Certo che ti spieghi. Ma il tuo pensiero è già abbastanza chiaro: sei una vecchia utente del forum e lo hai già esposto in lungo e in largo e mi sono imbattuto in molti tuoi messaggi passati.
Sono io che non mi spiego, complice anche il fatto che sono nuovo e ho scritto poco (anche se già troppo per i miei gusti!

) ed è ovviamente abbastanza automatico, almeno da principio, appiopparmi un'etichetta mainstream nel momento in cui dico che per me l'esclusività sessuale fa parte del patto.
Condivido perfettamente quando dici che il sottoscrivere un patto avendo già tacitamente in mente di non pensarla in quel modo ma con l'intenzione in partenza di sperare o indurre un cambiamento in corso d'opera equivale essenzialmente ad innescare una bomba ad orologeria e metterla sotto il letto (cfr. il tuo ex e la questione dei figli).
Tu fai un esempio con lo scat: per niente idiota e perfettamente calzante, ma secondo me incompleto. Lo riprendo:
L'esempio che fai è quasi perfetto, se non fosse che sbagli completamente la premessa: se il tuo uomo arriva da te e ti dice che ha scoperto di essere interessato allo scat questo NON è un superamento unilaterale del limite: è voglia di condivisione, voglia di superarlo insieme quel limite! Questo è il punto fondamentale sul quale mi pare che non ci capiamo.
Superamento unilaterale del limite è fare, o decidere di fare, qualcosa da soli, senza coinvolgere l'altro. In definitiva, essenzialmente io la vedo quasi come una definizione alternativa del concetto di tradimento (in senso lato).
Nel caso del tuo esempio, sarebbe superamento unilaterale del limite se nel momento in cui scoprisse di essere interessato allo scat invece di venire a dirlo a te andasse dalla vicina di casa e iniziasse a fare scat con la vicina di casa. E poi tu lo scopri non perché te lo dice ma perché li vedi dalla finestra.
Non so se sono riuscito a spiegare la differenza, ma credo di sì. Così come credo che in questo caso tu lo considereresti tradimento a tutti gli effetti, o sbaglio? Penso di no. Ma non tanto per lo scat in sé, quanto per il fatto che non è venuto a dirlo a te innescando il processo, giusto e corretto, che è quello che descrivi tu: un processo di condivisione. Eventualmente. Perché poi ci sarebbe anche da analizzare cosa succederebbe se invece alla fine non c'è condivisione da parte tua e lui resta col desiderio inespresso. O represso. E questo ci porta al punto in cui il paragone con l'esclusività sessuale non regge più: provo a proiettare il tuo pensiero, vediamo se ci riesco.
Ammettiamo che il tuo uomo venga da te con questa fantasia con la volontà di condividerla. Tu ti digerisci la sorpresa. Ci pensi. Valuti. E poi decidi che no... it's not your cup of tea. Come ti comporti? Una possibilità è che dici:
no, mi dispiace: ci ho pensato ma non se ne parla. Se ho appena un po' capito come ragioni, non ci sono molte possibilità che tu risponda così ma è più facile che tu gli dica:
no, guarda, non me la sento; ma se proprio non ne puoi fare a meno e trovi qualcuno con cui fare questo gioco, esaudisci pure questa fantasia.
Questo potrebbe avere addirittura l'effetto di depotenziare la sua fantasia ma nel caso in cui invece lo facesse, potrebbe tranquillamente tornare a casa e raccontartelo. E così in qualche modo condividere con te.
Ecco, il punto in cui tutti questi esempi sono difficilmente trasferibili all'esclusività sessuale in una coppia che mette l'esclusività sessuale alla base del patto è esattamente questo: la condivisione.
Se io torno a casa e dico alla mia donna:
guarda, ho conosciuto una oggi... proprio carina! Mi fa un sacco di sangue e mi ha fatto capire che la cosa è reciproca. Mi ha invitato per domani a pranzo e... dopopranzo, facendomi l'occhiolino, quindi magari domani non mangiamo insieme ma vado a provare questa nuova esperienza, che ne dici? Ma tranquilla, eh? Uso solo il corpo....
Secondo te che risposta mi dovrei aspettare dalla mia donna? Qualcosa del tipo
ok, vai pure... tanto non te lo potrà mai succhiare bene come faccio io...
oppure qualcosa del tipo
oh, ma che me stai a coglionà?
Se l'esclusività sessuale è alla base del patto, implicitamente non ci può essere condivisione nella coppia anche nel solo uso del corpo con altri.
Giusto o sbagliato che sia, questo non sta a te sindacarlo
: nella tua coppia sei libera di scegliere i tuoi fondamenti, gli altri nelle loro coppie sono altrettanto liberi di scegliere i loro. E scegliere di mettere l'esclusività sessuale alla base del patto non vuol dire semplicemente o necessariamente accettare acriticamente un pensiero mainstream senza averne chiare le eventuali conseguenze. Semmai si possono non avere ben chiare le conseguenze nel momento in cui si decide unilateralmente di modificare quel patto.
In definitiva, se vuoi capire cosa provano gli altri non puoi ragionare partendo sempre dai tuoi assiomi ma devi fare lo sforzo di ragionare assumendo gli assiomi degli altri. Che non vuol dire per te non essere più fedele a te stessa: vuol dire capire cosa vuol dire per un altro essere fedele a lui stesso.
E comunque non è detto che si riesca ad arrivarci perché il processo di astrazione da sé è complicato, soprattutto se uno deve fare lo sforzo di assumere degli assiomi che rifiuta a priori per sé. Sarebbe un po' come chiedere a me di capire il ragionamento di un testimone di Geova che è disposto a lasciarsi morire pur di non farsi fare una trasfusione: ci posso arrivare... fino ad un certo punto. Oltre no, perché per me è un idiota.
Mi è invece abbastanza semplice cercare di capire il tuo ragionamento perché i tuoi assiomi io non li rifiuto a priori: semplicemente, ci ho pensato ma... non sono la mia tazza da tè!
Non so se mi sono spiegato...
PS: anche a me piace l'italiano. Un casino! È stato bello scoprire che piace molto anche all'estero, più di quanto noi italiani immaginiamo.