"guarda che poi diventa tardi"

Falcor

Escluso
Ps: tu non mi vai bene di default (devo ancora capire perché) :rotfl:
Devo proprio dirtelo? In realtà mi ami ma ancora non lo sai :rolleyes:

Semplicemente cambiano le priorità. Un sorriso del figlio è enormemente più interessante della prima di un film. Figurati del cazzeggi con gli amici in un pub.
Ma lo so benissimo questo. Però appunto mi riferisco a chi se ne lamenta e son tanti. Son sicuro che anche tu ne senti tanti lamentarsi di come non vivono più da quando hanno figli.

ps: io quando stavo con J amavo alla follia la "nostra" nipotina. Se mi scioglievo io quando rideva immagino un genitore. E mi manca enormemente il figlio di mia sorella che non posso più veder crescere (ora ha 5 anni).
 

Spot

utente in roaming.
Infatti tutti fanno così perché ognuno parla di sé.
Il proselitismo c'è anche tra chi decide di andare a correre.
Se una cosa ti piace ne hanno parli e vorresti che soprattutto le persone che hai vicino compartecipassero della tua scoperta.
Qualche anno fa ho fatto una dieta e sembravo invasata adesso una collega che si era mostrata scettica ha fatto una dieta e sembra invasata.
Se si fa così per andare a correre o per perdere qualche chilo, immaginate in quale straordinario stato di grazia si senta chi è incinta o ha appena avuto un bambino. Io mi sentivo padrona del mondo e i miei figli un miracolo unico.
Se vi capiterà lo capirete. È solo comunicare una cosa bella che magari proprio loro hanno rischiato di non vivere.
Tu sei buona come il pane :)
No bruni, parlare di sè è parlare di sè.
Dire che gli altri dovrebbero fare come me è diverso.

Traslo.
L'altro giorno parlavo con un amico non credente e appassionato di arte, e si diceva di come dedicarsi profondamente a qualcosa completasse una persona.
Lui inizia a dire come, però, dedicarsi ad esempio ad una comunità religiosa fosse un riempitivo deviato.
L'ho preso a male parole (bonariamente, ma a male parole).

Ma ancora in maniera più calzante, tempo fa ho assistito ad una coppia di amici assediata dal resto del gruppo perchè vivevano insieme senza essere sposati. Il gruppo partiva dal presupposto che fosse lui a tentennare nel realizzare il desiderio matrimoniale di lei, cosa presuntuosa quanto inesatta (e anche se fosse stata esatta non avevano i mezzi per saperlo).

Cose così sono imposizioni.

Se a me piace correre invece, ti racconto che IO ho fatto 8 km IO respiro meglio IO mi diverto. Ma non ti dico di provare, almeno che tu non esprima palesemente la curiosità di farlo.

Siamo egocentrici, e la tentazione di assolutizzare ciò che è valido per noi è forte. E secondo me è un atteggiamento pericoloso, se non tenuto sotto stretto controllo.
 

bettypage

Utente acrobata
Condivido Brunetta, sono ingerenze in buona fede. A me dicono che dovrei far la femminuccia ma mica mi ci arrovello o risento.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Assurdo il fatto che persone che fino al giorno prima nemmeno sapevano cosa era un bambino il giorno dopo sembrino i depositari del sapere educativo e le risposte a ogni domanda che esista.

Normali rapporti intendo: Ehi ci vediamo per berci una cosa? No c'è il bimbo. Ehi facciamo un giro? No c'è il bimbo.

Alla prima ok, alla seconda ok la terza uno non chiama più.

E lo hai detto pure tu, ora frequenti prevalentemente mamme (se ho inteso bene ciò che hai detto). Come se le "non mamme" fossero delle appestate.

E sembra chiaro anche da altri interventi che le mamme vedono chi non ha figli come qualcosa di alieno, come se la maternità fosse l'unico stato concepibile per una donna.

L'odioso poi ovviamente era come sempre un iperbole. Ci mancherebbe che uno avendo un figlio lo stressi. Però appunto chi fa un figlio sa a cosa va incontro e dopo non può lamentarsene, e di gente che si lamenta dello stress dei figli ne è pieno il mondo.

Falcor,

Non credere mai a chi ti dice che crescere un figlio e' esente da sacrifici.

Non è che frequento mamme per "razzismo". E' solo che si hanno tempi e ritmi comuni. Ed esigenze che - anche ove non condivise - vengono mediamente meglio comprese :). Dopo di che.... Mio marito non si è mai fatto mancare nulla. Io ho rinunciato alle amicizie che dai usciamo e una, dai andiamo a bere qualcosa, e due.... Alla terza non mi hanno piùcalcolata. Non necessariamente per loro esclusiva colpa.

Non voglio sviolinare.... Però in questo momento sto scrivendo e mio figlio mi e' accanto che dorme. Credi che son contenta di sentire il suo respiro. Ma non credere che a volte non mi pesi :)
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma anche il lamento, che si riferisce a cose vere, a volte serve per compensare quando si teme di essersi sbilanciati rischiando indelicatezza.
Sono modalità spontanee se una amica dice che ha fatto qualcosa di bello con il marito, magari mentre lo dice pensa (a torto o a ragione) che possa sembrare che lei si stia vantando del suo felice matrimonio e pensa che io possa sentirmi mortificata, allora aggiunge che il marito è noiosissimo.
E così succede, dopo aver detto che i propri figli sono una meraviglia, di aggiungere che non hanno dormito per tre anni.
 

Chiara Matraini

Senora de la Vanguardia
Tu sei buona come il pane :)
No bruni, parlare di sè è parlare di sè.
Dire che gli altri dovrebbero fare come me è diverso.

Traslo.
L'altro giorno parlavo con un amico non credente e appassionato di arte, e si diceva di come dedicarsi profondamente a qualcosa completasse una persona.
Lui inizia a dire come, però, dedicarsi ad esempio ad una comunità religiosa fosse un riempitivo deviato.
L'ho preso a male parole (bonariamente, ma a male parole).

Ma ancora in maniera più calzante, tempo fa ho assistito ad una coppia di amici assediata dal resto del gruppo perchè vivevano insieme senza essere sposati. Il gruppo partiva dal presupposto che fosse lui a tentennare nel realizzare il desiderio matrimoniale di lei, cosa presuntuosa quanto inesatta (e anche se fosse stata esatta non avevano i mezzi per saperlo).

Cose così sono imposizioni.

Se a me piace correre invece, ti racconto che IO ho fatto 8 km IO respiro meglio IO mi diverto. Ma non ti dico di provare, almeno che tu non esprima palesemente la curiosità di farlo.

Siamo egocentrici, e la tentazione di assolutizzare ciò che è valido per noi è forte. E secondo me è un atteggiamento pericoloso, se non tenuto sotto stretto controllo.
Quoto.
 

danny

Utente di lunga data
A parte che poi non sai nemmeno mai cosa sta vivendo quella donna.
Chi ti dice che questa non ci stia provando e non riesce per svariati problemi?
Non so, a me la ginecologa ha detto "nella tua situazione è molto difficile restare incinta, se ne vuoi ti conviene iniziare a provarci."
E cosa faccio io quando mi domandano? Rispondo "non so nemmeno se riesco ad averne"? Ma che la gente si faccia un bel pacchetto di affari suoi.
Esatto.
 

danny

Utente di lunga data
Ma i figli si possono anche non fare, relegando la decisione di averli solo e quando li si vuole.
Come allo stesso tempo ci si può sposare oppure condurre una vita da single indipendentemente da quelli che sono i comportamenti abituali o comuni di chi conosciamo.
Ognuno di noi deve seguire le proprie inclinazioni, in maniera sincera e con la maturità necessaria per non avere rimpianti quando ormai sarà troppo tardi per cambiare il corso della propria vita.
Perché è altresì vero che esiste un'età migliore per fare i figli e un'età in cui non è più possibile farli.
Come esistono età in cui è più facile essere single perché tutti sono single, altre in cui da single ci si trova ad avere a che fare con amici sposati o con prole e si deve andare alla ricerca di spazi diversi che ci assomiglino.
Quindi la domanda corretta è: "cosa voglio dalla vita?", non "cosa vogliono gli altri".
 

disincantata

Utente di lunga data
A volte mi sembra di aver vissuto in un mondo a parte. Oppure non ho mai dato peso alle parole di conoscenti, che non cambiano di sicuro la mia vita ed il mio modo di pensare. Mentre se parliamo di amici, amici veri, so che qualsiasi consiglio o critica e' sempre stato dato e preso a fin di bene, ma non certo su figli si figli no, che riguarda solo ed esclusivamente la coppia.
Non ricordo davvero nessuno, meno ancora i miei genitori, che abbiano mai chiesto nipoti, e meno ancora lo ho fatto io con le figlie, a parte qualche battuta dovuta alla mia di eta', dicendo che ormai avro' bisogno di una baby sitter vicino per curare eventuali nipoti.
Questa e' la nota negativa ad averli dopo i 35, diventi nonna troppo tardi, e soprattutto hai meno anni di vita per goderti a lungo i tuoi figli.
TI viene in mento dopo pero', quando superi i 60 anni.
Mia suocera ha 16 nipoti, ormai qualcuno vicino ai 50, e su 16 una sola ha 2 figli.

Quindi credo faccia statistica se su 16 nipoti una sola li abbia avuti.

Nella mia famiglia, piu' piccola, su 6 nipoti, una sola ha 2 bambini. Temo restera' così.

Posso solo testimoniare che di alcune coppie che conosco senza figli, ormai oltre i 50, con il senno del poi, li rimpiangono.
Una di 40 anni che non li ha voluti, recentemente separata, credo più di tutti lo rimpianga. Ha impostato tutta la sua vita su cose davvero banali, moda palestra viaggi, ossessionata dal fisico, maniaca in casa in modo assurdo, mai un ospite, ma il marito si e' stancato dei suoi capricci da bambina viziata.

Personalmente credo non avrei avuto il coraggio di averne senza la sicurezza economica. So benissimo che negli anni 50 non si preoccupavano e in un modo o nell'altro li crescevano, magari senza scarpe e mandandoli a lavorare a 8 anni, ma la situazione oggi e' totalmente cambiata, con i pro ed i contro.
Piu' di una compagna delle mie figlie li ha avuti, per sbaglio, prima di finire le superiori, ma sono diventati quasi tutti 'figli' dei nonni piu' che dei veri genitori, triste.
Quindi la consapevolezza e' l'unica cosa che conta, di entrambi.

Quando li hai sono tutta la tua vita. Anche se possono sconvolgerla, se nascono con enormi problemi di salute.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Danny sono ovviamente d'accordo sul fatto che ognuno debba fare come crede, ma nessuno affermerà il contrario.
Però non si può negare che i condizionamenti sono molteplici e contrastanti.
In tempi passati, ma non lontani, l'Italia era molto diversificata culturalmente, socialmente ed economicamente, ma lo è tuttora. Se a Milano esistono diffusi asili nido pubblici e privati, la scuola dell'infanzia è frequentata da tutti i bambini e la scuola primaria è quasi totalmente a tempo pieno, mentre ci sono zone non solo dove non esistono nidi, ma una madre che volesse far pranzare il bambino fuori casa sarebbe considerata degenere, per cui le scuole per l'infanzia sono poche e frequentate per un tempo limitato e le scuole primarie non hanno richieste per il tempo pieno, è evidente che ciò che si richiede a una madre è diverso, ma nel contempo probabilmente le nuove aspettative nei confronti della realizzazione personale da parte delle donne fanno ritenere indispensabile sia lo studio sia l'impegno lavorativo. Immagino che una contraddizione di desideri sia presente sia in chi fa la scelta di avere figli, sia chi in chi non ne ha e anche nelle famiglie di origine.
Non credo che ci sia una spinta in un solo senso.
Gli anni passano veloci e i limiti per procreare dipendono dalla natura e non dalla volontà. Se le condizioni complessive portano a ritardare il tempo della scelta poi in effetti si può sentire il peso di avere una finestra piccola per decidere.
Ma non è colpa ricordarlo. Restando il fatto che (avevo aperto un thread l'anno scorso) se abbiamo una natalità bassa non dipende certamente dalle vicende individuali.
 

banshee

The Queen
Danny sono ovviamente d'accordo sul fatto che ognuno debba fare come crede, ma nessuno affermerà il contrario.
Però non si può negare che i condizionamenti sono molteplici e contrastanti.
In tempi passati, ma non lontani, l'Italia era molto diversificata culturalmente, socialmente ed economicamente, ma lo è tuttora. Se a Milano esistono diffusi asili nido pubblici e privati, la scuola dell'infanzia è frequentata da tutti i bambini e la scuola primaria è quasi totalmente a tempo pieno, mentre ci sono zone non solo dove non esistono nidi, ma una madre che volesse far pranzare il bambino fuori casa sarebbe considerata degenere, per cui le scuole per l'infanzia sono poche e frequentate per un tempo limitato e le scuole primarie non hanno richieste per il tempo pieno, è evidente che ciò che si richiede a una madre è diverso, ma nel contempo probabilmente le nuove aspettative nei confronti della realizzazione personale da parte delle donne fanno ritenere indispensabile sia lo studio sia l'impegno lavorativo. Immagino che una contraddizione di desideri sia presente sia in chi fa la scelta di avere figli, sia chi in chi non ne ha e anche nelle famiglie di origine.
Non credo che ci sia una spinta in un solo senso.
Gli anni passano veloci e i limiti per procreare dipendono dalla natura e non dalla volontà. Se le condizioni complessive portano a ritardare il tempo della scelta poi in effetti si può sentire il peso di avere una finestra piccola per decidere.
Ma non è colpa ricordarlo. Restando il fatto che (avevo aperto un thread l'anno scorso) se abbiamo una natalità bassa non dipende certamente dalle vicende individuali.
condivido il tuo pensiero in generale..

per la mia questione, personalmente non ho minimamente pensato alla colpa nel ricordarlo a me. il sottotesto che ho individuato io è: "sti cazzi che non è manco un anno che stai con il tuo uomo, lui sembra normale, hai 33 anni, sbrigati."

questo è stato il succo del discorso. e mi sono chiesta - e ho pensato di condividere qui (forse sbagliando) - quanto poi i condizionamenti di natura, contesto sociale, aspettative familiari pesino nelle scelte.
tante volte anche qui si è parlato di questo, penso ad esempio a te quando dici "la scavolini " (che mi fa morire :D)...cioè, "chi c'è c'è. ndo cojo cojo. ma mi DEVO sposare e DEVO figliare".

a prescindere dal fatto che su di me i condizionamenti pesano poco, e si è visto nelle mie scelte di vita, mi ha stupito il discorso fatto a me per un motivo: io per me stessa medesima già penso di aver "corso troppo" ad esser andata a vivere col mio uomo pur standoci da poco tempo. penso di aver accelerato i tempi. ...non so se mi spiego. mi aspettavo di più, dal mio contorno, un "ma non è presto per convivere?" piuttosto che "ma che aspettate a fare un figlio?"
ma forse sono io che ho tempi biblici. :D
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
condivido il tuo pensiero in generale..

per la mia questione, personalmente non ho minimamente pensato alla colpa nel ricordarlo a me. il sottotesto che ho individuato io è: "sti cazzi che non è manco un anno che stai con il tuo uomo, lui sembra normale, hai 33 anni, sbrigati."

questo è stato il succo del discorso. e mi sono chiesta - e ho pensato di condividere qui (forse sbagliando) - quanto poi i condizionamenti di natura, contesto sociale, aspettative familiari pesino nelle scelte.
tante volte anche qui si è parlato di questo, penso ad esempio a te quando dici "la scavolini " (che mi fa morire :D)...cioè, "chi c'è c'è. ndo cojo cojo. ma mi DEVO sposare e DEVO figliare".

a prescindere dal fatto che su di me i condizionamenti pesano poco, e si è visto nelle mie scelte di vita, mi ha stupito il discorso fatto a me per un motivo: io per me stessa medesima già penso di aver "corso troppo" ad esser andata a vivere col mio uomo pur standoci da poco tempo. penso di aver accelerato i tempi. ...non so se mi spiego. mi aspettavo di più, dal mio contorno, un "ma non è presto per convivere?" piuttosto che "ma che aspettate a fare un figlio?"
ma forse sono io che ho tempi biblici. :D
Hai idea per quante donne sia fondamentale avere un figlio al punto di non dare importanza o quasi con chi lo fai?
Questo spiegherebbe quella frase.
Per me è la tristezza infinita ma non mi stupisce come ragionamento
 

banshee

The Queen
Hai idea per quante donne sia fondamentale avere un figlio al punto di non dare importanza o quasi con chi lo fai?
Questo spiegherebbe quella frase.
Per me è la tristezza infinita ma non mi stupisce come ragionamento
sul neretto concordo alla grande..

ma le mie amiche non ragionano così! almeno credo..ma sono fidanzate coi rispettivi mariti da 11 e 18 anni, quindi insomma c'hanno pensato n'anticchietta su :D

probabilmente mi vedono talmente bene da dire "vai e sii felice" :rolleyes: il discorso è che io invece c'ho i tempi biblici e ragiono in modo molto diverso...e c'ho pure mille paure. tra cui la paura più grande e di dare a mio figlio un padre disgraziato...ma è tutta roba mia :rolleyes:
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
sul neretto concordo alla grande..

ma le mie amiche non ragionano così! almeno credo..ma sono fidanzate coi rispettivi mariti da 11 e 18 anni, quindi insomma c'hanno pensato n'anticchietta su :D

probabilmente mi vedono talmente bene da dire "vai e sii felice" :rolleyes: il discorso è che io invece c'ho i tempi biblici e ragiono in modo molto diverso...e c'ho pure mille paure. tra cui la paura più grande e di dare a mio figlio un padre disgraziato...ma è tutta roba mia :rolleyes:
Più che roba tua è roba di una donna che fa una scelta importante e prima di farla pondera la cosa
Per quel che mi riguarda fai solo bene, farei la stessa cosa.
 

Brunetta

Utente di lunga data
condivido il tuo pensiero in generale..

per la mia questione, personalmente non ho minimamente pensato alla colpa nel ricordarlo a me. il sottotesto che ho individuato io è: "sti cazzi che non è manco un anno che stai con il tuo uomo, lui sembra normale, hai 33 anni, sbrigati."

questo è stato il succo del discorso. e mi sono chiesta - e ho pensato di condividere qui (forse sbagliando) - quanto poi i condizionamenti di natura, contesto sociale, aspettative familiari pesino nelle scelte.
tante volte anche qui si è parlato di questo, penso ad esempio a te quando dici "la scavolini " (che mi fa morire :D)...cioè, "chi c'è c'è. ndo cojo cojo. ma mi DEVO sposare e DEVO figliare".

a prescindere dal fatto che su di me i condizionamenti pesano poco, e si è visto nelle mie scelte di vita, mi ha stupito il discorso fatto a me per un motivo: io per me stessa medesima già penso di aver "corso troppo" ad esser andata a vivere col mio uomo pur standoci da poco tempo. penso di aver accelerato i tempi. ...non so se mi spiego. mi aspettavo di più, dal mio contorno, un "ma non è presto per convivere?" piuttosto che "ma che aspettate a fare un figlio?"
ma forse sono io che ho tempi biblici. :D
Ma tu escludi per le amiche che te l'hanno detto che la Scavolini e il seguito non abbiano avuto un ruolo?
Io aggiungerei anche che il tuo virgolettato abbia avuto un peso perché quando si ha un figlio si percepisce la potenza creatrice che va oltre la relazione che l'ha generato e fa pensare che sia l'unica cosa che vale.
Ovviamente non è così però credo che di fronte anche alla fine di un matrimonio si pensi che i figli restino il meglio che si è fatto. Come nel film già citato più volte "Peggy Sue si è sposata" ma anche come sento io o traspare da tante e tanti di noi. E anche Didone rimpiangeva di non aver avuto un bambino.
 
Ultima modifica:

banshee

The Queen
Ma tu escludi per le amiche che te l'hanno detto che la Scavolini e il seguito non abbiano avuto un ruolo?
Io aggiungerei anche che il tuo virgolettato abbia avuto un peso perché quando si ha un figlio si percepisce la potenza creatrice che va oltre la relazione che l'ha generato e fa pensare che sia l'unica cosa che vale.
Ovviamente non è così però credo che di fronte anche alla fine di un matrimonio si pensi che i figli restino il meglio che si è fatto. Come nel film già citato più volte "Peggy Sue si è sposata" ma anche come sento io o traspare da tante e tanti di noi.
questo è un concetto che capisco ma non posso capire :rolleyes: lo capisco a livello cognitivo ma non posso "sentirlo" e comprenderlo appieno perchè non sono ancora mamma. comunque credo tu abbia ragione..
 

banshee

The Queen
Più che roba tua è roba di una donna che fa una scelta importante e prima di farla pondera la cosa
Per quel che mi riguarda fai solo bene, farei la stessa cosa.
grazie, apprezzo molto.

mi colpisce perchè mi rimprovero molto aspramente di aver "perso anni preziosi". e adesso comunque sento la necessità di prendere tempo.
 

danny

Utente di lunga data
Danny sono ovviamente d'accordo sul fatto che ognuno debba fare come crede, ma nessuno affermerà il contrario.
Però non si può negare che i condizionamenti sono molteplici e contrastanti.
In tempi passati, ma non lontani, l'Italia era molto diversificata culturalmente, socialmente ed economicamente, ma lo è tuttora. Se a Milano esistono diffusi asili nido pubblici e privati, la scuola dell'infanzia è frequentata da tutti i bambini e la scuola primaria è quasi totalmente a tempo pieno, mentre ci sono zone non solo dove non esistono nidi, ma una madre che volesse far pranzare il bambino fuori casa sarebbe considerata degenere, per cui le scuole per l'infanzia sono poche e frequentate per un tempo limitato e le scuole primarie non hanno richieste per il tempo pieno, è evidente che ciò che si richiede a una madre è diverso, ma nel contempo probabilmente le nuove aspettative nei confronti della realizzazione personale da parte delle donne fanno ritenere indispensabile sia lo studio sia l'impegno lavorativo. Immagino che una contraddizione di desideri sia presente sia in chi fa la scelta di avere figli, sia chi in chi non ne ha e anche nelle famiglie di origine.
Non credo che ci sia una spinta in un solo senso.
Gli anni passano veloci e i limiti per procreare dipendono dalla natura e non dalla volontà. Se le condizioni complessive portano a ritardare il tempo della scelta poi in effetti si può sentire il peso di avere una finestra piccola per decidere.
Ma non è colpa ricordarlo. Restando il fatto che (avevo aperto un thread l'anno scorso) se abbiamo una natalità bassa non dipende certamente dalle vicende individuali.
No, assolutamente.
Credo proprio che oggi sia molto difficile avere la consapevolezza di quello che è meglio fare.
I condizionamenti avvengono anche in senso contrario, ovvero si rimandano figli a famiglia a una realizzazione di sé secondo schemi acquisiti, non frutto di una personale elaborazione.
D'altronde, non è facile capire cosa fare di sé quando le scelte sono tante e come dici tu contrastanti.
 

Brunetta

Utente di lunga data
grazie, apprezzo molto.

mi colpisce perchè mi rimprovero molto aspramente di aver "perso anni preziosi". e adesso comunque sento la necessità di prendere tempo.

Non è che le amiche percepiscano in te una prudenza che interpretano come bisogno di incoraggiamento?
 
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