io non so se mi sono offesa o se mi sono sentita invasa.
forse mi sono sentita giudicata.
e sai perchè?.....non so se riesco a farmi capire perchè sono rimuginosa da eri ma ancora non ben chiaro il tutto. provo a spiegarmi lasciando fluire i pensieri (chiedo scusa per l'italiano).
allora io ho avuto una relazione finita male. chi è intorno a me, lo sa. nessuno sa delle botte, come ho scritto tante volte ne ho parlato qui e non con il mio rela world, ma insomma il mio ex l'hanno visto, conosciuto, non è che fosse proprio un mistero che la relazione era dolorosa e caratterizzata da aggressione e conflitto...
comunque..è talmente poco che sto con il mio lui che nemmeno ci penso. cioè ma dopo la precedente esperienza, sto fidanzata da un anno, ma mi pare pure normale che non sono corsa a farmi fecondare solo perchè il mio lui è "normale" (virgolettato, nel senso meno psicopatico del mio ex

) o no?
no. la normalità è c"orri che poi è tardi, ndo cojo cojo, questo tizio è normale? si. c'ha una casa? si. a posto, sbrigati!"
almeno io l'ho letta così. magari sbagliando
Io sentivo messo in discussione l'essere donna. Mio. Il mio modo.
Come se il mio compito, come donna, fosse arrivare comunque alla riproduzione.
E io non mi ci riconoscevo, e neanche mi ci riconosco ora in quel compito.
E mi innervosiva che una posizione, la mia, che non era frutto di "superficialità", mancanza di riflessione, mancanza di progettualità, o quel che si vuole, venisse giudicata come frutto, appunto di una mancanza.
Mi sentivo giudicata, ma anche io mi giudicavo. E da qualche parte mi sentivo "mancante" nel mio non desiderio di maternità.
Poi sono una reattiva, quindi tendente all'incazzo facile.
E in questa cosa c'era anche l'affermazione di un modo di essere donna che non dipendesse dai dettami della società. E che dipendesse invece dal proprio sentire di femmina. Quindi anche una parte ideologica, mia, che cozzava con altre posizioni ideologiche, loro.
(ed è interessante il fatto che si creasse un io/loro...contrapposizione invece che comunicazione win-win).
Tenendo anche conto del fatto che io non mi permettevo di rompere il cazzo alle madri dicendo che secondo me stavano facendo una cazzata, che i figli sono un impiccio, che era troppo presto o troppo tardi. Insomma. Mica andavo in giro a chiedere perchè figliassero, quindi non capivo bene in base a quale principio dovessero chiedere a me perchè non figliassi. Non capivo proprio come potessero pensare di intromettersi in modo tanto indelicato e superficiale nella mia vita (e siccome sono una reattiva partivano le battute sulla sterilità e i tumori, giusto per toccare altri tabù e godermi il loro imbarazzo :carneval
...credo sia una forma dell'affetto, fra l'altro, quell'intromettersi, che non capisco comunque e non trova neanche appigli, per come la vedo io, nell'affetto...ma tant'è..
L'ipotesi attuale è che semplicemente gli fa strano. Rispetto alla visione loro del mondo. E fanno fatica a considerare visioni diverse dalle loro. Quindi invadono, giudicano, magari senza neppure rendersene conto.
Per la mia amica, innamorata della maternità, è inconcepibile che io non desideri avere figli. Mi ha però chiesto di spiegarle la mia prospettiva. E infatti siamo amiche
Quindi un miscuglio di mio tribunale interiore, rispetto ad una posizione importante in me e in cui non ero ancora molto stabile emotivamente. E una modalità di discussione che non portava aperture ma proponeva soltanto assoluti.
Imparato a relazionarmi col mio tribunale interiore, le posizioni altrui mi interessano se portano a confronti costruttivi. E con certe madri ne ho avuti. Tipo la mia amica.
Ma rispettose però.
Dove viene rispettata anche la posizione di una non madre per scelta e non per imposizione.
Che per quanto mi riguarda mica dipende dalle relazioni avere o meno un figlio. Io non voglio figli. Non li desidero.