Il piacere di offrire

Noi i porno li guardavamo, ma mica per imparare.
Per eccitarci. Però a mia moglie piacevano quelli con le donne un po' sovrappeso con le tette molto grosse che a me annoiavano.
Così non eravamo mai d'accordo e finiva che spegnevamo la tv.
Ne avevo portato a casa una danese che piaceva a me, ma i sottotitoli erano in italiano antico del Boiardo, così ci veniva da ridere a vederli. Frasi tipo "Dardeggiamelo tutto" non le trovo di così grande ispirazione da usare durante un rapporto.
Ultimamente ho una chat dove degli amici mi mandano dei pornazzi circensi, ma in effetti è difficile prendere spunto da donne che hanno pavimenti pelvici così sviluppati. Dal punto di vista acrobatico mia moglie sarebbe anche adeguata, però non sempre può essere sufficiente riuscire a fare la spaccata. Per alcuni, tra l'altro, l'unica riflessione che mi generano è sul rischio di incontinenza fecale che certe attrici potranno avere raggiunte una certa età. Beh, in effetti non sarebbe l'unica riflessione da farsi, ma probabilmente chi nega l'esistenza delle razze non ha mai visto quei filmati lì.:sonar::sonar:
adoro.con questo tuo scritto mi sento già un po' a casa avendo tu fatto volare all'estero un buon numero di ormoni ed entusiasmo:singleeye:
 

isabel

Utente di lunga data
Ah sì?

Vedi come è strano?

[MENTION=7038]Mat78[/MENTION] diceva invece che lui e la sua giovane donna in passato hanno deciso insieme e in piena comunanza di guardarli per "crescere" insieme

A me sembra una cosa strana, ma lo sarebbe per me , a loro è venuto come un moto naturale

io e mia moglie abbiamo cercato e talvolta si cercano altre cose.. sempre insieme

Non un discorso didattico diciamo

Ma quello che è emerso è stupefacente, lei ad esempio guarda pochissimo, e comincia a guardare spesso me, si volta spesso

Vuole vedere la mia eccitazione nel guardare, e quando accade, mi salta addosso quasi in modo violento..

Si eccita del mio guardare..


Io trovo più stupefacente la sessione didattica :)
Eccitarsi del desiderio del proprio marito, con cui si condivide una diversa (ma altra e possibile) prospettiva del noi, mi sembra meno stupefacente. :)
Il contenuto è comunque abbastanza rilevante, dovrebbe essere anche esso "condivisibile" e risuonare nella coppia, diciamo.
Altri modi di guardare, che per esempio sposino i personali gusti dell'uno o dell'altra, richiamano (per me) aspetti masturbatori, in cui si condivide con l'altro non il piacere del "noi" ma quello appunto, personale.
Ai miei occhi non risulta così stupefacente. :)
 

Skorpio

Utente di lunga data
Io trovo più stupefacente la sessione didattica :)
Eccitarsi del desiderio del proprio marito, con cui si condivide una diversa (ma altra e possibile) prospettiva del noi, mi sembra meno stupefacente. :)
Il contenuto è comunque abbastanza rilevante, dovrebbe essere anche esso "condivisibile" e risuonare nella coppia, diciamo.
Altri modi di guardare, che per esempio sposino i personali gusti dell'uno o dell'altra, richiamano (per me) aspetti masturbatori, in cui si condivide con l'altro non il piacere del "noi" ma quello appunto, personale.
Ai miei occhi non risulta così stupefacente. :)
Esattamente..

In effetti il contenuto deve essere condivisibile a prescindere.. e quello che è circolato nel guardare era condiviso, sentito molto diversamente, ma condiviso.

In effetti la "sessione didattica" comunemente decisa (?) La trovo inconsueta..

Noi non siamo mai stati lì a guardare (quando è avvenuto) per imparare "come si fa" ma per scoprire e condividere sensazioni, anche con effetto diverso

Ma non c'era un contenuto imposto "perché io voglio vedere quelle situazioni li" è l'altro chinava il capo e si adeguava.

Così non scelgo nemmeno un film giallo, tanto per dire

È una formula che mi irrita solo a leggerla, quella per cui "mi piace questo si guarda questo", tanto esercitata quanto subita

Allora lo guardo da me
 
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ologramma

Utente di lunga data
noi siamo un po passatelli i porno ancora non c'erano, acquistavo le riviste porno la funzione era sempre quella:D
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Di immagini evocative di questa penetrazione mi viene in mente solo il tao, ma dovrebbe avere una rappresentazione tridimensionale e dinamica perché, più che di diversa intensità, per me si tratta di diversa profondità.
Prima, con Cielo, ad esempio, ho accolto il suo "stronza" e l'ho trattenuto un po' cercando di rintracciare il suo effetto in me. La profondità in questo caso è stata minima, non la conosco...ed è quasi un esercizio di stile. Entra, picca ed esce. Ma se fosse stata un'amica, un amante e il suo "stronza" lo avessi accolto tutto e trattenuto, mi avrebbe trascinata via, in un meccanismo di "colpa", risarcimento, riconoscimento, che mi avrebbero reso completamente esposta, manipolabile. E magari nel suo "stronza" queste componenti erano assenti...e io avrei però risposto in balia di queste mie sensazioni. E se invece ci fossero state? O se nel tempo, una volta assaporatele lei ne avesse avuto fame? Tu lo vedi dove si finisce?
Se quel suo "stronza" lo avessi invece lasciato fuori, allora sì, sarebbe davvero "finita lì", mai iniziata più che altro. E, se lei non la conosco, va anche bene...ma ripeto, fosse stata un'amica, un amante...l'effetto sarebbe stato "ischemico".
Assumere l'altro...e consentirmi la sua visione in me è ciò che lascia spazio al dialogo. L'ho imparato, non mi era in dote...ma non per questo sento questo modo meno mio. Il tuo farti "sfiorare" per me è un lusso, diciamo.
Non è neppure detto che sarà per sempre il mio modo...magari un giorno imparerò anche ad entrare io, per ora non mi piace...ne conosco la potenza ma, per me, è legata alla violenza, alla volontà di distruggere...nel 3d dell'espropiazione ad un certo punto si è parlato di una testa di donna nelle fauci di un drago; quella donna, fossi io...avrebbe una lama nel reggicalze (per usare un'immagine iconica e volutamente sessualizzata) da usare appena possibile. Da dentro, non voglio smontare per curiosità ma lavare un'onta. Ad oggi, non è ancora possibile, per me, entrare per ragioni diverse, con scopi diversi.
Torniamo a questo 3d. Se per caso, dal dono di questo marito mi fossi sentita offesa, espropriata, usata e non omaggiata, sarei entrata in lui, accettando l'offerta ma in un modo che lo avesse completamente escluso, guardandolo solo per sfidarlo nel mentre. Con crudeltà, non con amore. Questo distruggerebbe lui, il matrimonio con lui e il noi, non sarebbe una "scaramuccia d'amore". E invece, il noi, per come l'ho letto io, lo vorrei proteggere, curare.
Per assumere l'ottica della "moglie che accoglie", ho, prima di tutto, fatto entrare l'amore di lui sposo, che si sta esponendo...si muove per dare...e che desidera la moglie al punto di assumersi il carico di un no, e il carico della sofferenza che potrebbe venirne fuori. Così, ho fatto entrare quell'uomo in me. E solo così gli ho restituito lui con una lei di fianco. Se con lo "stronza" di Cielo, la profondità dell'affondo in me era minima. In questo caso, a parità di conoscenza, è stata profonda. Ci ho dovuto mettere anche il mio concetto di matrimonio e di rischio, le mie paure a riguardo...le ho sentite, valutate, contestualizzate (per quanto possibile :) ) e così ho valutato me, riguardo un'offerta di questo tipo. La cornice matrimoniale ha giocato un peso enorme, per dire...almeno per come lui l'ha tratteggiata. Solo da questa prospettiva e con questo ingresso dell'altro (per come io l'ho sentito) mi è stato possibile affiancare.
L'altra profondità possibile è quella di non far entrare nulla...e, il più delle volte, è quella a prevalere, soprattutto quando, come dici tu, non ne vale la pena. Succede spesso :).
Sulla questione del rovesciare. Girare i versi, passando da un verso all'altro senza "salti" è un modo di muovermi che mi piace anche. Perché in certi momenti i versi non sono uno, ma imprescindibilmente diversi, come per esempio in un nastro di Moebius.
Ci sono certamente pieghe, possibilità, modi di vedere che sfuggono anche a me (moltissimi, sicuramente).
Ma non so se ad esplorare qui, si andrebbe infinitamente OT rispetto al tema che si discute. :)
Sì, vedo anche io una immagine simile a come la descrivi.
E hai ragione a specificare profondità. Alla profondità io ci lego l'intensità.
Più si scende, più è intenso, nella mia percezione, e più è intenso più mi chiama a scendere ancora di più.

Parto dal drago, o bestia antica che dir si voglia. Ci ho dovuto pensare, e inizio ringraziando per lo spunto te e @Skorpio. E' una immagine molto bella.

Io mi sento al sicuro nella bocca del drago.
Per paradosso, è l'unico posto che io conosca in cui mi sento al sicuro.
Con @spleen si diceva del dormire nel ventre del drago, e sognare.

Ecco,. Al ventre nel mio immaginario non ci si arriva gratis, si passa dalle fauci, e c'è dolore, per entrambi in quel passaggio.

Ma penso sia l'unico modo per cui il drago possa diventare proprio.
In un gioco di specchi in cui ognuno è drago e ognuno è donna/uomo nel suo ventre.
A sognare. E dormire.

E' il posto in cui sogno, lì dentro.
Non sempre sono bei sogni. Spesso sono (stati) incubi.

MA la sensazione di "sicuro" da che ho ricordi, l'ho trovata lì.

La violenza, che citi, sicuramente mi influenza.
Ma penso che la cosa risalga a ben prima della violenza. E' la bambina, che ancora sa vederli i draghi.

Che a sua volta, ed è qui ho imparato sta il riposo e la consolazione, è insieme alla donna che ci si abbandona e alla vecchia che conosce l'antico linguaggio per comprendere e attraversare.

Un tempo entravo disarmata nelle fauci. Come un'esca.
Non avevo bisogno di armi. Perchè l'arma ero io.
Un boccone saporito e stuzzicante, di quelli che poi se ne vuole ancora e ancora.

E il mio gioco era levare esattamente quello.
E godere di quel che sarebbe successo dopo.

Quando il drago era mio, perchè l'illusione era che io fossi nel suo ventre, masticata, ma in realtà ero fuori a guardarlo azzannare il vuoto. Cercando fuori quello che era dentro.

L'ego distrugge più dell'incantesimo...e io ero abile a creare l'incantesimo nutrendo l'ego.

E poi guardavo il drago morire. E un po', mi ricordo morivo anche io, perchè il drago, alla fine ho scoperto sono anche io, in quel gioco di specchi.

Ho vagato parecchio per anche solo avvicinarmi al meccanismo.

Adesso, il drago è il mio posto sicuro. E desidero sia mio. come io desidero essere sua.

La violenza, per quanto mi riguarda, non può essere esclusa.
La mia e quella dell'altro.
Ma nel consenso, smette di essere violenza e diventa accoglienza degli estremi che la compongono.

D'altro canto, non sono mai riuscita a trovare appagamento se non ne vedevo almeno l'ombra.
Ho imparato negli anni che quello che per me fa la differenza, per sentirmi davvero al sicuro, è che il drago lo sappia della sua violenza ( e della mia, che qui scattano altri specchi).
Che non provi a baciarmi senza sapere che potrebbe carbonizzarmi con un sospiro.
Che non pensi di star per masticare un bocconcino soltanto morbido e appetibile.

E credo che sia questa l'eredità più grossa della violenza che ho subito.
Riconoscerla. In me e nell'altro.

Se l'altro non lo sa fare, giro largo.
Perchè allora sarei come la donna che descrivi tu nelle fauci, ossia in reggicalze ma con un coltello infilato fra il velo e la pelle. Pronta ad attaccare e squarciare al minimo accenno.

Ho imparato anche questo a mie (e altrui) spese.
In questi frangenti, non provo pietà e nemmeno rimorso.

E la bestia antica divento io. E decade l'empatia.

Il lasciarmi sfiorare, è una delle abilità che allora utilizzavo per essere un'esca appetibile.
Ma la usavo per essere esca. Non per lasciarmi sfiorare.
Era un sacrificio, nel senso di lasciare qualcosa di sacro, per qualcosa di più sacro ancora. E al tempo per me, anche se non lo sapevo, l'unica cosa veramente sacra era la mia vendetta. Che sovrapponevo alla riappropriazione di me.
Lavare un'onta, come hai scritto.
I riflessi sono ancora lì...li sento a volte che premono. E il desiderio dell'onta per poterla lavare punge. Ma sono le volte in cui io vado a rifugiarmi nel ventre e chiudo gli occhi. E dormo. E sogno.
Ho scoperto che per me, lavare l'onta, è arrendermi all'onta e accoglierla in me. Pienamente.


E' una abilità che ho ancora anche adesso. Anche se adesso è a rovescio rispetto ad allora, o forse adesso è dritta e allora era a rovescio :D (che mi sembra la cosa più probabile, anche se non ne sono certa).
Ogni tanto ricasco nelle vecchie abitudini, e mi lascio sfiorare in quell'altro modo.
Poi me ne accorgo e ritorno alle sensazioni di quello sfiorare. A volte faticosamente. A volte spinta da un morso, a volte mordendo ;)

Ma, a differenza di allora, adesso ha un prezzo alto. E non è per tutti.
Perchè è prima di tutto per me.

Per tornare IT, io comprendo quel marito, e lo comprendo da sposa, solo se riesco a sentirmi nella posizione di colei che può concedersi l'accoglienza dell'offerta.

Mi è più semplice chiedere, che accettare le offerte. E mi è più semplice offrire, anche se non è esattamente completezza per me, non l'ho ancora capito, anche se più guardo più mi sembra una scorciatoia per evitare altro che ancora non riesco a guardare se non con la coda dell'occhio.
Guidare piuttosto che lasciarmi guidare.

MA so anche che sono retaggi di rigidità mia. Quando temevo che il mollare la posizione, non essere la guardiana di me stessa avrebbe significato perdermi e perdere la posizione.
Quando ritenevo che le posizioni fossero rigidamente stabilite, quasi a costo della vita.
Quando ancora mi ancoravo ai ruoli, qualunque essi fossero.

Sono brava ad accettare le offerte da sconosciuti. Invece.
Quello mi vien spontaneo.
Ma so anche che è facile, per me.

E non so se è esattamente lo sconosciuto...è una componente, unita al fatto che l'offerta di uno sconosciuto non ha implicazioni in termini di attese. Di compiacimento. E la mia distanza mi permette una visione lucida e pragmatica.

E posso accettare o rifiutare ogni cosa, dal bellissima al puttana, con lo stesso sorriso leggero che avrei mentre mi bevo il caffè. :)

Da vicino, è come dici tu...si potrebbero creare tempeste e ischemie.
O creare alchimie.

Ma credo questo per me dipenda proprio dal tao con cui hai aperto il tuo post.


EDIT: lo intravedo dove finisce...per me finisce in quei territori dove non c'è pace e nemmeno consolazione...le terre di mezzo, quelle dove ci si perde. Hai mai visto la storia infinita? In quel film c'è la palude della tristezza...ecco. Quei territori lì.
 
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Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Ho capito, ma non è mica un problema, non ci sono problemi

Ma vi sarebbe piaciuto?

Vi piacerebbe??

Torna male proporlo? O accettare la proposta?

E vi chiedereste il perché di questo desiderio?

(Non dite x fare du risate, per favore, o chiudo il 3d e lo sposto in area bambini :rotfl: )
non è un desiderio, è scoprire insieme. Curiosità e confronto e perché no, spunti.
Chiedere vuol dire insinuare sospetti. Parlare di certi argomenti si sente il disagio.
La spontaneità è una condizione fondamentale.
Una sera ho visto un film idiota con i miei figli ( un puttano in saldo)
mio marito è andato a letto moooolto contrariato, per il genere di film. I miei ragazzi sono grandi, non ci sarebbe stato nulla di male guardarlo insieme e farci due risate.
Eppure visto i contenuti, se ne è andato.
 
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danny

Utente di lunga data
Ma lei si eccitava di che, di preciso?

Delle donne o di cosa facevano?

Cioè.. dove stava la sua eccitazione?

Per come la dici, poteva guardarli anche in solitudine9o

In questo scenario non vedo TE

Puoi spiegare..?
Boh!!!
Non mi è mai importato così tanto. Magari le piacevano quelle donne, chi lo sa!
A me vedere i porno ha sempre tediato.
Non hanno nulla di erotico, solo meccanica.
Mi piaceva di più fare.
 

Skorpio

Utente di lunga data
Parto dal drago, o bestia antica che dir si voglia. Ci ho dovuto pensare, e inizio ringraziando per lo spunto te e @Skorpio. E' una immagine molto bella.

Io mi sento al sicuro nella bocca del drago.
.
Prego!! :)

quella immagine lì mi è apparsa subito...

e mi pare una immagine molto complicata da definire nelle sue più ampie sfumature, in un rapporto vero, da parte della donna e del drago, con consapevolezza di profondità che servirebbe a me

in particolare.. vedo che se la donna si muove o cammina, il drago deve "starle dietro" con una attenzione assoluta, perché se perde un minimo passo, la sua presa comincia a "tirare"

e vedo pure che se in questa immagine entrano in circolo i "ricatti" spacciati come comunicazione .. la donna e il drago lo hanno nel culo tutti e due senza saperlo

in poche parole.. se la donna dice "io mi muovo, e tu mi tieni la testa, ma SE non mi stai dietro ALLORA mi squarcerai "

o il drago "io ti seguo e ti tengo la testa, ma SE ti muovi in modo sbagliato ALLORA io ti squarcerò.."

ecco.. il rapporto.. quella relazione lì, per come lo sento io, è bello e andato a puttane prima ancora di fare un passo.

E il problema non sarebbero ne le ferite (inevitabili) ne il dolore (inevitabile) ma il presentare in modo ricattatorio nella relazione la propria posizione sull'altro

Che è come lavarsene le mani della propria posizione, a livello di consapevolezza e responsabilità.

Per il mio sentire
 
Ultima modifica:

Skorpio

Utente di lunga data
non è un desiderio, è scoprire insieme. Curiosità e confronto e perché no, spunti.
Chiedere vuol dire insinuare sospetti. Parlare di certi argomenti si sente il disagio.
La spontaneità è una condizione fondamentale.
Una sera ho visto un film idiota con i miei figli ( un puttano in saldo)
mio marito è andato a letto moooolto contrariato, per il genere di film. I miei ragazzi sono grandi, non ci sarebbe stato nulla di male guardarlo insieme e farci due risate.
Eppure visto i contenuti, se ne è andato.
io però.. avrei fatto lo stesso... sinceramente

in questo contesto dico

già lo spirito "tanto si fa per farsi due risate" mi avrebbe fatto andare via...

poi il contesto (ci sono anche i ragazzi, ma che vuoi che sia)

se quello fosse lo spirito, rispetto assoluto per lo spirito, ma non sarebbe il mio spirito

poi.. affrontare con "du risate" è in fondo "aver paura" a affrontarlo diversamente, ma una paura fottuta

lo diceva anche un mio amico quando si perdeva in doppio (ma dai.. tanto si è giocato per fare du risate)

io se gioco voglio giocare serio, e soprattutto voglio "vincere". che non vuol dire che se perdo frignaccolo come un bambino

anche perché in questo caso si vince insieme e si perde insieme (se siamo una coppia , nel "fare" (dove fare è anche guardare un porno)

io in questo caso sarei andato via, come tuo marito
 

Skorpio

Utente di lunga data
Boh!!!
Non mi è mai importato così tanto. Magari le piacevano quelle donne, chi lo sa!
A me vedere i porno ha sempre tediato.
Non hanno nulla di erotico, solo meccanica.
Mi piaceva di più fare.
Danny mi perdonerai, ma leggo una sciatteria insostenibile in questa tua risposta, ma mica nei confronti miei... eh?

ma come BOH???????

tua moglie ha un desiderio, e circa il perché di quel suo desiderio, il tuo approccio è.. "BOH"????

una botta di distanza paurosa, in quel guardare

meglio guardare Bruno Vespa a Porta a Porta, se la distanza che si crea è questa, secondo me.

si rischia meno e qualche volta è pure interessante

io sarei curioso marcio di sapere il perché del SUO piacere... ma ci marcirei ogni giorno per 15 anni

peccato
 

danny

Utente di lunga data
Danny mi perdonerai, ma leggo una sciatteria insostenibile in questa tua risposta, ma mica nei confronti miei... eh?

ma come BOH???????

tua moglie ha un desiderio, e circa il perché di quel suo desiderio, il tuo approccio è.. "BOH"????

una botta di distanza paurosa, in quel guardare

meglio guardare Bruno Vespa a Porta a Porta, se la distanza che si crea è questa, secondo me.

si rischia meno e qualche volta è pure interessante

io sarei curioso marcio di sapere il perché del SUO piacere... ma ci marcirei ogni giorno per 15 anni

peccato
Massì che la ragione la so, Skorpio.
Ma non è che si debbano esplorare e mettere in pratica tutti i territori in cui vagano le fantasie.
Anche perché ne abbiamo avute tante, sempre temporanee e sempre diverse.
A me quella sua fantasia tediava. Andava bene per lei, e io la accettavo. Stop.
 
Ultima modifica:

Skorpio

Utente di lunga data
Massì che la ragione la so, Skorpio.
Ma non è che si debbano esplorare e mettere in pratica tutti i territori in cui vagano le fantasie.
Non è il fatto tu la sappia (questo lo sai tu, prima avevi detto BOH e io ho preso quel che ho letto)

È che a volte piace sentirselo chiedere

Perché piace comunicare, parlarne, condividere

E non si tratta di "mettere in pratica" ma il piacere di dare spazio, il desiderio di dare spazio

Prendi la mia irritazione senza spirito polemico, usarla, pensala, vedi tu

Magari è una sensazione mia sbagliata, vedi tu
 

danny

Utente di lunga data
Non è il fatto tu la sappia (questo lo sai tu, prima avevi detto BOH e io ho preso quel che ho letto)

È che a volte piace sentirselo chiedere

Perché piace comunicare, parlarne, condividere

E non si tratta di "mettere in pratica" ma il piacere di dare spazio, il desiderio di dare spazio

Prendi la mia irritazione senza spirito polemico, usarla, pensala, vedi tu

Magari è una sensazione mia sbagliata, vedi tu
No, non ti preoccupare. Ho sempre chiesto.
Lei aveva in quel periodo una particolare fantasia.
Credo si intuisca, non c'è bisogno che sia esplicito.
Fantasie di fare cose a tre le abbiamo avute tutti.
La condivisione sulle fantasie c'è sempre stata.
L'accordo sul metterle in pratica no. Poi è anche meglio così. Le fantasie alimentano l'eccitazione, hanno questa funzione, non sempre devono concretizzarsi.
 
Ultima modifica:

Foglia

utente viva e vegeta
io però.. avrei fatto lo stesso... sinceramente

in questo contesto dico

già lo spirito "tanto si fa per farsi due risate" mi avrebbe fatto andare via...

poi il contesto (ci sono anche i ragazzi, ma che vuoi che sia)

se quello fosse lo spirito, rispetto assoluto per lo spirito, ma non sarebbe il mio spirito

poi.. affrontare con "du risate" è in fondo "aver paura" a affrontarlo diversamente, ma una paura fottuta

lo diceva anche un mio amico quando si perdeva in doppio (ma dai.. tanto si è giocato per fare du risate)

io se gioco voglio giocare serio, e soprattutto voglio "vincere". che non vuol dire che se perdo frignaccolo come un bambino

anche perché in questo caso si vince insieme e si perde insieme (se siamo una coppia , nel "fare" (dove fare è anche guardare un porno)

io in questo caso sarei andato via, come tuo marito

Boh. Butto lì la mia esperienza personale. Capitato (sia da fidanzati che dopo) di guardare qualche porno insieme. Pochi comunque, in verità eh. Perché l'intento era quello di eccitarsi, e magari dire "facciamo anche noi?", ma l'esito era inesorabilmente un altro. E cioè che davanti alla "trama" (trama? :D) mi sia sempre venuto un gran ridere. Ma non per paura, ma proprio per certi canovacci. Che ti devo dire? Preferisco di gran lunga i racconti, vero e' che non li ho mai condivisi. E non perché la "trama" mi sappia, in sé, di qualcosa di più "serio". In effetti mi stai facendo venire dubbi sul fatto che fosse disagio non tanto per i contenuti, quanto per quel tipo di condivisione :rolleyes:
 

Skorpio

Utente di lunga data
Boh. Butto lì la mia esperienza personale. Capitato (sia da fidanzati che dopo) di guardare qualche porno insieme. Pochi comunque, in verità eh. Perché l'intento era quello di eccitarsi, e magari dire "facciamo anche noi?", ma l'esito era inesorabilmente un altro. E cioè che davanti alla "trama" (trama? :D) mi sia sempre venuto un gran ridere. Ma non per paura, ma proprio per certi canovacci. Che ti devo dire? Preferisco di gran lunga i racconti, vero e' che non li ho mai condivisi. E non perché la "trama" mi sappia, in sé, di qualcosa di più "serio". In effetti mi stai facendo venire dubbi sul fatto che fosse disagio non tanto per i contenuti, quanto per quel tipo di condivisione :rolleyes:
Lo capisco, ma .. infatti il problema è che scegliere un porno condiviso evitando di cadere nel ridere o in altre buche (silenzio, imbarazzo) è difficilissimo

Secondo me.

Io l'ultimo clip che ho guardato con lei l'ho scelto dopo averne visti ( e scartati ) mille
 

isabel

Utente di lunga data
Sì, vedo anche io una immagine simile a come la descrivi.
E hai ragione a specificare profondità. Alla profondità io ci lego l'intensità.
Più si scende, più è intenso, nella mia percezione, e più è intenso più mi chiama a scendere ancora di più.

Parto dal drago, o bestia antica che dir si voglia. Ci ho dovuto pensare, e inizio ringraziando per lo spunto te e @Skorpio. E' una immagine molto bella.

Io mi sento al sicuro nella bocca del drago.
Per paradosso, è l'unico posto che io conosca in cui mi sento al sicuro.
Con @spleen si diceva del dormire nel ventre del drago, e sognare.

Ecco,. Al ventre nel mio immaginario non ci si arriva gratis, si passa dalle fauci, e c'è dolore, per entrambi in quel passaggio.

Ma penso sia l'unico modo per cui il drago possa diventare proprio.
In un gioco di specchi in cui ognuno è drago e ognuno è donna/uomo nel suo ventre.
A sognare. E dormire.

E' il posto in cui sogno, lì dentro.
Non sempre sono bei sogni. Spesso sono (stati) incubi.

MA la sensazione di "sicuro" da che ho ricordi, l'ho trovata lì.

La violenza, che citi, sicuramente mi influenza.
Ma penso che la cosa risalga a ben prima della violenza. E' la bambina, che ancora sa vederli i draghi.

Che a sua volta, ed è qui ho imparato sta il riposo e la consolazione, è insieme alla donna che ci si abbandona e alla vecchia che conosce l'antico linguaggio per comprendere e attraversare.

Un tempo entravo disarmata nelle fauci. Come un'esca.
Non avevo bisogno di armi. Perchè l'arma ero io.
Un boccone saporito e stuzzicante, di quelli che poi se ne vuole ancora e ancora.

E il mio gioco era levare esattamente quello.
E godere di quel che sarebbe successo dopo.

Quando il drago era mio, perchè l'illusione era che io fossi nel suo ventre, masticata, ma in realtà ero fuori a guardarlo azzannare il vuoto. Cercando fuori quello che era dentro.

L'ego distrugge più dell'incantesimo...e io ero abile a creare l'incantesimo nutrendo l'ego.

E poi guardavo il drago morire. E un po', mi ricordo morivo anche io, perchè il drago, alla fine ho scoperto sono anche io, in quel gioco di specchi.

Ho vagato parecchio per anche solo avvicinarmi al meccanismo.

Adesso, il drago è il mio posto sicuro. E desidero sia mio. come io desidero essere sua.

La violenza, per quanto mi riguarda, non può essere esclusa.
La mia e quella dell'altro.
Ma nel consenso, smette di essere violenza e diventa accoglienza degli estremi che la compongono.

D'altro canto, non sono mai riuscita a trovare appagamento se non ne vedevo almeno l'ombra.
Ho imparato negli anni che quello che per me fa la differenza, per sentirmi davvero al sicuro, è che il drago lo sappia della sua violenza ( e della mia, che qui scattano altri specchi).
Che non provi a baciarmi senza sapere che potrebbe carbonizzarmi con un sospiro.
Che non pensi di star per masticare un bocconcino soltanto morbido e appetibile.

E credo che sia questa l'eredità più grossa della violenza che ho subito.
Riconoscerla. In me e nell'altro.

Se l'altro non lo sa fare, giro largo.
Perchè allora sarei come la donna che descrivi tu nelle fauci, ossia in reggicalze ma con un coltello infilato fra il velo e la pelle. Pronta ad attaccare e squarciare al minimo accenno.

Ho imparato anche questo a mie (e altrui) spese.
In questi frangenti, non provo pietà e nemmeno rimorso.

E la bestia antica divento io. E decade l'empatia.

Il lasciarmi sfiorare, è una delle abilità che allora utilizzavo per essere un'esca appetibile.
Ma la usavo per essere esca. Non per lasciarmi sfiorare.
Era un sacrificio, nel senso di lasciare qualcosa di sacro, per qualcosa di più sacro ancora. E al tempo per me, anche se non lo sapevo, l'unica cosa veramente sacra era la mia vendetta. Che sovrapponevo alla riappropriazione di me.
Lavare un'onta, come hai scritto.
I riflessi sono ancora lì...li sento a volte che premono. E il desiderio dell'onta per poterla lavare punge. Ma sono le volte in cui io vado a rifugiarmi nel ventre e chiudo gli occhi. E dormo. E sogno.
Ho scoperto che per me, lavare l'onta, è arrendermi all'onta e accoglierla in me. Pienamente.


E' una abilità che ho ancora anche adesso. Anche se adesso è a rovescio rispetto ad allora, o forse adesso è dritta e allora era a rovescio :D (che mi sembra la cosa più probabile, anche se non ne sono certa).
Ogni tanto ricasco nelle vecchie abitudini, e mi lascio sfiorare in quell'altro modo.
Poi me ne accorgo e ritorno alle sensazioni di quello sfiorare. A volte faticosamente. A volte spinta da un morso, a volte mordendo ;)

Ma, a differenza di allora, adesso ha un prezzo alto. E non è per tutti.
Perchè è prima di tutto per me.

Per tornare IT, io comprendo quel marito, e lo comprendo da sposa, solo se riesco a sentirmi nella posizione di colei che può concedersi l'accoglienza dell'offerta.

Mi è più semplice chiedere, che accettare le offerte. E mi è più semplice offrire, anche se non è esattamente completezza per me, non l'ho ancora capito, anche se più guardo più mi sembra una scorciatoia per evitare altro che ancora non riesco a guardare se non con la coda dell'occhio.
Guidare piuttosto che lasciarmi guidare.

MA so anche che sono retaggi di rigidità mia. Quando temevo che il mollare la posizione, non essere la guardiana di me stessa avrebbe significato perdermi e perdere la posizione.
Quando ritenevo che le posizioni fossero rigidamente stabilite, quasi a costo della vita.
Quando ancora mi ancoravo ai ruoli, qualunque essi fossero.

Sono brava ad accettare le offerte da sconosciuti. Invece.
Quello mi vien spontaneo.
Ma so anche che è facile, per me.

E non so se è esattamente lo sconosciuto...è una componente, unita al fatto che l'offerta di uno sconosciuto non ha implicazioni in termini di attese. Di compiacimento. E la mia distanza mi permette una visione lucida e pragmatica.

E posso accettare o rifiutare ogni cosa, dal bellissima al puttana, con lo stesso sorriso leggero che avrei mentre mi bevo il caffè. :)

Da vicino, è come dici tu...si potrebbero creare tempeste e ischemie.
O creare alchimie.

Ma credo questo per me dipenda proprio dal tao con cui hai aperto il tuo post.


EDIT: lo intravedo dove finisce...per me finisce in quei territori dove non c'è pace e nemmeno consolazione...le terre di mezzo, quelle dove ci si perde. Hai mai visto la storia infinita? In quel film c'è la palude della tristezza...ecco. Quei territori lì.
Anche io ringrazio te, cullandomi con una preghiera per un drago che è piena di miei draghi. Una risposta al tuo post, che non sia solo una "suggestione", richiede più spazio.

[video=youtube_share;k6iKeG9Rx4M]https://youtu.be/k6iKeG9Rx4M[/video]
 

Foglia

utente viva e vegeta
Lo capisco, ma .. infatti il problema è che scegliere un porno condiviso evitando di cadere nel ridere o in altre buche (silenzio, imbarazzo) è difficilissimo

Secondo me.

Io l'ultimo clip che ho guardato con lei l'ho scelto dopo averne visti ( e scartati ) mille
Si, senz'altro non è facile trovare cio' che eccita. Forse anche per questo che trovo i racconti più "facili", posto che le immagini ce le metto io. E poi devo dire che da sola considero anche quelli che sono i miei tabù, che in un film condiviso eviterei o svicolerei. In questo senso, mai trovato sti gran spunti di dialogo da un film.
 
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