Illusa e delusa

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Brunetta

Utente di lunga data
Mi pare che tu abbia capito. Tu dici più sopra: "Mi pare innanzitutto assurdo che in una coppia uno dei due metta in piedi una impresa senza che la scelta non sia comunque (credo sia un refuso che sta per "comune"), considerando i pro e i contro.". Secondo me lei ci potrebbe benissimo dire "eh ma ne abbiamo parlato! e lui era d'accordo!", ma dal modo in cui scrive posso immaginare i termini della discussione, e non avrei motivo di dubitare che lui inizialmente fosse pure d'accordo. Poi si può fare buon viso a cattivo gioco, ma solo fino ad un certo punto, dopo di che quando la situazione diventa insostenibile, è troppo tardi
Sì è un refuso. Spesso addirittura mi spezza le parole a metà.
Poi che in qualsiasi lavoro autonomo non si possa scegliere di porre dei limiti, dipende dal non saper porre limiti economici.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Sì è un refuso. Spesso addirittura mi spezza le parole a metà.
Poi che in qualsiasi lavoro autonomo non si possa scegliere di porre dei limiti, dipende dal non saper porre limiti economici.
Questo non credo sia sempre così. Poi dipende dal tipo di lavoro e dalle capacità organizzative. Il Bernardo alla soglia degli 80 e avendo appena scampato un brutto male, passava ancora le giornate a ispezionare i negozi redarguendo i direttori se trovava polvere sugli scaffali o etichette prezzo messe male, nonostante ovviamente avesse una schiera di SS, ehm di ispettori, pagati per farlo. E non credo che lo facesse perchè non sapeva porsi limiti economici
 
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Jim Cain

Utente di lunga data
Questo non credo sia sempre così. Poi dipende dal tipo di lavoro e dalle capacità organizzative. Il Bernardo alla soglia degli 80 e avendo appena scampato un brutto male, passava ancora le giornate a ispezionare i negozi redarguendo i direttori se trovava polvere sugli scaffali o etichette prezzo messe male, nonostante ovviamente avesse una schiera di SS, ehm di ispettori, pagati per farlo. E non credo che lo facesse perchè non sapeva porsi limiti economici
Bernardo?
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Questo non credo sia sempre così. Poi dipende dal tipo di lavoro e dalle capacità organizzative. Il Bernardo alla soglia degli 80 e avendo appena scampato un brutto male, passava ancora le giornate a ispezionare i negozi redarguendo i direttori se trovava polvere sugli scaffali o etichette prezzo messe male, nonostante ovviamente avesse una schiera di SS, ehm di ispettori, pagati per farlo. E non credo che lo facesse perchè non sapeva porsi limiti economici
A quei livelli non ci arrivi se di testa non sei così.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Questo non credo sia sempre così. Poi dipende dal tipo di lavoro e dalle capacità organizzative. Il Bernardo alla soglia degli 80 e avendo appena scampato un brutto male, passava ancora le giornate a ispezionare i negozi redarguendo i direttori se trovava polvere sugli scaffali o etichette prezzo messe male, nonostante ovviamente avesse una schiera di SS, ehm di ispettori, pagati per farlo. E non credo che lo facesse perchè non sapeva porsi limiti economici
Non certo perché altrimenti sarebbe fallito.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Non certo perché altrimenti sarebbe fallito.
Nella sua testa invece secondo me si, temeva molto la concorrenza (specie quella per lui sleale delle coop in certe regioni), pur non avendone in termini di organizzazione del lavoro e redditività.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Nella sua testa invece secondo me si, temeva molto la concorrenza (specie quella per lui sleale delle coop in certe regioni), pur non avendone in termini di organizzazione del lavoro e redditività.
Caprotti era una persona che (evidentemente, senza fare diagnosi) aveva trovato nel successo nel lavoro la propria identità, arrivando a mettersi contro i figli.
Non succede solo a chi ha un successo strepitoso come lui.
Io penso sempre che se fossi un’attrice arrivata alla retribuzione di 10 milioni a film, dopo tre film smetterei.
Ma non funziona così, se non in rari casi, soprattutto quando un’altra dipendenza ha distrutto l’aspetto.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Caprotti era una persona che (evidentemente, senza fare diagnosi) aveva trovato nel successo nel lavoro la propria identità, arrivando a mettersi contro i figli.
Non succede solo a chi ha un successo strepitoso come lui.
Io penso sempre che se fossi un’attrice arrivata alla retribuzione di 10 milioni a film, dopo tre film smetterei.
Ma non funziona così, se non in rari casi, soprattutto quando un’altra dipendenza ha distrutto l’aspetto.
Sai quanti ce ne sono di wannabe Caprotti?
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Sai quanti ce ne sono di wannabe Caprotti?
Meno di quel che sembra.
Sono tutti buoni a fare i fuffaguru.
Entrare in un settore come la Gdo è roba per gente tosta. O per camorristi. Che avranno tutti i difetti, e i limiti dei mondo, ma sono indubitabilmente gente tosta.
Come i ristoratori.
Certo che si può fare soldi, e pure tanti.
Ma sai che la vita tua inzia a e finisce col lavoro.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Meno di quel che sembra.
Sono tutti buoni a fare i fuffaguru.
Entrare in un settore come la Gdo è roba per gente tosta. O per camorristi. Che avranno tutti i difetti, e i limiti dei mondo, ma sono indubitabilmente gente tosta.
Come i ristoratori.
Certo che si può fare soldi, e pure tanti.
Ma sai che la vita tua inzia a e finisce col lavoro.
Pensavo più in generale a gente che non si "limita" a trovare autorealizzazione nel lavoro, che è cosa buona e giusta, ma ne diventa schiavo riducendosi a fare solo e soltanto quello
 

danny

Utente di lunga data
Meno di quel che sembra.
Sono tutti buoni a fare i fuffaguru.
Entrare in un settore come la Gdo è roba per gente tosta. O per camorristi. Che avranno tutti i difetti, e i limiti dei mondo, ma sono indubitabilmente gente tosta.
Come i ristoratori.
Certo che si può fare soldi, e pure tanti.
Ma sai che la vita tua inzia a e finisce col lavoro.
Un esempio tra i tanti
 

Brunetta

Utente di lunga data

danny

Utente di lunga data
Secondo me non è una questione di limiti economici. A volte è una passione, più o meno sana, come tutte le passioni.
E Deo gratias che esistono le passioni, altrimenti qui in famiglia non lavorebbe nessuno di noi.
Difatti non comprendo, a volte, perché si colpevolezzi chi segue le passioni.
Fanno girare soldi, ci si lavora, ci si vive di conseguenza e fanno pure star bene chi le ha.
L'importante è riuscire ad arrivare a distinguere un enologo da un alcolista.
Mi sa che su questo punto c'è un po' di confusione in generale.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
E Deo gratias che esistono le passioni, altrimenti qui in famiglia non lavorebbe nessuno di noi.
Difatti non comprendo, a volte, perché si colpevolezzi chi segue le passioni.
Fanno girare soldi, ci si lavora, ci si vive di conseguenza e fanno pure star bene chi le ha.
L'importante è riuscire ad arrivare a distinguere un enologo da un alcolista.
Mi sa che su questo punto c'è un po' di confusione in generale.
Siamo partiti da illusadelusa che per la sua professione (oh mica è cardiochirurgo di urgenza, ma pure uno di questi ha turni e colleghi) che non solo ha fatto finire una relazione importante, ma si è anche sentita ferita dalla figlia che non è colpita dalla possibilità di vederla ancora meno. (Sempre sospendendo l’incredulità.)
Certamente si devono seguire interessi e passioni, ma stabilendo priorità.
 

danny

Utente di lunga data
Siamo partiti da illusadelusa che per la sua professione (oh mica è cardiochirurgo di urgenza, ma pure uno di questi ha turni e colleghi) che non solo ha fatto finire una relazione importante, ma si è anche sentita ferita dalla figlia che non è colpita dalla possibilità di vederla ancora meno. (Sempre sospendendo l’incredulità.)
Certamente si devono seguire interessi e passioni, ma stabilendo priorità.
Però senza colpevolizzarli.
La vita è anche e soprattutto fare e avere cose piacevoli.

Detta da chi ha lavorato in un'attività commerciale e ne voleva aprire una, per cui aveva già iscrizione al REC, tanti anni fa e ha rifiutato la proposta di una società 20 anni fa che difatti è fallita dopo poco (l'ho rifiutata perché il socio non era uno che voleva lavorare molto...)
Non puoi fare vita tranquilla e orari limitati se hai un'attività tua, i muri da pagare, il finanziamento bancario da assolvere e farti una clientela.
Basta che domani ti apra il solito cinese a 100 metri di distanza e se nel frattempo non hai le spalle ben coperte sei finito.
Due miei vicini hanno ancora i debiti di un'attività chiusa 10 anni fa.
O ti fai il culo per un po' di anni, o...

Non ci sono alternative.

È ovvio che ne risenta la coppia, certo, come si vede.
Ma non puoi rivedere la tua attività per questa esigenza.
Però ti puoi portare la figlia in negozio come fa chi conosco. Questo sì.
 
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