Il perdono fa parte dei lati oscuri del tradimento

Ti interessa l'argomento ?

  • Si

    Voti: 8 66,7%
  • Mi tengo per me la mia opinione

    Voti: 0 0,0%
  • Non me ne frega affatto

    Voti: 2 16,7%
  • Poco, se c'ho tempo, ripasso

    Voti: 2 16,7%

  • Votatori totali
    12
  • Sondaggio chiuso .

Alphonse02

Utente di lunga data
Nel significato 1 allora io ho perdonato o accettato. Ovvero quanto avvenuto non mi fa più male e penso che “il reato sia stato estinto” 😂
Per me, dopo quasi trent'anni, è impossibile dimenticare.
Rimane l'affetto, umano, per qualcuno con cui si è condivisa una parte importante della vita. Ma il passato non si cancella, si accetta (per i figli, essenzialmente).
 

Brunetta

Utente di lunga data
Per me, dopo quasi trent'anni, è impossibile dimenticare.
Rimane l'affetto, umano, per qualcuno con cui si è condivisa una parte importante della vita. Ma il passato non si cancella, si accetta (per i figli, essenzialmente).
Io non ho detto dimenticare. Ho una memoria di ferro pure per piccolezze.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Ti dirò...non lo so. Una storia lunga fa oggettivamente male. Ma pure una scopata....forse ancora più evitabile...Bo.. veramente non saprei di cosa morire..
Guarda, il ragionamento di @Pincopallino non fa una grinza, quando sottolinea che il tradimento è sempre un'azione intenzionale, voluta, attuata e pianificata. Non avviene per caso, senza una volontà, il fatto di baciarsi, fare sesso in tutti i modi che si vuole, di nascondersi e di proteggersi dall'eventualità di essere scoperti e ... continuare a farlo nel tempo aumenta a dismisura la responsabilità, esclude qualsiasi dignità, per quanto mi riguarda, perché coltivare l'inganno è incompatibile con la pretesa di avere diritto alla dignità morale.

E' una balla enorme quella che viene propugnata da schiere di traditori di non sapere come sia successo. E, poi, una volta scoperti, di scappare dallo psicologo per farsi spiegare che si è dotati di un cervello oltre che di un organo sessuale che al primo risponde. Sono soldi buttati al vento ...

Poi, rispetto quelli che accettano (per i motivi più vari) il tradimento e si astengono dal reagire e fare saltare la coppia. Ma non li approvo e trovo insopportabile che si cerchi di farne, addirittura in certi casi, una sorta di codice comportamentale da portare ad esempio.
Ognuno sa i fatti propri e trova soluzioni che ritiene accettabili. Punto.
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Guarda, il ragionamento di @Pincopallino non fa una grinza, quando sottolinea che il tradimento è sempre un'azione intenzionale, voluta, attuata e pianificata. Non avviene per caso, senza una volontà, il fatto di baciarsi, fare sesso in tutti i modi che si vuole, di nascondersi e di proteggersi dall'eventualità di essere scoperti e ... continuare a farlo nel tempo aumenta a dismisura la responsabilità, esclude qualsiasi dignità, per quanto mi riguarda, perché coltivare l'inganno è incompatibile con la pretesa di avere diritto alla dignità morale.

E' una balla enorme quella che viene propugnata da schiere di traditori di non sapere come sia successo. E, poi, una volta scoperti, di scappare dallo psicologo per farsi spiegare che si è dotati di un cervello oltre che di un organo sessuale che al primo risponde. Sono soldi buttati al vento ...

Poi, rispetto quelli che accettano (per i motivi più vari) il tradimento e si astengono dal reagire e fare saltare la coppia. Ma non li approvo e trovo insopportabile che si cerchi di farne, addirittura in certi casi, una sorta di codice comportamentale da portare ad esempio.
Ognuno sa i fatti propri e trova soluzioni che ritiene accettabili. Punto.
Ma che non si venga qui ad insegnare come si fa.
Si e‘ solo scelto quel che serviva al momento.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Dipende anche dal tradimento e da quanto va avanti ma in genere penso sia difficilissimo perdonare.
Anche la durata e le modalità del tradimento sono elementi di valutazione, giustissimo, da parte del partner tradito.
E la valutazione da parte del tradito di tali aspetti dovrebbe contare parecchio nel decidere se accettare (ho idiosincrasia ad usare il verbo perdonare) il tradimento e la richiesta del partner traditore di non chiudere il rapporto di coppia.

Ho conosciuto un medico, sposato e con prole, che ha intrapreso una relazione extraconiugale con una donna, sposata e con prole, per almeno sette anni. Quando la tresca è emersa, per il solito banale errore che fa crollare il castello di carte, è stato interessante osservare (dall'esterno) il diverso destino dei due partners traditori (perché ambedue i coniugi traditi hanno reagito).

L'uomo traditore ha ammesso la relazione ma ha chiesto alla moglie di "perdonarlo", soprattutto per amore dei figli. La moglie, dopo qualche tempo, ha accettato mettendo in chiaro che il matrimonio si era svuotato di ogni significato, il perdono di una relazione così lunga era impossibile. Ma ha offerto (ed il marito ha accettato) condizioni pesantissime patrimoniali (intestazione della prima e seconda casa ai figli con usufrutto per lei) nonché finanziarie per una condizione sostanziale di "separazione in casa", che salvasse in qualche modo le apparenze sociali (anche se gli amici sono stati messi al corrente della crisi coniugale). Ha privilegiato la convenienza per sé e per i figli (e questo non è infrequente) in modo aperto e trasparente, senza ipocrisia, lasciando che il marito (ormai solo di nome) potesse continuare, con discrezione, le sue divagazioni.

La donna traditrice ha interrotto la relazione extra e dichiarato di amare il marito con grande intensità. Ci ha provato in tutti i modi ad ottenere il perdono. Lui, raccolte le prove del tradimento, l'ha messa fuori di casa (intestata a lui), ha ottenuto la separazione con addebito (senza mantenimento per lei, che lavorava nel pubblico), ha avuto l'assegnazione dei figli grandicelli e, qualche tempo dopo la chiusura del giudizio di separazione, ha cominciato a frequentare un'altra donna, divorziata con prole. E ciò l'ha fatto nonostante fosse ancora innamorato della moglie, dalla quale non ha mai voluto divorziare.
Ha privilegiato il rigore morale, senza concedere nulla alle apparenze.

Qualcuno dirà che si è vendicato, e che è stato meschino.
Non sono affatto d'accordo: chi ha tradito sapeva chi aveva accanto e, dunque, era consapevole che rischiava di non essere perdonato (visto che, oggi, il perdono avviene forse nella maggioranza dei casi). Non esiste un diritto al perdono e bisogna accettare le conseguenze delle proprie azioni una volta sposati. E' stato sleale chi ha tradito, non meschino chi ha subito il tradimento.

La durata della relazione illecita è stata decisiva in entrambi gli esiti per giungere ad una forma di accettazione del tradimento, in un caso, e ad una negazione di qualsiasi perdono, nell'altro.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Anche la durata e le modalità del tradimento sono elementi di valutazione, giustissimo, da parte del partner tradito.
E la valutazione da parte del tradito di tali aspetti dovrebbe contare parecchio nel decidere se accettare (ho idiosincrasia ad usare il verbo perdonare) il tradimento e la richiesta del partner traditore di non chiudere il rapporto di coppia.

Ho conosciuto un medico, sposato e con prole, che ha intrapreso una relazione extraconiugale con una donna, sposata e con prole, per almeno sette anni. Quando la tresca è emersa, per il solito banale errore che fa crollare il castello di carte, è stato interessante osservare (dall'esterno) il diverso destino dei due partners traditori (perché ambedue i coniugi traditi hanno reagito).

L'uomo traditore ha ammesso la relazione ma ha chiesto alla moglie di "perdonarlo", soprattutto per amore dei figli. La moglie, dopo qualche tempo, ha accettato mettendo in chiaro che il matrimonio si era svuotato di ogni significato, il perdono di una relazione così lunga era impossibile. Ma ha offerto (ed il marito ha accettato) condizioni pesantissime patrimoniali (intestazione della prima e seconda casa ai figli con usufrutto per lei) nonché finanziarie per una condizione sostanziale di "separazione in casa", che salvasse in qualche modo le apparenze sociali (anche se gli amici sono stati messi al corrente della crisi coniugale). Ha privilegiato la convenienza per sé e per i figli (e questo non è infrequente) in modo aperto e trasparente, senza ipocrisia, lasciando che il marito (ormai solo di nome) potesse continuare, con discrezione, le sue divagazioni.

La donna traditrice ha interrotto la relazione extra e dichiarato di amare il marito con grande intensità. Ci ha provato in tutti i modi ad ottenere il perdono. Lui, raccolte le prove del tradimento, l'ha messa fuori di casa (intestata a lui), ha ottenuto la separazione con addebito (senza mantenimento per lei, che lavorava nel pubblico), ha avuto l'assegnazione dei figli grandicelli e, qualche tempo dopo la chiusura del giudizio di separazione, ha cominciato a frequentare un'altra donna, divorziata con prole. E ciò l'ha fatto nonostante fosse ancora innamorato della moglie, dalla quale non ha mai voluto divorziare.
Ha privilegiato il rigore morale, senza concedere nulla alle apparenze.

Qualcuno dirà che si è vendicato, e che è stato meschino.
Non sono affatto d'accordo: chi ha tradito sapeva chi aveva accanto e, dunque, era consapevole che rischiava di non essere perdonato (visto che, oggi, il perdono avviene forse nella maggioranza dei casi). Non esiste un diritto al perdono e bisogna accettare le conseguenze delle proprie azioni una volta sposati. E' stato sleale chi ha tradito, non meschino chi ha subito il tradimento.

La durata della relazione illecita è stata decisiva in entrambi gli esiti per giungere ad una forma di accettazione del tradimento, in un caso, e ad una negazione di qualsiasi perdono, nell'altro.
Ma sono reazioni individuali. Ognuno reagisce come si sente.
Ora capisco che la gravità di un tradimento è percepita in modo diverso in base a una quantità di questioni pratiche, ma soprattutto emotive, anche antiche e profonde, e a valori di riferimento più o meno solidi.
Non credo proprio che si possa capire le reali motivazioni, se non di chi si conosce molto bene e che già prima era a un buon punto di auto conoscenza e lo aveva comunicato.
 

Etta

Utente di lunga data
Ti dirò...non lo so. Una storia lunga fa oggettivamente male. Ma pure una scopata....forse ancora più evitabile...Bo.. veramente non saprei di cosa morire..
Ti dirò: è meno grave un tradimento di una sola scopata in un momento che so, di ubriachezza, ma che poi subito ti penti e confessi piuttosto di una storia parallela nascosta da tempo. Anche se nemmeno il primo è così giustificato eh.

Al perdono ognuno attribuisce significati e conseguenze differenti, è per questo che si trovano persone che stanno insieme pur senza aver perdonato il partner e persone che sosterranno di averlo perdonato. Personalmente non credo nel perdono che per me dovrebbe implicare quasi un dimenticarsi del fatto e andare oltre. Credo maggiormente nell'analisi dei presupposti, post tradimento, per poter continuare insieme un percorso di vita.
Io su questo poi sono stronza: vuoi il mio perdono? Però prima ti rendo pan per focaccia.
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
Anche la durata e le modalità del tradimento sono elementi di valutazione, giustissimo, da parte del partner tradito.
E la valutazione da parte del tradito di tali aspetti dovrebbe contare parecchio nel decidere se accettare (ho idiosincrasia ad usare il verbo perdonare) il tradimento e la richiesta del partner traditore di non chiudere il rapporto di coppia.

Ho conosciuto un medico, sposato e con prole, che ha intrapreso una relazione extraconiugale con una donna, sposata e con prole, per almeno sette anni. Quando la tresca è emersa, per il solito banale errore che fa crollare il castello di carte, è stato interessante osservare (dall'esterno) il diverso destino dei due partners traditori (perché ambedue i coniugi traditi hanno reagito).

L'uomo traditore ha ammesso la relazione ma ha chiesto alla moglie di "perdonarlo", soprattutto per amore dei figli. La moglie, dopo qualche tempo, ha accettato mettendo in chiaro che il matrimonio si era svuotato di ogni significato, il perdono di una relazione così lunga era impossibile. Ma ha offerto (ed il marito ha accettato) condizioni pesantissime patrimoniali (intestazione della prima e seconda casa ai figli con usufrutto per lei) nonché finanziarie per una condizione sostanziale di "separazione in casa", che salvasse in qualche modo le apparenze sociali (anche se gli amici sono stati messi al corrente della crisi coniugale). Ha privilegiato la convenienza per sé e per i figli (e questo non è infrequente) in modo aperto e trasparente, senza ipocrisia, lasciando che il marito (ormai solo di nome) potesse continuare, con discrezione, le sue divagazioni.

La donna traditrice ha interrotto la relazione extra e dichiarato di amare il marito con grande intensità. Ci ha provato in tutti i modi ad ottenere il perdono. Lui, raccolte le prove del tradimento, l'ha messa fuori di casa (intestata a lui), ha ottenuto la separazione con addebito (senza mantenimento per lei, che lavorava nel pubblico), ha avuto l'assegnazione dei figli grandicelli e, qualche tempo dopo la chiusura del giudizio di separazione, ha cominciato a frequentare un'altra donna, divorziata con prole. E ciò l'ha fatto nonostante fosse ancora innamorato della moglie, dalla quale non ha mai voluto divorziare.
Ha privilegiato il rigore morale, senza concedere nulla alle apparenze.

Qualcuno dirà che si è vendicato, e che è stato meschino.
Non sono affatto d'accordo: chi ha tradito sapeva chi aveva accanto e, dunque, era consapevole che rischiava di non essere perdonato (visto che, oggi, il perdono avviene forse nella maggioranza dei casi). Non esiste un diritto al perdono e bisogna accettare le conseguenze delle proprie azioni una volta sposati. E' stato sleale chi ha tradito, non meschino chi ha subito il tradimento.

La durata della relazione illecita è stata decisiva in entrambi gli esiti per giungere ad una forma di accettazione del tradimento, in un caso, e ad una negazione di qualsiasi perdono, nell'altro.
e se la donna traditrice avesse avuto I soldi dell’uomo? Avrebbe comprato il marito come l’uomo ha comprato la moglie?
 

Lostris

Utente Ludica
Io credo che perdonare chi ti fa volontariamente del male sia cosa da stupidi o da santi - Perdonali, padre, perché non sanno quello che fanno - tralasciando che, comunque, sembra si faccia riferimento ad una sorta di incapacità di intendere e di volere.

È più accettabile pensare che l’inganno e il dolore siano effetti collaterali dell’inseguimento egoistico di un presunto bisogno del traditore, che non l’obiettivo primario - e penso che, normalmente, sia proprio questo che accade.

Forse, chi riesce a perdonare, perdona proprio questa debolezza, e ci riesce perché ridimensiona il proprio ego e al contempo è capace di vedere ancora del valore in ciò che resta dopo lo tsunami.
Non significa dimenticare.

Il vero perdono libera proprio chi lo attua, trovo sia una cosa molto potente - ed anche estremamente rara.
 

Eagle72

Utente di lunga data
Io su questo poi sono stronza: vuoi il mio perdono? Però prima ti tendo pan per focaccia.
Si ma il Pan per focaccia non recupera mai il danno subito. Se hai subito un tradimento lungo, una relazione lunga e condita di sentimenti non è che scopando la collega ti senti meglio. Dovresti forse vivere qualcosa di simile per sentirti "al pari".. ma non puoi comandare o scegliere una cosa del genere
 

Etta

Utente di lunga data
Si ma il Pan per focaccia non recupera mai il danno subito. Se hai subito un tradimento lungo, una relazione lunga e condita di sentimenti non è che scopando la collega ti senti meglio. Dovresti forse vivere qualcosa di simile per sentirti "al pari".. ma non puoi comandare o scegliere una cosa del genere
No, certo, però se il traditore è così pentito e “innamorato” di sicuro il pan per focaccia non lo renderà felice.
 

Varlam

Utente di lunga data
Anche la durata e le modalità del tradimento sono elementi di valutazione, giustissimo, da parte del partner tradito.
E la valutazione da parte del tradito di tali aspetti dovrebbe contare parecchio nel decidere se accettare (ho idiosincrasia ad usare il verbo perdonare) il tradimento e la richiesta del partner traditore di non chiudere il rapporto di coppia.

Ho conosciuto un medico, sposato e con prole, che ha intrapreso una relazione extraconiugale con una donna, sposata e con prole, per almeno sette anni. Quando la tresca è emersa, per il solito banale errore che fa crollare il castello di carte, è stato interessante osservare (dall'esterno) il diverso destino dei due partners traditori (perché ambedue i coniugi traditi hanno reagito).

L'uomo traditore ha ammesso la relazione ma ha chiesto alla moglie di "perdonarlo", soprattutto per amore dei figli. La moglie, dopo qualche tempo, ha accettato mettendo in chiaro che il matrimonio si era svuotato di ogni significato, il perdono di una relazione così lunga era impossibile. Ma ha offerto (ed il marito ha accettato) condizioni pesantissime patrimoniali (intestazione della prima e seconda casa ai figli con usufrutto per lei) nonché finanziarie per una condizione sostanziale di "separazione in casa", che salvasse in qualche modo le apparenze sociali (anche se gli amici sono stati messi al corrente della crisi coniugale). Ha privilegiato la convenienza per sé e per i figli (e questo non è infrequente) in modo aperto e trasparente, senza ipocrisia, lasciando che il marito (ormai solo di nome) potesse continuare, con discrezione, le sue divagazioni.

La donna traditrice ha interrotto la relazione extra e dichiarato di amare il marito con grande intensità. Ci ha provato in tutti i modi ad ottenere il perdono. Lui, raccolte le prove del tradimento, l'ha messa fuori di casa (intestata a lui), ha ottenuto la separazione con addebito (senza mantenimento per lei, che lavorava nel pubblico), ha avuto l'assegnazione dei figli grandicelli e, qualche tempo dopo la chiusura del giudizio di separazione, ha cominciato a frequentare un'altra donna, divorziata con prole. E ciò l'ha fatto nonostante fosse ancora innamorato della moglie, dalla quale non ha mai voluto divorziare.
Ha privilegiato il rigore morale, senza concedere nulla alle apparenze.

Qualcuno dirà che si è vendicato, e che è stato meschino.
Non sono affatto d'accordo: chi ha tradito sapeva chi aveva accanto e, dunque, era consapevole che rischiava di non essere perdonato (visto che, oggi, il perdono avviene forse nella maggioranza dei casi). Non esiste un diritto al perdono e bisogna accettare le conseguenze delle proprie azioni una volta sposati. E' stato sleale chi ha tradito, non meschino chi ha subito il tradimento.

La durata della relazione illecita è stata decisiva in entrambi gli esiti per giungere ad una forma di accettazione del tradimento, in un caso, e ad una negazione di qualsiasi perdono, nell'altro.
Vorresti dire che dovremmo prenderlo a paradigna dei comportamenti uomo/donna ?
Cioè l' uomo agisce per rigore morale e la donna per convenienza ?

Argomenta
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Ma sono reazioni individuali. Ognuno reagisce come si sente.
Ora capisco che la gravità di un tradimento è percepita in modo diverso in base a una quantità di questioni pratiche, ma soprattutto emotive, anche antiche e profonde, e a valori di riferimento più o meno solidi.
Non credo proprio che si possa capire le reali motivazioni, se non di chi si conosce molto bene e che già prima era a un buon punto di auto conoscenza e lo aveva comunicato.
E forse neanche, perchè quando capita a persone che, magari in età non più giovanissima, non hanno mai provato l'esperienza prima, nessuno e nemmeno loro sanno come possono reagire nell'immediato e nel medio/lungo periodo
 

spleen

utente ?
In ogni situazione di infedeltà, è la mia impressione, chi tradisce vuole mantenere la relazione con il partner tradito. Mi sembra improbabile che non consideri la possibilità di essere scoperto, a meno di non essere incosciente di natura: è possibile esserlo nell’immediatezza ma nel tempo non credo sia possibile. E, in qualche maniera, si prepara una giustificazione.

Se tiene al rapporto ufficiale, più o meno consciamente, sa che - se scoperto - dovrà ottenere un perdono (poi discutiamo sul significato vero del termine) da parte del tradito.

Parlavo oggi con un medico quarantenne ( saranno 4 o 5 volte che l'incontro) e, al termine della visita, ha voluto chiacchierare ed il discorso è andato sulla possibilità del tradimento nella coppia e come si affronta. Parlando lui del perdono, ha detto che è difficile, specie se il tradimento non è occasionale ed isolato. Io ho rincarato la dose ed ho detto è semplicemente impossibile, si può accettarlo come constatazione di un fatto avvenuto (e cessato) della vita, ma non cancellarlo. E ci devono essere ragioni consistenti pure per accettarlo (i figli soprattutto). Quindi, è un ricordo che rimane indelebile, al massimo si attenuano nel tempo gli effetti spiacevoli, sempre se non si ripresenta. Nel “perdono” (= accettazione) ci possono essere molteplici ambiguità e non detti da parte di entrambe le parti. E da come si risolvono con il tempo tali ambiguità dipende la prosecuzione della coppia.

Ha finito con il convenire che, in fondo, è proprio così. Alla prossima volta, ha detto, ne riparliamo. Mi sa proprio che sta nella palude …

PS: In BLU c'è l'estratto del contenuto del thread proposto.
Il perdono non è perdonismo, tipo la ridicola domanda rivolta a freddo dal cronista decerebrato che interroga la vittima di qualche vicenda di cronaca nera.

Ce lo hanno insegnato duemila anni di civiltà cristiana e che abbiamo dimenticato cos’è, quello che passa innanzitutto attraverso il pentimento, quello vero, quello sincero, non le false e ridicole rassicurazioni di facciata e poi attraverso l’espiazione, sia essa temporanea o definitiva, come prezzo da pagare, a volte per poco a volte per tutta la vita.

Ecco perché non ci credo, o almeno, ci credo poco, così come è pensato e richiesto nelle forme che attualmente conosciamo.

La lingua inglese ha un verbo eccezionale per la parola perdono: forgive, che assomiglia tanto a quel "dimenticare", e quale risultato può essere più potente, quale parola più consona per descrivere il vero pentimento, che è dimenticare per sempre il torto subìto?
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
È più accettabile pensare che l’inganno e il dolore siano effetti collaterali dell’inseguimento egoistico di un presunto bisogno del traditore, che non l’obiettivo primario - e penso che, normalmente, sia proprio questo che accade.
Anche secondo me, ma al massimo è solo una blandissima attenuante, la cose gravi ed imperdonabili sono il dolo e la premeditazione
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Una bugia rende dubbie tutte le verità.

Scoperto un tradimento, come si fa ad essere certi sia stato l’unico?
Ci si fida?

Ci si fida di chi ha tradito? O ci si aggrappa ad una speranza?
 

ologramma

Utente di lunga data
Una bugia rende dubbie tutte le verità.

Scoperto un tradimento, come si fa ad essere certi sia stato l’unico?
Ci si fida?

Ci si fida di chi ha tradito? O ci si aggrappa ad una speranza?
si spera che sia l'unico , dei miei amici , puttanieri , non mi sarei fidato neanche della loro promessa :p
 
Top