L'altra metà di me ...

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Nausicaa

sfdcef
Forse quando si è dentro sentirsi dire che serve la "volontà", ci fa sentire accusati di desiderare la situazione in cui siamo. E questo chiaramente scalda gli animi.

Ma quando leggo di persone che sono dall'altra parte, vedo che spesso usano una frase del genere "a un certo punto mi sono detta/a che bastava, che volevo andare avanti".
Nei tradimenti, o comunque in situazioni difficili... ascolto e leggo, e spesso chi è "oltre" una certa situazione dice che a un certo punto c'è stato uno scatto di volontà.

Penso che il percorso di ognuno sia diverso, sì. Penso che non basti dirsi "voglio che sia così" per farlo succedere.
Ma penso anche che alla fine del percorso scatti qualcosa, per cui in quel momento sì, può venire in gioco la volontà.
Alla fine del percorso finalmente si può prendere in mano la propria volontà, annichilita prima quasi, e usarla per gli ultimi gradini.

Secondo me Circe la sua "volontà" di andare avanti la mette, ma è indubbio che il percorso non è vicino alla fine. E di certo non può, con uno scatto di volontà, smettere di stare male.

D'altro canto, e non è il caso di Circe, ci sono persone che effettivamente sembra che desiderino continuare a stare male. Un esempio, a opinione mia, Daniele, che secondo me ama crogiolarsi nel suo risentimento e nella sua sofferenza, e che difficilmente abbandonerà proprio perchè non vuole abbandonarla.
 

Leda

utente Olimpi(c)a
Ma chi sta facendo dei discorsi assoluti? Dove ho scritto che si deve seguire la mia strada? Ho scritto che in un percorso scelto di comune accordo ci sono dei tempi che sono soggettivi, oltre un certo termine e non ho scritto quale, si va oltre, e chi ha tradito potrebbe giustamente stancarsi di subire oltremisura lo sbaglio commesso. Che ricordo non è mai soltanto di chi ha tradito.

E vabbè, stancarsi è un rischio che va corso.
 

sienne

lucida-confusa
Ciao,

anche un discorso generale deve essere differenziato.
già solo dal fatto, perché non si parte da una base omogenea.
sia per quanto riguardano i tipi di tradimento, sia per le persone,
sia per le situazioni ecc.

e allora, di cosa si parla esattamente?
a qualcosa bisogna pure prendere riferimento?

che uno shock, vada affrontato e superato ... mi sembra ovvio.
e mi sa, che molto di più, in base generale ... neanche si può aggiungere.

sienne
 

Ultimo

Escluso
secondo questo discorso allora potrai ammettre che chi viene tradito ha diritto alla stessa clemenza che riserva al traditore ovvero che può sbagliare, nelle valutazioni, nei percorsi, neel'analisi del proprio dolore
Le mie convinzioni sono che, tutti possiamo sbagliare, tutti abbiamo i nostri tempi che sono diversi, e che tutti abbiamo un certo modo di comportarci nelle situazioni, il tradito per un conto il traditore per un altro, Ci si scorda troppo spesso che chi ha tradito e rimane anche per volontà del tradito sopporta anche troppo a volte uno sbaglio commesso, da amputare ad entrambi, chiaramente in misure diverse.
 

Joey Blow

Escluso
Ciao,

anche un discorso generale deve essere differenziato.
già solo dal fatto, perché non si parte da una base omogenea.
sia per quanto riguardano i tipi di tradimento, sia per le persone,
sia per le situazioni ecc.

e allora, di cosa si parla esattamente?
a qualcosa bisogna pure prendere riferimento?

che uno shock, vada affrontato e superato ... mi sembra ovvio.
e mi sa, che molto di più, in base generale ... neanche si può aggiungere.

sienne

Ed ecco la colonna sonora giusta per farlo:

[video=youtube;1J64hEp63_I]http://www.youtube.com/watch?v=1J64hEp63_I[/video]
 

Ultimo

Escluso
Forse quando si è dentro sentirsi dire che serve la "volontà", ci fa sentire accusati di desiderare la situazione in cui siamo. E questo chiaramente scalda gli animi.

Ma quando leggo di persone che sono dall'altra parte, vedo che spesso usano una frase del genere "a un certo punto mi sono detta/a che bastava, che volevo andare avanti".
Nei tradimenti, o comunque in situazioni difficili... ascolto e leggo, e spesso chi è "oltre" una certa situazione dice che a un certo punto c'è stato uno scatto di volontà.

Penso che il percorso di ognuno sia diverso, sì. Penso che non basti dirsi "voglio che sia così" per farlo succedere.
Ma penso anche che alla fine del percorso scatti qualcosa, per cui in quel momento sì, può venire in gioco la volontà.
Alla fine del percorso finalmente si può prendere in mano la propria volontà, annichilita prima quasi, e usarla per gli ultimi gradini.

Secondo me Circe la sua "volontà" di andare avanti la mette, ma è indubbio che il percorso non è vicino alla fine. E di certo non può, con uno scatto di volontà, smettere di stare male.

D'altro canto, e non è il caso di Circe, ci sono persone che effettivamente sembra che desiderino continuare a stare male. Un esempio, a opinione mia, Daniele, che secondo me ama crogiolarsi nel suo risentimento e nella sua sofferenza, e che difficilmente abbandonerà proprio perchè non vuole abbandonarla.

:up:
 

sienne

lucida-confusa
Forse quando si è dentro sentirsi dire che serve la "volontà", ci fa sentire accusati di desiderare la situazione in cui siamo. E questo chiaramente scalda gli animi.

Ma quando leggo di persone che sono dall'altra parte, vedo che spesso usano una frase del genere "a un certo punto mi sono detta/a che bastava, che volevo andare avanti".
Nei tradimenti, o comunque in situazioni difficili... ascolto e leggo, e spesso chi è "oltre" una certa situazione dice che a un certo punto c'è stato uno scatto di volontà.

Penso che il percorso di ognuno sia diverso, sì. Penso che non basti dirsi "voglio che sia così" per farlo succedere.
Ma penso anche che alla fine del percorso scatti qualcosa, per cui in quel momento sì, può venire in gioco la volontà.
Alla fine del percorso finalmente si può prendere in mano la propria volontà, annichilita prima quasi, e usarla per gli ultimi gradini.

Secondo me Circe la sua "volontà" di andare avanti la mette, ma è indubbio che il percorso non è vicino alla fine. E di certo non può, con uno scatto di volontà, smettere di stare male.

D'altro canto, e non è il caso di Circe, ci sono persone che effettivamente sembra che desiderino continuare a stare male. Un esempio, a opinione mia, Daniele, che secondo me ama crogiolarsi nel suo risentimento e nella sua sofferenza, e che difficilmente abbandonerà proprio perchè non vuole abbandonarla.

Ciao Nausicaa,

quotone!

Quando si arriva a quel punto, che alcuni lo definiscono atto di volontà,
non è nient'altro che la fine del percorso ... tutto il tuo essere ha elaborato,
non puoi fare altrimenti, che fare quel passo ... perché, le ferite sono state leccate e curate ...
tutto qua ... non è volontà ... e un percorso fisiologico ...
ed è ovvio, che se non senti più il peso ... ti sembra di volare!

che poi, ci sono coloro, che si sentono sconcertati ... e vanno a riaprire le ferite,
è un altro discorso ...

sienne
 

lunaiena

Scemo chi legge
Ma chi sta facendo dei discorsi assoluti? Dove ho scritto che si deve seguire la mia strada? Ho scritto che in un percorso scelto di comune accordo ci sono dei tempi che sono soggettivi, oltre un certo termine e non ho scritto quale, si va oltre, e chi ha tradito potrebbe giustamente stancarsi di subire oltremisura lo sbaglio commesso. Che ricordo non è mai soltanto di chi ha tradito.
infatti
Io mi stancherei ...
 

Leda

utente Olimpi(c)a
Spesso inutilmente a questo punto, sbagliando ancor di più di chi ti ha tradito.
Inutilmente rispetto a cosa? Al voler tenere in piedi un rapporto a tutti i costi, anche passando sopra a se stessi, forse. Non lo considero un dogma assoluto. Una relazione deve poter essere funzionale alla propria crescita e al proprio benessere, e non tutte le relazioni si dimostrano di questa pasta, o non per un periodo infinito. Per 'colpa' di chi dei due non ha nessuna importanza.
 

sienne

lucida-confusa
JB ... miiii, ricordi di Zurigo sorgono!
toccato!
 

viola di mare

utente adolescente
Le mie convinzioni sono che, tutti possiamo sbagliare, tutti abbiamo i nostri tempi che sono diversi, e che tutti abbiamo un certo modo di comportarci nelle situazioni, il tradito per un conto il traditore per un altro, Ci si scorda troppo spesso che chi ha tradito e rimane anche per volontà del tradito sopporta anche troppo a volte uno sbaglio commesso, da amputare ad entrambi, chiaramente in misure diverse.

nella mia immensa cattiveria (io sono buona in realtà... pure troppo) chi tradisce deve sopportare anche l'inferno, perchè quello che ha fatto è ingiusto e perchè non ha leso solo il corpo ma sopratutto l'anima di chi ha riposto il lui fiducia incondizionata.


scusate il francesismo ma sono cazzi tua se non c'hai capito niente, sono cazzi tua se non sei stato capace di fermarti...
sono cazzi tua non miei e il problema è tuo non mio, a me già mi hai fatto male abbastanza!
 

Ultimo

Escluso
Inutilmente rispetto a cosa? Al voler tenere in piedi un rapporto a tutti i costi, anche passando sopra a se stessi, forse. Non lo considero un dogma assoluto. Una relazione deve poter essere funzionale alla propria crescita e al proprio benessere, e non tutte le relazioni si dimostrano di questa pasta, o non per un periodo infinito. Per 'colpa' di chi dei due non ha nessuna importanza.

Dogma assoluti non c'è ne sono.

C'è però quel dialogo intrapreso per andare avanti insieme, e bisogna prendere atto di questo e non crogiolarsi a tempo indeterminato sul dolore e sbatterlo sempre in faccia, altrimenti diventa bugia aver voluto continuare un percorso. Il traditore è chiaro che deve subire, ma subire per anni diventa esagerato e poco maturo se il tradito/a dopo un certo periodo, aiutato da chi lo ha tradito continua imperterrito.

Dici bene una relazione deve essere funzionale alla coppia, al proprio benessere e alla propria crescita. Appunto per questo allungare i tempi a dismisura risulta inutile dando inutilità allo sforzo del traditore che ha subito per diverso tempo stando accanto al tradito.
 

Ultimo

Escluso
nella mia immensa cattiveria (io sono buona in realtà... pure troppo) chi tradisce deve sopportare anche l'inferno, perchè quello che ha fatto è ingiusto e perchè non ha leso solo il corpo ma sopratutto l'anima di chi ha riposto il lui fiducia incondizionata.


scusate il francesismo ma sono cazzi tua se non c'hai capito niente, sono cazzi tua se non sei stato capace di fermarti...
sono cazzi tua non miei e il problema è tuo non mio, a me già mi hai fatto male abbastanza!

E chi dice no? ma sono cazzi del tradito/a se il traditore si stanca. O vogliamo mettere il tradito/a al di sopra di tutto?
 

viola di mare

utente adolescente
Dogma assoluti non c'è ne sono.

C'è però quel dialogo intrapreso per andare avanti insieme, e bisogna prendere atto di questo e non crogiolarsi a tempo indeterminato sul dolore e sbatterlo sempre in faccia, altrimenti diventa bugia aver voluto continuare un percorso. Il traditore è chiaro che deve subire, ma subire per anni diventa esagerato e poco maturo se il tradito/a dopo un certo periodo, aiutato da chi lo ha tradito continua imperterrito.

Dici bene una relazione deve essere funzionale alla coppia, al proprio benessere e alla propria crescita. Appunto per questo allungare i tempi a dismisura risulta inutile dando inutilità allo sforzo del traditore che ha subito per diverso tempo stando accanto al tradito.

questo è assolutamente vero... ma la prima bugia la diciamo a noi stessi


nel caso in questione però lei ha scritto che lui non la sta aiutando particolarmente...
 
Stato
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