l'anniversario di matrimonio...

Eagle72

Utente di lunga data
Non ci si pente mai se è stata una bella esperienza.
Non concordo. Se comporta una separazione a cui forse non aspiravi te ne penti eccome. Lo so fa come diversivo, aggiuntivo ma molte volte non vuoi minimamente perdere ciò che hai per sentimento, abitudine e tanto altro.. tantissimi dopo il calcio in culo si mangiano pure i gomiti e capiscono che per quanto belle esperienze non ne valeva la pena. E se resti insieme magari ricevi pan per focaccia e ti rode pure perché ovviamente non volevi e devi stare pure zitto.

Se il tradito non lo sa, gli effetti sono sul traditore.
Non solo nella botta di autostima che ne ricava, ma per il cambiamento che è implicito sulla valutazione di ogni cosa.
Vedi la mia firma.
Si parlava di pentimento. Se dopo non hai nessun prezzo da pagare (non scoperto ec) il pentimento è cosa rara. Lo releghi in un esperienza bella fatta e bon!

Non ci si pente mai se è stata una bella esperienza.
Cmq i tradimenti sono sempre belle esperienze..
 

Nicky

Utente di lunga data
Ormai visto che siamo sul pesante andante... avere fede vuol dire proprio credere anche nella vita eterna, quanto meno dell'anima. E' in questa prospettiva, che io purtroppo non ho, che ogni torto diventa potenzialmente perdonabile, perchè in qualche modo è come se fosse reversibile.. da una prospettiva come la mia dove una volta conclusa l'esperienza terrena finisce lì, ecco che certi torti sono irreversibili e dunque imperdonabili.. Questo almeno ci ricollega al tema della presente discussione, visto che @Mir si professa credente, allora ha tutti i presupposti per poter spostare ogni tanto la grossa pietra che dice di aver messo sopra la spiacevole vicenda, senza timore della biscia che potrebbe starci sotto...
Non sono molto d'accordo.
Il torto è irreversibile, in questa vita e nella prossima. Ma il perdono non nasce dall'idea che il torto possa essere cancellato, ma compreso, accettato. Io mi sforzo di perdonare gli altri, attraverso la comprensione delle ragioni che possono averli spinti ad assumere comportamenti lesivi per me.
E mi sforzo di perdonare perché fa stare bene me, non per fare un favore agli altri. Io non voglio vivere nel rancore, nella rabbia, nel rimpianto di cose che volevo fossero diverse, mi fa tristezza pensare a una vita così.
Siamo umani, ci facciamo dei torti.
Ovviamente ci sono situazioni molto difficili, ad esempio, un omicidio è un cosa che mi farebbe vivere probabilmente male per sempre, proprio perché non riuscirei a perdonarlo.
Ma un tradimento, no. Oltretutto, lo vedo come una debolezza, forse pensando a me; se io fossi una persona più forte, risolta e risoluta, non mi sarei mai trovata a tradire.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non concordo. Se comporta una separazione a cui forse non aspiravi te ne penti eccome. Lo so fa come diversivo, aggiuntivo ma molte volte non vuoi minimamente perdere ciò che hai per sentimento, abitudine e tanto altro.. tantissimi dopo il calcio in culo si mangiano pure i gomiti e capiscono che per quanto belle esperienze non ne valeva la pena.
Io penso che la maggior parte delle persone voglia avere una immagine positiva di sé, in riferimento a valori condivisi.
Infatti estremisti, di qualsiasi tipo, cercano altre persone che condividano quello che fanno per sentirsi comunque adeguati a riferimenti che li fanno sentire “nel giusto”. Lo fanno i sadomaso, i terrapiattisti ecc.
Per un po’ cercano di convincere gli altri, poi si rifugiano in gruppi ristretti.
Ribadisco che anche chi, tra i traditori, non è stato scoperto cerca approvazione. Infatti arriva qui e, se non trova plauso unanime, se ne va insultando e accusando il forum di essere fatto di persone di mentalità ristretta.

Si parlava di pentimento. Se dopo non hai nessun prezzo da pagare (non scoperto ec) il pentimento è cosa rara. Lo releghi in un esperienza bella fatta e bon!
Su Sky crime sono disponibili bei documentari sulle bande criminali. Sono istruttivi. Criminali che hanno passato cinquant’anni della loro vita in carcere, ricostruiscono il passato con la stessa protervia e la convinzione di essere stati coerenti con un “codice d’onore” di quando erano in attività. Attività peraltro che è durata pochi anni. Sono settantenni che parlano come i ripetenti di terza media.
Il fatto che siano ancora fieri delle loro imprese, non le rende ammirevoli.

Non sono molto d'accordo.
Il torto è irreversibile, in questa vita e nella prossima. Ma il perdono non nasce dall'idea che il torto possa essere cancellato, ma compreso, accettato. Io mi sforzo di perdonare gli altri, attraverso la comprensione delle ragioni che possono averli spinti ad assumere comportamenti lesivi per me.
E mi sforzo di perdonare perché fa stare bene me, non per fare un favore agli altri. Io non voglio vivere nel rancore, nella rabbia, nel rimpianto di cose che volevo fossero diverse, mi fa tristezza pensare a una vita così.
Siamo umani, ci facciamo dei torti.
Ovviamente ci sono situazioni molto difficili, ad esempio, un omicidio è un cosa che mi farebbe vivere probabilmente male per sempre, proprio perché non riuscirei a perdonarlo.
Ma un tradimento, no. Oltretutto, lo vedo come una debolezza, forse pensando a me; se io fossi una persona più forte, risolta e risoluta, non mi sarei mai trovata a tradire.
Tutto vero.
Ma il perdono non ha nulla a che vedere con la riconciliazione.
Si firmano trattati di pace, ma non si dimenticano le atrocità.
 
Ultima modifica:

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Non sono molto d'accordo.
Il torto è irreversibile, in questa vita e nella prossima. Ma il perdono non nasce dall'idea che il torto possa essere cancellato, ma compreso, accettato. Io mi sforzo di perdonare gli altri, attraverso la comprensione delle ragioni che possono averli spinti ad assumere comportamenti lesivi per me.
E mi sforzo di perdonare perché fa stare bene me, non per fare un favore agli altri. Io non voglio vivere nel rancore, nella rabbia, nel rimpianto di cose che volevo fossero diverse, mi fa tristezza pensare a una vita così.
Siamo umani, ci facciamo dei torti.
Ovviamente ci sono situazioni molto difficili, ad esempio, un omicidio è un cosa che mi farebbe vivere probabilmente male per sempre, proprio perché non riuscirei a perdonarlo.
Ma un tradimento, no. Oltretutto, lo vedo come una debolezza, forse pensando a me; se io fossi una persona più forte, risolta e risoluta, non mi sarei mai trovata a tradire.
Certo che un torto può essere irreversibile anche nell'al di là, per chi ci crede, dipende sempre da come si comporta chi lo attua, ma da una prospettiva di vita eterna, o di resurrezione della carne o cose simili, perfino un lutto come una morte è poca cosa, dato che accade in un momento infinitesimo e soprattutto di passaggio rispetto all'eternità.. per chi non crede detto momento invece non è ne' di passaggio, ne' infinitesimo: è unico e irripetibile
 

danny

Utente di lunga data
Non concordo. Se comporta una separazione a cui forse non aspiravi te ne penti eccome. Lo so fa come diversivo, aggiuntivo ma molte volte non vuoi minimamente perdere ciò che hai per sentimento, abitudine e tanto altro.. tantissimi dopo il calcio in culo si mangiano pure i gomiti e capiscono che per quanto belle esperienze non ne valeva la pena. E se resti insieme magari ricevi pan per focaccia e ti rode pure perché ovviamente non volevi e devi stare pure zitto.
Se quella clandestina è stata una relazione importante, la separazione col coniuge è forse la miglior soluzione.
Il fatto che a deciderla sia il tradito deresponsalizza il traditore.
Non la vedo come una punizione, ma come una naturale evoluzione di un rapporto probabilmente logoro.
Senza saperlo, il tradito che lascia in questa situazione fa un favore al traditore.
In altre... Non ci si lascia per una scopata random
Pensare che in 20, 30, 40 anni di vita insieme non si senta il desiderio di qualche botta qua e là, colta quando l'occasione è propizia, è illusorio. E la scopata occasionale non pregiudica la relazione ufficiale.
È puro godimento personale.
Una relazione extra invece si.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Su Sky crime sono disponibili bei documentari sulle bande criminali. Sono istruttivi. Criminali che hanno passato cinquant’anni della loro vita in carcere, ricostruiscono il passato con la stessa protervia e la convinzione di essere stati coerenti con un “codice d’onore” di quando erano in attività. Attività peraltro che è durata pochi anni. Sono settantenni che parlano come i ripetenti di terza media.
Il fatto che siano ancora fieri delle loro imprese, non le rende ammirevoli.
Permettetemi di evidenziare che, specie in persone che sono cresciute in ambienti ad alto tasso di criminalità, in realtà l'ambiente di detenzione non è altro che una dependance costrittiva e punitiva ma contigua a detti ambienti, dove si continuano a coltivare gli stessi principi della società criminale esterna.

In quei casi l'aspetto afflittivo della pena non è accompagnato in concreto da alcun aspetto rieducativo, che è oggetto di sostanziale rifiuto. Questo fenomeno è alla base del dibattito sulla opportunità che, specie i detenuti più giovani o meno convinti possano essere "separati" dagli oltranzisti per tentare la rieducazione con maggiore efficacia.
Non tutti possono essere recuperati, se non vogliono aprirsi ad un ripensamento esistenziale.
Triste, ma è la realtà.

Con le dovute differenziazioni, mutatis mutandis, qualcosa del genere avviene per il pentimento indotto, al quale ho fatto sopra cenno.

Sotto l'apparenza del pentimento indotto, poi, si possono nascondere motivazioni reali non particolarmente nobili e sentimentali come in apparenza si vuol far credere.
Per dirne una, come esempio, a prescindere da interessi squisitamente economici, c'è stato un caso che ben ricordo in cui, in una conversazione telefonica (captata) di una moglie traditrice con una amica emerse che il pentimento e l'allontanamento dall'amante era stato causato in realtà dalla scoperta che costui avesse una dipendenza grave da pratiche sessuali con transessuali, non dalla riviviscenza del sentimento nei confronti del marito tradito.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Permettetemi di evidenziare che, specie in persone che sono cresciute in ambienti ad alto tasso di criminalità, in realtà l'ambiente di detenzione non è altro che una dependance costrittiva e punitiva ma contigua a detti ambienti, dove si continuano a coltivare gli stessi principi della società criminale esterna.

In quei casi l'aspetto afflittivo della pena non è accompagnato in concreto da alcun aspetto rieducativo, che è oggetto di sostanziale rifiuto. Questo fenomeno è alla base del dibattito sulla opportunità che, specie i detenuti più giovani o meno convinti possano essere "separati" dagli oltranzisti per tentare la rieducazione con maggiore efficacia.
Non tutti possono essere recuperati, se non vogliono aprirsi ad un ripensamento esistenziale.
Triste, ma è la realtà.

Con le dovute differenziazioni, mutatis mutandis, qualcosa del genere avviene per il pentimento indotto, al quale ho fatto sopra cenno.

Sotto l'apparenza del pentimento indotto, poi, si possono nascondere motivazioni reali non particolarmente nobili e sentimentali come in apparenza si vuol far credere.
Per dirne una, come esempio, a prescindere da interessi squisitamente economici, c'è stato un caso che ben ricordo in cui, in una conversazione telefonica (captata) di una moglie traditrice con una amica emerse che il pentimento e l'allontanamento dall'amante era stato causato in realtà dalla scoperta che costui avesse una dipendenza grave da pratiche sessuali con transessuali, non dalla riviviscenza del sentimento nei confronti del marito tradito.
È proprio quello che dicevo.
Le persone cercano solo di sentirsi nel giusto.
È anche da questo che deriva il disorientamento del tradito. La dissonanza cognitiva in riferimento ai valori (in senso lato, gradire o no anche sesso omosessuale lo è) che si credevano condivisi e che si vedono stravolti.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma sei di Liguria o di Milano 😏
Etta, come tanti oggigiorno, temo quasi tutti, non riesce ad accettare che un luogo sia piacevole o abbia delle bellezze, se non dicendo che gli altri non hanno alcuna bellezza e piacevolezza.
Essendo in questo periodo in ammirazione, per questioni amorose, per la Versilia, deve porre ogni spiacevolezza in luoghi che ritiene “concorrenziali.”
Ma non è la sola.
E così che funzionano i social e la maggior parte delle persone. Non puoi dire che ti piace la carbonara, senza sentirti dire che le orecchiette o il risotto alla milanese sono meglio.
È una cosa noiosissima che impedisce di trovare la bellezza.
 

danny

Utente di lunga data
Etta, come tanti oggigiorno, temo quasi tutti, non riesce ad accettare che un luogo sia piacevole o abbia delle bellezze, se non dicendo che gli altri non hanno alcuna bellezza e piacevolezza.
Essendo in questo periodo in ammirazione, per questioni amorose, per la Versilia, deve porre ogni spiacevolezza in luoghi che ritiene “concorrenziali.”
Ma non è la sola.
E così che funzionano i social e la maggior parte delle persone. Non puoi dire che ti piace la carbonara, senza sentirti dire che le orecchiette o il risotto alla milanese sono meglio.
È una cosa noiosissima che impedisce di trovare la bellezza.
A Milano costa.
In Sardegna, per chi ci vive, è gratis.
La differenza è solo questa.
A meno di non pensare che la periferia di Milano sia straordinariamente appagante per l'anima.
La Liguria invece offre scorci notevoli.
Dipende dove.
Probabilmente dovendo pagare per godere della bellezza mancante a casa propria, uno stila una classifica.
 

patriot

Utente di lunga data
A Milano costa.
In Sardegna, per chi ci vive, è gratis.
La differenza è solo questa.
A meno di non pensare che la periferia di Milano sia straordinariamente appagante per l'anima.
La Liguria invece offre scorci notevoli.
Dipende dove.
Probabilmente dovendo pagare per godere della bellezza mancante a casa propria, uno stila una classifica.
Per chi ci vive è gratis, cosa intendi?
 

Etta

Utente di lunga data
Etta, come tanti oggigiorno, temo quasi tutti, non riesce ad accettare che un luogo sia piacevole o abbia delle bellezze, se non dicendo che gli altri non hanno alcuna bellezza e piacevolezza.
Essendo in questo periodo in ammirazione, per questioni amorose, per la Versilia, deve porre ogni spiacevolezza in luoghi che ritiene “concorrenziali.”
Ma non è la sola.
E così che funzionano i social e la maggior parte delle persone. Non puoi dire che ti piace la carbonara, senza sentirti dire che le orecchiette o il risotto alla milanese sono meglio.
È una cosa noiosissima che impedisce di trovare la bellezza.
Sei fuori strada. La mia era una battuta sugli abitanti.

A Milano costa.
In Sardegna, per chi ci vive, è gratis.
La differenza è solo questa.
A meno di non pensare che la periferia di Milano sia straordinariamente appagante per l'anima.
La Liguria invece offre scorci notevoli.
Dipende dove.
Probabilmente dovendo pagare per godere della bellezza mancante a casa propria, uno stila una classifica.
Ma poi tutti abbiamo le nostre preferenze dai.
 

Brunetta

Utente di lunga data
A Milano costa.
In Sardegna, per chi ci vive, è gratis.
La differenza è solo questa.
A meno di non pensare che la periferia di Milano sia straordinariamente appagante per l'anima.
La Liguria invece offre scorci notevoli.
Dipende dove.
Probabilmente dovendo pagare per godere della bellezza mancante a casa propria, uno stila una classifica.
Non si è capito che il tema era un altro?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma poi tutti abbiamo le nostre preferenze dai.
Ho criticato la contrapposizione. Dire che la Liguria fa schifo, per valorizzare la Versilia è idiota.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Se si parla di bellezza, rispondo a questo.
Se si parla di abitanti, BOH!
Si parla di contrapposizione.
Gli abitanti sono come tutti, un po’ fantastici, un po’ stronzi, gli altri in mezzo.
 

Etta

Utente di lunga data
Ho criticato la contrapposizione. Dire che la Liguria fa schifo, per valorizzare la Versilia è idiota.
Veramente ho scritto che e’ meglio la Sardegna perché si parlava di Liguria vs Sardegna. Cosa c’entra la Versilia?
 
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