Il perdono fa parte dei lati oscuri del tradimento

Ti interessa l'argomento ?

  • Si

    Voti: 8 66,7%
  • Mi tengo per me la mia opinione

    Voti: 0 0,0%
  • Non me ne frega affatto

    Voti: 2 16,7%
  • Poco, se c'ho tempo, ripasso

    Voti: 2 16,7%

  • Votatori totali
    12
  • Sondaggio chiuso .

danny

Utente di lunga data
Anche il tradito, si scontra in quel momento li, con i propri limiti.
Limiti determinati dal dare più peso a determinate cose piuttosto che ad altre.
Limiti che altri non concepiscono perche loro farebbero diversamente, dal fuori della tua situazione.
E poi limiti tuoi personali, non legati a quello che potrai o vorrai fare dopo, ossia limiti nel non aver capito che il tuo rapporto di coppia stava andando in una direzione diversa, perché l’altro con la menzogna e con l’inganno ha fatto di tutto per far sembrare che da parte sua era soddisfatto del rapporto.
Oppure il limite del non aver voluto vedere cose, che sapevi che stavano lì, ma veniva più facile pensare e quindi vivere senza scavare troppo.
Mah, secondo me il tradito ha una responsabilità limitata rispetto alla sua condizione.
Una delle caratteristiche necessarie del tradimento è la sua segretezza.
E come tale vive di una sua vita autonoma, in cui solo chi lo commette ha la percezione esatta di quanto sta accadendo.
E' il motivo per cui io qui per esempio sono un tradito e lo sarò sempre, mentre altri che si sono svelati hanno l'idea di essere unicamente traditori, e niente più.
In realtà ognuno di noi può essere tradito e traditore allo stesso tempo, ovvero non appartenere a nessuna delle due categoria e rimanere di fatto una persona che ha vissuto esperienze e nulla più.
Perché questo è il tradimento: un'esperienza di vita che appartiene a chi la vive, che ne è pieno protagonista.
Se non la si percepisce come tale, ciò che resta è solo il trauma o l'identità di chi non riesce a uscire dal suo ruolo di vittima delle circostanze.
 

danny

Utente di lunga data
Temo che il tasso di recidiva in caso di corno sia un po' più del 15%, e comunque superiore al rischio che si verifichi il primo
No, assolutamente.
La percentuale è basata su una consapevolezza che non c'è né ci sarà mai.
Chi non sa di essere tradito - la maggioranza - non entra nella statistica.
La mia statistica personale vede un 50% di traditi, di cui solo una minima parte sa di esserlo.
Da uomo, e da confronti avuti fuori di qui, ti posso dire che una buona parte delle donne tradisce almeno una volta nella vita.
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Mah, secondo me il tradito ha una responsabilità limitata rispetto alla sua condizione.
Una delle caratteristiche necessarie del tradimento è la sua segretezza.
E come tale vive di una sua vita autonoma, in cui solo chi lo commette ha la percezione esatta di quanto sta accadendo.
E' il motivo per cui io qui per esempio sono un tradito e lo sarò sempre, mentre altri che si sono svelati hanno l'idea di essere unicamente traditori, e niente più.
In realtà ognuno di noi può essere tradito e traditore allo stesso tempo, ovvero non appartenere a nessuna delle due categoria e rimanere di fatto una persona che ha vissuto esperienze e nulla più.
Perché questo è il tradimento: un'esperienza di vita che appartiene a chi la vive, che ne è pieno protagonista.
Se non la si percepisce come tale, ciò che resta è solo il trauma o l'identità di chi non riesce a uscire dal suo ruolo di vittima delle circostanze.
Certo, parlavamo di limiti.
Scopri i suoi ma anche i tuoi Che magari nemmeno avresti mai scoperto se non ti fossi trovato li.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Siamo tutti diversi nel modo di amare, innamorarci, fare sesso, tradire, accettare il tradimento o perdonare, ecc.. Nelle fantasie, poi ...

Credo che l'individualità e l'originalità di ciascuno sia la vera difficoltà nel concepire una strutturata educazione ai sentimenti. E' difficile, penso, persino redigere un programma di educazione sessuale per gli studenti, per dire.
A mio parere l’educazione sessuale di cui parlano tutti è una scemenza. Adesso mi spiego. Ovviamente è utile la formazione scientifica, ma tutti sappiamo bene che se ci chiedono il Direttorio o la Destra Storica 😨🙄 siamo un po’ perplessi ed è lo stesso per mille altre cose che si studiano, quindi è uno di quegli argomenti che vengono riproposti più volte.
Ma con educazione sessuale si intende ormai una educazione ai sentimenti, al rispetto di genere, al riconoscimento degli stereotipi, ecc. E questo si fa in un corso? Tutta la formazione deve portare al rispetto di sé e degli altri.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Conosco più traditi che ignorano le storie del partner che traditi che scoprono la verità.
Partendo da questo presupposto, inquadrare chi viene scoperto come l'unica persona di cui non avere fiducia non ha senso.
Io parto dal presupposto contrario: siamo tutti perfetti sconosciuti.
Ci si impara a conoscere solo quando accadono eventi che interrompono il quotidiano fluire delle cose, e l'illusione che questo sia tutto quello che ci si può aspettare.
Per cui sì, si conosce di più chi ha tradito che tutti gli altri, e la misura della fiducia è indubbiamente più precisa.
Permettimi di obiettare che non ho detto quello che hai interpretato per esporre la tua tesi (che rispetto ma non condivido).

Ho detto che con il tradimento si distrugge la fiducia che si era costruita nella relazione e che la ricostruzione è problematica.
In ogni caso, il traditore NON è l'UNICO di cui non fidarsi: ma entra nel novero di quelli dei quali non ti fidi più (o, almeno, come prima).

Io parto dal presupposto contrario: siamo tutti perfetti sconosciuti.
Ci si impara a conoscere solo quando accadono eventi che interrompono il quotidiano fluire delle cose, e l'illusione che questo sia tutto quello che ci si può aspettare.
Per cui sì, si conosce di più chi ha tradito che tutti gli altri, e la misura della fiducia è indubbiamente più precisa.
La tua tesi è originale, ma poco convincente quando arrivi ad attribuire al tradimento una funzione, come dire, "salvifica", di rivelazione della natura della persona che hai sposato o con la quale scegli di convivere.
Così facendo, degradi la scelta iniziale (consapevolezza) di mettersi insieme al partner al livello, quasi, di un incontro tra sconosciuti, come se lo si facesse "per allegria", e poi con il tradimento ci si inizia a capire.
Spero di aver capito male.
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
Permettimi di obiettare che non ho detto quello che hai interpretato per esporre la tua tesi (che rispetto ma non condivido).

Ho detto che con il tradimento si distrugge la fiducia che si era costruita nella relazione e che la ricostruzione è problematica.
In ogni caso, il traditore NON è l'UNICO di cui non fidarsi: ma entra nel novero di quelli dei quali non ti fidi più (o, almeno, come prima).


La tua tesi è originale, ma poco convincente quando arrivi ad attribuire al tradimento una funzione, come dire, "salvifica", di rivelazione della natura della persona che hai sposato o con la quale scegli di convivere.
Così facendo, degradi la scelta iniziale (consapevolezza) di mettersi insieme al partner al livello, quasi, di un incontro tra sconosciuti, come se lo si facesse "per allegria", e poi con il tradimento ci si inizia a capire.
Spero di aver capito male.
Comunque, per me, la rivelazione fa scadere la persona, non ne rivela una ricchezza inaspettata.
 

danny

Utente di lunga data
Permettimi di obiettare che non ho detto quello che hai interpretato per esporre la tua tesi (che rispetto ma non condivido).

Ho detto che con il tradimento si distrugge la fiducia che si era costruita nella relazione e che la ricostruzione è problematica.
In ogni caso, il traditore NON è l'UNICO di cui non fidarsi: ma entra nel novero di quelli dei quali non ti fidi più (o, almeno, come prima).


La tua tesi è originale, ma poco convincente quando arrivi ad attribuire al tradimento una funzione, come dire, "salvifica", di rivelazione della natura della persona che hai sposato o con la quale scegli di convivere.
Così facendo, degradi la scelta iniziale (consapevolezza) di mettersi insieme al partner al livello, quasi, di un incontro tra sconosciuti, come se lo si facesse "per allegria", e poi con il tradimento ci si inizia a capire.
Spero di aver capito male.
La fiducia è uno strumento, nulla più.
Serve ad accettare il rischio che è insito in ogni relazione, sentimentale e amicale.
Conoscendo il rischio, le fiducia viene tarata in maniera più opportuna, e non sulla base di ipotesi.
Il tradimento è un'esperienza, ma lo sono anche i lutti, i figli, l'acquisto di una casa, la condivisione delle spese e le malattie, le vacanze e la scelta dei mobili.
Ti porto un esempio: ho un'amica. Ci esco a cena. Parliamo di tutto.
So cosa pensa del tradimento. So alcune cose intime che lei mi racconta.
Ma posso dire di conoscerla?
Assolutamente no: ho un'idea di lei.
Lei ha tradito il suo compagno, che ovviamente non sa di essere tradito.
Dovrei fidarmi meno di lei perché tradisce qualcun altro?
No. Accetto quella conoscenza parziale che ho comunque delle persone con cui ho una limitata condivisione.
Lei adesso chiederà al suo compagno di sposarla
Lo fa con consapevolezza, non con leggerezza.
Io, da fuori, posso dire di sapere alcune cose di lei che il suo compagno non sa.
E viceversa.
E' un esempio per mostrare come siamo tutti parzialmente sconosciuti agli altri.
Ci si incontra e si frequenta per affinità, ovvero per ciò che ci sembra simile.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Perché questo è il tradimento: un'esperienza di vita che appartiene a chi la vive, che ne è pieno protagonista.
Se non la si percepisce come tale, ciò che resta è solo il trauma o l'identità di chi non riesce a uscire dal suo ruolo di vittima delle circostanze.
Se ti riferisci ad una coppia ci sta come tutto il resto che hai scritto, ma se ti riferisci ad una famiglia le persone coinvolte loro malgrado possono variare e anche molto. Mia mamma ad esempio, che ha quasi 80 anni, credo non abbia ancora superato la mia separazione, ma non tanto per me quanto per mio figlio... certo che è una sua reazione soggettiva, sicuramente esagerata, legata probabilmente alla sua esperienza di vita che oggi non è più replicabile, ma valle a spiegare che tutto si sistema, che c'è comunque collaborazione... auguri
 

Brunetta

Utente di lunga data
La fiducia è uno strumento, nulla più.
Serve ad accettare il rischio che è insito in ogni relazione, sentimentale e amicale.
Conoscendo il rischio, le fiducia viene tarata in maniera più opportuna, e non sulla base di ipotesi.
Il tradimento è un'esperienza, ma lo sono anche i lutti, i figli, l'acquisto di una casa, la condivisione delle spese e le malattie, le vacanze e la scelta dei mobili.
Ti porto un esempio: ho un'amica. Ci esco a cena. Parliamo di tutto.
So cosa pensa del tradimento. So alcune cose intime che lei mi racconta.
Ma posso dire di conoscerla?
Assolutamente no: ho un'idea di lei.
Lei ha tradito il suo compagno, che ovviamente non sa di essere tradito.
Dovrei fidarmi meno di lei perché tradisce qualcun altro?
No. Accetto quella conoscenza parziale che ho comunque delle persone con cui ho una limitata condivisione.
Lei adesso chiederà al suo compagno di sposarla
Lo fa con consapevolezza, non con leggerezza.
Io, da fuori, posso dire di sapere alcune cose di lei che il suo compagno non sa.
E viceversa.
E' un esempio per mostrare come siamo tutti parzialmente sconosciuti agli altri.
Ci si incontra e si frequenta per affinità, ovvero per ciò che ci sembra simile.
Ma cosa c’entra un rapporto di amicizia con un rapporto amoroso?
Un amico non ti aspetti che sia solo amico tuo. Il tradimento in un rapporto amoroso tradisce i sentimenti particolari di quella relazione.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Se ti riferisci ad una coppia ci sta come tutto il resto che hai scritto, ma se ti riferisci ad una famiglia le persone coinvolte loro malgrado possono variare e anche molto. Mia mamma ad esempio, che ha quasi 80 anni, credo non abbia ancora superato la mia separazione, ma non tanto per me quanto per mio figlio... certo che è una sua reazione soggettiva, sicuramente esagerata, legata probabilmente alla sua esperienza di vita che oggi non è più replicabile, ma valle a spiegare che tutto si sistema, che c'è comunque collaborazione... auguri
Si sistema. Ma non è più come prima. Lo sa lei, lo sai tu, lo sappiamo tutti.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Comunque, per me, la rivelazione fa scadere la persona, non ne rivela una ricchezza inaspettata.
Il disvelamento del tradimento non riesco a vederlo come un momento di "crescita". Proprio no. Anzi, se vogliamo, escono fuori reazioni che non pensavi di provare e nemmeno appartengono al tuo "normale" modo di comportarti.

Sul piano fattuale, fino a prova contraria è una novità spiacevole (pensa, pure per un cuckold che, nella sua perversione, si lamenta per non avervi assistito).

Una "crescita" (in termini di consapevolezza dei propri ed altrui limiti, come dice @Pincopallino) la posso immaginare come risultato finale del complesso di analisi e riflessioni che il disvelamento della infedeltà può innescare. E non è detto che ci sia: potrebbe rimanere solo una grande delusione, mi sa, nella maggioranza dei casi.

Mio nonno avrebbe detto che mica tutti sono come Gabriele D'Annunzio.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
No, assolutamente.
La percentuale è basata su una consapevolezza che non c'è né ci sarà mai.
Chi non sa di essere tradito - la maggioranza - non entra nella statistica.
La mia statistica personale vede un 50% di traditi, di cui solo una minima parte sa di esserlo.
Da uomo, e da confronti avuti fuori di qui, ti posso dire che una buona parte delle donne tradisce almeno una volta nella vita.
Luttazzi diceva: “il 50% delle persone tradisce, quindi se non sei tu significa che è tua moglie”... il mio pensiero è che l'evento, sul lungo periodo, magari non sarà ineluttabile, ma non va assolutamente ritenuto impossibile, e in definitiva quello che conta, molto di più di quello che non sai, è come vivi con la persona che hai accanto. D'altra parte ricordo un tizio (Keynes se non erro) che diceva: "sul lungo periodo saremo tutti morti"
 
Ultima modifica:

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Ti rivelo che chi tradisce è totalmente indifferente al tradito. Puoi anche farti una squadra di Rugby.
Sai che non sono d'accordo.. tante volte lo considera una sua proprietà per cui si incaxxa a bestia e questo è ancora peggio dell'indifferenza perchè può indurre l'altro a pensare "casso, guarda come è geloso, allora mi ama!"
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
La fiducia è uno strumento, nulla più.
Serve ad accettare il rischio che è insito in ogni relazione, sentimentale e amicale.
Conoscendo il rischio, le fiducia viene tarata in maniera più opportuna, e non sulla base di ipotesi.
Il tradimento è un'esperienza, ma lo sono anche i lutti, i figli, l'acquisto di una casa, la condivisione delle spese e le malattie, le vacanze e la scelta dei mobili.
Ti porto un esempio: ho un'amica. Ci esco a cena. Parliamo di tutto.
So cosa pensa del tradimento. So alcune cose intime che lei mi racconta.
Ma posso dire di conoscerla?
Assolutamente no: ho un'idea di lei.
Lei ha tradito il suo compagno, che ovviamente non sa di essere tradito.
Dovrei fidarmi meno di lei perché tradisce qualcun altro?
No. Accetto quella conoscenza parziale che ho comunque delle persone con cui ho una limitata condivisione.
Lei adesso chiederà al suo compagno di sposarla
Lo fa con consapevolezza, non con leggerezza.
Io, da fuori, posso dire di sapere alcune cose di lei che il suo compagno non sa.
E viceversa.
E' un esempio per mostrare come siamo tutti parzialmente sconosciuti agli altri.
Ci si incontra e si frequenta per affinità, ovvero per ciò che ci sembra simile.
Io non sono così tanto sicuro che chi porta il palco sulla testa non ne sappia mai nulla... è un po' come a scuola quando chi copia nei compiti in classe pensa che il prof sia un pirla che non vede nulla...
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sai che non sono d'accordo.. tante volte lo considera una sua proprietà per cui si incaxxa a bestia e questo è ancora peggio dell'indifferenza perchè può indurre l'altro a pensare "casso, guarda come è geloso, allora mi ama!"
Questo avviene all’interno di una mentalità particolare, ad esempio quella maschilista che vede “l’uomo cacciatore” a cui tutto è concesso.
 

Brunetta

Utente di lunga data

Alphonse02

Utente di lunga data
A mio parere l’educazione sessuale di cui parlano tutti è una scemenza. Adesso mi spiego. Ovviamente è utile la formazione scientifica, ma tutti sappiamo bene che se ci chiedono il Direttorio o la Destra Storica 😨🙄 siamo un po’ perplessi ed è lo stesso per mille altre cose che si studiano, quindi è uno di quegli argomenti che vengono riproposti più volte.
Ma con educazione sessuale si intende ormai una educazione ai sentimenti, al rispetto di genere, al riconoscimento degli stereotipi, ecc. E questo si fa in un corso? Tutta la formazione deve portare al rispetto di sé e degli altri.
Guarda l'educazione sessuale nelle scuole mi ha sempre lasciato scettico, perché non ho mai visto qualcosa di serio al riguardo.

Oggi, con la facilità di accesso alla pornografia nel Web da parte dei minori, si pensa, scioccamente, di poter reagire impedendo loro di accedervi (senza capire che il parental control i ragazzini lo aggirano quando vogliono e che è impossibile impedire a chiunque di andare a vedersi un video porno sul telefonino, laptop, ecc.). E molti tristissimi fatti di violenza sessuale derivano da una spaventosa ignoranza giovanile: arrivano a trenta anni senza sapere cosa sia una relazione sentimentale ma hanno provato un estesissimo repertorio di modi di fare sesso. Così si svilisce l'altro e lo si considera una cosa e non una persona.

Non si contrasta così la pornografia, occorre un forte impegno educativo.
Negli USA, in California, ricordo un bravo insegnante al college che introduceva lo spinoso argomento in modo diretto, brutale e trasparente, dicendo alla classe: "la pornografia è film, dunque è finzione, non va scambiata per la realtà".

Mi sembra più equilibrato ed intelligente quello che sostiene il Dott. Nicola Macchione (urologo sessuologo) nel libro "Il sesso semplice" (Fabbri Editori, 2022) sul punto. Sostiene la necessità di una alfabetizzazione dei giovani rispetto al corpo umano, alle sue emozioni, reazioni, ed al suo cambiamento nel tempo come principale mezzo di contrasto (o contro-bilanciamento) della pornografia.

Tra l'altro, segnalo per chi fosse interessato ad approfondire, nell'ambito della manifestazione Mypersonaltrainer Days, che si tiene il prossimo fine settimana (16 e 17 settembre) a Milano, è previsto (sabato alle 15.00) un incontro con l'autore per una breve presentazione/dibattito sui temi affrontati nel libro.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Guarda l'educazione sessuale nelle scuole mi ha sempre lasciato scettico, perché non ho mai visto qualcosa di serio al riguardo.

Oggi, con la facilità di accesso alla pornografia nel Web da parte dei minori, si pensa, scioccamente, di poter reagire impedendo loro di accedervi (senza capire che il parental control i ragazzini lo aggirano quando vogliono e che è impossibile impedire a chiunque di andare a vedersi un video porno sul telefonino, laptop, ecc.). E molti tristissimi fatti di violenza sessuale derivano da una spaventosa ignoranza giovanile: arrivano a trenta anni senza sapere cosa sia una relazione sentimentale ma hanno provato un estesissimo repertorio di modi di fare sesso. Così si svilisce l'altro e lo si considera una cosa e non una persona.

Non si contrasta così la pornografia, occorre un forte impegno educativo.
Negli USA, in California, ricordo un bravo insegnante al college che introduceva lo spinoso argomento in modo diretto, brutale e trasparente, dicendo alla classe: "la pornografia è film, dunque è finzione, non va scambiata per la realtà".

Mi sembra più equilibrato ed intelligente quello che sostiene il Dott. Nicola Macchione (urologo sessuologo) nel libro "Il sesso semplice" (Fabbri Editori, 2022) sul punto. Sostiene la necessità di una alfabetizzazione dei giovani rispetto al corpo umano, alle sue emozioni, reazioni, ed al suo cambiamento nel tempo come principale mezzo di contrasto (o contro-bilanciamento) della pornografia.

Tra l'altro, segnalo per chi fosse interessato ad approfondire, nell'ambito della manifestazione Mypersonaltrainer Days, che si tiene il prossimo fine settimana (16 e 17 settembre) a Milano, è previsto (sabato alle 15.00) un incontro con l'autore per una breve presentazione/dibattito sui temi affrontati nel libro.
La formazione di ogni persona dura almeno due decenni. È il rispetto che conta. Il rispetto, come tutti gli altri valori, si vive. Se un bambino non vive il rispetto per sé e per gli altri non lo impara in un corso.
 
Top