Ho tradito per convenienza

Pincopallino

Utente di lunga data
Io la vedo più o meno come te, ma piuttosto che i soldi apprezzo il tempo, inteso come tempo non sottratto ai fatti miei dal lavoro, anche se il lavoro mi piace. Ad esempio se io ti dimostro che riesco a fare il lavoro per cui mi paghi anche da remoto, se devo scegliere fra un aumento o carta bianca su orari e presenza in ufficio, subito prendo la seconda, poi in un secondo tempo discuteremo di soldi
Io no preferisco farlo in ufficio.
Un tempo ragionavo Anch’io come te.
Ora mi sono evoluto nella nuova versione di me: favorevolissimo allo Smart working.
Degli altri.
 

Venice30

Utente di lunga data
Ho capito ma permetti che magari io sia poco motivata sotto il punto di vista contrattuale?
Il problema di base è uno sola, il tuo carattere, la tua mentalità sono completamente in contrasto con il tipo di lavoro che fai. Una persona se decide di lavorare con persone problematiche non lo fa per soldi, ma per interesse nei confronti della persona grave.
Probabilmente se andavi a pulire i cessi era meglio.
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Il problema di base è uno sola, il tuo carattere, la tua mentalità sono completamente in contrasto con il tipo di lavoro che fai. Una persona se decide di lavorare con persone problematiche non lo fa per soldi, ma per interesse nei confronti della persona grave.
Probabilmente se andavi a pulire i cessi era meglio.
E soprattutto non usa certi epiteti (mongoloide) su persone che segue.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Il problema di base è uno sola, il tuo carattere, la tua mentalità sono completamente in contrasto con il tipo di lavoro che fai. Una persona se decide di lavorare con persone problematiche non lo fa per soldi, ma per interesse nei confronti della persona grave.
Probabilmente se andavi a pulire i cessi era meglio.
E questa è una delle componenti più meschine per sottopagare persone che si occupano di situazioni di fragilità.
Con la stessa motivazione le famiglie sono lasciate da sola a gestirsi situazioni spaventose.
Pagando profumatamente ogni singolo intervento non sia considerato dal pubblico (ossia praticamente tutti tranne la base di sostentamento).

Scaricando a ribasso una responsabilità istituzionale.

Come se, proprio perchè il lavoro è coi fragili, non abbia la necessità di essere riconosciuto come lavoro qualificato.
Ma anzi, proprio perchè lavoro rivolto a situazioni di fragilità, sia riconosciuto come non lavoro in modo pieno ma terra di mezzo col volontariato.

A cui fra l'altro 9 su 10 accedono persone non preparate sotto nessun punto di vista facendo danni considerevoli proprio ai fragili.

La formazione che richiederebbe un lavoro come quello sui fragili è di alto livello.
Sia dal punto di vista delle metodologie sia dal punto di vista del continuo aggiornamento. (tenendo conto che le scienze cognitive sono in un momento di veloce evoluzione).
Per non parlare della necessità di spazi adeguati in cui collocare la parte emotiva del caregiver. Altro requisito fondamentale se si vuole davvero professionalità e non ci si accontenta del buon cuore, meglio di niente.

Tutto questo non esiste.

Se esistesse questo tipo di considerazione per i fragili, non la cialtroneria con cui si riempiono la bocca da decenni, gente come etta non avrebbe accesso.

A quel punto si avrebbe però un serio problema...tutta la gentaglia che va a lavorare con le fragilità perchè non sa fare altro e quel contesto non è controllato, dove la si potrebbe collocare?
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Se io avessi una laurea in scienze dell’educazione punterei più in alto che gli asili o i disabili.
Si ma devi avere capacità elevate.
Sai quante ne cambiano perché non hanno l'approccio giusto.
La laurea da la competenza teorica e poi ci su deve mettere del proprio
 

Brunetta

Utente di lunga data
Togli il forse, ma qui ritorna il tema del "lavoratore che per campare accetta condizioni indegne" quando potrebbe denunciare o al limite cercare altro. Nel mio caso, non senza discussioni accese con mia ex moglie, abbiamo scelto di denunciare malattia professionale all'INAIL, che dovrebbe esistere per tutelare gli stessi in casi come questi. Dico dovrebbe perché alla fine, per ottenere la tutela dell'INAIL, ho dovuto intraprendere una battaglia legale di 3 anni, anticipando 6000 euro in avvocato e medico legale solo per dimostrare che mia ex moglie ha avuto la schiena rovinata sul lavoro. Almeno ho vinto in tribunale e guarda caso sul lavoro sono spuntati gli ausili, le persone e pure i corsi di formazione. Non esattamente un percorso alla portata di tutti però.
Concordo. Per questo non condanno mai le vittime che sottostanno a condizioni vessatorie.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Direi di sì siccome l’ho avuta come insegnante posso giudicarla eccome.
Quindi il tuo giudizio di quasi trent’anni fa era perfetto e dopo trent’anni la persona sarà uguale.
Prendo appunti.
 

Brunetta

Utente di lunga data
E questa è una delle componenti più meschine per sottopagare persone che si occupano di situazioni di fragilità.
Con la stessa motivazione le famiglie sono lasciate da sola a gestirsi situazioni spaventose.
Pagando profumatamente ogni singolo intervento non sia considerato dal pubblico (ossia praticamente tutti tranne la base di sostentamento).

Scaricando a ribasso una responsabilità istituzionale.

Come se, proprio perchè il lavoro è coi fragili, non abbia la necessità di essere riconosciuto come lavoro qualificato.
Ma anzi, proprio perchè lavoro rivolto a situazioni di fragilità, sia riconosciuto come non lavoro in modo pieno ma terra di mezzo col volontariato.

A cui fra l'altro 9 su 10 accedono persone non preparate sotto nessun punto di vista facendo danni considerevoli proprio ai fragili.

La formazione che richiederebbe un lavoro come quello sui fragili è di alto livello.
Sia dal punto di vista delle metodologie sia dal punto di vista del continuo aggiornamento. (tenendo conto che le scienze cognitive sono in un momento di veloce evoluzione).
Per non parlare della necessità di spazi adeguati in cui collocare la parte emotiva del caregiver. Altro requisito fondamentale se si vuole davvero professionalità e non ci si accontenta del buon cuore, meglio di niente.

Tutto questo non esiste.

Se esistesse questo tipo di considerazione per i fragili, non la cialtroneria con cui si riempiono la bocca da decenni, gente come etta non avrebbe accesso.

A quel punto si avrebbe però un serio problema...tutta la gentaglia che va a lavorare con le fragilità perchè non sa fare altro e quel contesto non è controllato, dove la si potrebbe collocare?
Questa è un ragionamento tutto tuo che prescinde dal discorso di Etta.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
ad asfaltare le strade o a pulire i bagni pubblici
...non ha tutti i torti @omicron :)

comunque ci sono diversi lavori che non richiedono competenze specifiche.

Il punto che volevo sottolineare io, però, è il fatto che l'incompetenza in lavori "sensibili" fa comodo a diversi livelli.
E quella comodità è sostenuta anche da chi pensa che sia sufficiente il buon cuore e che se c'è il buon cuore non serva un adeguato riconoscimento dal punto di vista economico.

L'idea per cui "eeehhhh...ma quei lavori non li fai per i soldi".
Ma sti cazzi.

Si lavora per i soldi. TUTTI.
La formazione, seria, la preparazione, non è gratis. E' un investimento.
Che quell'investimento non sia riconosciuto dai più è quasi più deprimente degli incompetenti all'opera, della strumentalizzazione delle fragilità, dell'incuria generalizzata.

Che poi...se un incompetente ha buon cuore ma non sa una cazzo e fa danni (che non sono visibili...il giochetto interessante coi fragili è che se l'intervento non funziona è perchè in gran parte è il fragile a non permetterlo) allora va bene?

Cioè se etta venisse qui a scrivere "ma che carini, piccoli cuccioli del mio cuore, teosorucci belli miei, come li amo, come li adoro" allora sarebbe un plus alla sua palese impreparazione, non soltanto specifica ma anche generale?
 
Ultima modifica:

ivanl

Utente di lunga data
...non ha tutti i torti @omicron :)

comunque ci sono diversi lavori che non richiedono competenze specifiche.

Il punto che volevo sottolineare io, però, è il fatto che l'incompetenza in lavori "sensibili" fa comodo a diversi livelli.
E quella comodità è sostenuta anche da chi pensa che sia sufficiente il buon cuore e che se c'è il buon cuore non serva un adeguato riconoscimento dal punto di vista economico.

L'idea per cui "eeehhhh...ma quei lavori non li fai per i soldi".
Ma sti cazzi.

Si lavoro per i soldi. TUTTI.
La formazione, seria, la preparazione, non è gratis. E' un investimento.
Che quell'investimento non sia riconosciuto dai più è quasi più deprimente degli incompetenti all'opera, della strumentalizzazione delle fragilità, dell'incuria generalizzata.

Che poi...se un incompetente ha buon cuore ma non sa una cazzo e fa danni (che non sono visibili...il giochetto interessante coi fragili è che se l'intervento non funziona è perchè in gran parte è il fragile a non permetterlo) allora va bene?

Cioè se etta venisse qui a scrivere "ma che carini, piccoli cuccioli del mio cuore, teosorucci belli miei, come li amo, come li adoro" allora sarebbe un plus alla sua palese impreparazione, non soltanto specifica ma anche generale?
certamente no, hai ragione
 

danny

Utente di lunga data
...non ha tutti i torti @omicron :)

comunque ci sono diversi lavori che non richiedono competenze specifiche.

Il punto che volevo sottolineare io, però, è il fatto che l'incompetenza in lavori "sensibili" fa comodo a diversi livelli.
E quella comodità è sostenuta anche da chi pensa che sia sufficiente il buon cuore e che se c'è il buon cuore non serva un adeguato riconoscimento dal punto di vista economico.

L'idea per cui "eeehhhh...ma quei lavori non li fai per i soldi".
Ma sti cazzi.

Si lavoro per i soldi. TUTTI.
La formazione, seria, la preparazione, non è gratis. E' un investimento.
Che quell'investimento non sia riconosciuto dai più è quasi più deprimente degli incompetenti all'opera, della strumentalizzazione delle fragilità, dell'incuria generalizzata.

Che poi...se un incompetente ha buon cuore ma non sa una cazzo e fa danni (che non sono visibili...il giochetto interessante coi fragili è che se l'intervento non funziona è perchè in gran parte è il fragile a non permetterlo) allora va bene?

Cioè se etta venisse qui a scrivere "ma che carini, piccoli cuccioli del mio cuore, teosorucci belli miei, come li amo, come li adoro" allora sarebbe un plus alla sua palese impreparazione, non soltanto specifica ma anche generale?
Lo stesso ragionamento per i medici.
"Fare il medico è una missione".
Difatti nel pubblico dove si guadagna poco c'è ormai carenza.
In campo creativo e artistico non ne parliamo.
La confusione tra hobby e professione domina anche tra chi dovrebbe pagarti.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Questa è un ragionamento tutto tuo che prescinde dal discorso di Etta.
Non è un ragionamento mio, nel senso che la situazione nel sociale è probabilmente peggiore di come l'ho descritta io, in particolare nel terzo settore.

Che prescinde da etta è ovvio.

Manco l'ho presa in considerazione.
E' da mo' che ho capito che certi discorsi con lei non è possibile farli. Non è capace e non li capisce.

Con lei si può al massimo scherzare sui pon pon sul culo...e senza neanche fare battute troppo elaborate.

Però questo mi sembrava inutile sottolinearlo.
Lo davo per scontato.

Ovviamente potrei contare fra quanto lei prenderà il mio post per usarlo a suo favore.
Ma è un problema suo. Mica mio.
Suo e di chi la segue in quel percorso.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Lo stesso ragionamento per i medici.
"Fare il medico è una missione".
Difatti nel pubblico dove si guadagna poco c'è ormai carenza.
In campo creativo e artistico non ne parliamo.
La confusione tra hobby e professione domina anche tra chi dovrebbe pagarti.

In chi dovrebbe pagare dubito sia confusione...diciamo comodità, per esser gentili?

A me fa sempre effetto vedere che è diffusa in generale.

Che il soldo legato ai servizi alla persona sia un minus.
Che il soldo non sia considerato un riconoscimento non solo per il lavoro svolto ma anche per l'investimento fatto (che costa soldi) per prepararsi a quel lavoro.

Nei servizi alla persona il contraltare di questo - cosa che non accade nella professione medica che almeno è riconosciuta come professione - è lo svilimento dei servizi stessi e della scientificità delle pratiche e delle metodologie.

Tutta roba che spiana la strada a gentaglia che promette di guarire l'autismo con la dieta, per esempio.
SE vale il buon cuore e non la preparazione scientifica...allora chiunque può dire la sua.

E non è così.
 

Actorus

Utente di lunga data
E quindi, un corso dovrebbe aggiornare le tue conoscenze.
E hai pensato bene che fosse inutile
quoto tutto e aggiungo, il valore delle lauree si può giudicare da quanti hanno superato il test pratico per l'ultimo concorso docenti , ovvero solo il 50% ha superato il test pratico, giudicate voi.
 
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