No, non ho detto che sono la stessa cosa, avete una capacità di travisare le parole che sorprende. Ho detto che nel mondo naturale il 3% dei mammiferi vive in modo monogamo, e la percentuale scende in rapporto alle differenze strutturali e corporee che intercorrono tra i due sessi, non è una misura assoluta ma è un bell'indicatore.. se vogliamo raccontarci altro ok.
È così naturale la monogamia del resto che le ultime statistiche parlano di un 40% di infedeli tra coppie coniugate e/o di lunga data.. anche questo fa pensare proprio che sia nel nostro DNA avere lo stesso partner sessuale per tutta la vita... Ok.
Perciò ci ha ragione il 40% dei traditori sul 60% di chi non lo fa? No, giusto per capire.
Guarda che potrebbe pure essere, ma come leggerai dopo, se leggerai fino in fondo, non credo sia così importante.
Parli di sessualità animale e metti tutto nel calderone, uccelli, lombrichi e anche noi primati come se tutto facesse brodo. Un tantino azzardato, non ti pare?
Puntualizziamo: qualche rivista scientifica ogni tanto la leggo…
Breve escursus sul comportamento sessuale-riproduttivo della specie umana degli ultimi 250.000 anni:
La condizione paleolitica della specie umana era quella di cacciatori-raccoglitori nomadi, la struttura sociale era il clan e nell’ambito di tale struttura per gli studiosi è lecito pensare che ci fosse la monogamia, dal momento che un altro tipo di struttura, per la gestione delle risorse, sarebbe stata conflittuale e poco efficiente dal punto di vista della conservazione della specie.
Quello che sta risultando chiaro agli studiosi è che l’infedeltà della specie umana sia legata a vantaggi di carattere genetico, è un comportamento (si presume) funzionale al fatto di garantire nella chiusa società del clan un apporto di geni “diversi” che garantiscano una migliore, come ben si sa, capacità di adattamento ambientale. Contrastata dal fatto che l’esclusività e la presunzione della paternità genetica, garantiscono alla femmina la vicinanza di un uomo che la assista nell’allevamento dei piccoli.
Insomma si faceva e non si diceva da quando già assomigliavamo alle scimmie.
Dopo 240.000 anni e perciò da circa 10.000 anni a questa parte si entra, in alcune aree geografiche favorevoli, nel neolitico. Si diventa stanziali, si adottano l’agricoltura, l’allevamento e nascono le prime strutture urbane. Si modificano le strutture sociali, nascono le nazioni, i popoli e in questo ambito si affermano delle elites. Nell’ambito di questa affermazione nasce anche presumibilmente la poligamia in funzione del fatto che è modificata la struttura della gestione e distribuzione delle risorse.
Da notare che anche oggi in occidente esiste la poligamia, solo che non è parallela, uno studioso (Jared Diamond) la ha definita poligamia seriale. (Ti sposi, poi divorzi e ti risposi).
Perciò la predisposizione umana etologica quale è? Quella dei 240.000 anni trascorsi da cacciatori-raccoglitori o quella degli ultimi 10.000 anni?
Adesso lo so che
@ipazia comincerà a rompermi i c… perché lei è convinta che come mi ha scritto già una volta in un 3d, tutto sia cambiato con la possibilità ad esempio di controllare le nascite con l’adozione della pillola. Questa è evoluzione culturale, ma perché qualsiasi cambiamento influisca sulla parte del comportamento etologico della nostra specie, perciò sull’atteggiamento inconscio che abbiamo nei confronti della nostra riproduzione (perchè scientificamente è questo di cui parliamo) hai voglia, 40.000 anni forse non basteranno. Noi non siamo solo un contenitore culturale, siamo prima di tutto –bestie-.
Tutto questo spannometricamente e condensando al massimo, con errori ed omissioni di cui chiedo venia.
Tuttavia non è questo l’argomento di questo 3d, il vero argomento è se il tradimento perciò l’inganno debba essere vissuto senza colpo ferire e cosa costituisca dentro una coppia ( che sia definitiva o provvisoria non importa). E a me l’istinto animale dice che è un problema bello grosso.