Stavo leggiucchiando "Vita a due" di Willy Pasini (datemi dell'esterofila, ma aborro i libri di psicologi - psicoterapeuti italiani, sono un'accozzaglia di casi clinici senza nessun abbozzo teorico dietro), e un tema stamattina casualmente mi è balzato agli occhi: ipse dixit "Nell'amore ci va generosità, un amore che non supera una CRISI non è un vero amore, è un amore fragile".
La crisi presuppone il perdono, presumo.
Sappiamo perdonare?
Quante volte su queste pagine diciamo "Ah no meglio sbatterlo/la fuori di casa subito?"
Quando come e perché si puo' e si deve iniziare un percorso di perdono?
Perdono si o perdono no?
Non credo sia questione di perdono, ma di comprendere qual è stata la ragione per la quale chi ci ha deluso lo ha fatto. Di valutare quanto dolore e abbattimento di autostima, le ferite che ci sono state inferte ci hanno procurato. Di capire se siamo in grado di riaffidarci a chi ci ha tradito (parlo di una qualsiasi forma di tradimento). In parole povere di valutare se vale la pena continuare.
Per esperienza personale posso dire che non è sempre vero che chi ama molto perdona più facilmente..in genere è il contrario: più ami, è più soffri per il tradimento subito.
Io dimentico molto presto i torti di persone di cui mi interessa poco, mai quelli di chi ho amato profondamente.
Avete voglia di parlarne?
Bacio!
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