Quando non sei un traditore seriale, quando il tuo tradimento ti inizia a soffocare, quando i sensi di colpa non riesci più a reggerli, la confessione è praticamente una catarsi. L'ho fatto ed è la cosa più egoistica che ho fatto in vita mia. Più egoistica del tradimento, perchè quando ti liberi di un peso così grosso, con una persona che ti sta accanto da anni, ti senti liberato e leggero, e non riesci minimamente a comprendere l'immensità del dolore che hai causato all'altra persona.
E l'egoismo continua perchè, nella tua mente, credi che il fatto di aver confessato e non essere stato scoperto, ti permette di affrontare le conseguenze da un punto di "forza", che seppur minimo, non è proprio a zero, come se in una partita, invece di scendere in campo col solo portiere, ti fosse concesso di schierare anche i difensori.
E' egoistico perchè invece di prendere le tue responsabilità, passi la palla all'altro, come a dire... ecco io l'ho fatto, come ti vuoi comportare? e passando tutte le responsabilità a lui/lei
L'ho fatto e non me ne sono reso conto, a distanza di anni l'ho capito e me ne vergogno profondamente, è un pentimento tardivo ma sincero. E poi intanto il karma mi ha restituito tutto il male fatto con gli interessi.
Sono comunque le esperienze della vita che ti formano e ti fanno evolvere. Il male che dispensi, lo capisci solo quando lo provi anche tu.
Probabilmente la catarsi ha riguardato più il vivere il tradimento di lei come "giusta punizione", che la confessione.
Se la catarsi fosse stata nella confessione, non avresti sentito il minimo fastidio nel fatto che lei volesse parlarne, anzi, ne saresti stato lieto e grato.
di base, da traditrice, non ho mai considerato la confessione una opzione praticabile.
Per prima cosa perchè non stavo nè con un prete nè con un giudice.
Secondo per il semplice motivo che il tradimento io l'ho sempre considerato fra i "fatti miei".
E non ho mai sperimentato il senso di colpa.
Semmai avrei potuto "confidarmi" con un compagno.
Ma per confidarsi serve vedersi alla pari...e i compagni che ho tradito, onestamente, non li ho mai considerati alla pari.
Mi confiderei col mio attuale compagno.
Non per amore.
Ma perchè lo considero mio pari e quindi, fra le altre cose, anche confidente. (nel senso etimologico del termine).
Per certo...se dovessi sentire il desiderio di tradirlo, ne parlerei apertamente.
Ora come ora, non vedo la minima funzionalità nell'avere un compagno con cui ho la necessità di reprimere e nascondere.
Anche perchè non sarebbe un compagno, ma solo un ospite.
E quindi la relazione in sè sarebbe più una s.p.a. che una relazione intima.
Ma se fossi in una relazione del genere...tradirei senza neppure pormi il problema.