ipazia
Utente disorientante (ma anche disorientata)
Mi piace guardare ma non essere guardato.
Riesco a giocare con gli sguardi solo con persone che non conosco. Solo una volta ho rotto lo schema e son passato alle parole.
Poi parole...era svedese, figa come le stelle e irraggiungibile come la luna. Sapevo l'inglese a mozzichi e bocconi, per giunta era più grande di me e moooolto decisa. Lei non aveva molta voglia di scherzare...
Per chiarire: era meglio se si rimaneva a giocare con gli occhi... :facepalm:
a me piacciono entrambe le cose. poi ovviamente dipende da come mi si guarda. In base a quello decido.
Certi sguardi mi fanno ridere, quelli dell'uomo "sono tutto io" per intenderci...e tendono a farmi venir voglia di approfittarne per giocare e prendere in giro e imbarazzare. Fra l'altro con gli sconosciuti la mia asticella dell'imbarazzo è piuttosto alta e mi piace giocare a rilancio. Ma sto diventando bravetta e non ne approfitto più come qualche anno fa.
Altri mi piace semplicemente godermeli. Sono gli sguardi "carezza delicata", quelli in cui senti la disponibilità alla comunicazione. Come un bel regalo. E se riesco tendo a ringraziare. O a trovare un modo per farlo senza essere invadente. non riempiendo la distanza. Adesso.
Anni fa erano i proprietari di questi sguardi a interessarmi e incuriosirmi.
Altri li lascio semplicemente scivolare via, quando percepisco dall'altra parte una sensazione di "non vista"...che non so spiegare meglio, ma sono quegli sguardi che ti guardano come se non vedessero esattamente te. Questi mi innervosiscono...ci sento dentro minaccia potenziale.
Con il mio partner invece mi lascio sentire le escursioni termiche...mi piace guardar dentro i suoi occhi. Mi piace che lui guardi nei miei.
Ma questo riguarda anche un mio percorso personale, che riguarda fondamentalmente il lasciarmi "guardare dentro" mentre sento e vivo.
E' una cosa che riservo a pochissime persone. Questo lasciarmi guardare.