Latino

Brunetta

Utente di lunga data

hammer

Utente di lunga data
Perché non esisteva il concetto di beni culturali e di conservazione per i posteri.
Gli edifici dovevano servire, per cui se in buone condizioni veniva cambiato l’uso, altrimenti si rifacevano.
Non si può pensare di avere cultura storica e non accettare che avessero una cultura diversa dalla nostra.
Mi riferivo principalmente ai templi che vennero semplicemente abbattuti in massima parte o trasformati in chiese, come la Cattedrale di Siracusa, un luogo magico dove lungo le pareti si intravvedono le colonne del tempio di Atena.

"Prendete un tempio greco, incorporatelo per intero in un edificio cristiano, al quale successivamente si aggiungono le modifiche e la ricostruzione dell'edificio per il culto cristiano adoperate dai normanni, tra le altre, la facciata abbattuta dal grande terremoto del 1693. Senza scoraggiarvi vi rimettete all'opera e, cambiando completamente direzione, sostituite la vecchia facciata con una deliziosa composizione barocca all'incirca del 1728‑54. E il tutto, deteriorato com'è, continua a vivere e a sorridere, diffondendo nel mondo la sua immagine come se fosse stato ideato da un Leonardo o da un Michelangelo." (da Wikipedia)
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
I protestanti funzionano benissimo. Solo che a differenza dei cattolici i loro preti possono sposarsi per cui questo ha portato una minor concentrazione patrimoniale. Il senso del celibato sacerdotale sta esattamente nel lasciare i beni all'interno delle rispettive organizzazioni senza che i singoli abbiano figli a cui intestarli.
A tutt'oggi il Vaticano ha in mano i più begli immobili di Roma, affitta ma col cazzo che te li vende indipendentemente dalla cifra.
Carlo III avrebbe visto rotolare la sua testa come successe al trisavolo per aver pregato col Papa, se esistessero ancora i protestanti. i cattolici hanno sempre saputo fare bene i conti, lo sappiamo
 

Marjanna

Utente di lunga data
sorprende l’ignoranza dei proverbi. Questo è un fatto reale (la preoccupazione è individuale) ed è dovuto alla interruzione della trasmissione tra generazioni.
Del resto sono cambiate le famiglie e non esiste più il trovarsi tutti davanti alla televisione, come focolare domestico, che costituiva la formazione della cultura popolare, cosa che è già crollata con le televisioni commerciali all’inizio degli anni ottanta.
Conoscono moltissime delle frasi idiomatiche locali, dialettali, ma non ne conoscono l’origine.
Almeno quei giovani con cui mi è capitato di relazionarmi (che sarà un campione ridotto), ma le applicano come hanno imparato.

Io percepisco che dietro ci sono dei dialoghi, un ascolto dei genitori, e anche con i nonni.
I miei coetanei (più o meno) non è che poi dispensino chissà quali perle di sapere, quando parlano davanti a loro non si fanno alcun pensiero su cosa possa arrivare a loro, sembrano non avere alcun dubbio, però a me pare non osservino, parlano dall’alto e tanti fanno passare come grandi insegnamenti di vita cose alquanto dubbie, a partire da come vengono esposte. E non pensano che prima di quanto dicono, è quanto fanno che viene osservato.

App e short li usano, ma a volte -come per tutti- guardano qualcosa che li appassiona. Un esempio banale possono essere ricette.
Oppure app per qualcosa di mirato. Tipo una ragazza al lavoro da me ha un’app di astronomia. Le piace. Riesce anche a guardare video e fare altro. Sarà che è giovane, la sua mente è più elastica, ma non è che sia rincoglionita.
Però forse hanno un maggiore senso del giudizio sociale.
Una se mi vuole raccontare qualcosa parte da una foto, mi mostra una foto nel suo cellulare. A volte ho come l'impressione che non vedere una parte social li spiazzi, perchè rallenta una conoscenza, mentre una vetrina pur se costruita ti da una comunque una carta per "vedere" una persona.
Ma sono migliori, ogni generazione è almeno potenzialmente migliore della precedente.
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Se leggono qua il latino lo tolgono pure da dove è rimasto.
La mia idea di scuola ideale è questa: un percorso in cui latino, italiano (inteso come lingua e metodo di studio e molto poco come letteratura e storia della letteratura), matematica e informatica/elettronica (con forte base di programmazione) abbiano lo stesso peso dalla prima elementare alla terza media, coprendo l’80% dell’intero monte ore. A questo si aggiungono tre ore al giorno di sport obbligatorio, esclusivamente pallavolo e nuoto, niente calcio. È previsto l’obbligo di bocciare almeno il 10% degli studenti ogni anno. Divisa obbligatoria, libri forniti direttamente dall’Istituto e non scelti dai singoli docenti. Retta media sui 10.000 € annui, con almeno il 20% di borse di studio garantite. Al liceo si passa alla specializzazione e alla verticalizzazione, ma a quel punto gli studenti hanno già imparato davvero a studiare e a gestire ogni disciplina.

È un’idea che porto avanti da anni e che probabilmente testeremo in via sperimentale ad Almaty, se ci scoprono i soldi. Lì apprezzano molto il concetto di una scuola pensata come selettore preventivo delle classi dirigenti di domani. Ovviamente dato che la letteratura Kazaka non è che sia ricchissima, è più facile.

Tra l'altro la cosa divertentissima è che loro considerano i BES come una risorsa perché se li morivi fanno i botti.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Conoscono moltissime delle frasi idiomatiche locali, dialettali, ma non ne conoscono l’origine.
Almeno quei giovani con cui mi è capitato di relazionarmi (che sarà un campione ridotto), ma le applicano come hanno imparato.

Io percepisco che dietro ci sono dei dialoghi, un ascolto dei genitori, e anche con i nonni.
I miei coetanei (più o meno) non è che poi dispensino chissà quali perle di sapere, quando parlano davanti a loro non si fanno alcun pensiero su cosa possa arrivare a loro, sembrano non avere alcun dubbio, però a me pare non osservino, parlano dall’alto e tanti fanno passare come grandi insegnamenti di vita cose alquanto dubbie, a partire da come vengono esposte. E non pensano che prima di quanto dicono, è quanto fanno che viene osservato.

App e short li usano, ma a volte -come per tutti- guardano qualcosa che li appassiona. Un esempio banale possono essere ricette.
Oppure app per qualcosa di mirato. Tipo una ragazza al lavoro da me ha un’app di astronomia. Le piace. Riesce anche a guardare video e fare altro. Sarà che è giovane, la sua mente è più elastica, ma non è che sia rincoglionita.
Però forse hanno un maggiore senso del giudizio sociale.
Una se mi vuole raccontare qualcosa parte da una foto, mi mostra una foto nel suo cellulare. A volte ho come l'impressione che non vedere una parte social li spiazzi, perchè rallenta una conoscenza, mentre una vetrina pur se costruita ti da una comunque una carta per "vedere" una persona.
Ma sono migliori, ogni generazione è almeno potenzialmente migliore della precedente.
Non ho parlato di migliori o peggiori.
Ho osservato una interruzione di un tipo di condivisione.
 

Nicky

Utente di lunga data
La mia idea di scuola ideale è questa: un percorso in cui latino, italiano (inteso come lingua e metodo di studio e molto poco come letteratura e storia della letteratura), matematica e informatica/elettronica (con forte base di programmazione) abbiano lo stesso peso dalla prima elementare alla terza media, coprendo l’80% dell’intero monte ore. A questo si aggiungono tre ore al giorno di sport obbligatorio, esclusivamente pallavolo e nuoto, niente calcio. È previsto l’obbligo di bocciare almeno il 10% degli studenti ogni anno. Divisa obbligatoria, libri forniti direttamente dall’Istituto e non scelti dai singoli docenti. Retta media sui 10.000 € annui, con almeno il 20% di borse di studio garantite. Al liceo si passa alla specializzazione e alla verticalizzazione, ma a quel punto gli studenti hanno già imparato davvero a studiare e a gestire ogni disciplina.

È un’idea che porto avanti da anni e che probabilmente testeremo in via sperimentale ad Almaty, se ci scoprono i soldi. Lì apprezzano molto il concetto di una scuola pensata come selettore preventivo delle classi dirigenti di domani. Ovviamente dato che la letteratura Kazaka non è che sia ricchissima, è più facile.

Tra l'altro la cosa divertentissima è che loro considerano i BES come una risorsa perché se li morivi fanno i botti.
Sempre che non muoiano di noia 😄
Sottoposta a un percorso del genere, penso che sarei diventata una serial killer, soprattutto per le tre ore di pallavolo.
Però magari funziona! Ci farai sapere tra una decina d'anni.
 

CIRCE74

Utente di lunga data
Sempre che non muoiano di noia 😄
Sottoposta a un percorso del genere, penso che sarei diventata una serial killer, soprattutto per le tre ore di pallavolo.
Però magari funziona! Ci farai sapere tra una decina d'anni.
sempre stata una schiappa nello sport, con tre ore al giorno di sport mi sarei suicidata:eek::eek::eek:
 

Nicky

Utente di lunga data
sempre stata una schiappa nello sport, con tre ore al giorno di sport mi sarei suicidata:eek::eek::eek:
Guarda, secondo me dopo un po' a questi poverini verrà pure voglia di occuparsi della letteratura kazaka, ne prevedo una grande fioritura. Sarà il secolo d'oro della poesia kazaka e si chiederanno come mai 😄 (@Arcistufo perdona, si scherza ma magari è validissimo).
 

Brunetta

Utente di lunga data
Eh ma guarda un po', a te toccherà la piscina fino a che non ti spunteranno le branchie 😆
Riconosco la mia responsabilità per aver aperto la discussione, dando la possibilità a chiunque di sparare fesserie sulla scuola.
 

Brunetta

Utente di lunga data
un bel programmino scolastico direttamente dal ventennio, non c'è che dire
Peggio.
Era meglio la Riforma Gentile, che ha dato una impostazione ancora presente, di deliri oltre il fascismo, che comunque puntava alla modernizzazione del Paese e tirare fuori gli italiani dalla ignoranza totale.
Ovviamente era una imposizione classista,che non è stata scardinata dalla Scuola Media Unica degli anni Sessanta e poi Settanta. Ma in Europa c’è tuttora di peggio.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
La mia idea di scuola ideale è questa: un percorso in cui latino, italiano (inteso come lingua e metodo di studio e molto poco come letteratura e storia della letteratura), matematica e informatica/elettronica (con forte base di programmazione) abbiano lo stesso peso dalla prima elementare alla terza media, coprendo l’80% dell’intero monte ore. A questo si aggiungono tre ore al giorno di sport obbligatorio, esclusivamente pallavolo e nuoto, niente calcio. È previsto l’obbligo di bocciare almeno il 10% degli studenti ogni anno. Divisa obbligatoria, libri forniti direttamente dall’Istituto e non scelti dai singoli docenti. Retta media sui 10.000 € annui, con almeno il 20% di borse di studio garantite. Al liceo si passa alla specializzazione e alla verticalizzazione, ma a quel punto gli studenti hanno già imparato davvero a studiare e a gestire ogni disciplina.

È un’idea che porto avanti da anni e che probabilmente testeremo in via sperimentale ad Almaty, se ci scoprono i soldi. Lì apprezzano molto il concetto di una scuola pensata come selettore preventivo delle classi dirigenti di domani. Ovviamente dato che la letteratura Kazaka non è che sia ricchissima, è più facile.

Tra l'altro la cosa divertentissima è che loro considerano i BES come una risorsa perché se li morivi fanno i botti.

Sono d’accordo: la scuola è diventata il luogo della normalizzazione, indifferente a chi sia davvero la persona che, in quel momento, è studente. Accanto a questa spinta alla normalizzazione, la scuola è anche il luogo dell’appiattimento, tanto dei docenti quanto degli studenti. Certo, esistono realtà in cui si sperimentano buone pratiche, ma ben raramente si traducono in buone prassi condivise.

L’ipocrisia del “tutti possono tutto” sta diventando pervasiva. Da quando poi è diventato di moda parlare di “inclusione”, la situazione sembra persino peggiorata: si usa questa parola per lavarsi la coscienza e ci si rifugia nel “siamo tutti uguali”, finendo così per calpestare le differenze invece di riconoscerle.

E soprattutto si perde il senso del limite: se sei un pesce hai le branchie, non i polmoni. Punto. Il problema è che, nell’illusione di un mondo senza differenze, stiamo costruendo una realtà in cui nessuno ha davvero le branchie e nessuno ha davvero i polmoni.

La questione dei docenti è un altro punto da tenere in considerazione. Molti di loro sono così profondamente istituzionalizzati che basta una piccola brezza di libertà per mandarli in crisi. E il problema non riguarda soltanto la loro formazione professionale, ma affonda le radici nelle loro stesse esperienze di vita: percorsi che spesso li hanno abituati più alla conformità che alla vitalità del pensiero.


PS: cosa significa il grassetto?
 

Nicky

Utente di lunga data
un bel programmino scolastico direttamente dal ventennio, non c'è che dire
Ma guarda, io sono anche d'accordo nel fare meno materie nei primi anni di scuola e ovviamente anche nel far fare movimento ai bimbini, ma secondo me sfuggono le basi dell'apprendimento, che sono basi emotive, legate al piacere. Nessuno impara l'italiano facendo lezioni di grammatica, lo impariamo per comunicare inizialmente con la mamma e poi con il mondo.
Il fatto è che, purtroppo, piacere e felicità sono due elementi che nessuno mai tiene in conto, eppure viviamo per quelli.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma guarda, io sono anche d'accordo nel fare meno materie nei primi anni di scuola e ovviamente anche nel far fare movimento ai bimbini, ma secondo me sfuggono le basi dell'apprendimento, che sono basi emotive, legate al piacere. Nessuno impara l'italiano facendo lezioni di grammatica, lo impariamo per comunicare inizialmente con la mamma e poi con il mondo.
Il fatto è che, purtroppo, piacere e felicità sono due elementi che nessuno mai tiene in conto, eppure viviamo per quelli.
Nessuno no.
 

Vera

Supermod disturbante
Staff Forum
La mia idea di scuola ideale è questa: un percorso in cui latino, italiano (inteso come lingua e metodo di studio e molto poco come letteratura e storia della letteratura), matematica e informatica/elettronica (con forte base di programmazione) abbiano lo stesso peso dalla prima elementare alla terza media, coprendo l’80% dell’intero monte ore. A questo si aggiungono tre ore al giorno di sport obbligatorio, esclusivamente pallavolo e nuoto, niente calcio. È previsto l’obbligo di bocciare almeno il 10% degli studenti ogni anno. Divisa obbligatoria, libri forniti direttamente dall’Istituto e non scelti dai singoli docenti. Retta media sui 10.000 € annui, con almeno il 20% di borse di studio garantite. Al liceo si passa alla specializzazione e alla verticalizzazione, ma a quel punto gli studenti hanno già imparato davvero a studiare e a gestire ogni disciplina.

È un’idea che porto avanti da anni e che probabilmente testeremo in via sperimentale ad Almaty, se ci scoprono i soldi. Lì apprezzano molto il concetto di una scuola pensata come selettore preventivo delle classi dirigenti di domani. Ovviamente dato che la letteratura Kazaka non è che sia ricchissima, è più facile.

Tra l'altro la cosa divertentissima è che loro considerano i BES come una risorsa perché se li morivi fanno i botti.
Praticamente una scuola per pochi.
Ci sono già le scuole private per chi vuole.
La scuola, fortunatamente, da più di 70 anni è un diritto di tutti.
 

Gaia

Utente di lunga data
Praticamente una scuola per pochi.
Ci sono già le scuole private per chi vuole.
La scuola, fortunatamente, da più di 70 anni è un diritto di tutti.
Quelli che sembrano oggi diritti acquisiti ben presto potrebbero diventare concetti vuoti e privi di effettività.
bisognerebbe ricordarci che il welfare è una cosa da proteggere.
 
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