Per me la tua è una profonda solitudine che non sai gestire. Non ne hai la stoffa
Interessantissima analisi. Ci sto ancora riflettendo… Di base sono d’accordo su tutto.
Alcune riflessioni mie su quello che hai scritto.
Il tuo discorso sul dare è vero. E anche sul fatto che all’amante avrei preso invece che dato.
In questo senso si, probabilmente è stata una fortuna si sia allontanata. Fortuna per lei intendo.
Ed è anche vero che non espongo i miei reali pensieri a mia moglie. Perché ne ho paura? Non lo so. Sicuramente sarebbe inutile farlo, non li capirebbe. Ne ha capito il mio stato d’animo, su questo credo ti sbagli. Lei cerca disperatamente di convincersi che il sogno di Mulino Bianco che sta vivendo non si è rotto. Non ha capito ne le interessa capire il mio stato d’animo. Il fatto che non ne parli MAI credo sia emblematico.
Non esprimo i miei pensieri con lei perché non ho voglia di interminabili discussioni sterili che non porterebbero da nessuna parte. Creerebbe un’atmosfera tesa più di quanto già non lo sia per non ottenere nessun risultato. Con una persona di cui non mi importa nulla non avrei di questi problemi, ma con tale persona potrei troncare i rapporti in un nanosecondo se partisse con sterili filippiche, con mia moglie non posso. Credo che sia questo il motivo per nasconderle i miei reali pensieri. Credo..
Io non sto rinunciando a nulla.
A cosa sto rinunciando? In tutta onestà non lo so.
Mi ha colpito la tua frase: “Per me la tua è una profonda solitudine che non sai gestire. Non ne hai la stoffa”. Potresti aver ragione. Questo non mi aiuta neanche un po’ a risolvere il problema. Ma non escludo tu possa aver ragione. Ci sto riflettendo. Questo tuo post insieme ad altri me lo sono salvato per rileggerlo più in là..
Dici che dovrei pensare a dare. Può darsi. Ma dare cosa? Cosa posso dare se non ho capito manco come gestire la mia di vita e a prendermi cura di me?
Sai questo punto sul dare è quello che mi rende così pessimistico sul mio futuro. Se è vero quello che dici, ed è possibilissimo, mi è impossibile trovare quel rapporto, costruttivo e non di soccorso che dici. E davvero non ho idea di come cambiare questo stato di cose.
Infine su mio figlio, ha due anni e mezzo. Si, ci penso, continuamente. E credo che anche ora lui abbia percepito qualcosa, tanti piccoli suoi comportamenti mi portano a pensare che anche a quest’età, qualcosa, abbia subodorato. A modo suo e con i limiti di comprensione dell’età, ma abbia sentito che qualcosa non va.
E non so cosa fare, non voglio fargli del male, ma non voglio neppure che cresca credendo che questo è un matrimonio. Se rimango questo è l’esempio di famiglia con il quale crescerà e che farà suo.
Se me ne vado, crescere senza sapere cos’è una famiglia. Con un padre incapace di relazionarsi con una compagna e una madre sola e ferita.
Mi sembrano entrambe orribili ipotesi e questo non mi aiuta a scegliere.