Brunetta
Utente di lunga data
Sempre secondo te.O di chi mi circondava
Sempre secondo te.O di chi mi circondava
Si ho qualche ideaSempre secondo te.
Un primo inganno è nell’errare in un labirinto senza saperlo, oppure immaginarlo dove non c’è, il che corrisponde a una visione dilatata oppure condensata di sé stessi e delle situazioni nelle quali ci si trova: un vicolo cieco può essere scambiato per un’autostrada, oppure un’autostrada può essere scambiata per un vicolo cieco. Un ulteriore inganno è nel credere che il labirinto sia al di fuori di noi e che gli intrichi nei quali ci troviamo provengano dall’esterno - dagli altri, dalle circostanze, etc. - mentre, in realtà, lo portiamo dentro; il labirinto psichico è sempre interiore, e gli intrichi apparentemente esteriori non fanno che riflettere, simmetricamente e come in uno specchio, quelli interiori.Un labirinto è un luogo in cui è molto facile entrare, da cui è molto difficile uscire, e in cui è ancora più difficile stare. Ricordiamo però che il labirinto stesso offre indicazioni su come affrontarlo:
◊ in ogni labirinto si può inserire una struttura a croce che rappresenta le quattro direzioni del piano: ciò indica in primo luogo fermarsi per orientarsi, poi scegliere una direzione oppure, se non si riesce a sceglierla, sopportare di restare fermi;
◊ i labirinti contengono spesso delle parti simmetriche: ciò suggerisce di mantenere giusta misura e giuste proporzioni;
◊ alcuni labirinti sono raffigurati come torri spiraliformi oppure con una torre al centro: l’indicazione è di porsi su di un piano più elevato che permetta di guardare gli intrichi dall’alto, con distacco.
La vita come labirinto
Una riflessione conclusiva: ognuno di noi è un labirinto ambulante che si muove nel labirinto del suo spazio-tempo esistenziale. Noi esseri umani siamo piccoli e piccolo è il nostro spazio-tempo poiché siamo forme limitate e transitorie della Possibilità Infinita, un altro modo di concepire Dio. Tuttavia, nel nostro piccolo, tutti noi facciamo parte di una grande rete cosmica nella quale l’intrecciarsi delle esistenze crea un grande labirinto che è poi la Vita stessa.
eh ma non è vero. Se io dico che qualcuno non mi merita, dico che lui, per me, non è abbastanza. O io sono troppo per lui. E' un giudizio dispregiativo nei suoi confronti. Se invece un uomo non riesce a rendermi felice o non mi dà quello di cui ho bisogno o non ha per me le attenzioni che vorrei, allora io dico che la relazione per me non è buona e mi merito di meglio.Penso che sostanzialmente abbiamo detto la stessa cosa,quando scrivi che a volte hai pensato che ti meritassi qualcosa di meglio.....
La differenza non è da poco.eh ma non è vero. Se io dico che qualcuno non mi merita, dico che lui, per me, non è abbastanza. O io sono troppo per lui. E' un giudizio dispregiativo nei suoi confronti. Se invece un uomo non riesce a rendermi felice o non mi dà quello di cui ho bisogno o non ha per me le attenzioni che vorrei, allora io dico che la relazione per me non è buona e mi merito di meglio.
Sembra la stessa cosa, ma non è vero.
questa è un'uscita da un labirinto.La differenza non è da poco.
Infatti mio marito non mi meritava :mexican:
Oppure non usciamo dal labirinto perchè vogliamo restarci dentroquesta è un'uscita da un labirinto.
Ma spesso non si riesce ad uscire da un labirinto proprio perchè non riconosciamo l'uscita oppure perchè continuiamo a fare lo stesso percorso senza rendercene conto.
Non ci soffermiamo a riconoscere elementi delle pareti che sono sempre gli stessi e che quindi ci dovrebbero far pensare che pure le pareti sono sempre le stesse.
Perchè la paura di non essere in grado di uscire dal labirinto ci fa negare l'idea di girare a vuoto, che ci conferma quella stessa paura.
Allora continuiamo a girare e girare illudendoci di riconoscere sempre qualcosa di nuovo, svoltato l'angolo che abbiamo svoltato già mille volte, perchè l'idea di azzardare un percorso del tutto sconosciuto ci atterrisce ancor di più dell'idea di dover vedere all'infinito le stesse pareti.
questa è un'uscita da un labirinto.
Ma spesso non si riesce ad uscire da un labirinto proprio perchè non riconosciamo l'uscita oppure perchè continuiamo a fare lo stesso percorso senza rendercene conto.
Non ci soffermiamo a riconoscere elementi delle pareti che sono sempre gli stessi e che quindi ci dovrebbero far pensare che pure le pareti sono sempre le stesse.
Perchè la paura di non essere in grado di uscire dal labirinto ci fa negare l'idea di girare a vuoto, che ci conferma quella stessa paura.
Allora continuiamo a girare e girare illudendoci di riconoscere sempre qualcosa di nuovo, svoltato l'angolo che abbiamo svoltato già mille volte, perchè l'idea di azzardare un percorso del tutto sconosciuto ci atterrisce ancor di più dell'idea di dover vedere all'infinito le stesse pareti.
forse rassicurante al momento,ma lo vedo molto più inquietante nel medio periodoIl déjà-vu è inquietante ma anche rassicurante.
Io intendevo che il giudizio - più o meno dispregiativo - fosse in relazione ai comportamenti nei confronti del partner.eh ma non è vero. Se io dico che qualcuno non mi merita, dico che lui, per me, non è abbastanza. O io sono troppo per lui. E' un giudizio dispregiativo nei suoi confronti. Se invece un uomo non riesce a rendermi felice o non mi dà quello di cui ho bisogno o non ha per me le attenzioni che vorrei, allora io dico che la relazione per me non è buona e mi merito di meglio.
Sembra la stessa cosa, ma non è vero.