Il mio amante ha lasciato la moglie

Foglia

utente viva e vegeta
Il mio percorso di vita è talmente noioso e uguale a quello di milioni di altri che nemmeno ho stimoli a parlarne più di tanto

Ha similitudini notevoli anche col tuo, per dire.. pur con diversi connotati

All'inizio il "sacrificio" era di nessun peso (ma l'assenza di peso nulla toglie a un sacrificio)

Un bel momento ha avuto evidentemente più peso, assumendo i connotati di sacrificio così come comunemente identificato (doloroso)

Quando il tempo e le circostanze hanno deciso che era arrivato un certo momento, qualcosa dentro me ha detto: " oggi desidero NON sacrificarmi più

Più o meno se accosti questo schema alla tua relazione, pur cambiando i termini del sacrificio, potrai trovare le stesse assonanze

La differenza è che il tuo "non mi sacrifico più" ha determinato la morte del tuo nucleo familiare così come si era originato

Mentre il mio "non mi sacrifico più" ha determinato l'incontro e una intimità con altre persone

Esito che non rinnego, così come penso valga anche per te
Parto dalla fine: l'esito non lo rinnego, ma io proprio non avevo, la scelta :)

Per il resto non so: quello che ti posso dire e' che tanti trovano affinità tra il mio percorso (se così lo possiamo chiamare) e il loro. Non mi sono risparmiata niente, via :D
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io mi riferivo al secondo post.

Se non l'ho capito male, in quel post mi chiedi "ma ti pare che dopo vent'anni osservarti mentre ti masturbo mi possa dire qualcosa di nuovo di te?"

Leggendo l'altro post, invece mi sembra emerga esattamente il contrario, ossia che variazioni da gustare insieme ce ne sono.

concordo con te la "gustosità" in termini di pratiche dipende anche dalla varianza.
Ma a me fa sempre strano la cristallizzazione.
Sia che sia su una pratica che diventa necessaria al soddisfacimento (se non metto le mutande rosa non godo. Ergo sono una condizione sine qua non che influenza pesantemente la mia qualità comunicativa) sia che sia una pratica esclusa a priori (non ti faccio pompini mai e poi mai per quanto tu lo possa desiderare).

Le fissazioni, di pratica, tempo o spazio non sono tendenzialmente un bel campanello.
Se non sono limiti. Ma anche dei limiti servirebbe discutere.

SE io amo farmela leccare e il mio uomo ha il leccarla come limite, il problema del tempo io me lo pongo.
Perchè so che prima o poi il mio desiderio insoddisfatto non troverà soddisfazione all'insoddisfazione nell'amore.

E qui si entrerebbe nell'affinità sessuale che tanti danno per scontata.
"eh, sì, mi sembrava inibita/o ma pensavo che col tempo sarebbe migliorata/o. E poi la/lo amavo taaanto."

Cosa non ho capito? :)
Ma la masturbazione è un momento di conoscenza reciproca interessante in quanto tale in una fase iniziale. Poi i cambiamenti si vivono insieme. Non vedo come potrebbero essere meglio comunicati in una forma solitaria.
A me sembra che tu abbia l’idea che molte persone non provino le varianti sessuali, che poi non è che siano moltissime infatti Il kamasutra varia con una gamba su e una giù come se quando si fa sesso si sia imbalsamati e non ci si muovesse, mentre per quanto ne su tutti fanno tutto, parlano, verbalizzano le sensazioni ecc. E così ci sarà anche un momento in cui ci si tocca individualmente e reciprocamente, ma all’interno di tutte le varianti ogni volta che si fa.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Molto asetticamente, la coppia è al servizio del progetto perché come ben sembra emergere, il "progetto" è esso stesso un bisogno individuale.

Altrimenti l'impalcatura non starebbe in piedi nemmeno 2 settimane.

È come aver bisogno, nel primo esempio scemo che mi viene in mente, di aria pulita ma anche bisogno di fumare

Ciò che a me fa specie è che se io soddisfo il bisogno di aria pulita, so di rinunciare a fumare e non me ne dispero, né mortifica il.mio bisogno riducendolo a imbecillità immaturità cretinaggine o altro

Ne tanto meno mi scaglio con chi dice che avrebbe voglia di una sigaretta o se la fuma, magari commentando acidamente che poi quando gli verrà l"enfisema allora sì che me la riderò divertito e "soddisfatto"
E' un pensiero che mi stranisce molto. Lo comprendo. Ma mi stranisce.

E' come dire che l'uomo è al sesrvizio della tecnologia (ed in effetti in certi casi è esattamente così) e non viceversa.

Mi fa strano che la creazione (il progetto) che essendo creazione può essere costruito su misura finisca per prendere il controllo dei creatori.

I progetti hanno regole esterne a cui sottostare. Ma non sono queste che reggono l'autenticità e la personalizzazione a mio parere.
Sono le regole interne, il "su misura" che rende ogni progetto valido in se stesso e unico in se stesso a fare la differenza per come la vedo io.

La personalizzazione.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Mi ha stupito la sua lucidità. Non mi ha colpito la sua schiettezza. Noi siamo abituati a parlare senza troppi filtri. Omissioni escluse.
Per la parte sessuale si'. Mia moglie non ama il sesso orale.
Cosa significa "omissioni escluse"?

Faccio fatica a metter insieme il "parlar senza troppi filtri" con le "omissioni"

A mio parere il parlar schietto dovrebbe riguardare proprio le omissioni.
E dicendo questo mi riferisco alla vision di progetto. Quindi a fondamento del progetto stesso, paradigma.

Poi so che è una scelta individuale.
il mio ex sapeva di me, di quel che penso...eppure, quando gliel'ho ricordato, volendone riparlare, mi aveva detto che pensava "scherzassi" :eek::eek::eek::eek:

E' uno dei motivi per cui l'ho lasciato. Forse il fondamentale.
Mi ero resa conto che la nostra vision era inconciliabile, e quindi il progetto in realtà non esisteva.Progetto comune intendo.
Esistevano due progetti individuali.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Però la coppia non deve essere finalizzata solo al soddisfacimento di tutti i bisogni.
Capita di dover rinunciare a qualcosa.
Non è un dramma se il resto funziona.

Tutti i bisogni non è semplicemente possibile soddisfarli. E' una illusione che secondo me deve esser messa fuori dal progetto fin dai primi passi insieme.

Certo, non piace...rompe il romanticismo :D
Ma è onesto.

Rinunciare...dipende.
Io preferisco mediare.

E comunque anche esporre e condividere chiaramente il fatto che alcuni bisogni non sono soddisfatti.
E tenerci sopra l'attenzione.

Equilibrio dialettico e dinamico condiviso fra soddisfazione e insoddisfazione.
Anche l'insoddisfazione, se usata intenzionalmente, è un motore di benessere e condivisione.
 

danny

Utente di lunga data
Cosa significa "omissioni escluse"?

Faccio fatica a metter insieme il "parlar senza troppi filtri" con le "omissioni"

A mio parere il parlar schietto dovrebbe riguardare proprio le omissioni.
E dicendo questo mi riferisco alla vision di progetto. Quindi a fondamento del progetto stesso, paradigma.

Poi so che è una scelta individuale.
il mio ex sapeva di me, di quel che penso...eppure, quando gliel'ho ricordato, volendone riparlare, mi aveva detto che pensava "scherzassi" :eek::eek::eek::eek:

E' uno dei motivi per cui l'ho lasciato. Forse il fondamentale.
Mi ero resa conto che la nostra vision era inconciliabile, e quindi il progetto in realtà non esisteva.Progetto comune intendo.
Esistevano due progetti individuali.
Non dirlo a me:carneval:, ma non è rara questa visione.
, soprattutto quando è necessaria per celare un tradimento e le voglie che gli si associano.
La realtà dei rapporti è spesso contraddittoria.
Molto probabilmente è facile essere schietti quando si ha un vantaggio, meno quando accade il contrario.
 
Ultima modifica:

Skorpio

Utente di lunga data
E' come dire che l'uomo è al sesrvizio della tecnologia (ed in effetti in certi casi è esattamente così) e non viceversa.

Mi fa strano che la creazione (il progetto) che essendo creazione può essere costruito su misura finisca per prendere il controllo dei creatori.

.
Si.. può andare a finire proprio così

È la differenza tra la teoria e la pratica, non sempre ovviamente, ma spesso si

Io vivo in una zona commerciale, quando a volte la notte scatta un allarme (in estate poi, a finestre aperte) , nessuno pensa

"oddio i ladri!! Per fortuna che la tecnologia è al servizio della sicurezza, e ora se la staranno dando a gambe, quei gaglioffi"

Partono sempre in automatico improperi contro il padrone del negozio di ottica o di quello del negozio di argenteria, Perché il "suo allarme" è scattato chissà perché (e guarda caso non c'è mai alcun ladro, nella.mia via nel 100% dei casi in cui è scattato, e ci vivo da 20 anni)

Si migliora, si perfeziona.. si aggiusta, si calibra, ma... spesso quando il padrone scende giù dal letto e si precipita, non trova i ladri ma gli insulti che arrivano dalle finestre :cool:
 
Ultima modifica:

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Non dirlo a me:carneval:, ma non è rara questa visione.
, soprattutto quando è necessaria per celare un tradimento e le voglie che gli si associano.
La realtà dei rapporti è spesso contraddittoria.
Molto probabilmente è facile essere schietti quando si ha un vantaggio, meno quando accade il contrario.

Buh....io ho mentito. Ero anche piuttosto brava. E lo sarei pure adesso, se decidessi di mentire.

Non è mai stato esattamente un vantaggio però.
Era il primo passo nel prender consapevolezza del fatto che dall'altra parte non c'era spazio. Per i non detti. Per trasformarli in detti.

Una comodità, ecco. Più che un vantaggio.

D'altro canto, le mie relazioni si sono trasformate raramente in storie stabili di lunga durata proprio per quel motivo lì.
Non potevo essere schietta.

Quindi alla fine, ho sempre scelto di andar fuori dalle storie perchè sulla bilancia pesava di più l'esser schietta che qualunque altra cosa.
E forse perchè il progetto per me non è mai stato centrale.
Anzi, ho sempre pensato che se non era su misura, ne facevo a meno.
Un rinunciataria per certi versi. :)

Ora come ora, l'ho detto più volte, con G. mi sembra che stiamo costruendo su misura.
Se così non sarà penso che andrò come ho fatto le altre volte.

Il welfare è una grande risorsa. :D
E una compagnia per la vecchiaia, una volta rinunciato del tutto al progetto come lo intendo io...beh...una vale l'altra. A quel punto dubito mi porrei il problema della fedeltà o altra. Un po' per la mia età :carneval: un po' perchè il punto centrale per me resta esser fedele a me. E se questo comporta il mentire, che poi equivale a lasciar l'altro nell'illusione, ben venga il mentire.
Ma a quel punto per quanto mi riguarda sarebbe cambiata la vision.

Credo che non aver mai desiderato una famiglia con matrimonio e tutto il resto mi abbia spostata parecchio riguardo questa questione.

In fondo io non mi sono comunque mai sposata. Proprio perchè non avevo piena fiducia nel desiderio dell'altro di costruire un progetto che rompesse internamente alcune regole.

Omissioni in primis.

non so se mi spiego:)

E ti ringrazio...mi stai permettendo di ragionare e ordinare cose :)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Si.. può andare a finire proprio così

È la differenza tra la teoria e la pratica, non sempre ovviamente, ma spesso si

Io vivo in una zona commerciale, quando a volte la notte scatta un allarme (in estate poi, a finestre aperte) , nessuno pensa

"oddio i ladri!! Per fortuna che la tecnologia è al servizio della sicurezza, e ora se la staranno dando a gambe, quei gaglioffi"

Partono sempre in automatico improperi contro il padrone del negozio di ottica o di quello del negozio di argenteria, Perché il "suo allarme" è scattato chissà perché (e guarda caso non c'è mai alcun ladro, nella.mia via nel 100% dei casi in cui è scattato, e ci vivo da 20 anni)

Si migliora, si perfeziona.. si aggiusta, si calibra, ma... spesso quando il padrone scende giù dal letto e si precipita, non trova i ladri ma gli insulti che arrivano dalle finestre :cool:
già

credo che accorgersene dopo, e non averlo come base, come prerequisito....
non lasci molto spazio di aggiustamento

Se io sono partita col progetto come fine e non come mezzo, è ovvio che non posso parlare del fatto che se mi guardo in giro desidero altre persone. Anche se il progetto lo voglio con te.

Specialmente se tu hai gli stessi presupposti.

non c'è spazio.

Ed è un po' per questo che il pensiero che un traditore parli prima di tradire è un'altra idealizzazione.
Non può parlarne perchè non c'è spazio di parola al di fuori del progetto.

E se mi interessa il progetto taccio.

Parlo se il progetto son disposta a farlo saltare.

E' inevitabile.

Per forza il ragazzino parla alla radio....non ha mica alternative.
Anche se...cosa saggia sarebbe esattamente mettere a rischio il progetto. Paradossalmente per dargli una possibilità di autenticità.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Ma la masturbazione è un momento di conoscenza reciproca interessante in quanto tale in una fase iniziale. Poi i cambiamenti si vivono insieme. Non vedo come potrebbero essere meglio comunicati in una forma solitaria.
A me sembra che tu abbia l’idea che molte persone non provino le varianti sessuali, che poi non è che siano moltissime infatti Il kamasutra varia con una gamba su e una giù come se quando si fa sesso si sia imbalsamati e non ci si muovesse, mentre per quanto ne su tutti fanno tutto, parlano, verbalizzano le sensazioni ecc. E così ci sarà anche un momento in cui ci si tocca individualmente e reciprocamente, ma all’interno di tutte le varianti ogni volta che si fa.

Forse capisco meglio...mi ci ha fatto pensare il tuo riferimento al kamasutra.

Io non sto parlando esattamente della pratica. Anche se sono dell'idea che la maggior parte delle persone in effetti non provi molte varianti di pratiche sessuali. Che sono moltissime. :)

Ma non è a questo che mi riferisco.

Io mi riferisco alla masturbazione come rapporto con sè nella sessualità che vien condiviso con l'altro.

Quindi non la masturbazione intesa come atto sessuale in senso stretto.
Ma come pratica di tenerezza e vicinanza. Di espressione. Di calore.
Invece di darti un bacio, ti prendo in mano il cazzo per il piacere di toccarti.
O tu mi metti una mano mutande per il piacere di farlo.
O siamo seduti sul divano e toccarsi è spontaneo e immediato e non portatore di altro se non di piacere come farsi una carezza. Che poi significa non entrare nel protocollo "ci tocchiamo, dobbiamo concludere in un qualche modo".
O che c'è spazio e se ne ho voglia mi masturbo davanti a te con la stessa semplicità in cui mi fumo una sigaretta davanti a te. Reciprocamente ovviamente.

Di questo sto parlando.
Confidenza e intimità. Conoscenza e approfondimento.

Ossia che la masturbazione, come la penetrazione o altro, non siano viste come pratiche ma come messaggi e comunicazioni di un aspetto della relazionalità di coppia. Aspetto giocoso e allegro, per l'appunto.
Che non porta con sè altro che se stesso.

E allora si parla di erotismo attraverso pratiche.
Di sessualità e non di sesso.

Quindi è divertente mettere un ovetto vibrante e andare insieme a fare la spesa.
Non per il godere in sè, ma per la complicità che si gioca.
O usare insieme giocattoli, o guardare insieme porno.
O quel che viene in mente e diverte eroticamente entrambi.

Una amica dice "tener teso il filo dell'eccitazione". Ricordarsene.
E considerarlo un aspetto di primaria importanza nella comunicazione di coppia.

Gioco, allegria di comunicazione corporea, dove la genitalità non è qualcosa di riservato al sesso ma è parte semplice della corporeità.
E come tale vien trattata.
E allora diventa "eccitante" eroticamente parlando che io sono "disabile" per dire e tu mi aiuti nella cura del mio corpo. (roba bellissima fra l'altro)
Gioco e insieme Cura.
 
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Skorpio

Utente di lunga data
già

credo che accorgersene dopo, e non averlo come base, come prerequisito....
non lasci molto spazio di aggiustamento

Se io sono partita col progetto come fine e non come mezzo, è ovvio che non posso parlare del fatto che se mi guardo in giro desidero altre persone. Anche se il progetto lo voglio con te.

Specialmente se tu hai gli stessi presupposti.

non c'è spazio.

Ed è un po' per questo che il pensiero che un traditore parli prima di tradire è un'altra idealizzazione.
Non può parlarne perchè non c'è spazio di parola al di fuori del progetto.

E se mi interessa il progetto taccio.

Parlo se il progetto son disposta a farlo saltare.

E' inevitabile.

Per forza il ragazzino parla alla radio....non ha mica alternative.
Anche se...cosa saggia sarebbe esattamente mettere a rischio il progetto. Paradossalmente per dargli una possibilità di autenticità.

Funziona esattamente così, consapevolmente o meno

Quasi sempre inconsapevolmente

Che poi insomma.. diciamocelo

Quanti "progetti" anche di tipo tecnico (strade, ponti, grandi opere, centrali elettriche, termovalorizzatori, gallerie, dighe.. etc.. ) vengono fatti "nel silenzio" di una serie di cosette interessanti

Non è la scoperta dell'acqua calda, avviene proprio così

Poi crolla il ponte Morandi (esempio) e viene fuori che era tanto tempo che si sapeva (e si taceva) circa le sue condizioni

Per "tenere in piedi" (il progetto a cui non si VUOLE rinunciare) il silenzio assai spesso è un prezzo da pagare

Da sempre
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Funziona esattamente così, consapevolmente o meno

Quasi sempre inconsapevolmente

Che poi insomma.. diciamocelo

Quanti "progetti" anche di tipo tecnico (strade, ponti, grandi opere, centrali elettriche, termovalorizzatori, gallerie, dighe.. etc.. ) vengono fatti "nel silenzio" di una serie di cosette interessanti

Non è la scoperta dell'acqua calda, avviene proprio così

Poi crolla il ponte Morandi (esempio) e viene fuori che era tanto tempo che si sapeva (e si taceva) circa le sue condizioni

Per "tenere in piedi" (il progetto a cui non si VUOLE rinunciare) il silenzio è un prezzo da pagare

Da sempre
O si assume (cosa che è poi molto realistica) che l'eternità di quel progetto non è data.

E si gioca su un altro tavolo. :)
 

Skorpio

Utente di lunga data
O si assume (cosa che è poi molto realistica) che l'eternità di quel progetto non è data.

E si gioca su un altro tavolo. :)
Questo è sicuramente possibile

Se c'è la consapevolezza che si mette a rischio tutto, come ben dicevi

Ma se la consapevolezza che a volte leggo qui, si ferma superficialmente a:

"sei mio compagno/a.. no? Ti ho sposato/a.. no? Abbiamo pure fatto figli insieme, no..? Si diceva quel giorno mano nella mano sul fiume, che ci si diceva sempre tutto, no?.."

Ecco.. mi sembra che ci si stia sedendo a un tavolo dove forse sarebbe meglio non sedere, con quelle premesse

Questo penso io .. è solo una opinione mia
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Questo è sicuramente possibile

Se c'è la consapevolezza che si mette a rischio tutto, come ben dicevi

Ma se la consapevolezza che a volte leggo qui, si ferma superficialmente a:

"sei mio compagno/a.. no? Ti ho sposato/a.. no? Abbiamo pure fatto figli insieme, no..? Si diceva quel giorno mano nella mano sul fiume, che ci si diceva sempre tutto, no?.."

Ecco.. mi sembra che ci si stia sedendo a un tavolo dove forse sarebbe meglio non sedere, con quelle premesse

Questo penso io .. è solo una opinione mia
sono d'accordo :)

io credo di esser condizionata da una esperienza di vita in cui ho contato principalmente su me stessa e costruito sulla variabilità mia e dell'altro.
so che non è cosa gradita. Manco esplicitarla. :D

Io l'ho sempre esplicitata lo stesso.
Ma, ripeto, il progetto non è mai stato una mia priorità.

O meglio, un progetto da cui a priori veniva esclusa la varianza.
Uno costruito sulle promesse riguardo il futuro (ho sempre pensato fossero anticipazioni di chi le esprime e riguardassero più il presente che altro. Mi fido molto, molto poco di chi promette cose).

Capisco che se prometto di non cambiare desideri e desiderio...poi fare retromarcia, contando anche che tutto il resto tutto sommato funziona, sia quasi impossibile.

Dipende sempre dal "ne vale la pena" e da quanto pesa il sacrificio.
A volte io comprendo la menzogna.
E anche il tradimento.

E' un accomodamento che fa comodo a tutti, in fondo.
Se non lo si porta allo scoperto.

Anche se, da traditrice, ad un certo punto mi sembrava un rassegnarmi...e facevo saltare il banco quel punto.

Ma ho anche sempre fatto in modo da non aver legami materiali.
Una rinuncia al posto del sacrificio, fondamentalmente.

Ad oggi, son ancora contenta di averlo fatto. Credo siano scelte.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Secondo te (ma lo chiedo pure a @ipazia) a voler condividere l'ovvio (che tutti abbiamo pulsioni) all'interno della famiglia (o da fidanzati), a cosa può portare? Concretamente. Al di là del poter parlare liberamente per il gusto di parlare liberamente. Come forma mentis, che quella è una libertà (di poter parlare di tutto) che apprezzo.
Se io dico amore e tu dici amore. Stiam dicendo la stessa cosa?

Dubito.
Stesso significante ma diverso significato.

Se diam per scontato che entrambe diamo lo stesso significato, potremmo disquisire per ore di due cose diverse, senza saperlo e senza giungere a nessuna conclusione. Una perdita di tempo fondamentalmente.

Cosa significa avere pulsioni?

Per me vuol dire cose, per te altre, per altri altro.

se non ci si confronta non solo si da per scontato l'ovvio, ma si decide a priori che l'ovvio è uguale per tutti. (è che l'altro è come me)

Detto questo se non posso parlare liberamente in casa mia, anche di cose scomode perchè il farlo turba l'equilibrio...per me è semplice, non è casa mia.

Se al mio uomo dico che sono attratta da quell'altro uomo, e posso farlo, ne esce un discorso non sull'altro uomo, di cui frega poco a entrambi e che messo sulla bilancia sappiamo entrambi dove va a pendere il piatto.
Ne esce un discorso sui bisogni che sento e che proietto su quell'altro uomo

Perchè questo è possibile?
Perchè ci sono i fondamentali esplicitati.

E quindi l'ovvietà delle pulsioni (che tanto ovvia non è) diventa un terreno in cui confrontarsi e crescere insieme.
Tenendo insieme conto del tempo che passa.

Ovviamente vale anche a rovescio.

G. è attratto da altre donne.
Di volta in volta ci riconosce dentro che bisogni riguardano lui. E ne parliamo. Serenamente.

E' crescita e conoscenza per entrambi.
E mettere ogni volta la luce sul nostro valore come coppia e su quel che vogliamo nella nostra coppia.
compresi i bisogni che non ci soddisfiamo reciprocamente.

Certo...ne esce anche roba ruvida.
E dirsi cose che turbano lo scorrere della routine scuote...a mio parere ne val la pena.
non per le promesse o il progetto o la fedeltà.

Per me è questa famiglia.
il posto dove c'è spazio. Anche e soprattutto per l'ovvio.
che l'ovvio sia desidero altri oppure sia ti voglio bene.

Troverei ipocrita una fedeltà, una monogamia, basata sul silenzio dei desideri.
come troverei poco autentica una coppia fondata sull'omissione di parti di sè.

A quel punto sto da sola e mi trovo un amante su misura per soddisfare i bisogni di stabilità.
Ma non sarebbe il mio compagno. Sarebbe il mio amante. Anche se fosse single e tutto dedicato a me. E viceversa io tutta dedicata a lui.


Certo che se l'ovvio può mettere in discussione la stabilità di una struttura...tanto ovvio non è. :)
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Forse capisco meglio...mi ci ha fatto pensare il tuo riferimento al kamasutra.

Io non sto parlando esattamente della pratica. Anche se sono dell'idea che la maggior parte delle persone in effetti non provi molte varianti di pratiche sessuali. Che sono moltissime. :)

Ma non è a questo che mi riferisco.

Io mi riferisco alla masturbazione come rapporto con sè nella sessualità che vien condiviso con l'altro.

Quindi non la masturbazione intesa come atto sessuale in senso stretto.
Ma come pratica di tenerezza e vicinanza. Di espressione. Di calore.
Invece di darti un bacio, ti prendo in mano il cazzo per il piacere di toccarti.
O tu mi metti una mano mutande per il piacere di farlo.
O siamo seduti sul divano e toccarsi è spontaneo e immediato e non portatore di altro se non di piacere come farsi una carezza. Che poi significa non entrare nel protocollo "ci tocchiamo, dobbiamo concludere in un qualche modo".
O che c'è spazio e se ne ho voglia mi masturbo davanti a te con la stessa semplicità in cui mi fumo una sigaretta davanti a te. Reciprocamente ovviamente.

Di questo sto parlando.
Confidenza e intimità. Conoscenza e approfondimento.

Ossia che la masturbazione, come la penetrazione o altro, non siano viste come pratiche ma come messaggi e comunicazioni di un aspetto della relazionalità di coppia. Aspetto giocoso e allegro, per l'appunto.
Che non porta con sè altro che se stesso.

E allora si parla di erotismo attraverso pratiche.
Di sessualità e non di sesso.

Quindi è divertente mettere un ovetto vibrante e andare insieme a fare la spesa.
Non per il godere in sè, ma per la complicità che si gioca.
O usare insieme giocattoli, o guardare insieme porno.
O quel che viene in mente e diverte eroticamente entrambi.

Una amica dice "tener teso il filo dell'eccitazione". Ricordarsene.
E considerarlo un aspetto di primaria importanza nella comunicazione di coppia.

Gioco, allegria di comunicazione corporea, dove la genitalità non è qualcosa di riservato al sesso ma è parte semplice della corporeità.
E come tale vien trattata.
E allora diventa "eccitante" eroticamente parlando che io sono "disabile" per dire e tu mi aiuti nella cura del mio corpo. (roba bellissima fra l'altro)
Gioco e insieme Cura.
Beh allora pensiamo alla stessa cosa.
Anche se io penso che l’aspetto Luna park dopo un po’ stanca.
Ovviamente le cose si riducono con bambini per casa.
 

Skorpio

Utente di lunga data
E mettere ogni volta la luce sul nostro valore come coppia e su quel che vogliamo nella nostra coppia.
compresi i bisogni che non ci soddisfiamo reciprocamente.

Certo...ne esce anche roba ruvida.
E dirsi cose che turbano lo scorrere della routine scuote...a mio parere ne val la pena.
Te che probabilmente sei Tra i pochi utenti che sanno parlare con piena libertà anche di "ruvidità" e di "scomodità" nella coppia (ovviamente senza metterla sulla pagliacciata o la battuta su cui fare risatine prudenti) potresti se ti va spiegare come viene vissuta la cosa?

In genere immagino ci sia nella coppia "classica" una sorta di atteggiamento stupito, scandalizzato o come di chi sta ricevendo una provocazione..

Ad esempio quando viene manifestato un desiderio verso altri che non può essere per propria costituzione/inclinazione (fisica o non) soddisfatto pienamente dal compagno/a

Tra voi invece che accade..?.. come si reagisce? Com'è l'approccio?

(Se ti va ovviamente.. a livello di testimonianza)
 
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Foglia

utente viva e vegeta
Se io dico amore e tu dici amore. Stiam dicendo la stessa cosa?

Dubito.
Stesso significante ma diverso significato.

Se diam per scontato che entrambe diamo lo stesso significato, potremmo disquisire per ore di due cose diverse, senza saperlo e senza giungere a nessuna conclusione. Una perdita di tempo fondamentalmente.

Cosa significa avere pulsioni?

Per me vuol dire cose, per te altre, per altri altro.

se non ci si confronta non solo si da per scontato l'ovvio, ma si decide a priori che l'ovvio è uguale per tutti. (è che l'altro è come me)

Detto questo se non posso parlare liberamente in casa mia, anche di cose scomode perchè il farlo turba l'equilibrio...per me è semplice, non è casa mia.

Se al mio uomo dico che sono attratta da quell'altro uomo, e posso farlo, ne esce un discorso non sull'altro uomo, di cui frega poco a entrambi e che messo sulla bilancia sappiamo entrambi dove va a pendere il piatto.
Ne esce un discorso sui bisogni che sento e che proietto su quell'altro uomo

Perchè questo è possibile?
Perchè ci sono i fondamentali esplicitati.

E quindi l'ovvietà delle pulsioni (che tanto ovvia non è) diventa un terreno in cui confrontarsi e crescere insieme.
Tenendo insieme conto del tempo che passa.

Ovviamente vale anche a rovescio.

G. è attratto da altre donne.
Di volta in volta ci riconosce dentro che bisogni riguardano lui. E ne parliamo. Serenamente.

E' crescita e conoscenza per entrambi.
E mettere ogni volta la luce sul nostro valore come coppia e su quel che vogliamo nella nostra coppia.
compresi i bisogni che non ci soddisfiamo reciprocamente.

Certo...ne esce anche roba ruvida.
E dirsi cose che turbano lo scorrere della routine scuote...a mio parere ne val la pena.
non per le promesse o il progetto o la fedeltà.

Per me è questa famiglia.
il posto dove c'è spazio. Anche e soprattutto per l'ovvio.
che l'ovvio sia desidero altri oppure sia ti voglio bene.

Troverei ipocrita una fedeltà, una monogamia, basata sul silenzio dei desideri.
come troverei poco autentica una coppia fondata sull'omissione di parti di sè.

A quel punto sto da sola e mi trovo un amante su misura per soddisfare i bisogni di stabilità.
Ma non sarebbe il mio compagno. Sarebbe il mio amante. Anche se fosse single e tutto dedicato a me. E viceversa io tutta dedicata a lui.


Certo che se l'ovvio può mettere in discussione la stabilità di una struttura...tanto ovvio non è. :)
Non è infatti l'ovvio di avere pulsioni. Ricontestualizziamolo.

Uno fidanzato da cinque anni, che è quasi dilaniato dal desiderio di altre. In cosa "sfocia", secondo te? Come è raccontarlo alla radio? Non è da pirla, senza nemmeno essersi ancora imbarcato in un progetto?

Questa è la premessa. Io infatti (secondo grassetto) parlavo dell'ovvio che diventa non più ovvio. Non appunto perché a noi tutti non possa capitare di proiettare nostri bisogni su altri. Ma perché appunto non è dell'altro che ci occupiamo facendo un discorso sull'ovvio. Che muove dall'ovvio. Posso essere attratto da chi non sei tu. Ma non sto soffrendo perché non posso soddisfare un bisogno. Sinceramente, che cacchio ti posso rispondere, davanti a una roba simile? Che sei pirla. Vai a soffrire da un'altra parte. E poi magari a posteriori mitigherò quel "pirla", e ti ringrazierò pure per la sincerità, poiché mi ha evitato di cullare un certo tipo di progetto.

Poi tutto può essere: anche che con la fidanzata avesse in mente di non avere figli, di non condividere rogne, di non investire soldi. Eccetera.
Ma se l'intento era quello di comprare casa e fare figli (per metterla sul banale che tanto banale per me non è), io dall'altra parte cosa ti posso rispondere (in senso costruttivo) al tuo dirmi "ti voglio bene, ma sto soffrendo come un cane perché non posso andare con le altre"? Concretamente. E' chiaro che se nel loro progetto non c'erano case (ma soprattutto direi figli), e fedeltà e tante belle balle (mi posso pure permettere di dirlo, adesso) che corredano i matrimoni, sia anche più facile dare spazio ad ogni tipo di bisogno. Che un bisogno di quel tipo non si risolve in un "gioco a due". Magari a tre si :D, ma non è che certe "predisposizioni" non le si sappia da prima. Anche perché dubito delle predisposizioni necessitate dai bisogni di uno.
E allora dalla parte della fidanzata, che debbo rispondere?
Pazienza: sarebbe stato forse meglio saperlo prima, che cinque anni sono sempre cinque anni, e non è detto che se anche non si guardi al "progetto" più che alla persona, con quei presupposti non si sarebbe magari vista un'altra persona. Come è normale.
Tutto qui.
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Beh allora pensiamo alla stessa cosa.
Anche se io penso che l’aspetto Luna park dopo un po’ stanca.
Ovviamente le cose si riducono con bambini per casa.
Mi sa che suppergiù stiam dicendo cose simili, sì :)

E ovviamente coi bambini e la routine le cose cambiano...ma io penso fermamente che sia parte dell'impegno di coppia aver cura di quella dimensione in cui il corpo è parte integrante del rapporto.

Che sì, è anche luna park, ma è un luna park speciale.
Di quelli che non possono essere replicati.
Perchè è tessuto nella storia allo stesso modo di tutto il resto.
con lo stesso peso.

E mi sto convincendo che questa o è una cosa condivisa pienamente fin dall'inizio o quel filo diventa una invenzione che ha radici nel ricordo.

Come perdere l'opportunità di riscoprirsi e trovarsi dopo 30 anni a toccarsi in una stradina buia come adolescenti.
E non perchè si sta ricercando qualcosa di andato..ma perchè quel desiderio, rinnovato e cambiato insieme a tutto il resto è ancora lì.

E probabilmente c'è dentro una dose di culo...una compenetrazione che mi sto convincendo essere piuttosto rara.
Ma che se anche c'è, se non viene nominata e riconosciuta e nutrita, si sperde.

Ecco perchè battevo sulla masturbazione. Non come pratica in sè...ma come porta d'accesso reciproca.
Con il corpo come soglia fisica, ma per andare in posti spirituali. E per spirituali intendo la comprensione di eros...che senza thanatos ha qualche difficoltà :)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Non è infatti l'ovvio di avere pulsioni. Ricontestualizziamolo.

Uno fidanzato da cinque anni, che è quasi dilaniato dal desiderio di altre. In cosa "sfocia", secondo te? Come è raccontarlo alla radio? Non è da pirla, senza nemmeno essersi ancora imbarcato in un progetto?

Questa è la premessa. Io infatti (secondo grassetto) parlavo dell'ovvio che diventa non più ovvio. Non appunto perché a noi tutti non possa capitare di proiettare nostri bisogni su altri. Ma perché appunto non è dell'altro che ci occupiamo facendo un discorso sull'ovvio. Che muove dall'ovvio. Posso essere attratto da chi non sei tu. Ma non sto soffrendo perché non posso soddisfare un bisogno. Sinceramente, che cacchio ti posso rispondere, davanti a una roba simile? Che sei pirla. Vai a soffrire da un'altra parte. E poi magari a posteriori mitigherò quel "pirla", e ti ringrazierò pure per la sincerità, poiché mi ha evitato di cullare un certo tipo di progetto.

Poi tutto può essere: anche che con la fidanzata avesse in mente di non avere figli, di non condividere rogne, di non investire soldi. Eccetera.
Ma se l'intento era quello di comprare casa e fare figli (per metterla sul banale che tanto banale per me non è), io dall'altra parte cosa ti posso rispondere (in senso costruttivo) al tuo dirmi "ti voglio bene, ma sto soffrendo come un cane perché non posso andare con le altre"? Concretamente. E' chiaro che se nel loro progetto non c'erano case (ma soprattutto direi figli), e fedeltà e tante belle balle (mi posso pure permettere di dirlo, adesso) che corredano i matrimoni, sia anche più facile dare spazio ad ogni tipo di bisogno. Che un bisogno di quel tipo non si risolve in un "gioco a due". Magari a tre si :D, ma non è che certe "predisposizioni" non le si sappia da prima. Anche perché dubito delle predisposizioni necessitate dai bisogni di uno.
E allora dalla parte della fidanzata, che debbo rispondere?
Pazienza: sarebbe stato forse meglio saperlo prima, che cinque anni sono sempre cinque anni, e non è detto che se anche non si guardi al "progetto" più che alla persona, con quei presupposti non si sarebbe magari vista un'altra persona. Come è normale.
Tutto qui.
Non lo so se è pirla.

Di per certo, ha un suo qualche motivo che non gli permette di parlare in una relazione.

Motivo giusto, sbagliato?
buh...non lo so.

Ma se il mio uomo vien da me e mi dice che non soddisfo alcuni suoi bisogni, quel che dipende da me è la mia reazione.

Posso offendermi. Giudicarlo. Sentirmi sottratto qualcosa. Sentirmi sminuita o poco considerata.

Oppure posso sospendermi (nei miei bisogni, che tanto non vanno da nessuna parte) e ascoltare quello che mi sta dicendo. Considerare importante quel che mi dice. Più delle aspettative di progetto.
Ossia che il non soddisfare alcuni bisogni lo fa soffrire.
E accogliere quella sofferenza.
E includerla nella relazione che ho con lui.

Questo significa che non giudico i suoi bisogni nella mia scala di priorità e invece sospendo il giudizio su quei bisogni.
Dando anche a bisogni che per me non esistono, una dignità che non lo fa ricadere nell'esser pirla ai miei occhi.

E non vale far finta.

Parlare e discutere non significa non avere reazioni. non sentirsi feriti, impauriti o altro.

significa includere tutto questo in una dialettica.
Di rispetto innanzitutto. E poi di cura.

Io rispetto i suoi bisogni. Anche se a me possono sembrare offensivi o addirittura lesivi.
E lui con me.

E rispetto per me significa non aver timore di deludere,far soffrire, offendere l'altro.
Reciprocamente.

Quei bisogni possono riguardare una miriade di cose eh.
Mica necessariamente pulsioni sessuali.

E' una forma della fiducia.

Quella che manca se parlo con qualcuno dei miei bisogni e quel qualcuno non è il mio uomo.
E viceversa.

Ma non è qualcosa che si improvvisa.

Se questi due han passato 5 anni a raccontarsi storie del tipo che si ameranno per sempre, che non vedono che l'un l'altro, che loro due e nessuno mai, che lei è la più bella del reame, e lui pure etc etc e che insieme supereranno ogni difficoltà etc etc...metterci dentro attrazione per altre belle non è mica scontato.

io capisco sia la paura del dire (significherebbe rompere cose) sia la sofferenza che deriva dal pensare reale la relazione con lei ma non riuscire a trovar spazio per quell'attrazione, fisiologica e potenzialmente pure arricchente per entrambi.

come reagisce lei?

Sei un pirla. Mi hai detto che ero la più bella, che come me nessuno mai, son cinque anni che immaginiamo i fiori d'arancio e adesso te ne esci che vuoi le altre?
Allora non sono la più bella, non mi vuoi per davvero...

Mica è facile creare dal nulla un contesto dialogico in cui far rientrare qualcosa che non si capisce neanche bene e che fa sentire pure colpevoli a volte.

Non è un contesto che basta invocarlo e appare.

Lo si costruisce proprio a partire dall'ovvio. Che ovvio non è.
l'ovvio è solo similitudine con situazioni conosciute. Ma la similitudine è solo somiglianza. Semplificazione.

Non è significato e co-costruzione di linguaggio comune.

L'attrazione per altri, mette necessariamente in discussione il progetto?
scoprire l'acqua calda, ossia che non ci soddisfiamo e non ci soddisferemo pienamente mette in discussione il progetto?

Per me no.
Anzi. E' parte della realisticità del progetto.

Certo...significa che il progetto comprende anche il dolore che reciprocamente ci si può dare, al pari del piacere.
E aver chiari i propri limiti a riguardo

Non in nome del progetto
Ma in nome di se stessi. Ognun per sè.
Aver condiviso e aggiornato. Costantemente.

Questo a mio parere.
 
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