Il tradimento - 7 anni dopo

omicron

Pigra, irritante e non praticante
io credo che l'errore sia stato proprio "obbligarlo" a restare, non si è mai reso conto di quello che rischiava di perdere, anzi, lo hai fatto sentire quello che gestiva la cosa, ti sei messa tu in posizione di "inferiorità" con lui
c'è da vedere cosa farai se, una volta separati, lui tornasse
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ho riflettuto su quello che avete detto.
Mettiamo che sia vero che io voglio restare li con lui, con mio marito, nella mia bella famigliola felice, so esattamente però come non voglio starci.
Tra il tradimento suo e quello mio, ci sono stati tanti anni, tante emozioni, di coppia ma soprattutto personali, la mia metabolizzazione del tradimento, la sua interiorizzazione, il venire a patti con me stessa, con l'orgoglio, con le paure, con le insicurezze e nel "non sentirmi abbastanza".
Che è più forte del credito morale credetemi, che il tradito è vero che si sente quello buono e giusto, ma è anche quello rifiutato e messo da parte. Quello "scartato". Soprattutto nella modalità di tradimento come quella di mio marito, poi ognuna è diversa, come è diverso come la vive ognuno di noi sulle proprie spalle, in base a esperienza e carattere.

Insicurezze mie, le modalità del tradimento e anche il tipo di relazione quindi che abbiamo avuto ha fatto si che, io non mi sentivo mai abbastanza.
Il passaggio che voi dimenticate infatti sono tutti i 7 anni nel mezzo. Le modalità anche del recupero da parte sua, che poi parliamoci chiaro, o le provi certe cose o non le provi. Ti puoi arrabbiare ma alla fine se lui non sente trasporto e passione per te, mica lo puoi obbligare no?!

Tre anni fa ho già messo da parte i miei desideri, bisogni, sperando sicuramente di migliorare quello che eravamo e di non perdere quello che avevamo. Ci eravamo dati una nuova occasione, o meglio, pardon, lui me l'aveva concessa. Perchè ero in lacrime a dirgli "non voglio perderti", mentre lui proponeva una pausa in cui frequentavamo altri.
E ripeto ci ho provato dopo quella discussione, ma la sensazione di non essere abbastanza è rimasta lì. So che non è lui che definisce la mia persona e quanto "grande" io sia, ma la nostra relazione a mio avviso è stata sempre squilibrata sotto questo punto di vista, io tanto innamorata, lui no. E mi ha logorato questa cosa, questa concessione, questo sono comunque rimasto qui.
Non voglio che qualcuno stia con me, solo per responsabilità, che fisicamente stia con me, solo perché fa parte del pacchetto, sono stanca di chiedermi se e quando mi tradirà di nuovo, non solo per mancanza di fiducia ma perché lo sento sempre distante, chiedermi se vuole stare da un'altra parte. E' ovvio che ho sbagliato, è ovvio che è un errore, morale aver cercato altro. Non voglio giustificazioni di sorta, ma credo che sia stato un errore per me necessario per rompere quel legame di dipendenza che avevo da lui. Insomma sono abbastanza indulgente con me stessa, perdonatemi.

Fondamentalmente sono stanca di "non essere abbastanza", non voglio questo in una relazione di coppia, e se così non è, sarò abbastanza da sola.
Forse sarai rimasta, o avrei impostato la discussione in modo diverso, se mi avesse fatto sentire abbastanza, almeno adesso, anche se ovviamente era insperabile. La sua fredda pacatezza però mi ha logorato. Se il credito è, che volevo che lui trascinasse fuori la nostra coppia da questo pantano, dimostrando altro, forse si.
Rimetterci a tavolino e cercare di essere solo razionali, vuol dire, di nuovo avere tutte quelle sensazioni, sentirmi la soluzione più sensata ma ovviamente non la più sentita e continuerei a sentirmi non abbastanza, non desiderata, ora più che mai visto che sono diventata tra l'altro anche la moglie carnefice.

Razionalmente credo che quello scritto da Danny è una grande verità, quindi anche se ora fa male, perché fa male a me quella di lasciarci sembra l'unica strada percorribile.
Ti ringrazio sempre per i tuoi interventi, mi obbligano a vedere un punto di vista che mi devo sforzare per capirlo.
Perché tu, ancora adesso, pensi di non essere stata e di non essere abbastanza.
Io credo che nelle relazioni non esista nessuno abbastanza, nel senso che nessuno può rappresentare tutto.
Invece tu hai questa fissazione per il tutto. Eppure hai figli, avresti dovuto avere sperimentato che neppure per loro sei stata tutto, se non per pochi mesi (mi tengo larga).
Il punto, mi pare di vedere, non è che tu non sei abbastanza, è lui che non è abbastanza serio e coerente con se stesso da accettare se stesso con la propria limitatezza di capacità di amare ed essere amato.
Siete uno lo specchio dell’altro.
 
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ivanl

Utente di lunga data
io credo che l'errore sia stato proprio "obbligarlo" a restare, non si è mai reso conto di quello che rischiava di perdere, anzi, lo hai fatto sentire quello che gestiva la cosa, ti sei messa tu in posizione di "inferiorità" con lui
c'è da vedere cosa farai se, una volta separati, lui tornasse
esatto
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Razionalmente credo che quello scritto da Danny è una grande verità, quindi anche se ora fa male, perché fa male a me quella di lasciarci sembra l'unica strada percorribile.
Meglio tardi che mai
 

iosolo

Utente di lunga data
Ti ringrazio sempre per i tuoi interventi, mi obbligano a vedere un punto di vista che mi devo sforzare per capirlo.
Perché tu, ancora adesso, pensi di non essere stata e di non essere abbastanza.
Io credo che nelle relazioni non esista nessuno abbastanza, nel senso che nessuno può rappresentare tutto.
Invece tu hai questa fissazione per il tutto. Eppure hai figli, avresti dovuto avere sperimentato che neppure per loro sei stata tutto, se non per pochi mesi (mi tengo larga).
Il punto, mi pare di vedere, non è che tu non sei abbastanza, è lui che non è abbastanza serio e coerente con se stesso da accettare se stesso con la propria limitatezza di capacità di amare ed essere amato.
Siete uno lo specchio dell’altro.
Anche tu, ogni volta metti in discussione molte cose :p .
Credo che il termine "inferiorità" che hanno usato anche sopra può essere esplicativa. O anche l'idea di dipendenza di cui parlavo. Non essere abbastanza però è la prima cosa che mi è venuta in mente, forse nel profondo, quella che più riconosco. Modalità sbagliata di vedere la relazione, chi dice di no! Modalità veramente schifosa aggiungerei io.

Dovevo dimostrare qualcosa, prima a me stessa e di riflesso a lui. L'università ad esempio, è stata la mia rivalsa, subito dopo il tradimento, ho voluto rimettermi in gioco, vedere quanto ero brava nei miei obiettivi.

Non credo che lui sia limitato o sia incapace di amare (probabile che non intendi questo, ma questo ho capito). Lui non ama me, o meglio mi ama, non come una compagna. Come mamma e co-partecipe della famiglia sono sicura di si. Solo che per me non è sufficiente.
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
Lui non ama me, o meglio mi ama, non come una compagna. Come mamma e co-partecipe della famiglia sono sicura di si. Solo che per me non è sufficiente.
mi pare il minimo, che non ti sia sufficiente
 

iosolo

Utente di lunga data
io credo che l'errore sia stato proprio "obbligarlo" a restare, non si è mai reso conto di quello che rischiava di perdere, anzi, lo hai fatto sentire quello che gestiva la cosa, ti sei messa tu in posizione di "inferiorità" con lui
c'è da vedere cosa farai se, una volta separati, lui tornasse
Obbligarlo no. Scelta presa da lui, con annessi e connessi, pure terapia di coppia, per capire esattamente cosa volevamo. Che poi è comunque fino tutto, è una conseguenza che non potevo prevedere.

Se lui tornasse, come?! Credo che sia lì il punto.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Anche tu, ogni volta metti in discussione molte cose :p .
Credo che il termine "inferiorità" che hanno usato anche sopra può essere esplicativa. O anche l'idea di dipendenza di cui parlavo. Non essere abbastanza però è la prima cosa che mi è venuta in mente, forse nel profondo, quella che più riconosco. Modalità sbagliata di vedere la relazione, chi dice di no! Modalità veramente schifosa aggiungerei io.

Dovevo dimostrare qualcosa, prima a me stessa e di riflesso a lui. L'università ad esempio, è stata la mia rivalsa, subito dopo il tradimento, ho voluto rimettermi in gioco, vedere quanto ero brava nei miei obiettivi.

Non credo che lui sia limitato o sia incapace di amare (probabile che non intendi questo, ma questo ho capito). Lui non ama me, o meglio mi ama, non come una compagna. Come mamma e co-partecipe della famiglia sono sicura di si. Solo che per me non è sufficiente.
Ma non vedi che per te è lui che non è abbastanza?
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Non credo che lui sia limitato o sia incapace di amare (probabile che non intendi questo, ma questo ho capito). Lui non ama me, o meglio mi ama, non come una compagna. Come mamma e co-partecipe della famiglia sono sicura di si. Solo che per me non è sufficiente.
"Lui non ama me, o meglio mi ama" buona la prima
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
Obbligarlo no. Scelta presa da lui, con annessi e connessi, pure terapia di coppia, per capire esattamente cosa volevamo. Che poi è comunque fino tutto, è una conseguenza che non potevo prevedere.

Se lui tornasse, come?! Credo che sia lì il punto.
scusa, sei tu che hai scritto che lui, magnanimamente, ti ha concesso di restare, che ti sei messa a piangere quando lui ti diceva di frequentare altre persone, quindi obbligato no, infatti l'ho messo tra virgolette, di sicuro hai spinto per quella scelta e in questo tuo prostrarti gli hai fatto capire che tra i due quello che ama "di meno" è lui
metti che vi lasciate, che lui esce di casa, che state separati un po', se lui tornasse a dirti che ti ama e che vuole tornare con te, che faresti?
 

iosolo

Utente di lunga data
Ma non vedi che per te è lui che non è abbastanza?
Ecco che mi spiazzi!
Fammi capire

scusa, sei tu che hai scritto che lui, magnanimamente, ti ha concesso di restare, che ti sei messa a piangere quando lui ti diceva di frequentare altre persone, quindi obbligato no, infatti l'ho messo tra virgolette, di sicuro hai spinto per quella scelta e in questo tuo prostrarti gli hai fatto capire che tra i due quello che ama "di meno" è lui
metti che vi lasciate, che lui esce di casa, che state separati un po', se lui tornasse a dirti che ti ama e che vuole tornare con te, che faresti?
Si hai ragione, ho capito che intendevi. Non dopo il tradimento, ma dopo.

Sul grassetto, è la verità.
Pensi che sarebbe stato differente se avessi accettato la pausa?

Se lui tornasse e mi dice che mi ama... non lo so. Oggi ti dico che ci penserei. Domani, non lo so.

"Lui non ama me, o meglio mi ama" buona la prima
Ci sono vari tipi di affetto, ma è sempre amore. Negare il suo affetto per me sarebbe da sciocchi.
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
Si hai ragione, ho capito che intendevi. Non dopo il tradimento, ma dopo.

Sul grassetto, è la verità.
Pensi che sarebbe stato differente se avessi accettato la pausa?

Se lui tornasse e mi dice che mi ama... non lo so. Oggi ti dico che ci penserei. Domani, non lo so.
non lo so se sarebbe stato differente
 

iosolo

Utente di lunga data

Brunetta

Utente di lunga data
Ecco che mi spiazzi!
Fammi capire
Tu vuoi un uomo per cui tu sia tutto, per sentire di avere tutto.
Per me hai una idea di relazione “romantica“, non legata alla realtà. Confondi accettare la realtà con accontentarsi al ribasso.
Mi stupisci anche un po’ perché hai studiato in una età matura e avresti dovuto vedere che in ogni cosa bisogna accontentarsi. Accontentarsi è al ribasso solo se si punta non in alto, ma alla negazione del principio di realtà e si pensa a modelli assoluti.
È un po’ come chi cambierebbe sempre casa o mobili o vestiti per riuscire a illudersi di avere il meglio.
È comprensibile quando da bambina sei come Belle che guarda affascinata la biblioteca, poi cresci e sai che non potrai mai leggere tutto e sapere tutto e accetti la tua ignoranza.
Tu hai fatto di lui la tua biblioteca ideale che però deve volere essere letta solo da te, ma tu non accetti che lui non sia tutto ciò che si può avere.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Ci sono vari tipi di affetto, ma è sempre amore. Negare il suo affetto per me sarebbe da sciocchi.
Se parli di affetto ti posso dare ragione, se parli d'amore no: per me prevede un ruolo e quello è
 

iosolo

Utente di lunga data
Tu vuoi un uomo per cui tu sia tutto, per sentire di avere tutto.
Per me hai una idea di relazione “romantica“, non legata alla realtà. Confondi accettare la realtà con accontentarsi al ribasso.
Mi stupisci anche un po’ perché hai studiato in una età matura e avresti dovuto vedere che in ogni cosa bisogna accontentarsi. Accontentarsi è al ribasso solo se si punta non in alto, ma alla negazione del principio di realtà e si pensa a modelli assoluti.
È un po’ come chi cambierebbe sempre casa o mobili o vestiti per riuscire a illudersi di avere il meglio.
È comprensibile quando da bambina sei come Belle che guarda affascinata la biblioteca, poi cresci e sai che non potrai mai leggere tutto e sapere tutto e accetti la tua ignoranza.
Tu hai fatto di lui la tua biblioteca ideale che però deve volere essere letta solo da te, ma tu non accetti che lui non sia tutto ciò che si può avere.
Accettare la realtà è un conto.
Accontentarsi è un altro. E tu parli proprio di accontentarsi, ma io non voglio.
Il paragone che fai, del cambiare sempre tutto non mi calza, ho la stessa casa, lo stesso mobilio, lo stesso lavoro... da decenni e decenni.
Le cose devono cambiare però quando non ti calzano più. Ti stanno strette. Perché tu sei diversa per forma e modo e quello che poteva andare bene prima non può entrarti ora, senza quel senso di costrizione.
Ma il senso di costrizione c'è ora, possiamo discutere che era meglio che non ci fosse, ma c'è, e me lo porterei addosso.
Rimanere ora, nello stesso modo, sarebbe solo da vigliacchi, o meglio io la vedrei solo come una vigliaccheria.
 

iosolo

Utente di lunga data
Tu vuoi un uomo per cui tu sia tutto, per sentire di avere tutto.
Per me hai una idea di relazione “romantica“, non legata alla realtà. Confondi accettare la realtà con accontentarsi al ribasso.
Mi stupisci anche un po’ perché hai studiato in una età matura e avresti dovuto vedere che in ogni cosa bisogna accontentarsi. Accontentarsi è al ribasso solo se si punta non in alto, ma alla negazione del principio di realtà e si pensa a modelli assoluti.
È un po’ come chi cambierebbe sempre casa o mobili o vestiti per riuscire a illudersi di avere il meglio.
È comprensibile quando da bambina sei come Belle che guarda affascinata la biblioteca, poi cresci e sai che non potrai mai leggere tutto e sapere tutto e accetti la tua ignoranza.
Tu hai fatto di lui la tua biblioteca ideale che però deve volere essere letta solo da te, ma tu non accetti che lui non sia tutto ciò che si può avere.
Per inciso: ho studiato a tarda età perché non mi sono accontentata.
Migliorare, andare oltre... e non ne avevo bisogno per lavoro, ma solo perché volevo farlo. Perché posso migliorare, voglio migliorare o comunque fallire mentre ci provo.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Accettare la realtà è un conto.
Accontentarsi è un altro. E tu parli proprio di accontentarsi, ma io non voglio.
Il paragone che fai, del cambiare sempre tutto non mi calza, ho la stessa casa, lo stesso mobilio, lo stesso lavoro... da decenni e decenni.
Le cose devono cambiare però quando non ti calzano più. Ti stanno strette. Perché tu sei diversa per forma e modo e quello che poteva andare bene prima non può entrarti ora, senza quel senso di costrizione.
Ma il senso di costrizione c'è ora, possiamo discutere che era meglio che non ci fosse, ma c'è, e me lo porterei addosso.
Rimanere ora, nello stesso modo, sarebbe solo da vigliacchi, o meglio io la vedrei solo come una vigliaccheria.
Quindi lui è un vestito stretto?
Non cercare falle nel mio discorso.
Il punto che tu vuoi tutto continui a ribadirlo.
Ma cos’è il tutto?
Io penso per ogni cosa il tutto è ciò che c’è. Non ci basta? Possibile. Allora si fa a meno anche del poco, se tale è per noi, ma senza l’idea che si possa avere tutto.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Per inciso: ho studiato a tarda età perché non mi sono accontentata.
Migliorare, andare oltre... e non ne avevo bisogno per lavoro, ma solo perché volevo farlo. Perché posso migliorare, voglio migliorare o comunque fallire mentre ci provo.
Davvero non hai capito?
Io ho parlato del risultato degli studi, non del tuo valore nel provarci.
 

iosolo

Utente di lunga data
Davvero non hai capito?
Io ho parlato del risultato degli studi, non del tuo valore nel provarci.
Certo che ho capito. Il risultato degli studi però non è certo quello di accontentarsi, lo sai. Mi ha insegnato proprio il contrario, è che accontentarsi è la prima forma di resa.
Se guardo la libreria, e sapendo che non posso leggerli tutti, e che la mia ignoranza resterà, allora non ne leggo nessuno, è una stupida resa.
Guardare la libreria e volervi leggere tutti e cominciare dal primo, sperando di riuscire a leggerli tutti, consapevole razionalmente che non sarà mai così, ma mentre lo fai, quell'abisso tra te e l'ignoranza magari un pochino si accorcia.

Come può studiare, fare avvalorare la tesi del sapersi accontentare?!
 
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