Io non ho mai avuto niente da nascondere ma ...

Brunetta

Utente di lunga data
giuro che sono prolissa anche in real life :rotfl::rotfl:

(ma il verbale attutisce l'effetto, gli occhioni lo addolciscono, a volte:carneval:, sono minutina e quindi occupo meno spazio...e non c'è il lungo testo da leggere...)
E ogni tanto qualcuno ti interrompe :mexican:
 

brenin

Utente
Staff Forum
giuro che sono prolissa anche in real life :rotfl::rotfl:

(ma il verbale attutisce l'effetto, gli occhioni lo addolciscono, a volte:carneval:, sono minutina e quindi occupo meno spazio...e non c'è il lungo testo da leggere...)
Sempre così o può variare in base all'interlocutore ed a come quest'ultimo interagisce/segue/partecipa alla discussione/conversazione ?
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Se non lo facesse bisognerebbe prendere appunti, perchè generalmente i temi che @ipazia tocca sono molteplici.... e la risposta sarebbe necessariamente articolata su più argomenti....
per chi è sintetico nei pensieri, è complicato seguirla, è necessario essere dello stato d'animo giusto per tuffarsi nelle sue teorie.
 

Skorpio

Utente di lunga data
C'è una differenza fondamentale, secondo me, fra l'internet e il reale...che se nel reale uno mi viene sotto e mi vuol dare un pugno lo vedo arrivare. E ho del tempo per decidere come agire.


.
se quel pugno qualcuno te lo da alle spalle, anche nel reale non decidi nulla e non puoi farci nulla.

e nella fattispecie specifica di pugno alle spalle si tratta.
 

brenin

Utente
Staff Forum
per chi è sintetico nei pensieri, è complicato seguirla, è necessario essere dello stato d'animo giusto per tuffarsi nelle sue teorie.
Premetto che non conoscendo [MENTION=5159]ipazia[/MENTION] personalmente, quello che scrivo si basa esclusivamente su quello che posta; dipende dall'approccio mentale che si ha ( parlo per me ovviamente ), se si è predisposti, per forma mentis, a rimanere concentrati e focalizzati su un unico argomento allora potrebbe essere difficoltosa seguirla, ma se si riesce a tenere aperti contemporaneamente più " canali " nella mente, la cosa si semplifica molto. Certamente lo stato d'animo conta molto, perchè penso possa incidere moltissimo nella predisposizione all'ascolto.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
E ogni tanto qualcuno ti interrompe :mexican:
più che altro in real life tendo a "controllare" l'interlocutore, quindi la struttura comunicativa è diversa.

Meno veloce. Meno concentrata sul seguire i miei giri nella testa. Più centrata sulle "risposte" dell'altro...in fondo mi interessa mantenere l'attenzione :D
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Sempre così o può variare in base all'interlocutore ed a come quest'ultimo interagisce/segue/partecipa alla discussione/conversazione ?
No, non così:D

...anzi, sempre di più in real life sono silenziosa e tendo ad osservare molto i movimenti di chi mi sta intorno. Nella testa il dialogo non si ferma, ma è "spostato", ricreativo, un gioco di me con me nell'osservazione dell'altro.

Se poi devo essere sincera, in real life sono pochissime le persone con cui sono in frequentazione stretta e con cui non ho la sensazione di dover rimanere con parte del cervello in stand by :eek:

Ho una struttura reticolare, tendo a fare moltissime connessioni e anche a volte lasciarmi portare dal flusso dei pensieri...solo con mia sorella, una mia amica storica, il mio Su to, un caro amico e adesso G., ho trovato interlocutori "continuativi" con cui ho la sensazione di usare pienamente tutto il "cervello". E con cui quindi la conversazione è stimolante e piena.

Tendenzialmente la mia sensazione è di dover limitare, rallentare, spesso di molto, il campo della comunicazione. Ed è una cosa che faccio per rispetto dell'altro e per curiosità.

Sulla lunga però mi annoio. Se devo essere sincera.
Anche perchè è un po' come tenere il freno a mano tirato ed è faticoso.
Quando sto troppo in quella situazione ne esco stanca e insoddisfatta.
Quindi se posso evito...o comunque riduco di molto le frequentazioni che non sento nutrienti.

Sto parlando di relazioni della sfera personale ovviamente.

Dal punto di vista professionale, la questione cambia e di molto.
Ho un ruolo, conosco le funzioni di quel ruolo e il mio è un lavoro per obiettivi.
Quindi lì sono concentrata e la parte reticolare la sfrutto in retro-pensiero per osservare, raccogliere informazioni utili al raggiungimento dell'obiettivo dato, per valutare me, il percorso e i risultati.

Ma sono in ruolo. Quindi è una situazione molto diversa dal personale.
Le connessioni sono limitate a quello e concentrate su quello. E la comunicazione è per obiettivi.
Raramente nel mio lavoro vado a ruota libera e ogni azione è più o meno valutata ante, in itinere e post. In considerazione delle risposte che ricevo e su cui aggiusto costantemente il fare e il dire.
 
Ultima modifica:

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
se quel pugno qualcuno te lo da alle spalle, anche nel reale non decidi nulla e non puoi farci nulla.

e nella fattispecie specifica di pugno alle spalle si tratta.
Questa è una delle differenze fra real life e virtuale. :)

In real life hai dimensioni e corpo. Fisiche. Quindi, di default, sai quando hai le spalle scoperte. Quando le hai coperte. E di conseguenza decidi dove dirigere attenzione. Modulandoti. Anche semplicemente cambiando posizione del tuo corpo nello spazio. In ogni caso, più o meno consapevolmente, nello spazio fisico si dirige l'attenzione a protezione e cura delle parti più "scoperte".

Nel virtuale si è senza corpo. Non ci sono dimensioni. Non esiste il dietro, il davanti, in alto, in basso.
Il "colpo" potrebbe arrivare a tempo zero anche da davanti. Le "dimensioni" di cui avere cura sono semplicemente tutte. Il tempo è praticamente ridotto a zero. Ovunque si volga lo sguardo. Quindi le attenzioni hanno la necessità di essere rimodulate ed in modo diverso, non fisico e non rivolte verso l'esterno, ma bensì al proprio interno.

Detto questo, nascondersi nell'anonimato non è neanche un colpo alle spalle. Che già di per sè è un gesto vile e senza onore.
E oltre. E' uno strisciare non esponendosi in nessun modo...oltre la viltà. Non saprei, se devo essere sincera, neanche come definirlo.

Quello che però interessava a me, in questo contesto, non era tanto esprimermi sul fatto in sè.
Fatto che credo debba essere messo in posto riservato e non discusso in forum.

Quello che mi interessava sottolineare è che l'internet porta con sè tantissime risorse ma anche tantissime barriere. E imparare da fatti come questo, io penso sia comunque importante.
Trasformare un problema in opportunità in buona sostanza.

Perchè pensare di disconnettersi per tutelarsi non mi sembra realistico.
Come non mi sembra prudente girare l'internet come se fosse il quartiere dove si è nati e dove tutti sanno tutto fondamentalmente.

Non so se sono riuscita a spiegarmi. :)
 
Ultima modifica:

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Premetto che non conoscendo @ipazia personalmente, quello che scrivo si basa esclusivamente su quello che posta; dipende dall'approccio mentale che si ha ( parlo per me ovviamente ), se si è predisposti, per forma mentis, a rimanere concentrati e focalizzati su un unico argomento allora potrebbe essere difficoltosa seguirla, ma se si riesce a tenere aperti contemporaneamente più " canali " nella mente, la cosa si semplifica molto. Certamente lo stato d'animo conta molto, perchè penso possa incidere moltissimo nella predisposizione all'ascolto.
Sono una donna faticosa :D

Il grassetto è molto vero. Ti ringrazio :)
 

Skorpio

Utente di lunga data
...

Questa è una delle differenze fra real life e virtuale. :)

In real life hai dimensioni e corpo. Fisiche. Quindi, di default, sai quando hai le spalle scoperte. Quando le hai coperte. E di conseguenza decidi dove dirigere attenzione. Modulandoti. Anche semplicemente cambiando posizione del tuo corpo nello spazio. In ogni caso, più o meno consapevolmente, nello spazio fisico si dirige l'attenzione a protezione e cura delle parti più "scoperte".

Nel virtuale si è senza corpo. Non ci sono dimensioni. Non esiste il dietro, il davanti, in alto, in basso.
Il "colpo" potrebbe arrivare a tempo zero anche da davanti. Le "dimensioni" di cui avere cura sono semplicemente tutte. Il tempo è praticamente ridotto a zero. Ovunque si volga lo sguardo. Quindi le attenzioni hanno la necessità di essere rimodulate ed in modo diverso, non fisico e rivolte verso l'esterno.

Detto questo, nascondersi nell'anonimato non è neanche un colpo alle spalle. Che già di per sè è un gesto vile e senza onore.
E oltre. E' uno strisciare non esponendosi in nessun modo...oltre la viltà. Non saprei, se devo essere sincera, neanche come definirlo.

Quello che però interessava a me, in questo contesto, non era tanto esprimermi sul fatto in sè.
Fatto che credo debba essere messo in posto riservato e non discusso in forum.

Quello che mi interessava sottolineare è che l'internet porta con sè tantissime risorse ma anche tantissime barriere. E imparare da fatti come questo, io penso sia comunque importante.
Trasformare un problema in opportunità in buona sostanza.

Perchè pensare di disconnettersi per tutelarsi non mi sembra realistico.
Come non mi sembra prudente girare l'internet come se fosse il quartiere dove si è nati e dove tutti sanno tutto fondamentalmente.

Non so se sono riuscita a spiegarmi. :)
Eccome se ti sei spiegata.... Eccome!!..
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Eccome se ti sei spiegata.... Eccome!!..
Sono contenta :):D
(rileggendo il tuo quote, mi sono pure accorta di essermi dimenticata un non e una specificazione, così ho corretto...in un qualche modo anche qui c'è l'opportunità di "usare" lo sguardo dell'altro ;))
 

brenin

Utente
Staff Forum
No, non così:D

...anzi, sempre di più in real life sono silenziosa e tendo ad osservare molto i movimenti di chi mi sta intorno. Nella testa il dialogo non si ferma, ma è "spostato", ricreativo, un gioco di me con me nell'osservazione dell'altro.

Se poi devo essere sincera, in real life sono pochissime le persone con cui sono in frequentazione stretta e con cui non ho la sensazione di dover rimanere con parte del cervello in stand by :eek:

Ho una struttura reticolare, tendo a fare moltissime connessioni e anche a volte lasciarmi portare dal flusso dei pensieri...solo con mia sorella, una mia amica storica, il mio Su to, un caro amico e adesso G., ho trovato interlocutori "continuativi" con cui ho la sensazione di usare pienamente tutto il "cervello". E con cui quindi la conversazione è stimolante e piena.

Tendenzialmente la mia sensazione è di dover limitare, rallentare, spesso di molto, il campo della comunicazione. Ed è una cosa che faccio per rispetto dell'altro e per curiosità.

Sulla lunga però mi annoio. Se devo essere sincera.
Anche perchè è un po' come tenere il freno a mano tirato ed è faticoso.
Quando sto troppo in quella situazione ne esco stanca e insoddisfatta.
Quindi se posso evito...o comunque riduco di molto le frequentazioni che non sento nutrienti.

Sto parlando di relazioni della sfera personale ovviamente.

Dal punto di vista professionale, la questione cambia e di molto.
Ho un ruolo, conosco le funzioni di quel ruolo e il mio è un lavoro per obiettivi.
Quindi lì sono concentrata e la parte reticolare la sfrutto in retro-pensiero per osservare, raccogliere informazioni utili al raggiungimento dell'obiettivo dato, per valutare me, il percorso e i risultati.

Ma sono in ruolo. Quindi è una situazione molto diversa dal personale.
Le connessioni sono limitate a quello e concentrate su quello. E la comunicazione è per obiettivi.
Raramente nel mio lavoro vado a ruota libera e ogni azione è più o meno valutata ante, in itinere e post. In considerazione delle risposte che ricevo e su cui aggiusto costantemente il fare e il dire.
Il grassetto riflette esattamente quello che succede anche a me....
Sull'annoiarsi.... per me l'aumento della "noia" ( nel mio caso non è proprio noia, ma un misto tra delusione,apatia,non coinvolgimento e talvolta anche celata insofferenza ) è stato direttamento proporzionale con il passare degli anni.

Tutto diverso quando l'interlocutore non solo segue il discorso ( superando teorici "ostacoli" che si trova sul percorso ) ma a sua volta replica ponendo nuovi step da superare, per cui - in quei casi - si ha davvero una conversazione che stimola ed arricchisce, ma sono casi rari. Facendo un esempio banale, certe tipologie di conversazioni sono un po' come una partita a scacchi, nel senso che sai come inizi ma non puoi assolutamente prevedere lo svolgimento della partita : e queste situazioni sono molto stimolanti, proprio per l'esito non scontato e per un contesto nemmeno lontanamente prevedibile a priori.
 
Ultima modifica:

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Il grassetto riflette esattamente quello che succede anche a me....
Sull'annoiarsi.... per me l'aumento della "noia" ( nel mio caso non è proprio noia, ma un misto tra delusione,apatia,non coinvolgimento e talvolta anche celata insofferenza ) è stato direttamento proporzionale con il passare degli anni.

Tutto diverso quando l'interlocutore non solo segue il discorso ( superando teorici "ostacoli" che si trova sul percorso ) ma a sua volta replica ponendo nuovi step da superare, per cui - in quei casi - si ha davvero una conversazione che stimola ed arricchisce, ma sono casi rari. Facendo un esempio banale, certe tipologie di conversazioni sono un po' come una partita a scacchi, nel senso che sai come inizi ma non puoi assolutamente prevedere lo svolgimento della partita : e queste situazioni sono molto stimolanti, proprio per l'esito non scontato e per un contesto nemmeno lontanamente prevedibile a priori.
E' vero...in particolare il grassetto...

Un equivoco fra me e il mondo, attuato da me ovviamente, è stato che sempre ho pensato che fossimo "tutti uguali" (che fregatura quel "tutti uguali" visto solo come giudizio di meglio/peggio, superiore/inferiore:unhappy:) e quindi rimanevo veramente basita quando mi accorgevo che quel "tutti uguali" non corrispondeva alla mia esperienza...e ho perso veramente un sacco di tempo a giudicarmi davanti al mio tribunale, tentando di rispondere ad un'accusa di non equità da parte mia.

Accusa che mi ha portato spesso a mettermi via, per certi versi, scegliendo fra un giusto e uno sbagliato che neanche sapevo esattamente da dove venissero.

E quindi ad "abbassare" il volume e la velocità del mio funzionamento...finendo per direttissima nella noia, e in quelle sensazioni che anche tu hai elencato...

Che poi per me sfociavano in rabbia, di cui mi spaventavo e che finivo per rivolgere contro me stessa, nemico invisibile, per proteggere chi mi era intorno...mi sembrava "brutto" selezionare, la conclusione era quindi che fossi io a non saper fare, ma più che altro a non saper essere.

Ed era pure vero...in mezzo a quel casino non sapevo essere. E voltavo tutto sul saper fare. Finendo poi per perdere il dominio di me. Sono cose che ho imparato lentamente, di me...e ancora sto imparando.

Ma quella partita a scacchi di cui parli, in cui mi esprimo pienamente e non "tesa" dall'attenzione che sento di dover dare all'altro perchè in questo caso l'altro c'E', in cui vedo salire sempre di più la complessità e dall'altra parte ho qualcuno che non solo mi segue, ma che anche la rende ancora più complessa con il suo contributo, i territori che si attraversano e l'incertezza del non avere mappe ma di poter contare sull'altro per co-costruire una mappa, prestarsi lo sguardo...è qualcosa che mi commuove profondamente...hai ragione, sono situazioni rare...e per questo preziose...quei Doni di cui parlavamo in altro 3d :)
 
Ultima modifica:

patroclo

Utente di lunga data
Quando non c’è più rimedio è inutile addolorarsi, perché si vede ormai il peggio che prima era attaccato alla speranza.
Piangere sopra un male passato è il mezzo più sicuro per attirarsi nuovi mali.
Quando la fortuna toglie ciò che non può essere conservato, bisogna avere pazienza: essa muta in burla la sua offesa.
Il derubato che sorride, ruba qualcosa al ladro, ma chi piange per un dolore vano, ruba qualcosa a se stesso.
(Otello, atto primo, scena III)


...... la vedo così .....è pur vero che non sono ne il ladro e neanche il derubato.
 

brenin

Utente
Staff Forum
E' vero...in particolare il grassetto...

Un equivoco fra me e il mondo, attuato da me ovviamente, è stato che sempre ho pensato che fossimo "tutti uguali" (che fregatura quel "tutti uguali" visto solo come giudizio di meglio/peggio, superiore/inferiore:unhappy:) e quindi rimanevo veramente basita quando mi accorgevo che quel "tutti uguali" non corrispondeva alla mia esperienza...e ho perso veramente un sacco di tempo a giudicarmi davanti al mio tribunale, tentando di rispondere ad un'accusa di non equità da parte mia.

Accusa che mi ha portato spesso a mettermi via, per certi versi, scegliendo fra un giusto e uno sbagliato che neanche sapevo esattamente da dove venissero.

E quindi ad "abbassare" il volume e la velocità del mio funzionamento...finendo per direttissima nella noia, e in quelle sensazioni che anche tu hai elencato...

Che poi per me sfociavano in rabbia, di cui mi spaventavo e che finivo per rivolgere contro me stessa, nemico invisibile, per proteggere chi mi era intorno...mi sembrava "brutto" selezionare, la conclusione era quindi che fossi io a non saper fare, ma più che altro a non saper essere.

Ed era pure vero...in mezzo a quel casino non sapevo essere. E voltavo tutto sul saper fare. Finendo poi per perdere il dominio di me. Sono cose che ho imparato lentamente, di me...e ancora sto imparando.

Ma quella partita a scacchi di cui parli, in cui mi esprimo pienamente e non "tesa" dall'attenzione che sento di dover dare all'altro perchè in questo caso l'altro c'E', in cui vedo salire sempre di più la complessità e dall'altra parte ho qualcuno che non solo mi segue, ma che anche la rende ancora più complessa con il suo contributo, i territori che si attraversano e l'incertezza del non avere mappe ma di poter contare sull'altro per co-costruire una mappa, prestarsi lo sguardo...è qualcosa che mi commuove profondamente...hai ragione, sono situazioni rare...e per questo preziose...quei Doni di cui parlavamo in altro 3d :)
Verissimo, come evidenziato nel grassetto, sono qualcosa di emotivamente intenso e coinvolgente, con una particolarità che li rende ancor più affascinanti: non conosciamo i limiti ( di entrambe le persone ) fino a cui si potrà arrivare , limiti che restano sempre suscettibili di improvvise "impennate" a loro volta dipendenti da un lento e progressivo processo di conoscenza reciproca.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Verissimo, come evidenziato nel grassetto, sono qualcosa di emotivamente intenso e coinvolgente, con una particolarità che li rende ancor più affascinanti: non conosciamo i limiti ( di entrambe le persone ) fino a cui si potrà arrivare , limiti che restano sempre suscettibili di improvvise "impennate" a loro volta dipendenti da un lento e progressivo processo di conoscenza reciproca.
...per una che ha sempre pensato che i limiti fossero fatti per essere superati, imparare a "sospendersi" e "aspettare" il limite, tenendo fermi i confini del "ne vale la pena"...è una delle cose più complesse con cui mi sono mai confrontata finora...

è comunque un processo intenso e coinvolgente, sì...che merita lentezza e progressione...hai ragione :)

Una di quelle cose per cui, secondo me, non basta l'entusiasmo e la spinta del momento o dei momenti...spedisce in posti molto più profondi...alle radici che stanno sottoterra, almeno per quanto mi riguarda...

Di fondo a me resta un senso di dolcezza che non conoscevo...e che mi commuove molto.
Prima di tutto verso me stessa.
 
Ultima modifica:

Lostris

Utente Ludica
Quando non c’è più rimedio è inutile addolorarsi, perché si vede ormai il peggio che prima era attaccato alla speranza.
Piangere sopra un male passato è il mezzo più sicuro per attirarsi nuovi mali.
Quando la fortuna toglie ciò che non può essere conservato, bisogna avere pazienza: essa muta in burla la sua offesa.
Il derubato che sorride, ruba qualcosa al ladro, ma chi piange per un dolore vano, ruba qualcosa a se stesso.
(Otello, atto primo, scena III)


...... la vedo così .....è pur vero che non sono ne il ladro e neanche il derubato.
Quanto è vero..
:)
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Quando non c’è più rimedio è inutile addolorarsi, perché si vede ormai il peggio che prima era attaccato alla speranza.
Piangere sopra un male passato è il mezzo più sicuro per attirarsi nuovi mali.
Quando la fortuna toglie ciò che non può essere conservato, bisogna avere pazienza: essa muta in burla la sua offesa.
Il derubato che sorride, ruba qualcosa al ladro, ma chi piange per un dolore vano, ruba qualcosa a se stesso.
(Otello, atto primo, scena III)


...... la vedo così .....è pur vero che non sono ne il ladro e neanche il derubato.
Forse per quello
 
Top