensazione che provo è quella di avere sciupato la cosa più bella che mi sia capitata e riesco solo ad accusarmi di ogni terribile nefandezza anche se razionalmente so che lei ha la sua parte nel nostro fallimento.
Ora sono solo, un pò sperso, aspetto che torni.Sono andato al bar poche ore fa e a momenti scoppiavo a piangere pensando a quei mattini in cui mi veniva a trovare al lavoro.

I miei sentimenti si sono logorati nel tempo i suoi sono esplosi tutti insieme in un momento.
Nonostante tutto, credo che in entrambi sia rimasto dell'amore... o forse dovrei dire dell'affetto?

Insomma, io non ho certezza di niente, sono colto di sorpesa dall'evolversi drammatico degli eventi: fino a tre settimane fa progettavamo figli e casa nuova( già individuata), e ora(ma anche 3 settimane fa) al solo pensiero di andare avanti con questi piani sento grande fatica, mi sento tradito da me stesso e solo dopo da lei e sento la fatica di un ennesimo nuovo inizio. Eppure quando penso a lei, alla sua dolcezza, ai modi teneri in cui mi chiamava, al macigno dell'infertilità che ci è piombato addosso e a come ci siamo fatti forza per affrontarlo, ai nostri abbracci a letto, a come ci siamo conosciuti , alle nostre speranze, mi chiedo se in qualche modo non si possa recuperare qualcosa di tutto questo o se è meglio rassegnarsi.

Tu cosa ne pensi? Come sta tuo marito dopo la vostra separazione?

ps. avevo già letto i forum precedenti
Un abbraccio
Penso che quando se ne vivono tante insieme, quando si ha una storia intensa e vissuta alle spalle sia normale avere mille pensieri prima di mandare tutto alle ortiche, figli o non figli.

Tu stai vivendo la fase dell'incertezza, dell'altalena emotiva in cui si coltivano ancora speranze che tutto possa cambiare. E penso che sia una fase cruciale, in cui magari, se si riesce a trovare un punto di contatto e far leva su quello, si potrebbero aprire degli spiragli.

Un tempo qualcuno mi disse che pensare troppo a volte non serve a nulla, che è molto meglio lasciarsi andare e vivere giorno per giorno. Insomma, smetti di nuotare e prova a lasciarti andare senza cercare a tutti i costi il controllo. A un certo punto, dopo tanto pensare, forse è l'unica cosa che può portare da qualche parte :)

Mio marito è stato molto male... e anche adesso so che non ha ancora trovato un equilibrio affettivo.
Però a livello personale è riuscito a trovare i suoi spazi e a migliorarsi... a volte un rapporto di coppia problematico può diventare una gabbia. Lui, nel momento in cui si è trovato solo, si è riscoperto. Al di là del dolore grande che c'è stato, indubbiamente.

Un abbraccio anche a te!
 

Circe

Utente di lunga data
Ora sono solo, un pò sperso, aspetto che torni.Sono andato al bar poche ore fa e a momenti scoppiavo a piangere pensando a quei mattini in cui mi veniva a trovare al lavoro.

ciao.. io leggo nel tuo thread e nelle tue risposte, una depressione serpeggiante. credo che il tuo non esserti realizzato personalmente abbia spento qualcosa dentro di te. tu parli delke sue mancanze. ..quasi come un figlio che si lamenta di una mamma a tratti assente, spesso presa dai suoi impegni, dalle sue pianificazioni. io ti inviterei a renderti conto che ai suoi occhi saresti irresistibile se invece di piangerti addosso (anche senza parlarne -ci sono atteggiamenti negativi che non hanno bisogno di paole-) facessi qualcosa x sorprenderla, farla sorridere. ho avuto a che fare con donne che non riescono a diventare mamme, ed è uno strazio dell'anima grandissimo. forse lei ha bisogno di un marito che la protegge e la rassicura, non di uno che invece se le aspetta queste cose. datevi un'altra chance....lei si è rifugiata nel lavoro pur di andare avanti...tu stai qui a lamentarti di lei. a volte noi donne vorremmo essere trattate come bimbe indifese e non come guerriere. quelk'armatura ce la mettiamo addosso x non crollare.
quando rientrerà falka sentire amata, importante. metti da parte le tue frustrazioni. e se devi fare un cammino psicologico secondo me deve essere individuale non di coppia. poi il tempo ti darà le risposte...in bocca al lupo ;-)
 
pozzo senza fondo dei bisogni

Ora sono solo, un pò sperso, aspetto che torni.Sono andato al bar poche ore fa e a momenti scoppiavo a piangere pensando a quei mattini in cui mi veniva a trovare al lavoro.

ciao.. io leggo nel tuo thread e nelle tue risposte, una depressione serpeggiante. credo che il tuo non esserti realizzato personalmente abbia spento qualcosa dentro di te. tu parli delke sue mancanze. ..quasi come un figlio che si lamenta di una mamma a tratti assente, spesso presa dai suoi impegni, dalle sue pianificazioni. io ti inviterei a renderti conto che ai suoi occhi saresti irresistibile se invece di piangerti addosso (anche senza parlarne -ci sono atteggiamenti negativi che non hanno bisogno di paole-) facessi qualcosa x sorprenderla, farla sorridere. ho avuto a che fare con donne che non riescono a diventare mamme, ed è uno strazio dell'anima grandissimo. forse lei ha bisogno di un marito che la protegge e la rassicura, non di uno che invece se le aspetta queste cose. datevi un'altra chance....lei si è rifugiata nel lavoro pur di andare avanti...tu stai qui a lamentarti di lei. a volte noi donne vorremmo essere trattate come bimbe indifese e non come guerriere. quelk'armatura ce la mettiamo addosso x non crollare.
quando rientrerà falka sentire amata, importante. metti da parte le tue frustrazioni. e se devi fare un cammino psicologico secondo me deve essere individuale non di coppia. poi il tempo ti darà le risposte...in bocca al lupo ;-)
Tutte le volte che ha pianto perchè il test era negativo ero lì , a consolarla, spesso mettendo da parte i miei stessi sentimenti perchè se uno piangeva l'altro un poco doveva reggere. Ogni volta che si è disperata dopo i nostri esaperanti litigi, e ti assicuro che le volte sono state molte, ho cercato di fare quello che sentivo, e le sono stato accanto. Parliamo di anni non di qualche settimana.....
Il problema è che nella sua disperazione, si isolava da tutto e da tutti, era lei e solo lei a soffrire, lei al centro di noi due, io relegato ad un appendice consolatoria. Io l'uomo l'ho fatto, ma perchè il mio dolore e la mia persona, devono essere sempre messi in secondo piano? Prima lei, e poi io, mai noi due insieme.Mai! Per me la relazione è stata un problema di mancanza di solidarietà vera, profonda, condivisa.Un dire: i tuoi problemi sono anche i miei ,facciamocela insieme, piuttosto che sorreggimi e sii forte per tutt'è due.
Anche tu nelle tue parole, metti gerarchie del dolore, prima quello di x e poi quello di y.
Guarda che questo non fa bene, soprattutto se poi non ci sono campi in cui si trova una compensazione.Verso la condivisione e il reciproco aiuto dobbiamo mirare, altrimenti è un disastro.
Nonostante i mille sforzi per esserci, l'averla sorretta mettendo da parte il mio dispiacere, lei ora dice che io non ci sono stato nel momento del bisogno. Se non ricorda, o se i suoi ricordi si perdono nel pozzo senza fine dei suoi bisogni inascoltati( e non solo da me), se per paura di non averli soddisfatti lei spesso non li esprime( a casa e nel mondo), e se questo influisce pesantemente sul rapporto sotto forma di rabbia silente , freddezza sessuale etc , se le azioni fatte diventano polvere al vento invece di essere le fondamenta sul quale si costruisce il rapporto e allora piano piano ci si allontana cosa posso fare più?
Non voglio dire che ho ascoltato tutti i suoi bisogni, ma certo molti , ma molti di più di quanto lei non riconosca.

Scusa la lunga risposta , ma questo è stato un punto centrale dei nostri litigi.

ps. Condivido la questione sulla mancata (per il momento) realizzazione personale( più professionale che umana però), che è stata molto sentita da parte mia.
 
Ultima modifica:

Sole

Escluso
Tutte le volte che ha pianto perchè il test era negativo ero lì , a consolarla, spesso mettendo da parte i miei stessi sentimenti perchè se uno piangeva l'altro un poco doveva reggere. Ogni volta che si è disperata dopo i nostri esaperanti litigi, e ti assicuro che le volte sono state molte, ho cercato di fare quello che sentivo, e le sono stato accanto. Parliamo di anni non di qualche settimana.....
Il problema è che nella sua disperazione, si isolava da tutto e da tutti, era lei e solo lei a soffrire, lei al centro di noi due, io relegato ad un appendice consolatoria. Io l'uomo l'ho fatto, ma perchè il mio dolore e la mia persona, devono essere sempre messi in secondo piano? Prima lei, e poi io, mai noi due insieme.Mai! Per me la relazione è stata un problema di mancanza di solidarietà vera, profonda, condivisa.Un dire: i tuoi problemi sono anche i miei ,facciamocela insieme, piuttosto che sorreggimi e sii forte per tutt'è due.
Anche tu nelle tue parole, metti gerarchie del dolore, prima quello di x e poi quello di y.
Guarda che questo non fa bene, soprattutto se poi non ci sono campi in cui si trova una compensazione.Verso la condivisione e il reciproco aiuto dobbiamo mirare, altrimenti è un disastro.
Nonostante i mille sforzi per esserci, l'averla sorretta mettendo da parte il mio dispiacere, lei ora dice che io non ci sono stato nel momento del bisogno. Se non ricorda, o se i suoi ricordi si perdono nel pozzo senza fine dei suoi bisogni inascoltati( e non solo da me), se per paura di non averli soddisfatti lei spesso non li esprime( a casa e nel mondo), e se questo influisce pesantemente sul rapporto sotto forma di rabbia silente , freddezza sessuale etc , se le azioni fatte diventano polvere al vento invece di essere le fondamenta sul quale si costruisce il rapporto e allora piano piano ci si allontana cosa posso fare più?
Non voglio dire che ho ascoltato tutti i suoi bisogni, ma certo molti , ma molti di più di quanto lei non riconosca.

Scusa la lunga risposta , ma questo è stato un punto centrale dei nostri litigi.

ps. Condivido la questione sulla mancata (per il momento) realizzazione personale( più professionale che umana però), che è stata molto sentita da parte mia.
Quello che ho nerettato credo sia il punto centrale. Quello da cui, probabilmente, dovreste partire nel caso voleste ricominciare.
Come mai nel momento del dolore uno dei due ha preferito escludere l'altro e trovare strategie 'individuali' per uscire dalla sofferenza, piuttosto che attingere alle risorse della coppia.

Perché io sono convinta che se la reazione di tua moglie è stata questa (a prescindere dal tipo di problema che stavate affrontando: poteva essere un lutto, una crisi di altro tipo...) vuol dire che già qualche crepa c'era nel rapporto di coppia.

Non so se abbia senso, comunque, stare ad analizzare al microscopio certe dinamiche. Certo lo ha se in voi c'è il desiderio di riprovarci.
 
Ultima modifica:

Circe

Utente di lunga data
Tutte le volte che ha pianto perchè il test era negativo ero lì , a consolarla, spesso mettendo da parte i miei stessi sentimenti perchè se uno piangeva l'altro un poco doveva reggere. Ogni volta che si è disperata dopo i nostri esaperanti litigi, e ti assicuro che le volte sono state molte, ho cercato di fare quello che sentivo, e le sono stato accanto. Parliamo di anni non di qualche settimana.....
Il problema è che nella sua disperazione, si isolava da tutto e da tutti, era lei e solo lei a soffrire, lei al centro di noi due, io relegato ad un appendice consolatoria. Io l'uomo l'ho fatto, ma perchè il mio dolore e la mia persona, devono essere sempre messi in secondo piano? Prima lei, e poi io, mai noi due insieme.Mai! Per me la relazione è stata un problema di mancanza di solidarietà vera, profonda, condivisa.Un dire: i tuoi problemi sono anche i miei ,facciamocela insieme, piuttosto che sorreggimi e sii forte per tutt'è due.
Anche tu nelle tue parole, metti gerarchie del dolore, prima quello di x e poi quello di y.
Guarda che questo non fa bene, soprattutto se poi non ci sono campi in cui si trova una compensazione.Verso la condivisione e il reciproco aiuto dobbiamo mirare, altrimenti è un disastro.
Nonostante i mille sforzi per esserci, l'averla sorretta mettendo da parte il mio dispiacere, lei ora dice che io non ci sono stato nel momento del bisogno. Se non ricorda, o se i suoi ricordi si perdono nel pozzo senza fine dei suoi bisogni inascoltati( e non solo da me), se per paura di non averli soddisfatti lei spesso non li esprime( a casa e nel mondo), e se questo influisce pesantemente sul rapporto sotto forma di rabbia silente , freddezza sessuale etc , se le azioni fatte diventano polvere al vento invece di essere le fondamenta sul quale si costruisce il rapporto e allora piano piano ci si allontana cosa posso fare più?
Non voglio dire che ho ascoltato tutti i suoi bisogni, ma certo molti , ma molti di più di quanto lei non riconosca.

Scusa la lunga risposta , ma questo è stato un punto centrale dei nostri litigi.

ps. Condivido la questione sulla mancata (per il momento) realizzazione personale( più professionale che umana però), che è stata molto sentita da parte mia.
allora ho letto male tra le righe....dalle tue parole ho visto un risentimento nei suoi confronti. ..forse xche mio marito l'ha avuto inconsciamente nei miei confronti e si è rifugiato tra le braccia e gambe della mia miglior amica che x l'occasione si è trasformata in una dolce crocerossina.....ho visto a tratti il suo modo di opporsi a me anche in te. e ti ho risposto come ho pensato si sentisse tua moglie. scusami....
ps non faccio gerarchie di dolore, ma nel non poter avere un figlio nel proprio grembo e per l'istinto materno innato, una donna può soffrire piu di un uomo....
 

Sole

Escluso
Interessante lettura!
:)

In effetti mi fa strano rileggermi... penso sia il bello di un forum. Poter tornare indietro e sfogliare certe pagine e ritrovare la me stessa che ero è una cosa che è strana e bella al tempo stesso!

Quando ho scritto quel post ero veramente a un bivio. Ma mi mancava il coraggio di decidere quale strada intraprendere... lo stesso coraggio di cui parlava Buscopann nella sua risposta.

Devo dire che nella mia scelta, alla fine, ha pesato tanto aver incontrato quella terza persona che, quando ho aperto il thread, ancora non esisteva. Il coraggio, altrimenti, non l'avrei trovato. Almeno non in così poco tempo.

Alla fine mi sono trovata nella stessa situazione di elena (Arianna) :)

Come ho già detto altrove, l'amore è una grande spinta al cambiamento. Ma non è tanto facile trovarlo, purtroppo.
 

Simy

WWF
Ci siamo messi insieme 8 anni fa, spinti da un innamoramento folle e con il progetto di avere bambini.
Per lei ho cambiato città, lavoro e ho lasciato la mia ragazza di allora.L'inserimento nella nuova realtà è stato difficile ma col tempo e tantissimi sacrifici ho avuto abbastanza fortuna.Lei intanto ha fatto carriera e questo è stato motivo di invidia e frustrazione da parte mia costretto ad un lavoro che non mi piaceva.Rabbia acuita dal fatto che non sentivo da parte sua un supporto reale nell'aiutarmi a trovare una mia dimensione lavorativa. Certo ascoltava e annuiva ma il tutto si fermava lì.Per anni mi sono chiesto se tra i doveri del coniuge c'è anche quello di sostenere professionalmente la parte meno fortunata.
Primi anni meravigliosi ma i figli non arrivano e dopo due tentativi fallimentari di fecondazione assistita tramite iui decidiamo di optare per l'adozione.
Io sono d'accordo ma vorrei provare per una sola volta la fivet. Lei è contraria, dice di essersi già sacrificata abbastanza. Capisco e non insisto ma si crea tra di noi una situazione di stallo, rabbia, allontanamento reciproco.
Poi ci riavviciniamo (o così credevo) si decide di sbloccare la situazione e procediamo, con esito negativo.
Io cado in depressione , lei si difende immergendosi nel lavoro , o visto dal suo punto di vista, io mi allontano e lei si sente tradita nel momento in cui aveva bisogno di sentirsi più amata.
Ci accusiamo a vicenda di lavorare troppo, di scappare nel momento del bisogno, insomma di grave negligenza e trascuratezza reciproca.Andiamo da un terapista di coppia ma non funziona.

Tantissimi litigi, altrettante riconciliazioni, il tutto sostenuto dalla certezza del fortissimo legame che ti da un grande amore. Quest'estate la situazione precipita. Insoddisfatto delle sue vaghe (o arrabbiate)risposte quando affermo di sentirmi trascurato do l'avvio ad una crisi che diventa sempre più profonda. Lei cade dalle nuvole , entra completamente in tilt (credeva che tutto fosse ok), poi FINALMENTE riesce a fare spazio per le sue emozioni più profonde e deve capire se sono l'uomo per lei. Saltano le ferie ed ognuno trascorre l'estate liberamente.

Tra poco lei torna e dovremo decidere se stare insieme e a quali condizioni.Io sono stanco, risentito e arrabbiato.So che questo risentimento ha nuociuto alla relazione. Temo di iniziare a rendermi conto che la donna di cui ero innamorato, con la quale volevo avere una famiglia (anche adottando) è stata un bluff.O forse siamo stati un bluff l'un per l'altra: entrambi volevamo più di quanto non eravamo realmente disposti a dare.
Come posso sapere se è tempo di lasciare andare la relazione?Al momento sono attaccato ai bei ricordi, alle memorie di gite insieme e con gli amici, al sentimento, che nonostante tutto non puoi cancellare da un giorno all'altro.

E' anche vero che da tempo sono infelice in questa relazione:sento che lei ha sempre impegni più importanti di me e che le mie cose vengono sempre dopo. Non ho nessuna delle cose che le ho chiesto nel corso degli anni.Essendo lei iperattiva, e vivendo con senso di colpa il semplice riposare anche dopo una settimana di lavoro,ho vissuto la quotidianità, tranne rari momenti, con grande ansia: c'è sempre qualcosa da fare, un piano, un progetto...
non è detto che sia finita... se credete entrambi ancora nel vostro rapporto allora forse lo potete salvare. Ma dovete parlare, togliervi tutti i sassolini che avete nelle scarpe anche quelli che fanno più male.

se invece l'unica cosa che vi tiene insieme è la paura di restare soli allora lasciate perdere. Meglio il nulla e ricominciare da capo che essere infelici una vita
 
Stato
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