Il piacere di offrire

isabel

Utente di lunga data
Mi pare un concetto un po' esasperato, però.
Se mi presto spontaneamente a fare qualcosa in una serata, sto prestando anzitutto un po' del mio tempo. E' chiaro che se in casa ho della coca-cola non ti darò la birra. Però se in alternativa ti chiedo dell'acqua di rubinetto, tutto può essere, per carità, però se me la rifiuti io penso che tu sia un po' stronza :carneval:
Ma potrebbe anche darsi che sia io a reputare "stronza" te a chiedermi una cosa che non ti ho offerto...come si metterebbe in quel caso secondo te? :)
Cosa potremmo fare per "conciliarci"? Proveresti a risarcirmi accettando l'offerta iniziale (o la mia prossima eventuale offerta, se ci fosse)?
 
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Foglia

utente viva e vegeta
E ci sta che tu pensi che io sia stronza. :)

In effetti credo di essere stronza.

L'esempio della coca cola è estremo, ma lo è soprattutto perchè il materiale riduce il significato.

Il punto è che se io desidero offrirti la coca cola, e tu non la vuoi, va bene. Accetto e accolgo.
Allo stesso modo però, se tu desideri acqua e io non voglio offrirtela, a mio parere, te la prendi da sola :)

La mia offerta era per la coca cola, non per tutte le bevande presenti in casa. Perchè la coca cola avevo voglia di darti.
Poi posso decidere anche di offrirti l'acqua, ma allora non te la sto più offrendo.
Sto eseguendo un tuo desiderio.

Che è una cosa ben diversa.

E si entra nel campo del compiacersi usando l'offerta come grimaldello e come forma di vessazione e legaccio. Reciproca. E si entra nel sistema degli scontrini.
O in un altro sistema ancora, dove l'eseguire desideri è un piacere in se stesso. (ma questo è legato all'ampiezza dell'offerta. E in questo caso non ti starei offrendo la coca cola, ma ti starei offrendo il mio offrirti e il mio offrirmi ai tuoi desideri...)

Tutto questo è però fuori dal sistema del "sono buona, non sono stronza, sono ospitale etc etc"
Diciamo che non sono una padrona di Casa che segue le regole condivise. Sono una buona padrona di casa per chi, con me, condivide il sistema di regole della mia (che può essere nostra al momento della condivisione) casa.

Sto riuscendo a spiegarmi?

Quel che intendo è che offrire non riguarda tutto lambito che può essere contenuto nell'offrire.
Riguarda solo quel che io desidero offrire.

Poi si può discutere su quel cosa. SI può ampliare o anche ridurre.
Ma offrire una coca cola, non significa offrire tutto il bevibile a disposizione.
Significa offrire proprio la coca cola. :)

Il resto...posso farti un favore. Oppure no.
Non è scontato.
Non è scontato, no. Credo però anche che non tutti i compromessi (legacci, scontrini) siano un male. Che ad essere sempre se stessi, intangibili in mezzo agli altri, a volte mi dà la sensazione di essere una icona. La duttilità non è un pregio solo nel lavoro, o in altre circostanze necessitate.
Davvero in una festa, per un paio di ore, sentita l'esigenza di offrire liberamente qualcosa, mi posso sentire snaturata per il fatto di intrattenere bimbi, anziché grigliare? O ad offrirti la sprite, che è accanto alla coca-cola? Cioè... I principi non sono niente, al di fuori del contesto. il mio essere non cambia perché sono partita con l'idea di grigliare, ad una festa, e ho finito per intrattenere i bambini.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Ma potrebbe anche darsi che sia io a reputare "stronza" te a chiedermi una cosa che non ti ho offerto...come si metterebbe in quel caso secondo te? :)
Cosa potremmo fare per "conciliarci"? Proveresti a risarcirmi accettando l'offerta iniziale (o la mia prossima eventuale offerta, se ci fosse)?
Mi hai fatto venire in mente una collega che era passata davanti a casa e l'avevo invitata a vedere la mia casa nuova.
Ero piuttosto fiera di mostrare.

Mi ricordo che nel giro che le avevo fatto fare eravamo passate dalla cucina e, con fare molto indifferente, aveva poggiato un dito sull'armadietto - che era fatto a incasso, quindi c'era un rilievo, una specie di cornicetta- e poi, passando il dito con fare casuale, mi aveva chiesto "si depositerà molta polvere, vero?".

E poi si era guardata il dito.

Mi ricordo che per un momento ero rimasta a bocca spalancata per l'impudenza.

E poi le avevo chiesto di dirmelo lei, se ci fosse polvere.

Era arrossita visibilmente - mentre si passava il dito sui pantaloni- e aveva balbettato una cosa tipo "sei molto brava a tenere tutto in ordine" Non ricordo esattamente. Ricordo il suo imbarazzo.

Quell'episodio me l'aveva fatta classificare come una opportunista e profittatrice.
Nel tempo non si era smentita. (o forse il mio averla classificata mi ha poi impedito di vederla sotto altri aspetti, non lo so. Quando classifico il risultato è una atomizzazione delle possibilità dell'altro di essere visto).

Tutto questo per dire, riflettendo sul tuo veder l'altro verso della medaglia, che io non riesco a girarla. Nel bene e nel male con chiunque.

Faccio la fatica di girarla, spostandomi da me e da chi sono io, solo ed esclusivamente se ne vale la pena e il valerne la pena discende dal tipo di relazione costruita fino al momento dell'offerta.
Nella mia esperienza raramente il rilancio goffo e sgraziato, che diviene invasione nella mia percezione, ha creato lo spazio per ulteriori approfondimenti.

E pensavo che si ricollega al discorso sull'espropriazione di cui abbiamo accennato in altro 3d, su cui sto ancora riflettendo :)
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Non è scontato, no. Credo però anche che non tutti i compromessi (legacci, scontrini) siano un male. Che ad essere sempre se stessi, intangibili in mezzo agli altri, a volte mi dà la sensazione di essere una icona. La duttilità non è un pregio solo nel lavoro, o in altre circostanze necessitate.
Davvero in una festa, per un paio di ore, sentita l'esigenza di offrire liberamente qualcosa, mi posso sentire snaturata per il fatto di intrattenere bimbi, anziché grigliare? O ad offrirti la sprite, che è accanto alla coca-cola? Cioè... I principi non sono niente, al di fuori del contesto. il mio essere non cambia perché sono partita con l'idea di grigliare, ad una festa, e ho finito per intrattenere i bambini.
Dipende.

Non è questione di essere intangibili in mezzo agli altri.

Per come la vedo io la questione riguarda il cosa e il come di me.
La relazione con me.

Forse, come dici, grigliare e intrattenere i bambini non cambia di molto (io alcuni bambini li metterei pure alla griglia e forse prenderei due piccioni con una fava, secondo la mia prospettiva :D che dubito però sarebbe la stessa per i genitori di detti bambini ;):)).

Ma se io non ho desiderio di intrattenere i bambini, non ho desiderio di farlo.

E se questa cosa te la esplicito (offrendoti un qualcosa di ben specifico e definito), perchè mai tu dovresti "costringermi" a fare altro?
In nome di cosa?

E questo è tanto più valido ed evidente in questioni che riguardano la sessualità.

Se io offro al mio uomo un pompino e a lui balena il desiderio di mettermelo in culo, che facciamo?

Siccome ho offerto un pompino (=grigliata) allora va bene anche farmelo mettere in culo (=badare ai bambini)?
Sempre sesso è, o no?

(non dirmi che le pratiche toccano ambiti diversi, perchè in entrambi i casi stiamo parlando di quel che io desidero offrire. Il meccanismo è lo stesso. )
 
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Foglia

utente viva e vegeta
Ma potrebbe anche darsi che sia io a reputare "stronza" te a chiedermi una cosa che non ti ho offerto...come si metterebbe in quel caso secondo te? :)
Cosa potremmo fare per "conciliarci"? Proveresti a risarcirmi accettando l'offerta iniziale (o la mia prossima eventuale offerta, se ci fosse)?
Assolutamente no. Tu mi hai liberamente proposto, io ti ho controproposto. Finito lì, fino alla prossima.
Dico solo che non mi impunterei sul principio per cui quello che mi controproponi non è più una mia libera offerta. Non sempre e comunque, a prescindere dal contesto.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Dipende.

Non è questione di essere intangibili in mezzo agli altri.

Per come la vedo io la questione riguarda il cosa e il come di me.
La relazione con me.

Forse, come dici, grigliare e intrattenere i bambini non cambia di molto (io alcuni bambini li metterei pure alla griglia e forse prenderei due piccioni con una fava, secondo la mia prospettiva :D che dubito però sarebbe la stessa per i genitori di detti bambini ;):)).

Ma se io non ho desiderio di intrattenere i bambini, non ho desiderio di farlo.

E se questa cosa te la esplicito (offrendoti un qualcosa di ben specifico e definito), perchè mai tu dovresti "costringermi" a fare altro?
In nome di cosa?

E questo è tanto più valido ed evidente in questioni che riguardano la sessualità.

Se io offro al mio uomo un pompino e a lui balena il desiderio di mettermelo in culo, che facciamo?

Siccome ho offerto un pompino allora va bene anche farmelo mettere in culo?
Sempre sesso è, o no?
No però: se io offro spontaneamente di grigliare, così come di fare un pompino, non ti sto mica dicendo che detesto intrattenere bimbi, o prenderlo dietro. Ti sto dicendo che ho piacere nel fare quella determinata cosa. Aggiungere che il resto mi fa invece schifo mi pare una forzatura.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
No però: se io offro spontaneamente di grigliare, così come di fare un pompino, non ti sto mica dicendo che detesto intrattenere bimbi, o prenderlo dietro. Ti sto dicendo che ho piacere nel fare quella determinata cosa. Aggiungere che il resto mi fa invece schifo mi pare una forzatura.
Ok.

Ma se offri un pompino e ti viene dato come rimando "guarda, no grazie. Io desidero mettertelo in culo, ti volti per favore?"

Sei stronza se a tua volta rispondi che la tua offerta riguardava un pompino e niente più? (e quindi nisba, o pompino o niente).
 
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isabel

Utente di lunga data
Assolutamente no. Tu mi hai liberamente proposto, io ti ho controproposto. Finito lì, fino alla prossima.
Dico solo che non mi impunterei sul principio io per cui quello che mi controproponi non è più una mia libera offerta. Non sempre e comunque, a prescindere dal contesto.
Finito lì. :)
Per te sì, per me si rischiamo di no. E mi spiacerebbe che poi ingenuamente tu (ovviamente generico) pensassi che il mio dialogo con te prescindesse da quei "stronza" che ci siamo scambiate. L'eco di quel "stronza" se per te fosse "finito lì" ti arriverebbe come "eco", che magari sarebbe poi difficile ricollocare se per te fosse "finita lì"...e non sarebbe un'impuntatura di principio, segnerebbe qualcosa di degno di nota nel nostro relazionarci, anche fossi una conoscente...figuriamoci se fossi mio marito. :)
Mi spiego?
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Non mi spiego..

Non è una fantasia, un giochetto che suona con "facciamo finta che... C'è un nero sul bidet... Che ci guarda si masturba, poi si alza, ti disturba ." (Ambarabacciciccocco)

Son giochetti che non ho mai fatto né pensato, ne io ne lei, non ci servono ne ci appagano

Non è una "finta" è una pulsione vera

Io possiedo, perché questa sensazione di aver più MIE mani addosso o più MIE bocche, lei la protende A ME , lo dice quando è con me, e su DI ME.

Ed io vorrei avere più mani, IO le vorrei avere, su di LEI

Ecco perché possiedo, non perché c'è il foglietto in Comune firmato, come qualche sveglione ha capito quando parlo di "possedere"

Avrà questa pulsione uguale anche col fornaio? Un fornaio con tante bocche e tante mani?

O anche con l'uomo con cui tra 3 anni starà quando ci si sarà magari lasciati?

Che ne so?


Come me ce l'ha, OGGI come IERI ed io verso di lei, e ci si dice questo, non in un giochino di fantasie piccanti, ma come pulsione vera

Ecco perché possiedo, perché la PROTENDE su di me

Con altre donne io non la ho mica avuta questa pulsione

Due mani due occhi una bocca e un cazzo, erano più che sufficienti per sentirmi che quando ero lì, facevo al 100% tutto quello che avrei voluto o potuto fare
è un tuo sentire, io non riesco a percepirlo, così.
Se il mio uomo mi farebbe tale richiesta la interpretare i:
1 non gli basto
2. Prova piacere nell'essere osservato da me mentre tromba con un'altra ( lui magari si , io per niente)
3 io la sentirei una minaccia, la vivrei male. Mi farei mille domande non sarei serena per niente.

Io non proverei piacere ad offrire la mia intimità, perché è anche mia.

Le braccia, la bocca e il cazxo aggiunti al menage non sono i tuoi . Non sarai tu a dare quel piacere, non sono tue le mani che andranno a soddisfare quella pulsione.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Ok.

Ma se offri un pompino e ti viene dato come rimando "guarda, no grazie. Io desidero mettertelo in culo, ti volti per favore?"

Sei stronza se a tua volta rispondi che la tua offerta riguardava un pompino e niente più? (e quindi nisba, o pompino o niente).
No. E non sei neanche stronzo tu a domandarmelo. Però ripeto che un principio non può essere scisso dal contesto. Metto su due piani differenti la mia offerta sessuale, da una spontanea offerta a una parrocchia riconvertita in una richiesta d'altro. E su un altro ancora la tua offerta di una coca-cola vs la mia richiesta di un bicchiere d'acqua. A meno che io non sappia che ti hanno tagliato la fornitura di acqua, o che tu proprio detesti stare con i bambini.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Finito lì. :)
Per te sì, per me si rischiamo di no. E mi spiacerebbe che poi ingenuamente tu (ovviamente generico) pensassi che il mio dialogo con te prescindesse da quei "stronza" che ci siamo scambiate. L'eco di quel "stronza" se per te fosse "finito lì" ti arriverebbe come "eco", che magari sarebbe poi difficile ricollocare se per te fosse "finita lì"...e non sarebbe un'impuntatura di principio, segnerebbe qualcosa di degno di nota nel nostro relazionarci, anche fossi una conoscente...figuriamoci se fossi mio marito. :)
Mi spiego?
Io posso finirla lì anche nel pensare che sei stata stronza. E' pure sempre finita lì. Certo che se sono portata a pensarlo spesso, la conseguenza sarà in un certo senso scontata.
 

Skorpio

Utente di lunga data
Quando ero giovane, avevo una grossa difficoltà. Appena ricevevo un regalo, qualsiasi regalo...sorpresa o meno, la prima spinta, il primo sentire interiore, riguardava la domanda "perché mi si fa questo regalo?". La parola "perché" non va tradotta con "a che fine", ma "perché l'altro pensa che questo dono sia da fare a me?". E se il regalo non mi piaceva, erano guai...seri.
Per superare questa difficoltà, la prima idea pratica che ebbi, col mio compagno, perché era lì che stava diventando un problema, fu quella di farmi accompagnare in giro e indicargli cosa avrei voluto. Immancabilmente si usciva dal negozio con quel che veramente avrei voluto e...me lo ero comprato da me. Perdeva la connotazione del dono, lui avrebbe messo SOLO la moneta. In quel modo di donare vedevo, sentivo ancora solo me. E dono non c'era. Non c'era la responsabilità personale di chi fa il dono. La sua esposizione. E invece in un qualsiasi regalo l'altro c'è, deve esserci e soddisfa anche un suo (suo e basta) piacere. La responsabilità di chi riceve è saper dire "no, non mi piace...parliamo dei perché, miei e tuoi riguardo al dono" e non sentirsi "sporcarti" ed oltraggiati.
Questo almeno in una relazione "matrimoniale".
E lo stesso vorrei fosse per me, quando sono io a donare. In questo spazio e con queste responsabilità io non vedo "merci", "oggetti"...che invece, mi riporterebbero immediatamente al "perché" ad inizio post, con reazioni anche, volendo "vendicative". E su questo punto, non ci sarebbe da dubitare.
... Qui, con diversi amici e amiche, un pomeriggio avrò scritto 20 post su questo concetto/sensazione legata alla libera offerta/dono

Parlando di te.. sei riuscita a dirlo perfettamente in poche righe ..

Mi hai restituito la radiografia, anzi la risonanza magnetica del mio sentire, su questa cosa..
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
No. E non sei neanche stronzo tu a domandarmelo. Però ripeto che un principio non può essere scisso dal contesto. Metto su due piani differenti la mia offerta sessuale, da una spontanea offerta a una parrocchia riconvertita in una richiesta d'altro. E su un altro ancora la tua offerta di una coca-cola vs la mia richiesta di un bicchiere d'acqua. A meno che io non sappia che ti hanno tagliato la fornitura di acqua, o che tu proprio detesti stare con i bambini.
Fermati per un momento al

"desidero farti un pompino"
"no, grazie. Desidero mettertelo in culo, ti volti per favore?"
"no, io desideravo farti un pompino".

Facciamo anche che non siamo stronzi (ma io non vedo differenza se a "pompino" e "mettertelo in culo" sostituisco "coca" "acqua" oppure "grigliata" "bambini").

Comunque.

Come la impagliamo a quel punto?

Ognuno ritorna alle sue occupazioni?
Ti faccio un pompino perchè in fondo meglio che niente?
Lo prendo in culo, perchè mi spiace deluderti?

Come andiamo avanti?
Dove finisce l'offerta? (e l'accoglienza) (e il contesto)
 

isabel

Utente di lunga data
Mi hai fatto venire in mente una collega che era passata davanti a casa e l'avevo invitata a vedere la mia casa nuova.
Ero piuttosto fiera di mostrare.

Mi ricordo che nel giro che le avevo fatto fare eravamo passate dalla cucina e, con fare molto indifferente, aveva poggiato un dito sull'armadietto - che era fatto a incasso, quindi c'era un rilievo, una specie di cornicetta- e poi, passando il dito con fare casuale, mi aveva chiesto "si depositerà molta polvere, vero?".

E poi si era guardata il dito.

Mi ricordo che per un momento ero rimasta a bocca spalancata per l'impudenza.

E poi le avevo chiesto di dirmelo lei, se ci fosse polvere.

Era arrossita visibilmente - mentre si passava il dito sui pantaloni- e aveva balbettato una cosa tipo "sei molto brava a tenere tutto in ordine" Non ricordo esattamente. Ricordo il suo imbarazzo.

Quell'episodio me l'aveva fatta classificare come una opportunista e profittatrice.
Nel tempo non si era smentita. (o forse il mio averla classificata mi ha poi impedito di vederla sotto altri aspetti, non lo so. Quando classifico il risultato è una atomizzazione delle possibilità dell'altro di essere visto).

Tutto questo per dire, riflettendo sul tuo veder l'altro verso della medaglia, che io non riesco a girarla. Nel bene e nel male con chiunque.

Faccio la fatica di girarla, spostandomi da me e da chi sono io, solo ed esclusivamente se ne vale la pena e il valerne la pena discende dal tipo di relazione costruita fino al momento dell'offerta.
Nella mia esperienza raramente il rilancio goffo e sgraziato, che diviene invasione nella mia percezione, ha creato lo spazio per ulteriori approfondimenti.

E pensavo che si ricollega al discorso sull'espropriazione di cui abbiamo accennato in altro 3d, su cui sto ancora riflettendo :)
Io penso sia strettamente connesso al discorso dell'espropiazione, almeno per me. Per come sono, per costituzione direi, devo per forza di cose rovesciare la medaglia, non uscendo...come dicevo, facendo entrare l'altro in me. Lo faccio con disciplina e anche fatica; ma il non farlo ha prodotto fatiche e sofferenze ancora più grandi, usando una tua locuzione, "incisioni". :)
 

Foglia

utente viva e vegeta
Fermati per un momento al

"desidero farti un pompino"
"no, grazie. Desidero mettertelo in culo, ti volti per favore?"
"no, io desideravo farti un pompino".

Facciamo anche che non siamo stronzi (ma io non vedo differenza se a "pompino" e "mettertelo in culo" sostituisco "coca" "acqua" oppure "grigliata" "bambini").

Comunque.

Come la impagliamo a quel punto?

Ognuno ritorna alle sue occupazioni?
Ti faccio un pompino perchè in fondo meglio che niente?
Lo prendo in culo, perchè mi spiace deluderti?

Come andiamo avanti?
Dove finisce l'offerta? (e l'accoglienza) (e il contesto)
Andiamo avanti che rispondo accogliendo la tua controproposta SE COMUNQUE ne ho piacere. E il contesto per me può fare la differenza per adeguare quello che diversamente resta un principio, messo in alto come una icona.
Per me un bicchiere d'acqua, al posto della coca-cola, comporta una duttilità senz'altro diversa dal prenderlo in culo anziché in bocca. Il principio è lo stesso. Ma solo applicandolo acquista un senso, per me: e la sua applicazione non è indifferente al contesto. Mi sentirei un dinosauro, se così fosse.
 

isabel

Utente di lunga data
Io posso finirla lì anche nel pensare che sei stata stronza. E' pure sempre finita lì. Certo che se sono portata a pensarlo spesso, la conseguenza sarà in un certo senso scontata.
Ok. Il tuo "finita lì" mi aveva solo dato uno spunto di riflessione, sul fatto che, se fossimo marito e moglie, quel "finita lì" potrebbe trasformarsi in un problema, un nodo difficile da sciogliere. :)
 

Skorpio

Utente di lunga data
Mah boh.
Ci andrei piano nello scegliere doni che comportano un "fare" per l'altro. Minimo minimo se devo vedere l'altro come un prolungamento di te, quell'altro me lo scelgo io :cool:
Così è il buono spesa, io non offro buoni spesa non in questo contesto qui

Puoi dire no grazie, non sei obbligata a accettare, ne io a coglierci , posso sbagliare

Rischio di farti incazzare, ben lo so, in ipotesi

Ma una libera offerta non è per coglierci, ma per offrirsi
 

Skorpio

Utente di lunga data
Da viziato e capriccioso magari no. Però se ti offri liberamente di fare una cosa, e io ti rispondo dicendo "guarda.... Se vuoi essere utile c'è quest'altra cosa da fare", forse mi aspetto che la tua disponibilità possa agevolmente essere "convogliata" su quell'altro. E se poi ti tiri indietro, posso anche restarci male. Posto che non ti ho risposto di andare sulla luna anziché grigliare, ma di fare un'altra cosa che serviva evidentemente di più, e sempre nell'ambito della stessa festa.
Ma io guarda, che offro anche disponibilità per "rendermi utile" in genere.. non è un problema

Ma so quando si è quando no.

So quel che posso offrire CON Piacere

In quel caso ho offerto disponibilità per una cosa, non per qualsiasi cosa

C'era un perché.
 

Skorpio

Utente di lunga data
Beh...ma il rispondere "no" all'offerta fa parte dell'offrire stesso. E Chi offre, nel momento in cui offre, sa che la sua offerta potrebbe essere respinta.

Come chi respinge l'offerta sa che lo spazio per "rilanciare", ma esattamente nel rilanciare c'è lo spazio per il rifiuto di quanto si è rilanciato.

E' la base della libertà questa.

Io posso offrirti una coca cola. Tu mi puoi serenamente dire "no grazie" sorridendo.
E potresti chiedermi invece del tè.
Che però io in quel momento non ho. O che è in un posto in cui io non ho voglia di andare. E altrettanto serenamente la risposta sarebbe "guarda, in questo momento di tè non ce ne è".

Questo funziona solo ed esclusivamente però fuori dal sistema degli scontrini, dei debiti e dei crediti.
Dai legacci.

Che in soldoni non è che se ti faccio una offerta allora sto offrendo tutto.

Sto offrendo solo ed esclusivamente quello che sto offrendo.
SE vuoi altro, non è per niente scontato che la mia offerta si estenda anche a quell'altro che desideri tu.
Come non è scontato che la mia offerta sia per forza di cosa accolta.
[MENTION=6586]Skorpio[/MENTION] mi correggerà se non ho inteso :)
È così

La libera offerta prevede il mio piacere nell'offrire

Io non sono un bravo benefattore, ne sono conscio

Come già si è scritto è riscritto , è egoismo senza se e senza ma
 
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