E' proprio perché non ne ho paura, che preferisco chiamare le cose come stanno!
L'esempio dell'ospedale (lo avevamo fatto tempo fa

, mi sono messa a sorridere quando alcuni mi hanno detto "eh, ma è estremo!"

) lo trovo lampante.
Il tempo conta relativamente, per costruire quella che definisci "intimità": nel senso che certamente è fatta di tempo, ed è costruita nel tempo, ma a volte capita che nell'arco di una giornata ti si possa aprire un mondo, sull'altro

Ecco: io ho una persona che con me sta senz'altro bene, con cui (cosa importante) sto bene, mi fa stare bene, per il tempo in cui è con me. Fuori da quel tempo, la realtà è che questa persona sta ufficialmente con un'altra persona.
Se mi ricoverassero in ospedale domani, che è sabato, e lei normalmente sabato sta con lui, luyi poveretto potrebbe soffrire le pene dell'inferno a pensarmi mentre sto male all'ospedale. Ma si guarderebbe bene dal venire a trovarmi, se non avesse adeguata copertura. Sicché mi direbbe una roba del tipo "non sai come ho sofferto a saperti in ospedale", ma di fatto non si schioderebbe neppure per portarmi un pigiama. Claro?
Se tu questo la chiami paura o negazione della speranza, ti rispondo che no, non credo alle favole
Questa è realtà: fintanto che mi sta bene, va bene anche così

Ma non è una persona su cui faccio affidamento: il che non significa affatto che io penso che di me se ne fotta.
L'intimità è scambio, a ogni livello: ecco, nel mio caso so bene che di sicuro, se dovesse scegliere tra me che ho un "coccolone" in ospedale, o la sua compagna che quel giorno lì ha prenotato teatro per due, sceglierebbe la seconda, A MENO CHE non riesca proprio a liberarsi con una scusa che deve essere credibile. Sto parlando del cambio di un pigiama eh, mica dell'impossibile. E son già ottimista, a pensarla così (vale a dire che non si eviti a prescindere la rottura di coglioni

).
Se poi mi dovesse dire "non sai quanto ho sofferto", lo manderei affanchiul

, che davvero, ma che cazzo me ne frega
Puoi avere tutta l'intimità che vuoi, poi a contare come sempre sono i fatti.