Old lancillotto
Utente di lunga data
x FA e Bruja
Voi state ovviamente parlando di un fatto che anche a me è noto, infatti ho evitato di dare punti di riferimento alla discussione perchè non volevo trovare giustificazioni e nemmeno condizionare le vostre risposte.
Voi un po' mi conoscete, quindi potreste anche essere propensi a difendermi o attaccarmi secondo le simpatie del momento. Da qui la volontà di aprire il tema senza un racconto a supporto.
Certo che siamo soliti a perdonarci, mentre siamo intrasigenti verso gli altri, ma esiste un presupposto che ora possa anche esporre. A me è sempre stato dato atto di avere un ottima imparzialità e devo aggiungere che ho perdonato molto più facilmente cose che a me non sono state concesse oppure che ho dovuto pagare caro.
Se ad esempio parliamo di tradimento posso dire di aver capito, compreso e perdonato senza strascichi proprio nel momento in cui il mio innamoramento era al massimo. Esistevano allora condizioni per cui ho compreso il motivo del tradimento e, benchè lo avessi vissuto come una pugnalata al cuore, non ho mai parlato di questo fatto.
Ora è da questi ed altri parametri di giudizio che spesso mi ritrovo confuso perchè pur togliendomi almeno il 50% delle mie convinzioni, non riesco a trovare la giusta autocritica dall'altra parte.
Leggendo lo spaccato di Miciolidia ho riconociuto molti atteggiamenti comuni sia miei che suoi, in quelle parole sembrava di leggere la descrizione dell'attuale situazione. Mi rendo conto che molto è causato dal mio comportamento perchè probabilmente mi sono arreso a qualcosa che non sento di riuscire a superare.
Ho passato la vita a inseguire sfide impossibili e a non temerle mai, ma oggi mi sembra di avere davanti un muro che non riesco a superare. Ho provato di lato, scavando, scavalcando, ma mi sembra insormontabile. Da qui la mia "inferiorità" dichiarata e la resa adottata.
Oggi non riesco a comprendere questa sensazione e ciò mi paralizza
Voi state ovviamente parlando di un fatto che anche a me è noto, infatti ho evitato di dare punti di riferimento alla discussione perchè non volevo trovare giustificazioni e nemmeno condizionare le vostre risposte.
Voi un po' mi conoscete, quindi potreste anche essere propensi a difendermi o attaccarmi secondo le simpatie del momento. Da qui la volontà di aprire il tema senza un racconto a supporto.
Certo che siamo soliti a perdonarci, mentre siamo intrasigenti verso gli altri, ma esiste un presupposto che ora possa anche esporre. A me è sempre stato dato atto di avere un ottima imparzialità e devo aggiungere che ho perdonato molto più facilmente cose che a me non sono state concesse oppure che ho dovuto pagare caro.
Se ad esempio parliamo di tradimento posso dire di aver capito, compreso e perdonato senza strascichi proprio nel momento in cui il mio innamoramento era al massimo. Esistevano allora condizioni per cui ho compreso il motivo del tradimento e, benchè lo avessi vissuto come una pugnalata al cuore, non ho mai parlato di questo fatto.
Ora è da questi ed altri parametri di giudizio che spesso mi ritrovo confuso perchè pur togliendomi almeno il 50% delle mie convinzioni, non riesco a trovare la giusta autocritica dall'altra parte.
Leggendo lo spaccato di Miciolidia ho riconociuto molti atteggiamenti comuni sia miei che suoi, in quelle parole sembrava di leggere la descrizione dell'attuale situazione. Mi rendo conto che molto è causato dal mio comportamento perchè probabilmente mi sono arreso a qualcosa che non sento di riuscire a superare.
Ho passato la vita a inseguire sfide impossibili e a non temerle mai, ma oggi mi sembra di avere davanti un muro che non riesco a superare. Ho provato di lato, scavando, scavalcando, ma mi sembra insormontabile. Da qui la mia "inferiorità" dichiarata e la resa adottata.
Oggi non riesco a comprendere questa sensazione e ciò mi paralizza